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  • “Ho vissuto in esilio in Siberia”

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  • “Ho vissuto in esilio in Siberia”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
w57 15/3 pp. 163-166

“Ho vissuto in esilio in Siberia”

NEL novembre 1955, essendo cittadino tedesco, mi fu permesso di ritornare al mio Paese nativo dopo quattro anni e mezzo di esilio in Siberia. Però, molti testimoni di Geova del territorio di Memel, Lituania, Lettonia, Estonia, Bessarabia e Ucraina, come anche di altre parti della Russia, i quali non possiedono la cittadinanza tedesca, si trovano tuttora in quella fredda nazione. Molti di essi mi hanno pregato di fare un rapporto ai testimoni di Geova nelle altre parti del mondo.

Mentre gli eserciti russi occupavano diverse zone della Germania io abitavo nella Prussia Orientale, a Memel. Poiché ero un testimone di Geova avevo già trascorso più di sei anni in diverse prigioni e istituzioni sotto il regime hitleriano. Quando Hitler ordinò l’evacuazione di Memel [ora Klaipeda] quasi tutti gli abitanti di questo territorio fuggirono in Germania. Io non presi parte a questa fuga. Non potevo conciliarmi con l’idea di cercare rifugio sotto il regime di Hitler che aveva recato ai testimoni di Geova dolori indescrivibili. Inoltre pensavo che i comunisti avrebbero mostrato ai testimoni di Geova un po’ di clemenza avendo questi sofferto tanto sotto il regime hitleriano. Quanto mi ero sbagliato! Sono più che mai convinto che questo mondo è dominato e guidato dal suo invisibile governatore, Satana.

Quanto alla persecuzione dei testimoni di Geova la forma comunista di governo si è dimostrata una vera imitazione di Hitler e del suo partito nazionalista. Con l’arrivo dei Russi il clero e i predicatori fuggirono abbandonando le loro pecore. A quel tempo molti testimoni di Geova, osservando le sofferenze del popolo, ebbero l’opportunità di predicare il regno di Dio. Come risultato sorse un certo numero di nuove congregazioni in questa parte del Paese. Molte persone si dedicarono a Geova e furono battezzate in acqua. Le poche copie de La Torre di Guardia in nostro possesso furono studiate nelle adunanze tenute regolarmente. Qui non solo venivano studiate, ma anche ristampate e diffuse fra la popolazione. Tutto ciò non era nascosto agli occhi degli agenti di pubblica sicurezza russa. Molte volte eravamo arrestati e rilasciati dopo lunghe udienze riguardanti gli insegnamenti e l’organizzazione dei testimoni di Geova. Sapevamo che la polizia segreta mandava spie nella congregazione per scoprire ciò che discutevamo. Ma noi non avevamo nulla da nascondere; predicavamo la Parola di Dio ponendo fiducia nel regno di Dio come l’unica speranza del mondo. Perfino nell’anno 1949 potei parlare a quasi 300 persone partecipanti ad una riunione. Il mio soggetto era basato sulla scrittura di Isaia 25:6-8a. Con questa citazione biblica mostrai come Geova avrebbe riccamente benedetto quelli che lo servivano, che la morte sarebbe stata inghiottita nella vittoria, che Geova avrebbe asciugato le lacrime da ogni viso e il biasimo del suo popolo sarebbe stato tolto dalla terra, poiché Geova aveva parlato.

Il giorno successivo fui arrestato mentre camminavo per la strada. La polizia mi tenne in custodia per due giorni e poi mi rilasciò dopo molte lunghe ore d’interrogatorio. Alcuni giorni più tardi dovetti presentarmi di nuovo alla polizia di pubblica sicurezza. Qui mi fu ordinato di scrivere un rapporto preciso dell’organizzazione dei testimoni di Geova, e feci un rapporto sul regno già istituito di Geova Dio, insieme a molte altre verità appropriate. Fu anche esposto come i testimoni di Geova erano stati orribilmente perseguitati sotto il regime hitleriano e come il 7 ottobre 1934 le congregazioni dei testimoni di Geova in molte nazioni avevano mandato telegrammi alla Cancelleria tedesca a Berlino, riportanti tutti lo stesso messaggio: “Il vostro maltrattamento dei testimoni di Geova offende tutte le persone buone sulla terra e disonora il nome di Dio. Smettete di perseguitare ancora i testimoni di Geova; altrimenti Dio distruggerà voi e il vostro partito nazionale”.

Non c’è nessun dubbio nella mia mente, questo rapporto fu mandato all’ufficio centrale della polizia di pubblica sicurezza a Mosca. Il primo colpo severo contro i testimoni di Geova venne in questa parte della Russia nel settembre del 1950. Una notte tutti i fratelli abili e alcune sorelle furono presi dagli agenti di pubblica sicurezza e portati nelle carceri del ministero di pubblica sicurezza a Vilna. Qui furono tenuti in custodia per sei mesi, allorché giunsero da Mosca condanne per quasi tutti a dieci anni di prigionia nel penitenziario. Dopo mezzo anno d’interrogatori snervanti e atti di oppressione i nervi di molti erano scossi. Molti avevano sofferto gravemente a causa dei tormenti inflitti durante gli interrogatori. Alcuni di questi furono allora portati via dal penitenziario e collocati in campi di lavoro forzato. Molti dovettero lavorare sotto terra nelle miniere di carbone. Alcuni furono mandati al nord fino all’infame campo di Vorkuta. Vi sono ancora alcuni nostri fratelli in questo luogo.

Qui fa molto freddo. Non c’è nessuna vegetazione di qualsiasi specie in questa zona; gli inverni sono lunghi e le estati brevi. Molti fratelli sono divenuti invalidi, rovinati dalle afflizioni sovrumane del crudele regime comunista. Alcuni di questi furono poi mandati alle loro famiglie in Siberia.

Alla fine del marzo 1951 si sollevò la seconda ondata di persecuzione. Quelli che fino ad allora non erano stati arrestati, come i vecchi, le donne, i fanciulli e i bambini con altri ancora non catturati, furono presi in custodia dai Russi. Nessuno fu risparmiato, ma tutti furono portati in camion ai treni merce diretti in Siberia. Essi potevano portare con sé soltanto pochissimi effetti personali, un po’ di farina, qualche indumento, e ad alcuni fu permesso di portare i loro letti. Ogni altra cosa cadde nelle mani della polizia. A quel tempo tutto il bagaglio fu esaminato attentamente dai comunisti, per vedere se ci fossero Bibbie o pubblicazioni della Torre di Guardia in mezzo agli effetti.

Da Vilna si vedevano due grandi treni merce, ognuno composto di circa cinquanta carri bestiame. Fu in questi che i testimoni di Geova, provenienti da ogni territorio, vennero trasportati in un’altra terra per morire, o per cercare di vivere. I carri erano pieni zeppi, e non c’era posto da sedere. Il cibo era strano e poco buono. I testimoni di Geova resero ringraziamenti e lode al loro Padre celeste durante tutti questi tempi difficili. Essi s’incoraggiavano l’un l’altro. Mediante la considerazione della Parola di Geova tutti ricevettero conforto e il coraggio di persistere malgrado ciò che potesse accadere. Le parole che essi avevano portato alla gente per confortarla alla fine di questo mondo erano ora di grande conforto a questi stessi testimoni di Geova affollati in carri bestiame. Cantavano ad alta voce i loro cantici del Regno, ma poi i soldati sovietici proibirono anche questo.

Dopo tredici giorni tutti i testimoni di Geova giunsero alla loro destinazione, avendo viaggiato giorno e notte in carri bestiame. Quindi ci fu comunicato: “Come nemici dello Stato voi siete esiliati in Siberia per tutta la vita. Abbandonate qualsiasi speranza di poter tornare mai al vostro Paese nativo”.

I testimoni di Geova furono ora sparpagliati come prigionieri di lavoro forzato nei diversi poderi collettivi fra Tomsk e Irkutsk e alcuni anche oltre questa regione. Era soltanto per la protezione e l’aiuto di Geova che avevamo la forza di sopportare questa situazione. Davanti a noi c’era una vita tormentata dalla fame; le provviste che alcuni di noi avevamo portate furono presto consumate. I poderi collettivi non erano particolarmente in buone condizioni. I capi sovietici di questi centri di prigionia non pensarono a provvedere pane agli oppressi malnutriti prima della nuova raccolta. Non si trovano istituti di beneficenza nel “paradiso sovietico”.

Però, presso i testimoni di Geova l’amore fraterno prevale. In tal modo anche i più miseri furono assistiti con il poco cibo disponibile. Durante i primi due anni molti degli esuli morirono a causa delle gravose afflizioni a cui erano stati sottoposti. Lavoro molto faticoso fu dato specialmente alle donne. Durante l’inverno, con il terreno coperto di neve, esse venivano mandate nei boschi per tagliare legna, dato che non c’era tempo di fare questo lavoro durante la breve estate. Gli inverni in Siberia durano per sette mesi senza interruzione. La primavera e l’autunno sono sconosciuti. Inoltre, vi sono i periodi di freddo in cui la temperatura cala fino a 45 gradi sotto zero (centigradi). In questo territorio è necessario molto combustibile, e questo è uno dei principali motivi per cui si mandano uomini in esilio in Siberia. Vi sono molte grandi foreste in Siberia, ma trasportare la legna dalla foresta alla propria casa è un lavoro molto faticoso. Per raccogliere legna da bruciare occorrono veramente un cavallo e una slitta, ma questa povera gente esiliata deve chiedere, sì, deve perfino supplicare il sorvegliante per qualsiasi assistenza di questo genere. Agli anziani questa vita è quasi insopportabile. La loro forza non permette loro di fare lavori agricoli, e quando si ha sessanta o settanta anni portare sulle spalle un carico di legna da ardere fino a casa non è facile.

Mi duole parlare delle condizioni di alloggio in Siberia. Durante la maggior parte del tempo di esilio vivevo in una camera, insieme a quattro famiglie, compresi i loro figli. Inoltre avevamo una piccola cucina con una stufa improvvisata fatta di latta, sulla quale cuocevamo il nostro cibo. Quando la neve si scioglieva l’acqua inondava la nostra casa. In tutte queste condizioni i testimoni di Geova in esilio si aiutavano reciprocamente ad ogni opportunità. Alcuni cominciarono a costruire le loro proprie piccole baracche dopo le loro ore di lavoro in campagna. Sebbene riuscissero a fabbricare la loro propria casa e renderla un po’ più abitabile rimaneva ancora molto da desiderare.

Mentre ero in uno di questi campi di lavoro forzato in Siberia, per i primi due anni la paga per un giorno di lavoro sia di un uomo che di una donna in un podere collettivo era da mezzo chilo ad un chilo di grano. Sin dalla morte di Stalin il livello della vita è migliorato un poco. La porzione di grano è aumentata e una piccola quantità di denaro viene consegnata ai braccianti di lavoro forzato affinché ora non debbano soffrire la fame né subire il freddo come una volta. In tutte queste condizioni i testimoni di Geova continuano a studiare la Parola di Dio ad ogni opportunità, e dipendono moltissimo dalla loro memoria, parlando gli uni agli altri e confortandosi a vicenda in qualsiasi momento possibile. La nostra preghiera è tuttora: “Se solo avessimo Bibbie e nuove copie de La Torre di Guardia!”

Tutti i testimoni di Geova in questi campi di lavoro forzato in tutta la Russia pregano Geova Dio continuamente e hanno completa fede che un giorno saranno liberati da queste condizioni. In questi campi di prigionia e fuori di essi, in tutta la Russia, il popolo russo sta accettando la verità in numero sempre crescente. Una sorella comunica: “Io ho approssimativamente trenta studentesse da ammaestrare che assorbono ansiosamente ogni parola che pronuncio intorno al Regno”. Vi sono in Russia molti uomini che oggi vogliono sapere del regno di Dio, ansiosi di conoscere la verità. È sempre una gioia leggere una lettera da altri proclamatori del Regno in Russia e venire a conoscenza delle loro esperienze nei campi di prigionia. Essendo stati condannati alla prigionia essi vengono uniti insieme più intimamente e anche uniti a Geova. Ogni giorno che passa ciascun testimone riceve un intendimento migliore dell’organizzazione teocratica di Geova, e tutti sono più determinati a presentare al grande Giudice la prova della loro fedeltà nella predicazione. Mediante l’immeritata benignità di Geova sono determinati a mantenere la loro integrità e mostrarsi degni della vita eterna.

Io sono sicuro che questi testimoni imprigionati nei poderi collettivi non nascondono la loro luce sotto un moggio. Anzi, essi fanno risplendere la loro luce.

Nel novembre 1954 il giornale russo Pravda di Mosca riportò le seguenti parole di un conosciutissimo capo del partito comunista: “Il comunismo si è oggi fortificato tanto in tutto il mondo che la lotta contro le diverse religioni può essere abbandonata. Nel passato dopo la nostra ascesa al potere questa lotta fu necessaria. Ora, però, da quando la gioventù particolarmente è stata dovutamente addestrata, ognuno certamente deve arrivare alla conclusione che solo il comunismo può portare vera pace e prosperità al genere umano”. Ma i testimoni di Geova sono saldamente convinti che vera pace e prosperità per tutto il genere umano si avvereranno soltanto mediante il regno di Dio ora imminente sotto il loro grande Principe della pace, Cristo Gesù.

Presto avrò settantasette anni. Venni in contatto con la Società mediante i suoi ministri alcuni mesi prima dello scoppio della prima guerra mondiale nel 1914. Ho avuto il privilegio di essere un ministro di Dio in tutti questi anni, e ora che sono tornato dalla Russia il mio solo desiderio è quello di trascorrere il resto della mia vita terrestre nel servizio di Geova.

[Nota in calce]

a Isaia 25:6-8 (VR e SA) dice: “Geova degli eserciti preparerà su questo monte a tutti i popoli un convito di cibi succulenti, un convito di vini vecchi, di cibi succulenti, pieni di midollo, di vini vecchi, ben chiariti. Distruggerà su quel monte il velo che cuopre la faccia di tutti i popoli, e la coperta stesa su tutte le nazioni. Annienterà per sempre la morte; il Signore, Geova, asciugherà le lacrime da ogni viso, torrà via di su tutta la terra l’onta del suo popolo, perché Geova ha parlato”.

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