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  • Sono i Dieci Comandamenti per i Cristiani?

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  • Sono i Dieci Comandamenti per i Cristiani?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
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  • LA LEGGE DI MOSÈ ERA TEMPORANEA
  • CONSIDERAZIONE DELLE OBIEZIONI
  • MEZZI PIÙ POTENTI PER PROMUOVERE IL BENE
  • Nessuna divisione nella legge mosaica
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
  • Siamo sotto i Dieci Comandamenti?
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  • I cristiani devono osservare il sabato?
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  • Cosa sono i Dieci Comandamenti?
    Bibbia: domande e risposte
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
w58 1/10 pp. 585-588

Sono i Dieci Comandamenti per i Cristiani?

Poiché i Dieci Comandamenti furono scritti su due tavolette di pietra dal dito di Dio alcuni sostengono che essi siano eternamente in vigore per i servitori di Dio. Che cosa ne dice la Parola di Dio?

PROTESTANTI e cattolici in genere sono d’accordo sul moderno punto di vista giudaico secondo cui i Dieci Comandamenti sono un dono di Dio per tutta l’umanità. Perciò la Lega Protestante per lo Studio Biblico a Domicilio pubblica un opuscolo intitolato “Le dieci eterne parole di Dio” (inglese). Mentre un annuncio pubblicitario dei cattolici Cavalieri di Colombo dell’opuscolo Atteniamoci a Mosè (inglese) dice: “Pochi Cristiani negheranno che i Dieci Comandamenti siano il disegno di Dio per la condotta umana”. Anche la Bibbia dell’Interprete (inglese) dei modernisti, mentre mette in dubbio il racconto dell’Esodo sul modo in cui furono dati i Dieci Comandamenti, sostiene che essi siano obbligatori per i Cristiani.

Tuttavia, è interessante notare ciò che proprio Martin Lutero disse una volta: “I Dieci Comandamenti non si applicano a noi Gentili e Cristiani, ma soltanto agli Ebrei. Se un predicatore vuole farvi ritornare a Mosè, chiedetegli se voi foste guidati da Mosè fuori d’Egitto”. Il riformatore Giovanni Calvino pensava allo stesso modo nei riguardi del Decalogo o dei Dieci Comandamenti. — Dizionario Biblico (inglese) di Abbott.

Che cosa insegna la Bibbia su questo argomento? Sono forse i Dieci Comandamenti le “Dieci eterne parole” di Dio, il suo “disegno per la condotta umana” oggi? Oppure ha egli leggi diverse per un popolo diverso che vive in tempi diversi? Se il Decalogo non si applica ai Cristiani, quale forza li spinge a continuare a camminare sui sentieri della giustizia?

Innanzi tutto, si noti che non abbiamo nessuna prova che il Decalogo fosse dato ad Adamo ed Eva, a Noè o ad Abramo. Tuttavia questi ricevettero specifici comandi riguardo a ciò che Dio richiedeva da loro, e in ciascun caso la sua volontà fu diversa. Soltanto alla nazione d’Israele, radunata ai piedi del monte Sinai, Dio diede i suoi Dieci Comandamenti, insieme con centinaia di altre leggi affini. Anche Mosè rammentò loro: “Geova non fece questo patto con i nostri antenati, ma con noi, con tutti noi che siamo qui vivi oggi”. — Deut. 5:3.

LA LEGGE DI MOSÈ ERA TEMPORANEA

Affinché gli Israeliti riconoscessero che questa legge veniva realmente da lui, Geova fece accompagnarne la promulgazione da un tremendo spettacolo. E quando Mosè ritornò al popolo dopo aver ricevuto la legge dalle mani degli angeli, il suo volto era così brillante e luminoso che gli Israeliti non poterono guardarlo. Poiché tale legge fu data mediante Mosè, è appropriatamente definita la legge di Mosè. — Eso. 19:16, 18; 34:29, 30.

Per quanto tremenda e gloriosa fosse la circostanza in cui venne data, la legge e la sua gloria dovevano essere temporanee. Furono sostituite da una gloria più grande e permanente, come mostra l’apostolo Paolo dicendo: “Se quello che doveva essere abolito fu introdotto con gloria, molto più doveva essere con gloria quello che rimane”. — 2 Cor. 3:11.

Dà Iddio una legge a un popolo, abolendola o abrogandola in seguito? Sì, come Supremo Legislatore può fare tutte le leggi che vuole per le sue creature, cancellandole quando hanno servito al suo scopo e sostituendole con altre leggi o regole di condotta. Per esempio, la poligamia era permessa sotto la legge mosaica e il matrimonio del levirato era obbligatorio, ma nessuna di queste leggi si applica ai Cristiani. Per questo Paolo dice: “La Legge è stata il nostro tutore che conduce a Cristo, affinché fossimo dichiarati giusti a causa della fede. Ma ora che questa fede è venuta, noi non siamo più sotto un tutore”. — Gal. 3:24, 25.

A quali fini temporanei doveva servire la legge mosaica? Tale legge tenne separata la nazione d’Israele dalle nazioni pagane affinché il Figlio di Dio potesse venire mediante essa e il suo popolo come Messia. Quella legge inoltre mostrò la loro peccaminosità e la loro necessità di un sacrificio migliore per togliere i peccati. Essa prefigurò quel sacrificio ed anche molte altre “buone cose”. Avendo ormai conseguito questi fini non era più necessaria. Perciò da allora in poi ebbe valore quest’ordine: “Nessuno vi giudichi per il mangiare e il bere o rispetto a giorno di festa o a osservanza di luna nuova o a sabato, poiché queste cose sono un’ombra delle cose avvenire, ma la realtà appartiene al Cristo”. — Ebr. 10:1; Col. 2:16, 17.

Infatti l’apostolo Paolo mette in risalto più volte la verità che la legge mosaica non si applica ai Cristiani. Per questo Paolo la rassomiglia a una “cortina legale” o a un muro che separava gli Israeliti dagli altri popoli, e che il sacrificio di Cristo abbatté; esso “ha distrutto il muro intermedio che le separava. Per mezzo della sua carne egli ha abolito l’odio, la Legge di comandamenti fatta di decreti”. — Efes. 2:14, 15.

CONSIDERAZIONE DELLE OBIEZIONI

Ma forse a questo punto qualcuno obietterà, dicendo: Non ha forse Dio dichiarato che gli Israeliti dovevano ‘osservare il sabato, celebrandolo di generazione in generazione, come un patto perpetuo’, e che doveva essere “un segno perpetuo fra me e i figliuoli d’Israele”? È vero, ma egli dichiarò anche che il sacerdozio d’Aaronne doveva essere un “sacerdozio perpetuo” ed ovviamente quel sacerdozio cessò di esistere molto tempo fa. — Eso. 31:16, 17; 40:12-16, VR.

Non vuol dunque dire la Bibbia ciò che afferma? Sì, ma la difficoltà è nella traduzione. L’originale parola ebraica qui tradotta “perpetuo” deriva da una radice che significa nascondere, celare, e perciò significa semplicemente a tempo futuro indefinito o incerto. Quel tempo indefinito può essere per sempre, come in Ecclesiaste 1:4, dove la transitorietà delle generazioni umane è messa in contrasto con la continuità della terra, oppure può essere semplicemente un tempo futuro indefinito, come evidentemente fu il caso del sacerdozio d’Aaronne. Per questo motivo la Traduzione del Nuovo Mondo, rende ripetutamente ohlàhm, la parola ebraica generalmente tradotta “perpetuo”, “tempo indefinito”. La legge di Mosè durò per un tempo indefinito e poi cessò di esistere.

Un altro argomento contro l’abolizione della legge mosaica è basato sulle parole di Gesù: “Non pensate che io sia venuto per distruggere la Legge o i Profeti. Io non son venuto per distruggere, ma per adempiere; poiché veramente vi dico che il cielo e la terra passeranno piuttosto che la minima lettera o particella di lettera passi in qualche modo dalla Legge senza che tutte le cose siano adempiute”. Ma notate che Gesù non disse che la Legge non sarebbe mai passata o che sarebbe sempre stata in vigore, ma che non sarebbe passata finché non fosse tutta adempiuta. Con l’adempimento dei suoi tipi profetici o ombre, essa cessò di esistere. E pertanto leggiamo riguardo alla legge di Mosè che Dio ‘l’ha tolta di mezzo inchiodandola al palo di tortura’. Ne consegue perciò che le successive parole di Gesù di rimprovero per quelli che violavano la legge e che insegnavano agli altri a fare lo stesso, si applicavano soltanto mentre la legge era in vigore. — Matt. 5:17, 18; Col. 2:14.

Né è valida l’obiezione secondo la quale fu abolita soltanto la legge cerimoniale e quella morale restò in vigore. Perché no? Perché in nessuna parte delle Scritture viene fatta tale distinzione fra una supposta legge cerimoniale e una morale. Perciò Gesù, nel suo “sermone sul monte”, fece indifferentemente delle citazioni sia dal Decalogo che dalle altre parti della Legge. (Vedere Matteo 5:21, 27, 31, 33, 38, 43) In nessun luogo la legge morale è messa in contrasto con la legge cerimoniale, ma invece la Legge è messa in contrasto con la fede e con l’immeritata benignità: “Avete ricevuto lo spirito a motivo delle opere della legge o a motivo dell’ascoltare ubbidientemente per fede?” “Non siete sotto la legge ma sotto l’immeritata benignità”. — Gal. 3:2; Rom. 6:14.

MEZZI PIÙ POTENTI PER PROMUOVERE IL BENE

Molte persone temono ciò che succederebbe se i Cristiani fossero senza i Dieci Comandamenti. Tuttavia questi comandamenti non impedirono alla nazione d’Israele di divenire apostata e nemmeno hanno impedito alla Cristianità, che sostiene di riconoscerli, di divenire sempre più degenerata. Quei comandamenti indicavano semplicemente la volontà di Dio e non provvedevano il potere di osservarli.

Vi sono forze più grandi e più potenti che promuovono opere buone, cioè, l’amore e lo spirito santo di Dio. Se amiamo Geova con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra mente e con tutta la nostra anima e forza vitale non penseremo di adorare altri dèi o idoli o di prendere il suo nome invano. E se amiamo il nostro prossimo come noi stessi non correremo il pericolo di uccidere, di rubare, di commettere adulterio, di dir falsa testimonianza o di concupire. “L’amore non fa male al proprio prossimo; perciò l’amore è l’adempimento della legge”. L’amore dà l’incentivo e lo spirito di Dio dà la forza, come leggiamo: “Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio, dice Geova”. Il frutto di tale spirito è: “Amore, gioia, pace, longanimità, gentilezza, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé”. — Rom. 13:10; Zacc. 4:6, SA; Gal. 5:22, 23.

Ma non è forse il Secondo Comandamento spesso usato per sostenere la posizione presa contro il prostrarsi a qualsiasi immagine? È vero. In considerazione dei molti comandi contenuti nelle Scritture Greche Cristiane contro l’idolatria, tale comandamento può essere citato sia come prova corroborativa che per mostrare ciò che significa l’idolatria.

Che l’amore per Dio e il suo spirito santo siano in verità potenti forze per camminare con giustizia è evidente sia dal racconto delle Scritture Greche Cristiane, che nei nostri giorni. In quel tempo gli estranei erano perplessi e parlavano ingiuriosamente perché i Cristiani avevano cambiato il loro modo di vivere. Anche oggi gli estranei si meravigliano vedendo l’ordine, l’amore e la gioia manifestati alle assemblee dei testimoni di Geova. Esclamano: “Queste persone mettono in pratica ciò che predicano!” Come accadde a Daniele nel passato, l’unica cosa su cui possano trovare a ridire è la loro adorazione di Geova. E tutto questo senza i Dieci Comandamenti! — 1 Piet. 4:3, 4.

In verità, le Scritture mostrano chiaramente che i Dieci Comandamenti non si applicano ai Cristiani, e i fatti mostrano che i sinceri, dedicati Cristiani hanno forze molto più grandi per compiere opere giuste: l’amore verso Dio e il suo spirito santo.

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