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  • ‘Non invidiamoci l’un l’altro’

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  • ‘Non invidiamoci l’un l’altro’
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
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  • UN PECCATO MORTALE
  • APPELLO AL PROPRIO INTERESSE
  • L’AMORE NON È GELOSO
  • STATE IN GUARDIA CONTRO LA GELOSIA
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
w58 15/1 pp. 44-47

‘Non invidiamoci l’un l’altro’

LA DISPOSIZIONE a rallegrarsi del successo altrui è un importante indizio di maturità cristiana. Chi è geloso dell’abilità o del successo di un altro non è maturo. Quando in una congregazione cristiana non tutti sono spiritualmente maturi, può sorgere il problema di invidie e gelosie; ma può essere superato. Si può superare con la potenza dello spirito di Dio. Così scrisse un apostolo di Cristo: “Se viviamo per mezzo dello spirito, camminiamo con ordine pure per mezzo dello spirito. Non diventiamo egoisti, provocando competizioni gli uni contro gli altri, invidiandoci l’un l’altro”. — Gal. 5:25, 26, NM.

Che cos’è l’invidia? È veramente un’espressione di egoismo, di eccessivo amor proprio. Si manifesta con scontento o malvolere per la buona fortuna di un altro perché si vorrebbe fosse la propria. Perciò una persona gelosa si risente del successo altrui. Se non può avere tale successo essa stessa, non vuol neanche vederlo negli altri. L’invidia è egoismo manifestato.

L’invidia si manifesta in vari modi. Di solito c’è un mancar di rallegrarsi del successo di un’altra persona. Una persona gelosa è piena d’invidia; non può rallegrarsi con chi si rallegra. Non vive secondo il comando della Bibbia: “Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono”. (Rom. 12:15) Una persona gelosa non è felice essa stessa e rende infelici gli altri. Per chi è geloso è un tormento parlar bene della persona invidiata. Infatti, la persona gelosa evita quella che invidia. Questo conduce a un’altra manifestazione dell’invidia.

Tale manifestazione è la freddezza. La persona gelosa è fredda e poco amichevole verso quella che invidia. Sebbene chi è oggetto di invidia potrebbe accorgersi di questa freddezza e anche fare un ulteriore sforzo per essere amichevole, ciò non serve a nulla. La persona invidiosa ha chiuso la porta del suo cuore. Questo è crudele, ma “la gelosia è dura come il soggiorno de’ morti”. — C. dei C. Ca 8:6.

UN PECCATO MORTALE

Il pericolo dell’invidia è grande. È come una ferita infetta; l’infezione dilaga e cova altra infezione. Genera ogni specie di cause d’attrito e divisione in una congregazione cristiana. Per prima cosa, all’uomo geloso spesso piace sprezzare la persona che invidia. Uno spirito d’egoismo e malcontento è ora all’opera. L’invidioso si mette a fare ogni sorta d’osservazioni ad altre persone cercando di abbassare nella loro stima la persona che invidia, poiché gli invidiosi sono inclini a lodare solo quelli che possono superare; ma criticano o disprezzano quelli che li superano. In tal modo l’uomo invidioso dimostra di essere completamente squilibrato: “Chi sprezza il prossimo è privo di senno”. — Prov. 11:12.

Quando in una congregazione cristiana c’è invidia la situazione è molto grave. Se la persona invidiata è un servitore nella congregazione, l’opera di divulgazione della buona notizia potrebbe essere ostacolata. Perché? Perché la persona gelosa non coopera di tutto cuore con colui che invidia. Non offre una piena cooperazione. Non mette prima di sé l’opera di Dio. Se non è arrestata, l’invidia può continuare il suo sviluppo infettivo. Può generare odio, e l’odio può generare dissidio. Veramente “dove sono gelosia e contesa, ivi sono disordine ed ogni cosa malvagia”. — Giac. 3:16, NM.

Poche cose possono amareggiare lo spirito umano e avvelenare i rapporti fraterni più intensamente dello spirito d’invidia. È particolarmente interessante notare quale posto sia dato nell’ordine dei vizi alla gelosia dagli scrittori della Bibbia. Paragonando collera e gelosia, il saggio re Salomone disse: “L’ira è crudele e la collera impetuosa; ma chi può resistere alla gelosia?” (Prov. 27:4) La collera è come un’impetuosa inondazione. Effettivamente, l’inondazione lascia dietro di sé la rovina, ma infine l’inondazione cessa; c’è un po’ di sollievo. Ma la gelosia è qualcosa di schiacciante. È come l’incessante gocciolio dell’acqua su una pietra. Non si ferma mai, ma continua sempre allo stesso modo. Proprio come una forte pietra non può resistere al continuo gocciolio dell’acqua, così per un uomo è intollerabile associarsi a un individuo invidioso. Non c’è alcun sollievo.

Non vi fu alcun sollievo per Abele. Suo fratello Caino lo invidiava. Il giusto Abele ricevette la benedizione di Geova Dio; Caino no. Caino mutò la gelosia in odio; il suo odio generò il dissidio e quel dissidio provocò l’assassinio. La gelosia è un peccato mortale. Se non è vinta, conduce alla rovina. Poiché “gelosia, accessi d’ira, contese, divisioni, sette, invidie” sono tutte “opere della carne”. E di queste l’apostolo di Cristo dichiara vigorosamente: “In quanto a queste cose io vi preavverto, nello stesso modo in cui vi ho preavvertiti, che quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio”. — Gal. 5:19-21, NM.

APPELLO AL PROPRIO INTERESSE

Come si può vincere la gelosia? Dovrebbe bastare l’interesse per se stessi. È vero che l’amor proprio produce gelosia; ma quando si comprendono veramente le conseguenze della gelosia, e quanto danno possa provocare, il puro interesse per se stesso dovrebbe indurre un Cristiano a ‘mettere da parte ogni cattiveria morale ed inganno e ipocrisia e invidia’. — 1 Piet. 2:1, NM.

Un Cristiano riflessivo non vuole ritornare al mondo. Perché dunque tornare a consuetudini mondane? La Bibbia dice: “Anche noi fummo una volta insensati, disubbidienti, essendo traviati, essendo schiavi di varie passioni e voluttà, procedendo in malignità e invidia, odiosi, odiandoci l’un l’altro”. (Tito 3:3, NM) Il Diavolo vorrebbe di nuovo soggiogare tutti i Cristiani al vecchio mondo. Questo significherebbe la morte eterna. Ora la persona invidiosa offre a Satana l’occasione, perché si riveste delle opere delle tenebre. Il comando della Bibbia è: “Gettiam dunque via le opere che appartengono alle tenebre e indossiamo le armi della luce. Come di giorno, camminiamo in modo convenevole, non in baldorie e ubriachezze, non in illeciti rapporti sessuali e in condotta dissoluta, non in contesa e gelosia”. — Rom. 13:12, 13, NM.

Quindi si tratta di interesse personale dal punto di vista della propria salute fisica. È ben noto che certe emozioni, come gelosia, ansietà e preoccupazioni, possono provocare disturbi corporali o fisici. Pertanto le emozioni cattive possono danneggiare il vostro corpo. La Parola di Dio dice: “Un cuor calmo è la vita del corpo, ma l’invidia è la carie dell’ossa”. (Prov. 14:30) La persona veramente interessata al proprio benessere, sia spirituale che fisico, vorrà vincere la gelosia.

L’AMORE NON È GELOSO

C’è un mezzo potente per vincere l’invidia: l’amore. “L’amore non è geloso”. (1 Cor. 13:4, NM) L’amore non conosce gelosia, non prova invidia. L’amore caccia via la gelosia. Pensate all’amore di Gionathan per Davide. Gionathan era il figlio maggiore del re Saul, colui che avrebbe ereditato dal padre il trono; ma Geova diede il regno a Davide. Dal punto di vista umano, Gionathan avrebbe potuto essere violentemente geloso di Davide. Invece no. Perché dunque? Perché tra loro v’era grande amore. L’amore caccia via ogni gelosia.

L’amore cristiano pone Dio e la sua organizzazione al di sopra della propria persona. In una congregazione alcuni fratelli sono più dotati di altri. Questi potrebbero avere certe capacità innate e manifestazioni dello spirito di Dio che altri non hanno. Non si deve invidiare quelli così dotati. Essi sono il dono di Cristo alla congregazione. Questi “doni negli uomini” sono dati “in vista dell’ammaestramento dei santi per l’opera di ministero”. (Efes. 4:7-12, NM) Che importa se altri hanno capacità che voi non avete ancora o potreste non aver mai? Siate felici. Siate felici perché queste persone dotate contribuiscono all’edificazione ed alla preparazione della congregazione per il ministero. Traete dunque profitto da tali fratelli dotati. Godete i loro servizi. Rallegratevi con loro dei loro successi. Essi furono dati per il vostro beneficio, non per la vostra invidia.

Tormenti d’invidia e gelosia possono sorgere facilmente quando osserviamo coloro che sono più splendidamente dotati di noi stessi, specialmente se sono nostri coetanei. Ma l’amore vero è forte. È abbastanza forte da superare diversità di doti, proprio come l’amore cristiano è abbastanza forte e puro da rendere gentili ed umili quelli così privilegiati. “L’amore non è geloso, non si vanta, non si gonfia”. — 1 Cor. 13:4, NM.

L’amore non prova invidia. L’amore sprona ad apprezzare le capacità degli altri indipendentemente da ciò che possa sembrarne l’effetto sulla propria posizione personale. Se v’interessa l’edificazione dell’organizzazione di Dio, non penserete a voi stessi. Coloro che sono veramente maturi godono del maggior successo di un altro anche in un campo d’azione simile a quello che occupano essi stessi.

Quando una congregazione cristiana si raduna per lo studio, traete beneficio dai commenti dei vostri fratelli. Non invidiateli. Che vuol dire se qualcuno può rispondere in modo più appropriato, con parole più espressive? È tutto a vostro vantaggio, per il beneficio della congregazione. Sia che ascoltiate o rispondiate voi stessi, applicate la vostra mente all’idea. Considerate le idee come impersonali, come qualcosa da cui tutti possono trar profitto. Se la vostra mente è assorbita dall’idea, non vi sarà posto per invidiare colui che esprime l’idea.

Che vuol dire se alcuni fratelli sono più efficaci di altri nel presentare la buona notizia? Siate contenti. Siate contenti per loro. Siate contenti per l’organizzazione.

Quando l’invidia sorge, ostacola l’opera di Dio. In una congregazione potrà esservi un fratello o una sorella particolarmente zelante. Tale individuo potrà trasformare le visite ulteriori in studi e gli studi in proclamatori del Regno con maggiore rapidità che altri nella congregazione. Certi fratelli potrebbero notare lo zelo considerevole di tale persona e la sua efficacia, e pensare di esser danneggiati dal confronto. Essi diventano invidiosi. Potrebbero trattare sgarbatamente il fratello zelante e mancar di porgere l’aiuto necessario. Queste persone invidiose sono squilibrate. Esse pongono se stesse al di sopra dell’organizzazione di Dio. Non comprendono che i Cristiani non rivaleggiano gli uni contro gli altri. I Cristiani maturi non stanno a guardare chi è più zelante, chi è migliore oratore pubblico, chi può dare le migliori risposte o distribuire più pubblicazioni. Perciò, “non diventiamo egoisti, provocando competizioni gli uni contro gli altri, invidiandoci l’un l’altro”. (Gal. 5:25, 26, NM) Piuttosto ‘incoraggiamoci l’un l’altro, e tanto più mentre vediamo avvicinarsi il giorno’. — Ebr. 10:25, NM.

STATE IN GUARDIA CONTRO LA GELOSIA

La gelosia è un’emozione così spregevole e vergognosa che i gelosi non vogliono ammetterla neanche di fronte a se stessi. La loro coscienza potrebbe disprezzare e detestare la gelosia. Perché dunque sono gelosi? Spesso è perché non stanno in guardia contro la gelosia. L’invidia è infida; può insinuarsi nell’inconscio della nostra mente. Non è necessario dire a se stessi: “Infatti, sono geloso di quella persona”, prima di dimostrare la nostra invidia con le azioni. Voi conoscete le manifestazioni della gelosia: freddezza, inimicizia e disprezzo degli altri. Se qualche volta scoprirete in voi stessi questi sentimenti, fermatevi e riflettete. Riflettete abbastanza profondamente da estirpare ogni radice di gelosia che abbia trovato terreno fertile nell’inconscio della mente. Gesù disse: “Siate desti e guardatevi da ogni specie di concupiscenza”. — Luca 12:15, NM.

Per guardarvi dalla gelosia bisogna che “vi spogliate della vecchia personalità che si conforma alla vostra passata condotta” e che “rivestiate la nuova personalità che fu creata secondo la volontà di Dio con vera giustizia e amorevole benignità”. (Efes. 4:22-24, NM) Sarete così armati della giusta attitudine mentale, l’amorevolezza. Romani 12:16 dice: “Abbiate fra voi un medesimo sentimento”. Voi non siete malcontenti delle vostre capacità o del vostro successo. Non siate dunque malcontenti se gli altri godono o apprezzano ciò che piace a voi stessi. Veramente “abbiate fra voi un medesimo sentimento”.

Guardatevi ulteriormente dalla gelosia non facendo, come dice l’apostolo, “nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascun di voi, con umiltà, stimando altrui da più di se stesso”. (Filip. 2:3) Questo non vuol dire che un Cristiano debba parlare con disprezzo delle proprie qualità, denigrando sempre se stesso. Questa specie di umiltà non è sincera; di solito non è altro che un modo di nascondere la vanità. Ma ciò che l’apostolo intende è che un Cristiano dovrebbe cercare un bene maggiore, non considerando se stesso, e “con umiltà, stimando altrui da più di se stesso”. La vera umiltà, come l’amore, ci preserva da invidia.

L’invidia non porta beneficio a nessuno. Il Diavolo invidiò Geova; il Diavolo perderà ogni cosa. L’invidia conduce alla rovina. Perché dunque invidiarsi l’un l’altro? Anche attualmente gli invidiosi sono in una condizione molto triste: sono tormentati non solo dai guai provocati dal vecchio mondo ma anche dalle buone cose che rendono felici gli altri. Che esistenza infelice! Quindi non invidiamoci l’un l’altro. Mostriamo vera maturità. Rallegriamoci con quelli che si rallegrano. Incoraggiamo gli altri ad ottenere maggior successo nel servizio di Geova. Questa è la via del vero amore cristiano.

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