Il servizio continuo — un glorioso tesoro
“Perché dov’è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo cuore”. — Matt. 6:21.
1. Che cosa dovremmo considerare quando esaminiamo un tesoro? Perché?
UN PUGNO di grano ha più valore di un pugno di diamanti? Un boccale d’acqua è più desiderabile di un boccale di perle? È più preziosa una bombola di ossigeno o una bombola di rubini? A queste domande non possiamo rispondere né sì né no, poiché le circostanze in cui ci si trova determinano il concetto dei valori. Per un uomo affamato, isolato in qualche remota parte della terra, un pugno di grano varrà più che un pugno di diamanti. Un uomo assetato in un arido deserto rifiuterebbe un boccale di perle per avere un boccale d’acqua. E un uomo a cui manchi il respiro per una polmonite riterrà più preziosa una bombola di ossigeno che non una bombola di rubini. In ciascun caso la valutazione dei valori differisce da quella che sarebbe normalmente, perché è in giuoco la vita. La vita vale più delle gemme preziose, poiché senza vita tali cose non si possono godere. Quindi, nell’esaminare un tesoro dovremmo considerare le ragioni del suo valore e perché dovremmo porvi il nostro cuore.
2, 3. (a) Perché l’uomo saggio non porrebbe il suo cuore sui tesori materiali? (b) Su che cosa pone il suo cuore, e perché questo dovrebbe essere valutato giustamente?
2 Le gemme preziose furono messe nella terra dal Creatore per il godimento dell’uomo, e senza alcun dubbio sono tesori desiderabili. Ma lo sono anche il cibo, l’acqua e l’aria, cose necessarie per sostenere la vita. Anche questi sono tesori dati all’uomo da un Creatore amorevole. Ma dovremmo porre il nostro cuore sui tesori materiali, dato che il godimento di essi è soltanto temporaneo? Dovrebbero le necessità, i desideri ed i piaceri della carne essere tanto stimati da divenire la ragione per cui vivere, la mèta della vita? Il mezzo per ottenere la vita eterna non è forse una mèta molto più pratica?
SERVITE IL DATORE DELLA VITA
3 Poiché Geova Dio è il Creatore dei numerosi tesori della terra ed è il Datore della vita eterna, l’uomo saggio rivolgerà il proprio cuore al Suo servizio. Gioia durevole e vera soddisfazione spettano a coloro che servono questo amorevole Datore di ogni dono buono e perfetto per tutto il loro tempo. Questo è un tesoro glorioso, molto più prezioso degli altri numerosi tesori sui quali una persona possa porre il proprio cuore. È un tesoro che può condurre alla vita eterna, ed è quindi di massima importanza che sia adeguatamente valutato. Dovrebbe essere considerato dal giusto punto di vista. Si dovrebbe comprendere il motivo per cui è inestimabile. Acquistando un’accurata conoscenza di esso si svilupperà l’attitudine mentale che Geova desidera che le sue creature abbiano verso il suo servizio.
4. Quale fu il proposito di Dio nel creare creature viventi ed intelligenti?
4 Geova aveva in mente propositi definiti quando cominciò a creare creature viventi ed intelligenti in incalcolabili epoche passate. Egli non le creò semplicemente per avere compagnia, poiché non aveva bisogno di alcuno. Era completo in se stesso e non dipendeva da nessuno. Perché dunque le creò? Perché ebbe piacere di creare e permettere ad altri di godere la sua bontà, la sua compagnia e la sua sapienza. Desiderò altruisticamente di condividere la vita con altri; pertanto si circondò di centinaia di milioni di potenti creature spirituali che potevano gioire direttamente della sua radiante gloria. Era suo proposito che lo servissero continuamente, adempiendo fedelmente i compiti che egli affidava loro. In questo modo essi ricevettero il glorioso tesoro del servizio continuo. Egli voleva che dedicassero il loro tempo all’onore e alla gloria del suo nome, godendo della sua bontà e del suo amore ed essendo partecipi della sua sapienza. Essendo egli la fonte della sapienza i suoi pensieri sono preziosi e della massima importanza per le sue creature. “Oh quanto mi son preziosi i tuoi pensieri, o Dio! Quant’è grande la somma d’essi!” “Oh profondità delle ricchezze, della sapienza e della conoscenza di Dio! Come sono imperscrutabili i suoi giudizi e impenetrabili le sue vie!” — Sal. 139:17; Rom. 11:33, NM.
5. Come considerarono gli angeli il servizio continuo del Creatore?
5 Nell’esplicazione dei loro vari doveri gli angeli servivano gioiosamente gli interessi del loro amorevole Creatore. Non mettevano da parte questi doveri subordinandoli ad interessi personali. No, essi dedicavano la loro indivisa attenzione e tutte le loro energie e capacità al servizio del grande Sovrano dell’universo. Per loro nulla era di più grande importanza. Quelli inviati come messaggeri andavano senza esitare un momento. Non vi era alcun indugio o il minimo segno di svogliatezza nell’accettare un incarico. Essi erano lieti di fare la volontà di Geova perché quivi era il loro cuore. Si rallegravano nel loro servizio continuo.
6. Quali furono alcuni speciali doveri assegnati alla prima creazione di Geova?
6 Alla prima di queste creature spirituali furono affidati molti incarichi speciali, fra i quali la creazione degli eserciti celesti. Il potente Figlio di Dio dedicò gioiosamente le sue energie a questo compito, trovando piacere nel servizio continuo del suo Dio e Padre. Essendo stato nominato speciale portavoce di Geova, egli fu chiamato “La Parola”. Riguardo a lui Giovanni 1:1-3 (NM) dice: “In origine la Parola era, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio. Questi era in origine con Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, e senza di lui neppure una cosa è stata fatta”. E quindi l’apostolo Paolo ci dice: “Egli è l’immagine dell’invisibile Iddio, il primogenito di tutta la creazione, perché per mezzo di lui furono create tutte le altre cose nei cieli e sopra la terra, le visibili e le invisibili”. — Col. 1:15, 16, NM.
7, 8. (a) Qual era la sua attitudine verso il servizio continuo? (b) Fu egli scoraggiato da un lungo periodo di servizio nello stesso incarico?
7 Egli accettò gioiosamente qualsiasi incarico affidatogli da Dio. Non considerò il servizio continuo un glorioso tesoro in una parte dell’universo ma indesiderabile in un’altra. Non gli importava il luogo della sua assegnazione purché fosse utile al suo Dio e Padre. La sua attitudine fu bene espressa dal Salmo 40:8: “Dio mio, io prendo piacere a far la tua volontà, e la tua legge è dentro al mio cuore”. Egli ha manifestato questa stessa umile attitudine e prontezza nel servire in tutta la sua lunga carriera di servizio continuo. In un’occasione Gesù disse: “Cerco non la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato”. (Giov. 5:30, NM) Questa è stata la sua attitudine mentale sin dal principio. Perciò, egli è un esempio che tutte le altre creature farebbero bene a seguire.
8 Quando Geova determinò di produrre l’universo materiale e di rendere uno dei mondi materiali una dimora paradisiaca per le intelligenti creature carnali, la Parola ebbe l’incarico di effettuare questo proposito. Quindi con il modello e il potere fornito da Geova Dio, egli si dedicò alla creazione materiale. Sebbene la formazione e la preparazione della terra per la vita fossero compiti che richiedevano un lungo periodo di tempo, la Parola non perdette l’interesse nel suo lavoro. Non permise che bilioni di anni nello stesso incarico lo scoraggiassero, facendoglielo abbandonare. Egli perseverò nel suo lavoro e vi si impegnò fedelmente finché fu compiuto.
9. Di che cosa diede prova perseverando nel suo incarico, e che cosa guadagnò?
9 Con tale fedele servizio egli si dimostrò degno di fiducia e perciò gli furono affidati altri compiti. Sembra che uno di questi sia stato la liberazione degli Israeliti dalla schiavitù in Egitto. Egli ebbe la responsabilità di guidarli mediante una colonna di fuoco di giorno e una colonna di nuvola di notte. In seguito, quando il popolo giunse ai piedi del monte Horeb, fu evidentemente questo diletto Figlio dell’Altissimo che trasmise la Legge divina agli Israeliti mediante Mosè. Riguardo a questo potente Figlio spirituale, chiamato Michele, Daniele 12:1 dice che è “il gran capo, il difensore de’ figliuoli del tuo popolo”. Certamente l’angelo che li aveva guidati e aveva fedelmente comunicato loro le istruzioni di Dio, anche punendoli per la disubbidienza alla Legge divina, sarebbe stato il capo del popolo eletto di Dio.a
10. Quale fu il più difficile incarico dato all’Unigenito Figlio, e come si comportò egli?
10 L’incarico più difficile per la Parola venne quando Geova gli fece deporre la vita nel reame celeste quale gloriosa creatura spirituale e intraprendere il servizio continuo sulla terra come uomo. Sebbene questo incarico significasse esser fatto inferiore agli angeli e richiedesse la sua morte espiatoria sulla terra, ciò non indusse il Figlio a respingerlo. Egli acconsentì umilmente a fare qualunque cosa il grande Sovrano decretasse. Quindi in Filippesi 2:5-8 (NM) è scritto: “Serbate in voi questa attitudine mentale che fu pure in Cristo Gesù, il quale, benché esistesse in forma di Dio, non considerò affatto la rapina, cioè, che dovesse essere uguale a Dio. No, ma egli annichilì se stesso e prese la forma di uno schiavo divenendo simile agli uomini. Inoltre, quando si trovò nella forma di un uomo, umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su un palo di tortura”. Malgrado le prove e le sofferenze che colpirono l’unigenito Figlio di Dio in questo particolare incarico, egli non pensò per un solo momento di smettere e tralasciare il servizio continuo del suo Padre celeste. Lo stimò al di sopra dei suoi sentimenti personali, del suo personale benessere e persino della propria vita.
11, 12. (a) Aveva Cristo il giusto apprezzamento del glorioso tesoro del servizio continuo? (b) Che cosa ha dimostrato egli con le sue azioni?
11 Indipendentemente dalle circostanze in cui si trovava, Cristo aveva sempre il giusto apprezzamento del glorioso tesoro del servizio continuo. Il suo apprezzamento non cambiò col mutare delle circostanze, come cambia l’apprezzamento di quelli che pongono il loro cuore sui possedimenti materiali. Egli sapeva che il valore del servizio del Padre suo non si poteva nemmeno paragonare con qualsiasi lusso o comodità di questo mondo, neanche con le necessità della vita. Una volta disse: “Il mio cibo è che io faccia la volontà di colui che mi ha mandato e finisca la sua opera”. (Giov. 4:34, NM) Egli rigettò le ricchezze, l’onore e il potere di questo intero mondo dando la preferenza al servizio di Geova. (Matt. 4:8-10) Adempiere questo incarico, come ne aveva adempiuti altri, era tutto ciò che lo interessava. Questo servizio divino fu per lui di grandissimo valore, poiché significava l’approvazione di Geova e la vita eterna.
12 L’esempio del devoto servizio stabilito da questo diletto Figlio è senza dubbio il più bello che qualsiasi creatura possa seguire. I suoi miliardi di anni di fedele servizio continuo e di umile prontezza nell’accettare e adempiere qualunque incarico ricevuto, come pure la sua perseveranza nelle prove, dimostrano chiaramente il suo profondo amore per il Padre. Ecco uno splendido esempio di apprezzamento per il tesoro del servizio continuo, ed esso illustra bene la giusta valutazione di questo tesoro.
IL SERVIZIO È CAMBIATO
13. (a) È stato questo tesoro limitato a un solo tipo di servizio? (b) Come servì Noè?
13 Il modo in cui le creature hanno avuto il privilegio di servire Geova a tempo continuo è cambiato. L’unigenito Figlio, come abbiamo visto, ha servito in più di un modo. E quando esaminiamo la storia dei fedeli servitori a tempo continuo sulla terra, ci risulta che è stato così anche per loro; non tutti servirono nello stesso modo. Noè, per esempio, ricevette l’incarico di compiere un’opera di testimonianza. Egli doveva predicare l’avvertimento di una fine violenta che doveva abbattersi sul mondo antidiluviano, e, inoltre, doveva costruire un’arca per la preservazione delle creature umane e degli animali che Dio avrebbe designati. Questo era il modo in cui Noè doveva rendere servizio a Geova. Era un servizio della massima importanza, pertanto egli non poteva ritenerlo secondario ad imprese e interessi personali. Poiché il suo cuore era nel servizio continuo del Creatore, egli perseverò nel suo incarico finché non fu adempiuto.
14. Perché Mosè aveva ragione di essere scoraggiato?
14 Questo si verificò anche nel caso di Mosè, che cessò di fare il pastore per servire Geova a tempo continuo. Egli pure perseverò in questo servizio. Il suo tipo di servizio differì da quello di Noè, tuttavia fu l’incarico di curare gli interessi di Geova riguardo alla nazione d’Israele. Divenne un incarico difficilissimo, a causa della disposizione lamentosa, ostinata e ribelle del popolo. Sebbene più volte egli fosse molto scoraggiato per tale condotta, non abbandonò la sua responsabilità direttiva, lasciando ad un altro il peso dei relativi problemi. Smettere e abbandonare tutto avrebbe significato rinunciare al tesoro del servizio continuo, e Mosè preferì sopportare il grave peso invece di far ciò. Così perseverò nel compimento dei suoi doveri, nonostante lo scoraggiamento occasionale. Il suo cuore era nel servizio del suo Dio. — Ebr. 3:2, 5.
15. (a) Quale eredità ricevettero i Leviti? (b) In che modo il loro incarico di servizio era differente?
15 Un’altra forma di servizio continuo fu quella perseguita dalla tribù di Levi. Essa fu separata dalle dodici tribù d’Israele per il servizio del tempio. I Leviti ebbero l’incarico di dedicare tutta la loro attenzione all’adempimento dei vari doveri relativi all’adorazione della nazione. Pertanto il loro continuo servizio doveva essere nel tabernacolo, o inerente ad esso. Questo tesoro del servizio continuo di Dio doveva essere la loro eredità, come è indicato in Deuteronomio 10:9: “Perciò Levi non ha parte né eredità coi suoi fratelli; l’Eterno [Geova] è la sua eredità, come gli ha detto l’Eterno, l’Iddio tuo”. Certamente la loro eredità era molto più grande della terra ricevuta dalle dodici tribù.
16, 17. (a) Avevano ragione i profeti di essere scoraggiati? (b) Quali esempi potete dare di alcuni che non abbandonarono il servizio continuo per scoraggiamento?
16 Più tardi, quando fra gli Israeliti furono scelti dei profeti, troviamo una forma ancora diversa di servizio continuo. Geova li impiegò per proclamare avvertimenti alla ribelle nazione d’Israele. Essi fecero questo fedelmente, malgrado i maltrattamenti subìti. “Fratelli, prendete come modello della sofferenza del male e della dimostrazione della pazienza i profeti, che parlarono in nome di Geova. Ecco! noi chiamiamo felici quelli che hanno perseverato”. (Giac. 5:10, 11, NM; 2 Cron. 36:16) Pertanto, sebbene non fossero bene accolti ed avessero buone ragioni per scoraggiarsi, non abbandonarono l’incarico. Che cosa poteva essere più scoraggiante che sapere, prima ancora che avessero parlato, che il popolo non li avrebbe ascoltati? Geremia dovette sperimentare questo. Dio gli disse: “Di’ loro tutte queste cose, ma essi non t’ascolteranno; chiamali, ma essi non ti risponderanno”. (Ger. 7:27) Che cosa fareste voi se doveste affrontare oggi una simile situazione? Sapendo anche prima di cominciare a parlare che i vostri sforzi sarebbero infruttuosi, smettereste? Abbandonereste il servizio continuo di Geova se preconosceste vano il vostro lavoro? Oppure vi atterreste fedelmente a quel tesoro assolvendo il vostro incarico come fece Geremia? La Bibbia indica che questa era più o meno l’esperienza di tutti i profeti mandati alla nazione d’Israele. “Dal giorno che i vostri padri uscirono dal paese d’Egitto fino al dì d’oggi, io v’ho mandati tutti i miei servi, i profeti, e ve l’ho mandati ogni giorno, fin dal mattino; ma essi non m’hanno ascoltato, non hanno prestato orecchio; hanno fatto il collo duro, si son condotti peggio de’ loro padri”. (Ger. 7:25, 26) I profeti avevano il giusto apprezzamento del tesoro del servizio devoto e perciò lo custodirono gelosamente malgrado tali scoraggianti circostanze. L’attitudine del popolo non mutò il loro concetto dei valori.
17 Anche quando Elia credette di essere l’unico in tutto Israele che non avesse abbandonato l’adorazione di Geova, non pensò nemmeno per un momento ad abbandonare il suo incarico di profeta. Egli vi si attenne strettamente finché Geova lo prese. Come altri fedeli profeti, si mantenne integro verso Geova Dio nelle più difficili e scoraggianti circostanze, e nonostante le sue prove e il suo scoraggiamento non perdette l’alto apprezzamento dell’inestimabile tesoro del servizio continuo. — 1 Re 19:2, 4, 9, 10.
18. In che modo Davide compì un servizio a pieno tempo?
18 Il re Davide ebbe questo apprezzamento per il servizio di Geova. Egli servì a pieno tempo quale re della nazione d’Israele, nominato da Dio. Questo era il suo incarico, un incarico distintamente diverso da quello dato ai profeti. Quale unto re del popolo eletto di Dio ebbe la distinzione di essere rappresentante del sovrano potere del grande Governatore dell’universo. Per questo motivo si può dire che egli sedette sul trono di Geova. Questa espressione viene usata in 1 Cronache 29:23 riguardo a Salomone figlio di Davide, quando fu incoronato re la seconda volta. In quella occasione il tesoro del servizio continuo quale re teocratico passò da Davide a Salomone, ma Salomone non ne ebbe la stima e l’apprezzamento dovuti nel corso della sua vita come l’aveva avuti suo padre Davide.
19. Come considerò Davide il tesoro del servizio continuo, e qual era il suo desiderio?
19 Davide, però, non conobbe gioia maggiore di quella di servire gli interessi del suo Dio. Una volta espresse il desiderio di abitare nella casa di Geova tutti i giorni della sua vita. (Sal. 27:4) In tal modo rivelò chiaramente dove fosse il suo cuore. Non aveva altro desiderio che quello di essere al servizio di Geova. Anelava sinceramente che le lodi di Geova fossero cantate fra le nazioni e che le meravigliose opere del Creatore fossero proclamate in lungo e in largo. Questo desiderio fu mirabilmente espresso nei ringraziamenti che egli offrì a Geova quando l’arca fu portata a Gerusalemme e collocata nella tenda da lui preparata per essa a fianco del suo palazzo. Questa era la sincera espressione di uno che si era completamente dedicato al servizio di Dio considerandolo come il più prezioso di tutti i tesori. Davide diede inizio alle sue espressioni di gratitudine dicendo: “Celebrate l’Eterno [Geova], invocate il suo nome; fate conoscere le sue gesta fra i popoli. Cantategli, salmeggiategli, meditate su tutte le sue meraviglie”. (1 Cron. 16:8, 9) Questo far conoscere le gesta di Geova e parlare delle sue meraviglie è la forma di servizio che il più grande Davide introdusse molto tempo dopo.
IL MINISTERO DEL REGNO
20, 21. Quale nuovo tipo di servizio continuo di Geova fu introdotto da Cristo?
20 Finora abbiamo visto come il tesoro del servizio continuo è stato apprezzato in modo diverso in tutti i tempi. Uomini di fede svolsero il loro servizio differentemente, secondo l’incarico ricevuto da Dio. Ma con la venuta del più grande Davide, Cristo Gesù, fu introdotta una nuova forma di servizio continuo. Si trattava di fare proprio ciò di cui Davide aveva parlato: far conoscere le gesta di Geova fra i popoli del mondo. Era venuto il tempo di dichiarare la buona notizia del regno di Geova. Questa nuova opera fu appropriatamente iniziata da quell’Unico unto quale Re del regno.
21 Questo fu un nuovo incarico per l’unigenito Figlio di Dio, il quale, trent’anni prima della sua unzione quale Re, era nato da Maria come perfetta creatura umana, essendo la sua forza vitale trasferita dai cieli nel seno di Maria. Quindi, all’età di trent’anni, quale unto Re proseguì su questa nuova via nel servizio del Creatore. Onde altri comprendessero come rendere questo servizio, Cristo diede l’esempio andando di luogo in luogo, predicando la buona notizia del Regno e le meravigliose opere di Dio. Questa era un’opera d’istruzione senza precedenti, l’opera di radunare insieme le creature che fossero state degne del dono della vita eterna. (Giov. 17:3) Cristo dedicò tutto il suo tempo a quest’incarico e lo portò a termine, come aveva fatto con ogni altro incarico datogli dal Padre.
22. (a) Quale cambiamento effettuò il ministero del Regno riguardo al tesoro del servizio continuo? (b) Come risposero alcuni all’invito a possedere questo tesoro?
22 Prima dei giorni di Cristo il tesoro del servizio continuo era limitato soltanto ad alcuni individui, ma il ministero del regno determinò un cambiamento. Infine tale tesoro fu reso accessibile a uomini di tutte le nazioni, onde chiunque lo potesse abbracciare. Giovanni e il suo conservo pescatore Andrea furono i primi fra migliaia ad abbracciarlo in questa nuova forma. Quando Gesù lo presentò loro e più tardi a Pietro, essi non esitarono ad accettarlo. Così si comportò anche Giacomo, fratello di Giovanni. Riguardo a questo Matteo 4:18-22 dice: “Or passeggiando lungo il mare della Galilea, egli vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare; poiché erano pescatori. E disse loro: Venite dietro a me, e vi farò pescatori d’uomini. Ed essi, lasciate prontamente le reti, lo seguirono. E passato più oltre, vide due altri fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo fratello, i quali nella barca, con Zebedeo loro padre, rassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi, lasciata subito la barca e il padre loro, lo seguirono”. Come aveva loro promesso, Cristo li ammaestrò rendendoli pescatori di uomini. Essi concentrarono ora il loro tempo e le loro forze nella proclamazione dei magnifici propositi di Geova Dio.
23. Come Paolo considerò il servizio continuo?
23 L’apostolo Paolo si distinse a questo riguardo. Egli dedicò al ministero tutto quanto possedeva. Sebbene avesse subìto molte dure prove, non nutrì mai l’ombra del pensiero di abbandonare il servizio continuo. Circa alcune sue esperienze, in 2 Corinzi 11:24-27 dice: “Dai Giudei cinque volte ho ricevuto quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte sull’abisso. Spesse volte in viaggio, in pericolo sui fiumi, in pericoli di ladroni, in pericoli per parte de’ miei connazionali, in pericoli per parte dei Gentili, in pericoli in città, in pericoli nei deserti, in pericoli sul mare, in pericoli tra falsi fratelli; in fatiche e in pene; spesse volte in veglie, nella fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità”. Per la persona priva del giusto apprezzamento del tesoro del servizio continuo queste sarebbero state buone ragioni per abbandonarlo. Ma non per Paolo. Egli amava troppo quel tesoro perché gli balenasse soltanto un simile pensiero. Nessuna sofferenza e persecuzione poteva costringerlo ad abbandonarlo. Né permise che le attrazioni delle comodità materiali, la sicurezza economica o le gemme preziose mutassero il suo concetto dei valori. Egli considerò tutti i vantaggi materiali del mondo come una perdita in paragone al ministero e alle sue verità vivificanti. Riguardo a questo egli disse: “Infatti, per questo motivo, io veramente considero che tutte le cose sono una perdita a causa dell’eccellente valore della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore. A causa di lui ho accettato la perdita di tutte le cose e le considero tanti rifiuti”. (Filip. 3:8, NM) Così le cose di questo mondo, su cui gli uomini pongono i loro cuori, Paolo le considerò rifiuti, in paragone al tesoro che possedeva nel servizio continuo di Dio nel ministero del Regno.
24. Qual è la saggia condotta da seguire?
24 Non è forse stoltezza porre il vostro cuore su un mucchio di rifiuti e far di esso la vostra mèta nella vita? Non è follia ritenerlo il vostro tesoro? Poiché il nostro concetto del valore di diamanti, perle e rubini viene mutato completamente dalle circostanze in cui ci troviamo, non è più saggio porre il nostro cuore su un tesoro il cui valore non cambia mai? Un tesoro che può significare vita eterna? Gesù una volta disse: “Perché dov’è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo cuore”. (Matt. 6:21) Dov’è dunque il vostro cuore? È forse dov’è il suo cuore, sul glorioso tesoro del servizio continuo?
[Nota in calce]
a Vedere il libro “Nuovi cieli e Nuova Terra”, pagine 24-28, §§ 10-15.
[Immagine a pagina 549]
“Io prendo piacere a far la tua volontà”.