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  • Lo scopo della mia vita
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
w61 1/9 pp. 540-542

Lo scopo della mia vita

Narrato da Helen Wilson

QUALE sarebbe il miglior modo di vivere la mia vita? Questa fu la decisione che dovetti prendere, quando mi diplomai alla scuola superiore. Avrei cercato un lavoro per guadagnar denaro e provvedermi le cose materiali necessarie o vi era qualche cosa di più meritorio che avrei dovuto fare? Dalla fanciullezza m’erano state insegnate le verità della Bibbia e avevo dedicato del tempo alla predicazione della buona notizia del Regno negli anni di scuola. Queste cose m’aiutarono a determinare il corso della mia vita.

Nel 1939 mi arruolai come pioniera durante le vacanze, e da quel tempo in poi il ministero di pioniere è stato la mia vocazione. Sono trascorsi da allora ventun’anni e ho provato molta gioia e ricevuto molte benedizioni in tutti questi anni di pioniere. I miei primi anni non furono così facili, ma sono grata di non aver mai smesso. Non passò molto tempo che mia madre, mia sorella e io fummo assegnate come pioniere speciali a contribuire a rafforzare deboli congregazioni della Carolina del Nord, negli Stati Uniti. Noi tre abitavamo in una piccola roulotte e poiché la benzina era costosa e razionata durante la guerra, facevamo molto servizio di testimonianza in bicicletta.

Una delle più grandi sorprese della mia vita l’ebbi una mattina in cui presi la posta all’ufficio postale. Una lettera da Brooklyn, dall’ufficio del presidente! “Che cosa può essere?” mi chiesi. Ebbene, era una lettera che parlava dell’istituzione della Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad e vi era accluso un modulo di domanda da compilare. Era qualche cosa che non avevo mai sognato. Non fu facile lasciare mia madre e mia sorella, ma dopo aver considerato le parole di Gesù riportate in Marco 10:29, 30 — “nessuno ha lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per amore mio e per amor della buona notizia che non riceverà ora in questo tempo il centuplo, di case, e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel sistema di cose avvenire la vita eterna” — fui disposta a fare questo passo.

Come son risultate veraci queste parole! Giunta a Galaad conobbi subito la mia nuova e numerosa famiglia, con la quale avrei studiato e lavorato nei successivi cinque mesi. Furono mesi gioiosi. La stretta associazione, l’amore e l’unità manifestati da tutti mi fecero pregustare il nuovo mondo.

ASSEGNAZIONI DOPO GALAAD

Presto s’avvicinò il giorno del conferimento dei diplomi e noi eravamo tutti ansiosi di sapere dove saremmo stati mandati. Che giorno eccitante quello in cui ricevemmo le assegnazioni! Fummo assegnati quasi tutti a paesi dell’America Centrale, dove avremmo potuto parlare lo spagnolo che avevamo studiato. Io e la mia compagna Helen Nichols fummo assegnate al Messico. Intanto ci inviarono alla piccola città di Weslaco, nel Texas, presso il confine messicano, per lavorarvi finché non avremmo ottenuto il passaporto e il visto per il Messico. Più della metà degli abitanti di Weslaco erano Messicani e parlavano spagnolo. Quindi, essendo in tale città, ci sentivamo come se fossimo già nella nostra assegnazione estera.

Cominciammo subito a testimoniare fra la popolazione messicana. Non dimenticherò mai la prima testimonianza che cercai di dare in spagnolo. Con l’aiuto del fonografo e di un disco spagnolo, che si usava ancora in quel tempo, cercai di offrire il libro Children (Fanciulli). Che grande soddisfazione! Il successivo problema fu quello di aumentare abbastanza il mio vocabolario per fare visite ulteriori e studi con gli interessati.

Traemmo beneficio dalla partecipazione alle adunanze nella città vicina, dove era una congregazione messicana. Dapprima sembrava che i fratelli parlassero molto velocemente, affastellando insieme tutte le parole. Riconoscevo solo qualche parola qua e là, ma presto fummo in grado di afferrare i pensieri. Dopo non molto tempo rispondevo ad alcune domande e tenevo studi biblici a domicilio. Con l’aiuto e la pazienza di quelle umili persone facemmo buon progresso.

Passarono più di due anni, ma non potevamo ancora ottenere il visto per il Messico. Ciò nondimeno, in certi mesi dell’anno testimoniavamo anche a certi Messicani. Essi attraversavano illegalmente il fiume Rio Grande per guadagnare alcuni dollari durante la raccolta della frutta, poiché la valle del Rio Grande è nota per i suoi agrumeti. Tornando nel Messico, alcuni di essi cercavano i Testimoni nelle proprie città. Quindi, sebbene non potessimo entrare nel Messico partecipavamo un po’ alla diffusione del messaggio in tale paese.

All’inizio del 1946 fummo assegnate a Cuba e fummo inviate ad una casa dove saremmo state con alcuni nostri ex compagni di scuola. Era come rivedere parte della nostra famiglia dopo essere stati separati per quasi tre anni. Eravamo sei nella casa a condividere le faccende domestiche e le esperienze di campo. Ci dovevamo abituare a molte cose nuove, come cucinare col carbone e mangiare nuovi cibi, ma apprezzavamo il privilegio d’essere in un’assegnazione estera. Nell’insieme i Cubani sono molto umili e questo rese facile testimoniar loro. Poiché accoglievano il messaggio, si formarono molte animate congregazioni, quando furono assegnati all’isola i missionari.

ASSEMBLEE INTERNAZIONALI

Dopo essere stati nella nostra assegnazione cubana per alcuni mesi tornammo negli Stati Uniti per partecipare al congresso che si tenne nel 1946 a Cleveland, nell’Ohio. Io e la mia compagna facemmo il viaggio in automobile da Miami, nella Florida, conducendo con noi quattro pionieri cubani, compresa una sorella di ottant’anni. Poiché avevamo poco denaro, ci fermavamo lungo la via per mangiare e riposarci, ma non si udirono lamentele. Questa assemblea ci piacque moltissimo, specialmente il programma spagnolo, che ebbe esperienze di altri missionari e nativi d’altri paesi latino-americani. Con rinnovato zelo tornammo alla nostra assegnazione, che ci piaceva sempre più mentre ne conoscevamo maggiormente il popolo.

Nell’estate del 1948 fummo informate che alcuni missionari sarebbero stati mandati da Cuba ad altri paesi, ora che forti proclamatori nativi erano in grado di assumervi la responsabilità dell’opera. Al nostro gruppo fu chiesto se eravamo disposti ad andar via. Noi eravamo disposti ad accettare qualsiasi assegnazione considerandola come proveniente da Geova. Per un po’ di tempo fummo tenuti in attesa e facevamo supposizioni circa ogni paese della terra al quale saremmo potuti essere inviati, eccetto l’Argentina, ma qui è dove andammo.

Noi sei facemmo il viaggio in piroscafo, partendo da New York. Quindi, nel settembre del 1948 salutammo i nostri cari amici cubani e cominciammo il nostro lungo viaggio. Dopo aver sostato nella Carolina del Nord per vedere la mia famiglia e aver trascorso alcuni giorni a New York, partimmo in una fredda e autunnale giornata di ottobre. Quando arrivammo a Buenos Aires era primavera; non perché ci volessero mesi a fare il viaggio, ma perché le stagioni sono l’opposto di quelle degli Stati Uniti.

A Buenos Aires trovammo una pulita città moderna di circa quattro milioni di abitanti, con ferrovie sotterranee e altri mezzi di trasporto moderno. Essendo una città cosmopolita, l’opera di porta in porta era ancor più interessante, giacché non sapevamo mai che persone avremmo trovato da una porta all’altra.

Subito dopo essere arrivati a Buenos Aires assistemmo alla nostra prima assemblea e conoscemmo molti fratelli argentini. Trovammo un gran bisogno di missionari, poiché la mèsse era grande e gli operai comparativamente pochi. Quando arrivammo vi erano circa mille proclamatori attivi in tutto il paese. Ora, quasi dodici anni dopo, ve ne sono circa 7.000.

La nostra successiva assemblea fu quella che si tenne quando il fratello Knorr fece la sua visita, all’inizio del 1949. Essa fu interrotta dalla polizia che condusse centinaia di noi in prigione mentre investigavano. Furono poi proibite tutte le nostre assemblee pubbliche e furono chiuse tutte le nostre Sale del Regno. Ciò nondimeno, Geova l’Altissimo continuò a benedire i nostri sforzi e v’è stato di anno in anno un continuo aumento nel numero dei proclamatori.

Tutte le nostre adunanze dovevano tenersi in case private, dove dieci o quindici di noi studiavamo insieme. Erano più simili a riunioni familiari e tutti ci sentivamo liberi di parteciparvi. Io fui assegnata a uno di questi gruppi come conduttore di studio, il che significava ulteriore responsabilità, e fui grata a Geova di poter essere impiegata in questo modo.

Dopo essere stata nella mia assegnazione argentina per quasi cinque anni, tornai per la prima volta negli Stati Uniti. Questo avvenne nel 1953, per assistere all’Assemblea Internazionale della Società del Nuovo Mondo dei Testimoni di Geova. Fu una gioiosissima occasione. Ebbi anche il privilegio di assistere all’Assemblea Internazionale “Volontà Divina” del 1958. Tornata questa volta in Argentina, fui assegnata con altri tre missionari alla città di Salta presso il confine della Bolivia. In questa assegnazione siamo felicissimi e abbiamo visto una continua crescita in numero e maturità della piccola congregazione, che al nostro arrivo era già formata.

Ripensando al passato, posso veramente dire che i miei diciassette anni di servizio missionario sono stati più che degni degli sforzi compiuti. Nonostante le difficoltà che a volte incontriamo, continuiamo ad avere la pace di Dio che supera ogni intendimento. (Filip. 4:7) Fedele alla sua promessa, Geova ‘apre le finestre del cielo e versa una benedizione tale che non v’è posto sufficiente per riporla’. — Mal. 3:10.

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