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  • Badate ai doni!
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
w58 15/11 pp. 675-676

Badate ai doni!

PERCHÉ ci viene dato il consiglio “badate ai doni”? Non ci è stato detto di ‘esercitare il dare’? E non è vero forse che “c’è più felicità nel dare che nel ricevere”? Come possiamo avere questa felicità più grande se gli altri rifiutano di accettare i nostri doni? — Luca 6:38; Atti 20:35.

È verissimo, ma vi sono diverse specie di doni. Un Cristiano maturo darà in base al bisogno e al merito, come esorta anche il consiglio apostolico; dobbiamo dare ai nostri fratelli che si trovano in bisogno e ritenere meritevoli di doppia ricompensa coloro che lavorano molto nel predicare e nell’insegnare. (1 Giov. 3:17; 1 Tim. 5:17) Ma egli non farà il dono per motivi interessati, forse perché colui che riceve il dono potrà fargli un favore, o per renderlo obbligato. E non soltanto colui che fa il dono dovrebbe investigare le intenzioni del suo cuore, ma anche colui che accetta il dono dovrebbe farlo, accettandolo solo se ha motivo di credere che il dono sia stato offerto con pure intenzioni.

Per questo la Bibbia consiglia, specialmente a coloro che hanno posizioni di responsabilità e sono pertanto in grado di restituire un favore, di fare attenzione nell’accettare doni: “Non devi pervertire il giudizio. Non devi essere parziale né accettare un donativo”. “Non devi accettare un donativo [regalo; presente, nota in calce]”. — Deut. 16:19; Eso. 23:8.

Il giudice e profeta Samuele osservò fedelmente questi comandi e quindi al termine della sua lunga carriera poté chiedere al popolo d’Israele: “A chi ho preso il bue o a chi ho preso l’asino o chi ho defraudato o chi ho oppresso e da quale mano ho accettato il prezzo del silenzio per nascondere i miei occhi da lui?” Il popolo fu costretto ad ammettere: “Tu non ci hai defraudati, né ci hai oppressi, né hai accettato alcuna cosa dalla mano di alcuno”. Notate che Samuele non aveva accettato nulla da nessuno! Di quanti politicanti odierni si potrebbe dir ciò? — 1 Sam. 12:3, 4.

Infatti, non si poté dire neppure dei figli di Samuele, poiché leggiamo che “erano propensi a seguire l’ingiusto guadagno e accettavano donativi e pervertivano il giudizio”. Una ragione che gli anziani d’Israele esposero a Samuele per volere un re fu questa: “I tuoi figli non hanno camminato nelle tue vie”. — 1 Sam. 8:3-5.

Ma un re non rimediò la situazione, almeno non per molto tempo, essendo la natura umana decaduta. Perciò al tempo di Isaia Dio rimproverò aspramente la nazione d’Israele: “I tuoi principi sono ribelli e compagni di ladri; tutti amano i regali e corron dietro alle ricompense”. — Isa. 1:23, VR.

In questi ultimi anni, a Washington, Stati Uniti, il dare e ricevere “doni” è stato così frequente che libri, giornali e riviste hanno fatto ampie rivelazioni al riguardo. La situazione era così vergognosa che i legislatori sono stati costretti a nominare un comitato che prendesse delle “disposizioni per il miglioramento delle norme etiche del governo federale”, un’ammissione questa che l’etica era scesa al livello più basso.

Ma questo problema di dare e ricevere doni non è limitato ai politicanti. Nella primavera del 1957 la stampa parlò di un ecclesiastico, James J. Stewart, del Sudovest, che fu destituito in seguito ad un’udienza segreta per la sua agitazione contro la pratica dei funzionari della chiesa di sollecitare “doni d’affetto” dai ministri loro sottoposti, doni che a loro volta presentavano ai vescovi.

Quasi nello stesso periodo i giornali, a grandi titoli, riferirono il disonesto comportamento dei funzionari dei sindacati. I grandi industriali non soltanto dissero di aver fatto “prestiti” e addirittura doni ai funzionari dei sindacati ma, in certi casi, rivelarono che era pratica così comune che i funzionari del governo avevano autorizzato di fare tali doni e anche di fornire il denaro necessario quando si trattava di contratti col governo.

Un’eccezione piuttosto sorprendente fu fornita dal presidente Dubinsky dell’International Ladies Garment Workers Union. Egli non soltanto stabilì una regola che proibiva severamente a qualsiasi funzionario del suo sindacato di accettare doni dagli impiegati ma anche richiese che coloro che avevano accettato doni prima che tale regola fosse stabilita gli confessassero di averlo fatto. Perché stabilì questa regola? Perché egli sapeva che tali doni esercitavano “un’influenza corruttrice” sui funzionari dei sindacati. In tal modo mise in risalto ciò che la legge di Dio data a Mosè circa 3.500 anni fa affermava riguardo al ricevere doni o donativi, ossia, che essi accecano ‘gli uomini che hanno la vista chiara e possono torcere le parole degli uomini giusti’. Sì, “un dono può distruggere il cuore”. — Eso. 23:8; Eccl. 7:7.

Una persona può ingenuamente pensare che in quella circostanza non vi sia nulla di male nell’accettare un dono da un preteso amico, ma facendolo essa diviene inconsapevolmente debitrice verso il donatore e sotto un certo aspetto legata a lui, e il suo giudizio diviene parziale, sia che essa lo riconosca o no. Il consiglio di essere “cauti come serpenti e innocenti come colombe” può ben essere applicato a questo problema di dare e ricevere doni. La persona saggia che è in grado di fare favori a qualcuno ci penserà due volte prima di accettare un dono da lui. La Bibbia è veramente una lampada ed una luce per tutti coloro che vogliono fare ciò che è giusto. — Matt. 10:16.

“La tua parola è una lampada al mio piede ed una luce sul mio sentiero. Le tue testimonianze sono la mia eredità in perpetuo, perché son la letizia del mio cuore. Io odio gli uomini dal cuor doppio, ma amo la tua legge”. — Sal. 119:105, 111, 113, VR.

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