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  • “Un uomo spregevole”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
w62 1/6 pp. 349-350

“Un uomo spregevole”

LO STORICO romano Svetonio scrisse una storia dei dodici Cesari. Figlio di un cavaliere romano, Svetonio raccolse parecchie informazioni sulle peggiori azioni dei Cesari essendone testimone oculare. Egli stesso visse quasi trent’anni sotto i Cesari ed ebbe libero accesso agli archivi dell’Impero e del Senato. È interessante esaminare la descrizione che Svetonio fece di Tiberio Cesare, colui che la Bibbia menziona profeticamente chiamandolo “un uomo spregevole”; questo, a causa delle sue cattive qualità. (Dan. 11:21, VR) Di questa persona spregevole, nel suo libro Vite (tradotto in inglese da Robert Graves col titolo The Twelve Caesars), Svetonio scrive:

● “Alcuni segni del carattere selvaggio e crudele di Tiberio potevano notarsi anche nella sua fanciullezza. Pare che Teodoro il Gadareno, che gli insegnò retorica, fosse il primo a notarlo, infatti, quando aveva occasione di rimproverare Tiberio, lo chiamava ‘vile, assetato di sangue!’ Ma quando divenne Imperatore, mentre godeva ancora del favore popolare grazie alla sua ostentata moderazione, non poté esservi dubbio che Teodoro aveva avuto ragione. . . .

● “Un magistrato romano chiese a Tiberio se, secondo lui, si doveva riunire la corte per decidere i casi di lesa maestà. Tiberio rispose che si doveva rendere esecutiva la legge; e la rese esecutiva, nel modo più selvaggio. Un uomo fu accusato di aver decapitato un’immagine di Augusto con l’intenzione di sostituirgli un’altra testa; egli fu processato davanti al Senato e, poiché vi erano prove contraddittorie, Tiberio fece mettere alla tortura i testimoni per esaminarli. L’accusato fu condannato a morte, e questo fornì il precedente per fare delle immaginarie accuse; ora le persone potevano essere giustiziate per . . . essersi cambiate d’abito vicino ad un’immagine di Augusto, per aver portato l’anello o una moneta, con la testa di Augusto, in una latrina o in un bordello; o per aver criticato qualunque cosa Augusto avesse detto o fatto. Fu il colmo quando un uomo fu messo a morte solo perché aveva permesso che il consiglio della sua città natale gli rendesse gli onori lo stesso giorno in cui un tempo si rendevano gli onori ad Augusto.

● “Tiberio commise molte altre azioni malvage con la scusa di correggere la pubblica moralità, ma in realtà per appagare la sua brama di veder soffrire le persone, e per questo si scrissero molte satire contro i mali del tempo . . .

● “Alcuni giorni dopo il suo arrivo a Capri un pescatore interruppe la sua solitudine per offrirgli un’enorme muggine, che aveva trascinato sulle scogliere prive di strada nella parte posteriore dell’isola. Tiberio ne fu talmente spaventato che ordinò alle sue guardie di scorticare il viso del pescatore con il muggine. Le squame gli spellarono il viso, e il pover’uomo gridò nella sua agonia: ‘Sia ringraziato il Cielo, che non portai a Cesare quel granchio che avevo anche preso!’ Tiberio mandò a prendere il granchio e lo fece impiegare nello stesso modo. . . .

● “Presto Tiberio si diede a commettere ogni genere di crudeltà, e non gli mancarono mai le vittime: queste furono, prima, gli amici di sua madre e i conoscenti meno intimi; . . . infine quelle di Seiano [prefetto delle guardie pretoriane, pure giustiziato]. Scomparso Seiano, i suoi atti di crudeltà aumentarono; questo indicò che Seiano non lo incitava a commetterli, come alcuni pensavano, ma gli offriva solo le opportunità che cercava. . . .

● “Ci vorrebbe molto tempo per scrivere un elenco particolareggiato di tutte le barbarie di Tiberio; mi accontenterò di menzionare alcuni esempi. Non passava giorno, anche se era festa, che non vi fosse un’esecuzione. . . . Molte sue vittime maschili erano accusate e punite insieme ai loro figli, alcune effettivamente mediante i loro figli, ed ai parenti era proibito di fare cordoglio. Erano offerte speciali ricompense agli informatori che facevano una denuncia e, in certe circostanze, anche ai testimoni. La parola di un informatore era sempre creduta. . . .

● “I corpi di tutte le persone giustiziate erano gettati sulle Scale del Cordoglio e trascinati mediante ganci nel Tevere, fino a venti al giorno, compresi donne e bambini. La tradizione proibiva lo strangolamento delle vergini; perciò, quando piccole fanciulle erano condannate a morire in questo modo, il giustiziere cominciava col violarle. . . . A Capri viene ancora indicato il luogo in cima alla scogliera da cui Tiberio osservava le sue vittime che venivano gettate in mare . . .

● “Vi sono molte prove, non solo dell’odio suscitato da Tiberio, ma dello stato di terrore in cui egli stesso visse, e degli insulti che si attirò. . . . La prima notizia della sua morte suscitò a Roma una tale allegrezza che le persone andavano attorno gridando: ‘Al Tevere con Tiberio!’ ed altre dicevano preghiere alla Madre Terra e agli Dei Infernali perché laggiù non gli offrissero altra dimora che fra i dannati”.

● Tiberio Cesare fu davvero una persona spregevole.

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