BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w55 15/2 pp. 116-119
  • Come Dio dà fede

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Come Dio dà fede
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • LA CREDULITÀ NON È FEDE
  • DIO PROVVEDE LA BASE PER LA FEDE
  • OTTENIAMO IL DONO DELLA FEDE
  • La vostra fedeltà alla prova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
  • Che cos’è la vera fede?
    Svegliatevi! 2000
  • Fede nella fede: È questa la vostra fede?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
  • Esercitiamo fede nelle promesse di Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2016
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
w55 15/2 pp. 116-119

Come Dio dà fede

LA FEDE in Dio e nella sua Parola, la Bibbia, è oggi in grave decadenza. Più che mai sono vere le parole di Paolo: “La fede non è un possedimento di tutti”. — 2 Tess. 3:2, NW.

Perché dunque alcuni hanno fede ed altri no? Taluni ritengono che la fede sia un dono che Iddio concede o trattiene. A sostegno di tale opinione citano le parole di Paolo in Efesini 2:8 (NW), dove egli dice che i cristiani sono “salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio”.

Ma notate che nel contesto Paolo non parla della fede, ma dell’immeritata benignità di Dio, e del fatto che mediante tale immeritata benignità egli ha provveduto alla salvezza mediante la fede. Ciò è reso evidente dal versetto completo: “Per questa immeritata benignità, infatti, voi siete stati salvati mediante la fede; e ciò [la disposizione] non viene da voi, è il dono di Dio”.

Il dono è la benevola disposizione che proviene mediante Cristo Gesù e che tiene conto della fede. È mediante questa disposizione piuttosto che dalle opere della legge che doveva venire la salvezza a quelli che manifestavano fede in essa. Quindi l’intera disposizione per la salvezza cristiana dipende dall’immeritata benignità di Dio e mediante la fede in essa, poiché i cristiani non sono salvati dalla fede nelle opere sotto la legge. La disposizione divina senza la fede personale in essa non reca salvezza a nessuno. Le due cose sono entrambe essenziali; e insieme al dono dell’intera disposizione Geova provvede inoltre il mezzo per aver la dovuta fede in essa. La disposizione dà tale valore alla fede che ne risulta la salvezza. Dobbiamo adoperare questo mezzo per ottenere la fede.

LA CREDULITÀ NON È FEDE

Spesso quella che si ritiene fede non è fede, ma credulità, e vi è enorme differenza tra la fede e la credulità. La credulità, ci vien detto, è “una debole o ignorante noncuranza della natura o forza della prova su cui si basa una credenza; in genere, una tendenza, proveniente da debolezza o ignoranza, a credere troppo facilmente, specialmente in cose impossibili o assurde”. Ed esser creduli equivale ad essere “privi di critica in quanto alle credenze; facilmente ingannati; ingenui”. — Century Dictionary and Cyclopedia.

Poiché la credulità cresce con l’ignoranza, non è sorprendente trovare molta credulità nella Cattolica Romana America Latina, la cui popolazione è, secondo il United Nations World dell’ottobre 1951, per due terzi analfabeta. Pertanto la notizia che la vergine Maria doveva apparire in una certa località fu comunicata dalla stampa e dai programmi radio di Portorico, e questo indusse circa 100.000 persone a fare un pellegrinaggio in quella località, solo per essere deluse. E quale fu la base di questa aspettativa? La dichiarazione di alcuni ragazzi, da sette a dieci anni di età, che la vergine si era manifestata e aveva detto loro che sarebbe riapparsa in un dato luogo il 25 maggio 1953. Veramente questa era credulità.

I creduli non possono sostenere il peso di pensare, ponderare le prove e riflettere logicamente sulle cause e i risultati. Essi agiscono secondo emozioni, sentimenti o timore. Credono per inclinazione, pregiudizi e circostanze o speranza di ricompensa, e così, in fatto di religione, sono soggettivi invece che obiettivi.

In netto contrasto con questi, il cristiano basa la sua fede su solide autorità e ragioni sane. La sua fede consiste nella conoscenza e nel fiducioso affidamento in essa, come “sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione delle realtà benché non vedute”. (Ebr. 11:1, NW) La fede considera l’evidenza obiettivamente, con amore per la verità, e quindi non ingoia né le asserzioni confutabili degli “scienziati” né le tradizioni particolari della religione organizzata.

Dio desidera che ragioniamo, che pensiamo. Ecco perché egli ci consiglia: “Venite, e discutiamo assieme”, e perché Paolo scrisse a Timoteo: “Pensa costantemente a quello che dico”. “Pondera queste cose”. — Isa. 1:18; 2 Tim. 2:7; 1 Tim. 4:15, NW.

È a causa della mancanza di una conoscenza basata su solida autorità e su ragioni sane che la persona credula dice: “Io non discuto mai di religione”. Ma colui che basa la sua religione su solide fondamenta può discuterne con altri, e infatti è esortato a discuterne, per ‘essere sempre pronto a fare una difesa a chiunque gli domandi la ragione della speranza che è in lui’. Tale persona segue l’esempio di Paolo, che andava in cerca dei Giudei nelle loro sinagoghe dove “disputò con loro sulle Scritture, dichiarando e dimostrando come il Cristo doveva patire e risuscitare da morte”. — 1 Piet. 3:15, NW; Atti 17:2, 3, Ti.

DIO PROVVEDE LA BASE PER LA FEDE

La fede è un dono in primo luogo in quanto Dio provvede il solido e convincente motivo per esercitarla. “Le sue invisibili qualità, perfino la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché sono comprese dalle cose fatte, così che sono inescusabili” di non aver esercitato fede. (Rom. 1:20, NW) Sì, la natura intera, la sua bellezza e magnificenza, il suo disegno e la sua armonia, i suoi numerosi equilibri senza cui la vita non sarebbe possibile su questa terra, ed anche il nostro stesso corpo, “fatto in modo maraviglioso, stupendo”, si uniscono per dare eloquente testimonianza dell’esistenza del Creatore e per parlarci dei suoi attributi. — Giobbe 38 a 41; Sal. 139:14.

Per simili solide e sane ragioni il cristiano esercita fede nella Bibbia, in tutta la Bibbia. Dire, come disse una volta un eminente ecclesiastico di Brooklyn: “Io leggo la Bibbia come mangio il pesce” (volendo dire ch’egli ne scartava ciò che non riteneva vero, che non si poteva mangiare), è ammettere di non aver nessuna fede nella Bibbia, ma di averne solo nel proprio giudizio.

I sessantasei libri della Bibbia sostengono costantemente un tema armonioso, sebbene siano stati scritti da circa trentacinque diversi scrittori di ogni grado sociale, durante un periodo di molti secoli, e in diverse nazioni e lingue. Essi manifestano una franchezza, onestà e un candore che li classifica come veritieri, e la loro accuratezza storica è stata ripetutamente accertata dai geologi e archeologi. E soprattutto, l’adempimento di molte profezie della Bibbia prova che essa è di origine divina, non umana.

La Bibbia ci dà una spiegazione ragionevole dell’origine dell’uomo e dimostra come il peccato è entrato nel mondo, perché Dio ha lasciato continuare il male, e qual è il destino dell’uomo. Il suo tema è il regno di Dio per mezzo del quale Geova rivendicherà il suo nome e la sua supremazia, e benedirà gli uomini di buona volontà. Quelli che applicano alla loro vita i suoi princìpi li trovano pratici e praticabili. Il più grande uomo che sia mai vissuto disse di essa: “La tua parola è verità”, e solo questo basta perché si abbia fede in essa. — Giov. 17:17.

OTTENIAMO IL DONO DELLA FEDE

Per acquistare il dono della fede dobbiamo fare qualche cosa. Dio non ci concede la fede in qualche modo soprannaturale e arbitrario. Avendo Dio provveduto una base per la nostra fede, dipende da noi acquistare la conoscenza che la rende possibile, come infatti dichiarò Paolo: “La fede segue il rapporto”; cioè, il rapporto o la conoscenza contenuta nella Parola di Dio. (Rom. 10:14-17, NW) Questo significa che dobbiamo studiare la Parola di Dio.

Ma il semplice studio non basta; dobbiamo avere, prima di tutto, la giusta disposizione di cuore. Il clero dei giorni di Gesù studiava la Parola di Dio e tuttavia essa non recò loro beneficio; essi non volevano credere in Cristo Gesù. Perché? Perché, come disse loro Gesù: “Come potete voi credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate quella gloria che viene da Dio solo?” Il desiderio di guadagno egoistico ci accecherà in modo tale da impedirci di esercitare la fede. — Giov. 5:39, 44, Co; Ger. 17:9; Mar. 4:19.

Però neppure la giusta disposizione di cuore e lo studio ci bastano per acquistar fede. Se vogliamo aver fede dobbiamo comprendere quello che studiamo, e per comprendere la Bibbia abbiamo bisogno di aiuto; come anche l’eunuco etiope indicò a Filippo chiedendogli: “Come potrei intenderle, se alcuno non mi guida?” Ecco perché Dio diede alla congregazione cristiana “alcuni come apostoli, alcuni come profeti, alcuni come missionari, alcuni come pastori e maestri”, affinché tutti possiamo giungere “all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio”. Per questo motivo Dio ha provveduto ora uno “schiavo fedele e discreto” con l’organizzazione fornita di mezzi di pubblicazione, la Società Torre di Guardia. (Atti 8:30-35; Efes. 4:11, 13; Matt. 24:45, 46, NW) Poiché Dio ci provvede tutto questo aiuto affinché acquistiamo fede, anche in questo senso la fede è un dono.

Né dobbiamo trascurare lo spirito santo o forza attiva di Dio, senza cui non potremmo comprendere la Parola di Dio e quindi non avremmo fede. “‘Occhio non ha veduto e orecchio non ha udito, né sono state concepite nel cuore dell’uomo le cose che Dio ha preparate per quelli che l’amano’. Perché è a noi che Iddio le ha rivelate mediante il suo spirito, poiché lo spirito investiga tutte le cose, anche le cose profonde di Dio”. (1 Cor. 2:9, 10, NW) Poiché lo spirito santo è un dono, da questo punto di vista anche la fede che ne risulta è un dono.

Che la fede è dono di Dio, non però arbitrariamente o miracolosamente, e che tuttavia esige uno sforzo da parte nostra, può essere illustrato in diversi modi. Per esempio, noi preghiamo: ‘Dacci oggi il nostro pane quotidiano’, e ringraziamo Dio per quello che egli ci provvede; eppure egli non ci provvede queste cose indipendentemente dai nostri sforzi; poiché, come Paolo dichiarò esplicitamente: “Se qualcuno non vuole lavorare, neppure mangi”. — Matt. 6:11; 1 Tess. 5:18; 2 Tess. 3:10, NW.

In tal modo vediamo che la fede è un dono per il fatto che Dio ne provvede le basi: il libro della natura e il suo libro scritto, la Bibbia. Egli provvede inoltre un’organizzazione e il suo spirito santo per aiutarci ad acquistare questa fede. Ma noi dobbiamo anche fare la nostra parte, dobbiamo intraprendere lo studio della Bibbia con una giusta disposizione di cuore, dobbiamo studiare per acquistare la conoscenza contenuta nella Bibbia, e quindi dobbiamo affidarci fiduciosamente ad essa, vale a dire, agire in armonia con essa; perché se non facciamo questo, non avremo ancora il dono della fede, poiché “la fede senza le opere è morta”. — Giac. 2:26, NW.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi