Domande dai lettori
◆ Geova disse a Balaam di andare da Balak, ma quando egli si accinse a recarvisi, Geova si adirò contro Balaam per il fatto che ci andava. Perché? — G. S., Inghilterra.
Balak re di Moab inviò dei messaggeri al profeta Balaam nel paese che è ora l’Iraq. I messaggeri portavano al profeta dei regali per pagarlo affinché maledicesse Israele. Balaam desiderava i regali, ma aveva delle relazioni con Geova, Dio d’Israele, e desiderava che Geova gli permettesse di andare a maledire Israele. Però, Geova disse al profeta: “Tu non andrai con loro, non maledirai quel popolo, perché egli è benedetto”. Perciò Balaam si rifiutò di andare con gli anziani venuti da Moab e Madian. Balak inviò a Balaam altri uomini per supplicare il profeta di andare a maledire Israele e ricevere grandi onori e ricchezze. Questa volta Geova disse a Balaam: “Lèvati e va’ con loro; soltanto farai ciò che io ti dirò”. Tuttavia subito dopo questo il racconto dichiara: “L’ira di Dio s’accese perché egli se n’era andato”. L’angelo di Geova gli chiuse la via e l’asina che Balaam cavalcava s’arrestò e infine parlò miracolosamente, e allora Balaam vide pure l’angelo. Spaventato e in procinto di tornar indietro, Balaam disse: “Io me ne ritornerò”. Ma l’angelo di Geova disse: “Va’ pure con quegli uomini; ma dirai soltanto quello che io ti dirò”. Quindi Balaam proseguì il viaggio, e quando arrivò da Balak egli benedì Israele invece di maledirlo. — Num. 22:12, 20, 22, 34, 35.
Balaam fu invitato ad andare a maledire Israele, perciò Geova gli disse in primo luogo di non andare perché Israele era benedetto. Ma Balaam voleva andare a maledire il popolo per ricevere il regalo, e sollevò di nuovo la questione. Questa volta Geova disse che poteva andare, ma con la restrizione di dire soltanto ciò che Geova gli avrebbe ordinato di dire. Però se Balaam non avesse maledetto il popolo non avrebbe ricevuto nessun regalo, e quando si mise in viaggio egli aveva in vista la ricompensa, pensando di poter in qualche modo eludere la restrizione divina e maledire Israele e ottenere onore e ricchezza. Geova poteva discernere tutto questo e la sua ira s’accese quando Balaam andò con questo spirito di avidità e furberia. Geova scosse Balaam e lo richiamò in se stesso facendo parlare l’asina e rivelandogli il suo angelo con la spada sguainata pronto ad uccidere il profeta se avesse alterato il messaggio, se avesse cercato di modificarlo per far piacere a Balak e ottenere il regalo. Questa dimostrazione scacciò dalla mente di Balaam l’intenzione di maledire Israele e la paura lo rese così giudizioso da fargli pronunziare la benedizione. La maledizione ch’egli premeditava fu cambiata in una benedizione; così Geova “mutò . . . la maledizione in benedizione”. — Deut. 23:5.
La prova che Balaam partì con l’idea del regalo, e quindi con l’idea della maledizione dato che era l’unico modo con cui poteva guadagnarsi il regalo, è mostrata dalle parole di Pietro concernenti la cupidigia: “Si sono sviati e hanno seguito il sentiero di Balaam, figlio di Beor, che amò il compenso dell’iniquità, ma ebbe un rimprovero per la sua violazione di ciò ch’era giusto. Una muta bestia da soma, facendo una dichiarazione con voce da uomo, ostacolò la pazza condotta del profeta”. Questo prova che nella sua mente c’era l’intenzione di ottenere il regalo maledicendo ingiustamente Israele e che questa intenzione fu scacciata soltanto mediante la voce miracolosa dell’asina e la minaccia dell’angelo. Mostrando di nuovo che Balaam aveva ancora in mente la ricompensa per maledire ingiustamente Israele, Giuda disse che simili individui avidi “per amor di lucro si son gettati nei traviamenti di Balaam”. — 2 Piet. 2:15, 16, NM; Giuda 11.
Però, nonostante tutte queste esortazioni e dimostrazioni da parte di Geova, Balaam continuò nella sua perversità e nella sua determinazione di recar danno a Israele secondo il desiderio di Balak. Dopo che la sua ideata maledizione fu mutata in benedizione, egli avvertì Balak di come Israele avrebbe potuto essere ostacolato e preso nel laccio attirandosi la maledizione di Geova. Prima di partire egli evidentemente dovette dire a Balak di sedurre gli Israeliti con le figlie di Moab e di Madian trascinandoli nel culto di Baal. Il successivo avvenimento narrato dopo la partenza di Balaam è l’immoralità d’Israele con queste donne e la sua pratica del culto di Baal, che fece precipitare su Israele l’ira di Geova e causò la morte di migliaia di colpevoli. (Num. 25:1-9) Mostrando che Balaam ne era responsabile, allorché alcune donne madianite furono lasciate in vita Mosè disse: “Ecco, son esse che, a suggestione di Balaam, trascinarono i figliuoli d’Israele alla infedeltà verso l’Eterno, nel fatto di Peor, onde la piaga scoppiò nella raunanza dell’Eterno”. Quando gli Israeliti fecero prigioniere queste donne “uccisero pure con la spada Balaam, figliuolo di Beor”. Altra prova che Balaam incitò Balak a fare inciampare Israele è data da queste parole indirizzate “all’angelo della chiesa di Pergamo”: “Tu hai quivi di quelli che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balak a porre un intoppo davanti ai figliuoli d’Israele, inducendoli a mangiare delle cose sacrificate agli idoli e a fornicare”. — Num. 31:16, 8; Apoc. 2:12, 14.
Da quanto precede è evidente che quando Geova disse a Balaam che poteva andare a benedire Israele il profeta vi andò con l’intenzione di maledire Israele, ed è per questo motivo che l’ira di Geova si accese contro di lui.