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  • Lo scopo della mia vita

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  • Lo scopo della mia vita
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
w60 15/9 pp. 572-575

Lo scopo della mia vita

Narrato da G. B. Garrard

LA VITA è stata così ricca di esperienze che se ne possono menzionare solo alcune in una storia come questa, una storia che rivela il prezioso scopo di una vita. Ma vorrei riandare con voi almeno una parte degli ultimi trentacinque anni della mia vita e le gioie e benedizioni che ho avute nel servire Geova.

Prima di tutto, lasciatemi fare una domanda. Avete vissuto in una città abbastanza a lungo da sentirvi parte di essa? Forse avete osservato edifici divenuti inutili che sono stati sostituiti da altri nuovi, o avete assistito al lavoro di ampliare strade strette. Avete visto la città svilupparsi e progredire, avete preso parte a ciò e avete sentito di farne parte.

Ebbene, questo è quello che ho provato io. Invece di essere stato parte di una città, sono stato parte di un’organizzazione simile ad una città. Invece di essere localizzata in un dato posto di una nazione, tale organizzazione ha ora esteso la propria attività in 175 Paesi e isole del mare ed è dedicata all’adorazione di Geova Dio. Condividendo la felicità di tale organizzazione, il mio scopo è stato quello di essere attivo al servizio del grande Architetto e Costruttore di quell’organizzazione simile ad una città e di contribuire alla sua espansione.

Anni fa, quand’ero giovane, avevo spesso desiderato ardentemente di sapere chi è il Creatore, di conoscerlo più intimamente, se possibile. A ventun anni fui illuminato dallo studio della Bibbia, aiutato da un amico. (Quest’amico morì due anni dopo, fedele nel servizio di Geova Dio). Nel tardo autunno del 1924 a Londra, in Inghilterra, mi misi in contatto con l’organizzazione dei testimoni di Geova, l’organizzazione mediante la quale erano provvedute queste informazioni. Riconobbi subito che erano il popolo di Dio e decisi immantinente che ‘il loro Dio sarebbe stato il mio Dio’ e che io avrei percorso con loro tutta la via. (Rut 1:16, 17) Da quel primo incontro decisi di battezzarmi e di mettermi all’opera, sentendo l’urgenza del tempo e che ogni indugio sarebbe stato pericoloso. Avrei voluto cominciare subito l’opera di pioniere, ma ci vollero cinque anni d’attesa prima di veder realizzato tale intenso desiderio.

Benché giovane, mi trovavo in un grosso giro d’affari e membro di una delle maggiori agenzie di trasporti del mondo. Il mio principale, un vecchio, voleva che io dirigessi l’impresa. Era il caso di lasciare che gli affari soffocassero la mia religione o di abbandonarli. Preferii perdere gli affari. In seguito ebbi molte difficoltà. Cercavo un impiego che mi desse tempo per lo studio e il servizio, ma non potei ottenerlo perché avevo fatto troppa carriera per fare un lavoro da impiegato. Mi rivolgevo sempre al servitore di filiale in Inghilterra per aver consigli, dato che consideravo l’organizzazione la mia “madre spirituale”. Finalmente alla fine del 1929, egli disse che secondo lui “la porta era aperta” e avrei fatto bene a iniziare il servizio di pioniere. Quale immensa gioia! Ero ebbro di gioia benché mi rendessi conto di non meritarlo. Fui preceduto nell’opera di pioniere da una sorella nella verità che in seguito divenne mia moglie. La questione era: “Avrei continuato?” Sapevo che con lo spirito di Geova e per sua immeritata benignità potevo farlo.

Con £ 1,10 (2500 lire) in tasca cominciai a predicare nei quartieri commerciali di Manchester. I miei compagni erano John Laird e Bob Hadlington. Nel 1931 andai all’assemblea di Parigi e fui presentato a F. E. Skinner, servitore di filiale per l’India, che era in cerca di pionieri da riportare con sé. Il fratello Rutherford approvò che tre di noi andassero, e nel settembre del 1931, all’età di 29 anni, partii per l’India con Clarence Taylor e Randall Hopley. Era ben strano che io, che non potevo resistere al caldo eccessivo, me n’andassi in India, mentre in Gran Bretagna passavo le vacanze in Scozia perché nell’Inghilterra meridionale faceva troppo caldo per me. Nondimeno, se la Società aveva bisogno di me, essa aveva carta bianca. “Dove andrai tu, andrò anch’io”. Così approdammo in India.

Quegli anni di servizio in India furono un meraviglioso privilegio. Nove andarono in India dall’Inghilterra fra il 1925 e il 1931, e noi fummo gli ultimi del gruppo. Tre morirono mentre io mi trovavo là. Non vi erano case missionarie. Allora lavoravamo semplicemente di città in città, di colonia in colonia lungo la linea ferroviaria, distribuendo letteratura biblica. Era duro percorrere centinaia e centinaia di chilometri, spesso viaggiando di notte. A volte avevamo un compagno, ma a volte per mesi eravamo sempre soli. Vivevamo quasi sempre del margine concesso sulla letteratura distribuita. Questo significava pasti irregolari e i più economici, per quanto il cibo fosse a buon mercato. Viaggiare era in genere un’esperienza poco piacevole. Portavamo una scatola di latta per i vestiti, scatoloni di libri e le nostre coperte, e dormivamo dove potevamo, generalmente nelle sale d’aspetto. Cimici, zanzare e caldo intenso, chiasso di uomini e animali e vesti inzuppate di sudore, tutte queste cose contribuivano a rovinare un decente sonno notturno. Era così grande il nostro apprezzamento l’uno per l’altro che se uno dei fratelli era di passaggio, non volevamo perdere l’occasione di vederlo, anche se per pochi minuti. A volte dovevamo per questo percorrere trenta o più chilometri nelle prime ore della mattina e gridare il suo nome quando il treno entrava nella stazione.

Ogni giorno ringraziavamo Geova per le sue meravigliose benedizioni. Vi sono molti in tutto il mondo che vorrebbero raggiungere una posizione dove poter mettere in risalto la propria dignità, risplendere dinanzi ai loro simili. Tutto quello a cui noi aspiravamo era un sorriso d’approvazione del nostro Padre celeste, e pregavamo che Geova ci aiutasse a mantenere l’integrità durante la prova. Divenimmo più forti nell’avversità, e nella nostra debolezza Geova ci diede forza. Come è stato buono! Che cosa meravigliosa per chiunque essere nel servizio di pioniere, frequentare Galaad e poi servire in simile assegnazione! Che privilegio! Ed è offerto ora a migliaia.

Un’esperienza valse a compensarmi di tutti gli inconvenienti. Mentre lavoravo da solo a Calcutta, percorsi la sezione commerciale. Ci vollero nove mesi. Qui incontrai un uomo, figlio di un testimone di Geova che avevo conosciuto in Inghilterra. Egli s’interessò di nuovo e col tempo diventò servitore di congregazione a Calcutta, un bell’esempio. Egli è ora servitore di congregazione in Inghilterra, e suo figlio Tom, ora sposato è nel Sudafrica.

Era facile ammalarsi. Alcuni presero la febbre tifoide, il vaiolo, la dissenteria, la malaria, eccetera. I miei guai erano dovuti al caldo, e presi un colpo di calore. Già nel 1936 il fratello Rutherford mi aveva dato il consiglio di andare dove avrei potuto meglio servire il Signore. Naturalmente rimasi in India. Come avrei potuto andarmene sapendo che in quei giorni le dimissioni di un pioniere avrebbero avuto un effetto scoraggiante e demoralizzante sugli altri? Dovevamo lottare con le difficoltà, ma sembrava che lo spirito di Geova ci spronasse a mantenere la nostra integrità a tutti i costi e in qualunque circostanza. Abbiamo avuto molta vera felicità.

Nel frattempo lasciatemi menzionare il mio compagno Van. Egli era stato capitano di mare. Il suo fu un esempio d’amore. Morì di enterite o tifo, di polmonite e di un “muro” intorno al cuore, tutto in una volta. Morì una domenica sera; lo seppellii lunedì mattina, quindi mi accinsi a osservare la Commemorazione quel lunedì sera. Fu proprio un dolore!

Devo soffermarmi per fare qualche osservazione sull’opera. Fino alla guerra distribuivamo letteratura senza fare molta opera costruttiva. Come mi disse una donna: “Signor Garrard, lei e il signor Francis sono venuti qui; mio marito ed io ci siamo interessati di ciò che predicano; poi dopo qualche giorno loro se ne vanno e noi restiamo soli”. Mancava l’opera costruttiva. Durante la guerra cominciò un nuovo lavoro, quello di edificare l’organizzazione simile ad una città. Eravamo troppo pochi per lavorare sparsi, quindi rimanemmo sul posto edificando le persone interessate.

Durante i disordini contro i bianchi, non era piacevole essere attaccati da una turba. Tuttavia i nostri pensieri erano sempre rivolti a Geova. Ricordo la prima volta che una turba di circa cinquanta individui piombò su di me; volevano ammazzarmi ma non sapevano da dove cominciare! Mi lasciarono andare perché ero un predicatore. Poi tre di noi furono presi, con turbe da due parti. Prima che l’azione di folla cominci vi sentite un certo non so che nello stomaco, ma appena comincia vi sentite assolutamente calmi. Lo spirito di Geova sembra neutralizzare la vostra stessa paura. Non dovete che aver fiducia in lui — non vi è altro da fare — e sarete meravigliati di vedere come ogni cosa si risolve.

Nel dicembre del 1946 avvenne il nostro primo incontro con diplomati di Galaad e il piacere di incontrare per la prima volta il fratello Knorr. Apprendemmo che avremmo dovuto ora seguire nuovi metodi per edificare. Ci accingemmo a farlo, e i diplomati di Galaad furono pronti ad aiutarci. Fu per noi come una boccata d’aria fresca. Quindi il fratello Skinner andò a Galaad.

Nel dicembre del 1947 ricevetti il più grande privilegio che avessi mai avuto. Clarence Taylor ed io partimmo per Galaad. Quale immensa gioia! Benché allora non lo sapessi, lasciavo l’India per sempre, dopo sedici anni di servizio. Oggi vi sono più di 1.400 proclamatori in India, un progresso meraviglioso!

Galaad fu un’importante e notevole esperienza nella mia vita. Nel mondo non esiste un’altra scuola come questa. Si è tanto parlato di ciò, che non mi soffermerò sui particolari, ma non avrei potuto fare a meno di menzionarla. Galaad fu una pietra miliare nel perseguimento dello scopo della mia vita.

Dopo la scuola ebbi l’indimenticabile esperienza di fare il servitore di circoscrizione a Pittsburgh, la culla dove s’iniziò la moderna crescita dei testimoni di Geova. Da solo mi sentivo incompetente, ma lo spirito di Geova e la pronta efficienza dei fratelli provvidero ciò che era necessario per la nostra assemblea di circoscrizione. Alla mia precedente assemblea di circoscrizione in India vi erano stati ventun presenti. Qui a Pittsburgh ve ne furono più di 1.500, una folla enorme per me.

In una conversazione col fratello Knorr a Galaad gli avevo detto che non avrei resistito a lungo se fossi stato rimandato in India. Non che questo mi importasse, ma avrei voluto continuare il servizio più a lungo possibile. Egli fu, come sempre, molto gentile e comprensivo. In seguito mi disse che sarei stato mandato nel Sudafrica.

Sudafrica, febbraio 1949. Sembrava il paradiso prima del tempo. Le condizioni per gli europei erano molto buone. Molti sono gentili, cortesi e molto ospitali. L’opera in questo Paese è facile, specialmente con i sermoni biblici, perché la gente rispetta la Bibbia. Questo è particolarmente evidente fra coloro che parlano africano. Tuttavia, aver rispetto per la Bibbia non significa comprenderla, e la giovane generazione non la legge neanche. Nondimeno molti ascoltano. Il campo da lavorare è vasto.

La Filiale qui ha molto lavoro, per stampare in varie lingue, e la moderna casa Betel e la stamperia sono di grande aiuto. Noi nel campo siamo sempre certi dell’aiuto e della comprensione dei fratelli nella Betel, sempre pronti ad espandere l’opera; e nulla sembra loro gravoso. Noi siamo molto riconoscenti di ciò!

Anche qui in Africa vi è stato aumento nell’organizzazione di Geova. Il numero dei proclamatori è cresciuto da una media di 5.506 nel 1949 a 15.853 nel dicembre del 1958, ed è meraviglioso sapere di aver contribuito anche in piccola parte a tale aumento. Altri stati africani, già sotto la sorveglianza della filiale sudafricana, hanno ora le loro filiali.

Avendo cominciato il servizio in Sudafrica come pioniere, partecipai poi all’opera di servitore di distretto e di circoscrizione, e mentre scrivo ho ancora il privilegio di essere servitore di circoscrizione. Circa tre anni fa sposai una sorella nella verità che conoscevo dal 1925. Essa aveva iniziato il servizio di pioniere in Inghilterra, era stata in Francia per sette anni, aveva servito nella Betel di Londra e a Dublino prima di venire in Sudafrica. Essa mi è stata di grande aiuto nel lavoro.

Mentre ero pioniere non trascurai le assemblee del popolo di Geova. Grazie alla grande generosità di un Testimone e di mio zio in Canada, ebbi la gioia di partecipare all’assemblea internazionale di New York nel 1953. Tuttavia tutte le mie precedenti esperienze furono eclissate dalla benedizione di essere presente nel 1958 all’Assemblea Internazionale della Volontà Divina, e sono molto grato per quell’inaspettata opportunità. Le buone cose godute colà furono coronate dal fatto che mia moglie andò a Galaad nella trentaduesima classe. Questa è una cosa che entrambi abbiamo apprezzato moltissimo.

Dopo l’Assemblea abbiamo avuto un afflusso ancor maggiore verso l’organizzazione. La distribuzione della Risoluzione ebbe una parte molto importante, e la grande espansione dell’opera costruttiva della Società indica che si sta provvedendo per molti ancora che accoglieranno la buona notizia.

Come posso ringraziare Geova di tutte le benedizioni ricevute da lui? Il mio cuore è colmo di riconoscenza. Alla fine del 1959, se Geova vuole, sarò stato in servizio di pioniere da trent’anni. Considerando il passato, ricordo il servizio compiuto in Inghilterra, India, Birmania, Ceylon, Aden, America, Canada, Sudafrica e Maurizio. Ho fatto il pioniere regolare e speciale, il servitore di circoscrizione e di distretto, ho lavorato nella filiale in India, e poi Galaad! Ho potuto accennare solo ad alcune delle esperienze avute. Ma posso riassumerle tutte dicendo che Geova è stato buono! La sua organizzazione è una dimora meravigliosa! Se intendete fare i pionieri, non esitate. Siate forti e abbiate coraggio. Abbiate fiducia in Geova e vedrete che egli è buono.

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