Promessa l’unità di tutti gli uomini di buona volontà
1. (a) Come Michea si distinse specialmente quale profeta di Geova? (b) Quale profezia pronunciò Michea riguardo al gregge di Geova e al Suo pastore?
PRIMA della venuta di Cristo uno dei profeti di Geova fu Michea di Moresheth, nel territorio della tribù di Giuda. Il nome di Michea significa “Chi è simile a Geova?” Michea si distingue specialmente perché predisse la nascita di Gesù Cristo in Betlemme di Giuda. (Mich. 5:2) Dopo avere predetto la nascita di Gesù, Michea aggiunse: “Ed egli certamente si ergerà per pascolare nella forza di Geova, nella superiorità del nome di Geova suo Dio. Ed essi continueranno certamente a dimorarvi, poiché ora egli sarà grande fino ai confini della terra. E questi diverrà pace”. (Mich. 5:4, 5) Predicendo le esperienze del rimanente del piccolo gregge delle pecore spirituali di Gesù, Michea, quale portavoce di Geova, disse: “Io radunerò sicuramente Giacobbe, tutti voi; riunirò senza fallo i rimanenti d’Israele insieme. Io li unirò, come un gregge nell’ovile, come una mandra in mezzo al suo pascolo; essi saranno rumorosi a causa degli uomini”. — Mich. 2:12.
2. (a) Per quale speciale motivo i rimanenti di Giacobbe o Israele sarebbero stati radunati e resi uniti? (b) A chi si deve dunque veramente applicare questa profezia di Michea inerente all’unità?
2 Per capire questa profezia, dobbiamo ricordare che Giacobbe e Israele sono i nomi di una stessa organizzazione, poiché Geova Dio soprannominò Israele il patriarca Giacobbe. “Israele” significa “Contenditore (Perseveratore) con Dio”. (Gen. 32:28, nota in calce) È chiaro che i rimanenti di Giacobbe o Israele ai quali Geova Dio promise di radunarli e raccoglierli come un gregge di pecore in un ovile sarebbero stati uniti a favore del Governatore che sarebbe nato in Betlemme di Giuda e sarebbe divenuto “governante in Israele, la cui origine è dai tempi antichi, dai giorni del tempo indefinito”. A favore di tutto questo rimanente di Giacobbe o Israele, egli deve ergersi per “pascolare nella forza di Geova, nella superiorità del nome di Geova suo Dio”. Quindi, questa profezia di Michea 2:12 inerente all’unità deve realmente applicarsi alla congregazione cristiana dell’“Israele di Dio”, l’Israele spirituale. — Gal. 6:16.
3. Quale profezia di Isaia identifica più chiaramente chi sia questo “Israele di Dio”?
3 Un altro fatto che identifica più chiaramente chi è realmente questo “Israele di Dio” lo troviamo in Isaia 43:1, 10, dove Dio si rivolge a Giacobbe o Israele, dicendo: “Così dice Geova che ti ha creato, o Giacobbe, e colui che ti ha formato, o Israele: Non temere, poiché io ti ho redento; io ti ho chiamato per nome, tu sei mio. Voi siete i miei testimoni, dice Geova, e il mio servitore che io ho scelto”. Dio ripete questa identificazione di chi sia Giacobbe o Israele, dicendo, nel 12º versetto di Isaia 43: “Non vi fu nessun dio straniero fra voi: perciò voi siete i miei testimoni, dice Geova, e io sono Dio”. (SA) E per questo l’“Israele di Dio” non significa la cristianità ma la congregazione dei cristiani testimoni di Geova Dio. Questi devono mostrare unità.
4. Quale osservazione dell’universo ci assicura che la congregazione dei testimoni cristiani sarà unita, e che cosa mostrano i fatti rispetto all’adempimento della preghiera di Gesù?
4 Vi è un’unità che esiste in tutto l’universo visibile. Se dunque Geova, l’Altissimo e Onnipotente Iddio, può unificare e dirigere un universo in tutti i miliardi di anni luce dello spazio, certamente può unificare una congregazione di testimoni cristiani su questa piccola terra, benché i suoi attuali testimoni siano sulla terra a centinaia di migliaia. Nella sua profetica Parola egli promise di unificarli e mantenerli uniti. I compiuti fatti odierni provano che egli ha fatto questo, come Gesù pregò.
5, 6. (a) Di quale congregazione di testimoni di Geova Gesù Cristo divenne il Capo? (b) Perché la disunione afflisse il popolo d’Israele dopo la morte di Salomone, che cosa ne fu realmente la causa, e quale afflizione causò questo a Israele?
5 Prima che venisse all’esistenza la congregazione dei cristiani testimoni di Geova, vi era la congregazione dei testimoni giudei o israeliti. Gesù Cristo nacque come membro di questa primitiva congregazione di testimoni di Geova, ma egli divenne il Capo della successiva congregazione di testimoni cristiani. (Giov. 18:37) Impiegando la sua congregazione di testimoni giudei come esempio storico, Geova promise di unificare i suoi testimoni cristiani. Dopo la morte del re Salomone di Gerusalemme, avvenuta nel 997 a.C., la divisione afflisse il popolo d’Israele per 460 anni. Tutto questo accadde perché il re Salomone s’allontanò dalla pura adorazione di Geova Dio. La nazione d’Israele subì la rivolta di dieci delle sue dodici tribù, e si costituirono due regni, quello di Giuda e quello settentrionale d’Israele. Il regno settentrionale d’Israele si separò politicamente da Gerusalemme e dalla sua regale discendenza di Davide; ma dopo breve tempo si separò religiosamente. Esso istituì la falsa adorazione di idoli, prima di vitelli d’oro e in seguito d’immagini del dio pagano Baal.
6 Quale afflizione causa l’allontanamento dalla pura adorazione del solo, vivente e vero Dio! Nel 740 a.C. il regno settentrionale d’Israele fu distrutto dalla potenza mondiale d’Assiria, e la maggioranza degli Israeliti superstiti furon portati in cattività nel lontano paese d’Assiria. Il vicino regno di Giuda non accettò l’avvertimento ma si allontanò da Dio per seguire la falsa adorazione. Esso si allontanò da Geova Dio, ed egli si allontanò da loro. Egli lasciò distruggere Gerusalemme e il suo tempio, e i superstiti Giudei furono portati prigionieri nel paese dei loro vincitori, Babilonia.
7. L’esilio d’Israele in Babilonia fu un’espressione di che cosa da parte di Dio, ma nella sua misericordia che cosa fece egli per dar loro speranza e conforto?
7 Quindi dal 607 a.C. in poi il popolo di entrambi i regni, quello d’Israele e quello di Giuda, fu esiliato nel “paese del nemico”. Questa cattività di tutt’e dodici le tribù in Babilonia fu il castigo di Geova per essersi disubbidientemente allontanate dalla sola, pura, incontaminata religione. Ma Geova è misericordioso con quelli che lo temono. (Sal. 103:13) Per tenere deste le loro speranze e confortarli durante i settant’anni che Gerusalemme e il paese di Giuda erano desolati e in rovina, Geova Dio fece predire dai suoi profeti la loro liberazione da Babilonia e il loro ritorno a Gerusalemme per ripristinarvi l’unita adorazione di Geova Dio.
8-10. (a) Che cosa spinse Dio a ripristinare il rimanente d’Israele, e che cosa avrebbe dovuto indurli ad agire a questo proposito? (b) In quale profezia Geremia predisse il motivo per cui sarebbero tornati in patria?
8 L’indipendenza e la sovranità d’Israele non furono le ragioni che spinsero Dio a liberare da Babilonia il fedele rimanente dei suoi testimoni giudei. Il ripristino della sua vera adorazione nella città sulla quale aveva posto il suo nome, questo spinse Dio a “raccogliere i rimanenti d’Israele” e a ricondurli misericordiosamente alla città del suo nome, per riedificarvi il tempio della sua adorazione. Il desiderio di rinnovare l’adorazione del vero Dio nel luogo da lui stabilito era ciò che avrebbe dovuto indurre i “rimanenti d’Israele” a partire da Babilonia, “il paese del nord”, per tornare a Gerusalemme e a Giuda. Notate come il profeta di Geova, Geremia, predisse sia la restaurazione nella loro patria che l’ardente causa del loro ritorno:
9 “In quel tempo si chiamerà Gerusalemme il trono del Signore, e vi si raduneranno tutte le nazioni nel nome del Signore, ed esse non seguiranno più la perversità del loro pessimo cuore. In quei giorni cammineranno assieme la casa di Giuda e quella d’Israele e verranno insieme dalla terra del Settentrione, nella terra che detti in eredità ai vostri padri”. — Ger. 3:17, 18, Na.
10 “In quei giorni e in quel tempo, dice il Signore, i figli d’Israele torneranno, insieme ai loro fratelli di Giuda. Marceranno piangendo per tornare al Signore loro Dio. Domanderanno la strada per Sion e verso di lei volgeranno il cammino: verranno e si uniranno al Signore con un’alleanza eterna che non sarà più dimenticata”. Il loro Liberatore è potente, il suo nome è ‘Il Signore degli eserciti’, e saprà difendere la loro causa, per dar pace alla terra e far tremare gli abitanti di Babilonia”. — Ger. 50:4, 5, 34, Na.
UNIFICAZIONE: ANTICA E MODERNA
11. (a) Quando e come fu adempiuta in piccole proporzioni la profezia di Geremia? (b) Quando avvenne l’adempimento in grandi proporzioni, e con quale effetto fra le nazioni?
11 Certamente la Repubblica d’Israele non fu stabilita nel 1948 nel modo descritto da Geremia. Il ritorno dei Giudei naturali in Palestina e alla Repubblica d’Israele non è un adempimento della profezia di Geremia. Il primo, vero adempimento di questa profezia ebbe luogo nel 537 a.C., dopo la caduta di Babilonia per mano dei vincitori Medi e Persiani. Quell’anno il re Ciro il Persiano emanò un decreto e fece partire un rimanente di testimoni giudei di Geova, onde tornassero al desolato paese di Giuda per ricostruire a Gerusalemme il tempio di Geova. La Sacra Bibbia narra questo adempimento in piccole proporzioni della profezia di Geremia. (2 Cron. 36:20-23; Esdra 1:1–3:13) Questo avvenimento storico fu in se stesso un quadro profetico dell’avvenimento completo e in grandi proporzioni della profezia di Geremia, che ebbe luogo nel 1919 d.C. dopo la fine della prima guerra mondiale. Questo avvenne del rimanente dei cristiani testimoni di Geova. Perciò, prima dell’anno 1919 nessun gruppo di professanti cristiani si erse coraggiosamente quali testimoni di Geova. Da allora in poi, e particolarmente dall’anno 1931, il nome di questi dedicati e battezzati cristiani è stato reso noto in tutto il globo. È perfino temuto nella Russia comunista e nei suoi paesi satelliti, dove, siccome i Testimoni sono stati attivi clandestinamente, la stampa sovietica li ha paragonati a “ragni”.
12. Come i testimoni di Geova furono ridotti in cattività, come cercarono il suo favore, e fino a qual punto sono stati forgiati insieme?
12 Durante la prima guerra mondiale del 1914-1918 cospiratori religiosi approfittarono della frenesia guerrafondaia per cercar di distruggere questi cristiani che studiavano la Bibbia. Infatti i testimoni di Geova furono portati in cattività, nelle nazioni della cristianità, come i testimoni giudei furon portati a Babilonia nel 607-537 a.C. Ma nel primo anno del dopoguerra (1919) furono liberati da tale cattività babilonica. Essi tennero quell’anno un’assemblea internazionale, che fu come una riunione di migliaia d’essi e si prepararono per la più grande opera cristiana di testimonianza a Geova Dio che fosse mai stata compiuta in tutta la storia umana. Con lagrime essi cercarono il suo volto di favore. Decisero di mantenere il loro patto con lui, il ‘patto di Geova mediante sacrificio’, il nuovo patto basato sul sacrificio umano di Gesù Cristo. (Sal. 50:5) Benché i Testimoni siano venuti da molte nazioni, razze, colori e lingue del mondo, e specialmente da molte organizzazioni religiose entro e fuori della cristianità, sono stati ciò nondimeno forgiati insieme in un’unità che fascisti, nazisti, comunisti e persecutori religiosi sono stati incapaci d’infrangere.
13. A quale condotta deve attribuirsi la loro incomparabile unità?
13 La loro incomparabile unità è stata conseguita restando separati dalla politica di questo mondo e ‘cercando prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia’, come Gesù disse ai suoi veri seguaci. (Matt. 6:9, 10, 33) Essi sono uniti nel rendere con tutto il cuore la loro indivisa ubbidienza al solo Re che Geova Dio abbia scelto e intronizzato onde governi per Lui sopra tutto il genere umano, cioè Gesù Cristo. Il tempo in cui sarebbe dovuto ascendere al suo regno celeste alla destra di Dio fu il 1914. L’unità dei Testimoni nel sottomettersi a lui, “il Figlio di Davide”, fu predetta dal profeta Ezechiele.
14. In vista di quale sovrastante avvenimento Ezechiele profetizzò, e perché le sue profezie non lasciarono i Giudei nella disperazione?
14 Ezechiele fu un contemporaneo del profeta Geremia. Cent’anni prima di Ezechiele il regno settentrionale d’Israele sotto il dominio della tribù di Efraim figlio di Giuseppe era stato distrutto e i suoi superstiti israeliti erano stati portati in lontano esilio. Ora il regno di Giuda sotto il governo della reale casa di Davide stava per esser distrutto. Ezechiele profetizzò questa prossima rovina del regno e la distruzione del tempio di Geova in Gerusalemme, e come i suoi superstiti sarebbero stati portati in esilio a Babilonia. Le sue profezie non lasciarono comunque i Giudei e gli Israeliti nella disperazione, poiché egli predisse che sarebbero unitamente tornati da Babilonia per restaurare l’adorazione di Geova nella loro diletta patria. Predisse che gli Israeliti del settentrione e i Giudei del meridione si sarebbero riuniti in una sola nazione sotto un solo capo, il figlio di Davide. Udite, ora, come Ezechiele disse ch’essi sarebbero venuti fuori dalle loro tombe di perdute speranze in Babilonia per riunirsi nella patria data loro da Dio sotto un governante davidico!
15, 16. (a) Come Ezechiele illustrò la riunione del diviso Israele? (b) Che cosa Ezechiele ebbe l’ordine di dire per spiegare il segno?
15 Per illustrare la riunione, fu detto a Ezechiele di prendere due bastoni e di scrivere su uno “Per Giuseppe, bastone d’Efraim” e sull’altro “Per Giuda”, rappresentando i precedenti due regni dell’unico popolo d’Israele. Dinanzi agli occhi degli uomini di queste tribù Ezechiele avrebbe dovuto accostare un bastone all’altro, ed essi sarebbero miracolosamente divenuti nella sua mano un solo e lungo bastone. Spiegando questo segno miracoloso, Ezechiele ebbe il comando di dire:
16 “Così parla il Signore, l’Eterno: Ecco, io prenderò il pezzo di legno di Giuseppe che è in mano d’Efraim e le tribù d’Israele che sono a lui associate, e li unirò a questo, che è il pezzo di legno di Giuda, e ne farò un solo legno in modo che saranno una sola cosa nella mia mano. . . . Ecco, io prenderò i figliuoli d’Israele di fra le nazioni dove sono andati, li radunerò da tutte le parti, e li ricondurrò nel loro paese; e farò di loro una stessa nazione, nel paese, sui monti d’Israele; un solo re sarà re di tutti loro; e non saranno più due nazioni, e non saranno più divisi in due regni. Il mio servo Davide sarà re sopra loro, ed essi avranno tutti un medesimo pastore; cammineranno secondo le mie prescrizioni, osserveranno le mie leggi, e le metteranno in pratica; . . . e il mio servo Davide sarà loro principe in perpetuo. E io fermerò con loro un patto di pace: sarà un patto perpetuo con loro; li stabilirò fermamente”. — Ezech. 37:19, 21, 22, 24-26, VR.
LA DUREVOLE RIUNIONE
17. Chi è stato oggi unito in un simbolico bastone, e sotto quale unico re?
17 I Giudei naturali non sono oggi uniti, nemmeno per la causa del politico Sionismo. Né la Repubblica d’Israele, sotto la presidenza di un primo ministro, ha Gesù Cristo il Figlio di Davide come Re e Pastore. Ma che dire del rimanente dell’“Israele di Dio”, gli Israeliti spirituali, i cristiani testimoni di Geova? Sin dalla loro liberazione dalla cattività babilonica della prima guerra mondiale essi sono stati ripristinati nel luogo del favore e dell’approvazione di Dio. In questo stato spirituale hanno un re, l’unto Figlio di Geova, Gesù Cristo il Figlio di Davide. Nonostante i contrasti politici, sociali, razziali e religiosi dei paesi nei quali dimorano, Dio Onnipotente ne ha fatto una sola, santa nazione spirituale sotto un solo Re Pastore, l’intronizzato Gesù Cristo. Essi non sono divisi, per così dire due bastoni, come l’antico popolo d’Israele con un re nella settentrionale Samaria e un altro re nella meridionale Gerusalemme. Perché i cristiani testimoni di Geova hanno accettato il suo Re, Gesù Cristo, quale loro Governatore e Pastore, non hanno nulla a che fare con le questioni politiche di questo mondo. Non permettono a norme ed elezioni politiche, né a insurrezioni e ribellioni di dividerli. L’onnipotente potere di Geova ha fatto di essi un solo legno o bastone, “una sola nazione”, sotto il suo unico re. Essi sono un bastone o strumento nella sua onnipotente mano per compiere la sua opera.
18-20. (a) Nonostante quali fattori i testimoni di Geova mostrano unità, e quali ne sono i risultati? (b) Come tale unità e incremento furono predetti da Osea, e a chi applica Pietro la profezia di Osea?
18 Viene fatto ora rapporto che i testimoni di Geova operano come suo strumento in 176 diversi Paesi e territori e sono quindi a contatto con molte nazionalità, razze, colori, lingue, gruppi sociali e abitudini locali. Tuttavia questi testimoni sparsi dappertutto credono, agiscono e predicano tutti nello stesso modo, attenendosi ai loro vincoli di unità. Molte persone mansuete di tutti questi paesi accettano il messaggio del regno e del Re di Dio, e quindi il numero dei testimoni cresce. In tale incremento e unità si adempie in modo spettacolare la profezia di Osea, pronunciata molto tempo fa, ai giorni del diviso Israele:
19 “Il numero de’ figliuoli d’Israele sarà come la rena del mare, che non si può misurare né contare; e avverrà che invece di dir loro, come si diceva: ‘Voi non siete mio popolo’, sarà loro detto: ‘Siete figliuoli dell’Iddio vivente’. E i figliuoli di Giuda e i figliuoli d’Israele si aduneranno assieme, si daranno un capo unico, e saliranno fuor dal paese [di Babilonia]; poiché grande è il giorno d’Jizreel”. — Osea 1:10, 11, VR.
20 Pietro applica la profezia d’Osea al gregge dell’Israele spirituale, per cui sappiamo che è corretto vederne oggi l’adempimento nei cristiani testimoni di Geova. — 1 Piet. 2:9, 10.
21. Perché è così meraviglioso che questi testimoni si siano riuniti insieme in unità, e quale condotta ha recato questo risultato?
21 Come è meraviglioso che questi testimoni precedentemente tanto divisi religiosamente, politicamente e socialmente, sia nella cristianità che nel paganesimo, siano ora ‘adunati assieme’! Questo avviene perché sono usciti da questo diviso sistema di cose mondano dandosi un capo unico, cioè l’unto e intronizzato Re di Geova, Gesù Cristo. Questa unita devozione all’eletto Governatore di Geova per il nuovo mondo di giustizia ha avuto la Sua approvazione e ha pertanto recato incremento, la grande espansione dei testimoni di Geova, la loro ampia semina.
22. Come è risultato questo il grande “giorno d’Jizreel”, e come l’ovile dell’unità è divenuto ‘rumoroso a causa degli uomini’?
22 Sotto questo aspetto è veramente un “grande” giorno, poiché è il “giorno d’Jizreel”. Il nome Jizreel significa “Dio [El] Seminerà Seme”. Il seme che Dio semina in tutta la terra sono i suoi dedicati testimoni. Egli fa crescere questo simbolico seme, onde produca altro seme. (1 Cor. 3:6-9) Per questa ragione vi è un aumento nel numero dei Suoi testimoni in tutta la terra. Essi divengono molti; e siccome il loro numero non è stato predetto da Dio, diverranno in numero “come la rena del mare, che non si può misurare né contare”. Perciò, come predisse Michea 2:12, son divenuti “rumorosi a causa degli uomini” nell’ovile in cui Geova Dio li ha uniti. Il loro gioioso rumore si ode sempre più forte in tutta la terra.
23. Quale profezia pronunciò Gesù circa il radunamento delle pecore in un solo ovile, e perché queste pecore devono mantenere l’unità nonostante tutte le insurrezioni mondiali?
23 Il loro unico Re Pastore, Gesù Cristo, parlò molto tempo fa del radunamento d’una gran folla d’“altre pecore” che si sarebbero associate per cooperare col “piccolo gregge” dell’Israele spirituale. In una profezia che ora è notevolmente adempiuta, egli disse: “Io sono il giusto pastore, e conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e io cedo la mia anima [o vita] per le pecore. E ho altre pecore che non sono di questo ovile; quelle pure io devo addurre, ed esse ascolteranno la mia voce, e diventeranno un solo gregge, un solo pastore”. (Giov. 10:14-16) Questo “solo pastore” depose la sua vita terrena per tutte le pecore, sia per quelle del piccolo gregge che per il più grande gregge delle altre pecore. Esse devono tutte la vita e la salvezza a lui, non a qualche pastore religioso o governante politico della cristianità. Rendendo un debito di gratitudine e dipendendo completamente da lui per la vita eterna nel nuovo mondo di Dio, essi devono seguire il suo Giusto Pastore, Gesù Cristo. Seguendo il solo Pastore, devono tutti essere uniti, come un “solo gregge” nonostante tutte le insurrezioni mondiali.
24. Quale triste esperienza ha avuto la cristianità del ventesimo secolo seguendo capi umani, ma perché i testimoni di Geova han sopravvissuto a questi capi?
24 Essendo Gesù il solo giusto pastore da seguire, egli avvertì i suoi mansueti seguaci di non seguire un capo umano. Per un considerevole numero d’anni una gran parte della cristianità cattolica romana ha seguito il Duce (“Condottiero”) italiano, Mussolini; e un’altra gran parte della cristianità cattolica romana ha seguito il Fuerer (“Condottiero”) tedesco, Adolf Hitler, un “figlio della Chiesa”. Ma i testimoni di Geova si rifiutarono di far questo, malgrado la persecuzione. Essi sopravvissero, ma quei politici capi umani, sostenuti dai sacerdoti cattolici romani, non sopravvissero, lasciando i loro seguaci in una deplorevole condizione. Saggiamente i testimoni di Geova ubbidirono al comando del loro solo Pastore: “Non chiamate nessuno vostro padre [spirituale] sulla terra, perché Uno è il Padre vostro, il Celeste. Né siate chiamati ‘capi’, perché uno è il vostro Capo, il Cristo”. — Matt. 23:9, 10.
25. A quale assemblea internazionale tenuta durante la seconda guerra mondiale si espressero i testimoni di Geova riguardo alla direttiva umana, e chi pose la domanda?
25 Ad un’assemblea internazionale di molte migliaia di testimoni di Geova tenuta nell’America Settentrionale, essi espressero unitamente la loro vigorosa opposizione ad ogni capo umano, perfino ai capi religiosi. Questo avvenne nell’estate del 1941, mentre infuriava la seconda guerra mondiale e mentre il sentimento cattolico romano d’America era grandemente favorevole ai capi delle potenze dell’Asse, Hitler e Mussolini. Questa assemblea internazionale fu tenuta dal 6 al 10 agosto 1941, nell’Arena di St. Louis, nel Missouri. L’ultimo giorno, domenica, nonostante che la sua salute gli venisse rapidamente meno, l’allora presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, Joseph F. Rutherford, pronunciò un pubblico messaggio del Regno al vasto uditorio di 115.000 ascoltatori. Dopo di questo pronunciò il suo discorso di chiusura ai Testimoni riuniti, e questa fu anche la sua ultima comparsa in pubblico prima di morire l’8 gennaio 1942. Ciò che il presidente Rutherford disse in quel discorso finale alle decine di migliaia di testimoni di Geova riguardo alla direttiva è a questo proposito particolarmente interessante. Lasciamo a un interessato osservatore di quell’occasione di farcene una relazione, pubblicata nel numero de La Torre di Guardia (inglese) del 15 settembre 1941, pagina 288, paragrafo 6:
26. Come J. F. Rutherford presentò la questione all’assemblea, e come rispose l’uditorio?
26 “Per confutare una volta per sempre tutte le false accuse e calunnie pubblicate, secondo cui egli [Rutherford] sia il capo dei testimoni di Geova, ha detto: ‘Desidero far sapere agli estranei che sono qui ciò che voi pensate in quanto a un uomo che sarebbe il vostro capo, affinché non se ne dimentichino. Ogni volta che sorge e comincia a crescere un’organizzazione, dicono che un uomo si è messo a capo traendosi dietro un grande seguito. Se vi è qualche persona in questo uditorio che pensa che io, quest’uomo che sta qui in piedi, sia il capo dei testimoni di Geova, dica Sì’. Ma si levò unanime un enfatico ‘No!’ ‘Se voi che siete qui credete che io sono solo un servitore del Signore e che noi lavoriamo a fianco a fianco unitamente, servendo Dio e Cristo, dite Sì. L’unanime ‘Sì!’ fu forte e inequivocabile. ‘Ecco, voi non avete bisogno di me come capo terreno per far operare una folla come questa’. Egli chiese quindi loro di tornare ai loro rispettivi luoghi e di ‘dedicare più sforzi . . . tutto il tempo che potete’. Pronunciò infine parole di benedizione”.
27. Chi seguono dunque i testimoni di Geova come loro capo?
27 In piena armonia con questa decisione teocratica presa da quelle decine di migliaia di rappresentanti riuniti in quell’assemblea del 1941, i testimoni di Geova non seguono oggi nessun Americano come capo, sia egli il presidente della Società Torre di Guardia o no. Essi non seguono nessun capo umano. Nell’unità mondiale seguono il solo Pastore, Gesù Cristo, che ora regna alla destra di Geova Dio in cielo. — 1 Piet. 3:22.
28. Anche in quali sfavorevoli condizioni internazionali essi si asterrebbero dal seguire qualsiasi sedicente capo umano, e perché?
28 Anche se i testimoni di Geova non potessero comunicare fra loro a causa di difficoltà e ostilità in vari paesi nei quali si trovano, essi continuerebbero ciò nondimeno a seguire il solo Capo e Re scelto da Dio. Nessun vero testimone di Geova approfitterebbe dell’interruzione delle comunicazioni internazionali per cercare di costituirsi con ambizione egoistica capo nazionale, stabilendo nella nazione un’organizzazione religiosa per suo conto. I testimoni di Geova sono stati tutti così bene ammaestrati nella fede della Bibbia e così bene addestrati nella predicazione del suo messaggio che tutti continuerebbero a compiere la loro adorazione e le loro attività teocratiche pur essendo separati dai fratelli d’altri paesi. Non ascolterebbero la voce di nessun sedicente capo ma riconoscerebbero e ascolterebbero la voce del loro solo Pastore. Egli è al di sopra di tutte le nazioni della terra e ‘pascerà tutte le nazioni con verga di ferro’, frantumandole nella prossima battaglia di Armaghedon, “la guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente”. — Apoc. 12:5; 16:14, 16; Giov. 10:4, 5; Sal. 2:8, 9.
UNITÀ DI PAROLA E AZIONE
29, 30. (a) Quale efficace vincolo hanno i testimoni di Geova per tenere unita l’organizzazione teocratica? (b) Che cosa Dio disapprova nella sua organizzazione, e contro quali uomini ci ammonisce quindi egli per mezzo di Paolo?
29 Eccetto l’opposizione al regno di Dio, lo spirito di questo mondo lo disunisce. Il suo divisivo spirito non contagerà comunque il gregge delle pecore di Geova al comando del suo Giusto Pastore, Gesù Cristo. Oltre ad avere la sola direttiva soprannazionale del cielo, i testimoni di Geova hanno il solo vincolo efficace per tenere la loro organizzazione teocratica unita in mezzo a questo mondo. Questo vincolo è lo spirito di Geova Dio; “il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, fede, mitezza, padronanza di sé”. (Gal. 5:22, 23) Nulla è superiore all’amore cristiano per tenere unito il gregge delle pecore di Dio, per cui il suo Figlio versò amorevolmente il proprio sangue. In un appello per l’unità del gregge di Dio, l’apostolo Paolo scrisse loro: “Rivestitevi di amore, poiché è un perfetto vincolo d’unione. E la pace di Cristo controlli i vostri cuori, perché infatti foste chiamati a ciò in un unico corpo”. (Col. 3:14, 15) Mentre coltivano questo frutto dello spirito, l’amore, il perfetto vincolo d’unione diverrà più forte e infrangibile. E dove vi è unione o unità, vi sono pace, ordine e armonia. Dio invita il suo dedicato popolo a formare un solo corpo, una sola organizzazione. Egli disapprova ogni disunione, disordine o divisione. Per mezzo dell’apostolo Paolo ci ha comandato:
30 Tenete “d’occhio quelli che creano divisioni e cause d’inciampo contrarie all’insegnamento che voi avete imparato, ed evitateli. Poiché gli uomini di questa specie sono schiavi non del nostro Signore Cristo, ma del loro proprio ventre, e con parlar dolce e discorso lusinghiero seducono il cuore dei semplici”. — Rom. 16:17, 18.
31. (a) La guerra fra le tribù dell’antico Israele serve oggi come quale specie di avvertimento, e per chi? (b) Come la visibile organizzazione di Geova dovrebbe essere simile alla Gerusalemme dei giorni di Davide, e che cosa rende quindi fuori luogo ogni guerra fra tribù?
31 In alcuni paesi che hanno ottenuto da poco l’indipendenza come nazione e dove le imperialistiche potenze coloniali non sono più al potere, il governo nativo ha incontrato grande difficoltà a causa di contese e guerre fra tribù, con pericolo per la stabilità del governo. La guerra fra le tribù dell’antica nazione d’Israele serve da avvertimento biblico al piccolo gregge dell’Israele spirituale e a tutti i suoi compagni, il grande gregge delle “altre pecore”. Gesù avvertì: “Ogni regno diviso contro se stesso giunge alla desolazione, ed ogni città o casa divisa contro se stessa non sussisterà”. (Matt. 12:25) La visibile organizzazione dei testimoni del regno di Geova dev’essere simile alla città di Gerusalemme dei giorni del fedele re Davide, solidamente edificata e con quelli che vi si riunivano unitamente leali all’unto re assiso sul trono di Geova. Il re Davide descrisse questa Gerusalemme alla quale le dodici tribù d’Israele venivano fedelmente ad adorare nella casa di Geova, dicendo: “Gerusalemme, che sorgi riedificata, come città dove tutto è compatto, verso la quale salivan le tribù di Jahveh, (era un comandamento per Israel) a celebrare il nome di Jahveh”. (Sal. 122:3, 4, Lu) L’adorazione del solo, vivente e vero Dio Geova era ciò che univa insieme quelle dodici tribù, e ad essa si aggiungeva la fervente lealtà all’unto re di Geova. Questo rendeva del tutto fuori luogo la guerra fra tribù. Contribuiva alla pace.
32. Che cosa rivelano gli sforzi del nemico riguardo all’“iddio di questo sistema di cose”, e come i testimoni di Geova dovrebbero far fronte all’attacco di Gog?
32 Gli sforzi delle potenze comuniste e di altre forze nemiche rivelano che Satana il Diavolo, “l’iddio di questo sistema di cose”, è ora specialmente impegnato a frantumare e distruggere l’esemplare unità della società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova. La profezia di Ezechiele (capitoli 38 e 39) ci preavverte che Satana farà la parte di Gog di Magog. Come tale radunerà insieme tutti i suoi cospiratori sulla terra e li unirà in un finale, totale attacco contro lo spirituale “Israele di Dio” e tutti i suoi leali compagni, le “altre pecore”. Poiché Gog ci attacca con un congiunto e unito esercito, opponiamo dunque a Gog e al suo esercito salda resistenza con un fronte incrollabilmente unito in tutta la terra. Dobbiamo far questo, sebbene possiamo esser separati in senso fisico dai nostri fratelli d’altri paesi e nessuno del visibile corpo governante della congregazione di Dio sia presente per vigilare direttamente su di noi.
33. Come Paolo esortò i cristiani a costituire un fronte unito, e che cosa avverrà dinanzi al nostro unito fronte che opporremo a Gog?
33 L’apostolo Paolo esortò a costituire un fronte unito contro la coalizione nemica quando espresse il desiderio che, “sia che io venga e vi veda o che sia assente, oda parlare delle cose che vi riguardano, che restate fermi in uno stesso spirito, combattendo a fianco a fianco con un medesimo animo per la fede della buona notizia, e non essendo per nulla spaventati dai vostri avversari. Questo infatti è una prova di distruzione per loro, ma di salvezza per voi; e questa indicazione è da Dio, perché a voi è stato. dato mediante Cristo non solo il privilegio di riporre la vostra fede in lui, ma anche di soffrire per lui”. (Filip. 1:27-29) Cristo non ci abbandonerà se soffriamo per lui. Cristo ci ha promesso quali suoi ubbidienti seguaci: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla consumazione del sistema di cose”. (Matt. 28:20) Avendolo con noi in tutti i fronti, siamo certi di uscirne vittoriosi. L’unito attacco dell’esercito di Gog si infrangerà dinanzi all’unito fronte che noi opporremo allorché l’Iddio Onnipotente sorgerà in nostra difesa, getterà le forze di Gog nella divisione, nel disordine, nella confusione e nel panico, e causerà la loro completa distruzione.
34. Come dobbiamo tenere intatte le nostre file, e che cosa richiede ora l’opera da compiere?
34 Non dobbiamo mai lasciare che personali gelosie, invidia, ambizioni egoistiche, rivalità, competizioni, contese, orgoglio nazionale, colore, istruzione o cultura sociale e risentimento entrino fra noi per dividerci. In un mondo diviso in ogni cosa eccetto nell’ostilità contro il regno di Dio e i suoi testimoni e predicatori, dobbiamo mantenere intatte le nostre file e lo sguardo rivolto al nemico. Nonostante che le condizioni mondiali attualmente peggiorino abbiamo un’opera da compiere, ed essa richiede da parte di tutti noi uno sforzo unito perché la compiamo efficacemente in tutta la terra alla gloria di Dio. La nostra attesa, onde sorga per occuparsi dei nostri nemici e persecutori, non sarà delusa.
35. In Sofonia 3:8, 9, che cosa dice Geova in quanto al giorno in cui egli sorgerà, che cosa ci ha dato in cambio, e perché?
35 In Sofonia 3:8, 9 egli ci dice: “‘Perciò aspettatemi’, dichiara Geova, ‘fino al giorno che sorgerò per il bottino, poiché la mia decisione giudiziaria è di radunare le nazioni, di riunire insieme i regni, per versare su di loro la mia denuncia, tutta la mia ira ardente; poiché dal fuoco del mio zelo sarà divorata tutta la terra. Poiché allora darò in cambio una lingua pura, onde invochino tutti il nome di Geova, per servirlo a spalla a spalla [letteralmente, con una sola spalla]’”. Nonostante i numerosi e diversi popoli dai quali noi Testimoni siam tutti venuti per dedicarci a Geova, egli ci dà ora in cambio una “lingua pura” per un certo scopo. Questo scopo è di servire Geova a spalla a spalla, in una compatta formazione di servizio. L’unità della nostra “lingua pura” inerente al regno di Dio e al suo nuovo mondo elimina le divisive incomprensioni. Essa ci unisce fortemente in parole e azioni.
36. Come Salmo 122:18-22 mostra che la libertà data da Dio ai prigionieri condannati a morte dovrebbe essere usata, e in chi questa profezia ha adempimento?
36 Il “Dio che dà pace” ci ha liberati dalla cattività babilonica. Egli ci ha condotti alla sua santa città, la moderna controparte dell’antica Sion o Gerusalemme, il suo istituito regno retto da Cristo. A noi ex prigionieri egli ha dato libertà religiosa, affinché usiamo la nostra libertà rettamente, in armonia con la sua espressa volontà. L’antico Israele, liberato dall’antica Babilonia, fu un’illustrazione storica di questo; e la profezia che una volta si applicava a quell’antica illustrazione si applica ora all’illustrata organizzazione moderna. “Questo sarà scritto per l’età a venire, e il popolo che sarà creato loderà l’Eterno, perch’egli avrà guardato dall’alto del suo santuario; dal cielo l’Eterno avrà mirato la terra per udire i gemiti de’ prigionieri, per liberare i condannati a morte [dalla nemica Babilonia], affinché pubblichino il nome dell’Eterno in Sion e la sua lode in Gerusalemme, quando i popoli e i regni si raduneranno insieme per servire l’Eterno”. (Sal. 102:18-22, VR) Il politico Sionismo espresso nella Repubblica d’Israele non adempie questa profezia, poiché non porta il nome di Geova; non dichiara il suo nome né nell’antica né nella moderna città di Gerusalemme, e non lo loda né lo serve. Secondo i fatti attuali la profezia ha il suo adempimento nei testimoni del regno di Geova, che si sono radunati insieme provenendo da molti popoli e da molti regni politici della terra.
37. Secondo Isaia 52:8-10, che dovrebbero fare quelli che guardano e discernono l’opera di liberazione e restaurazione di Dio?
37 A causa di tale liberazione e restaurazione dei suoi testimoni, è ora all’ordine del giorno per tutti quelli che guardano e discernono quest’opera divina di proclamare la sua salvezza. “Ascolta, le tue sentinelle hanno alzato la voce. All’unisono continuano ad acclamare gioiosamente, perché a faccia a faccia vedranno quando Geova ritornerà a Sion. Rallegratevi, all’unisono acclamate con gioia, o luoghi devastati di Gerusalemme, poiché Geova ha confortato il suo popolo; egli ha riacquistato Gerusalemme. Geova ha scoperto il suo braccio santo dinanzi agli occhi di tutte le nazioni, e tutte le estremità della terra devono vedere la salvezza del nostro Dio”. — Isa. 52:8-10.
38. In adempimento di tale profezia, che cosa vede effettivamente oggi il mondo del genere umano?
38 Perciò il mondo del genere umano vede che i testimoni di Geova vanno fino alle estremità della terra col messaggio del regno di Dio e con le sue benedizioni per tutti gli uomini di buona volontà. La stessa presenza e attività di questi testimoni in tutta la terra è una vivente testimonianza della liberazione che Dio Onnipotente ha data loro traendoli da questo mondo babilonico sotto Satana il Diavolo. Ovunque vadano essi levano la loro voce, gridando gioiosamente e all’unisono la buona notizia. Non sono più come i luoghi devastati dell’antica Gerusalemme, in senso spirituale, ma abbondano del frutto del regno di Dio. Ovunque essi siano gridano allegramente all’unisono, poiché son tutti d’accordo e mantengono l’unità.
39. (a) In che modo è buono e piacevole che i fratelli dimorino insieme uniti? (b) Perché dovremmo magnificare Geova ed esaltare insieme il suo nome? (c) Come s’è egli rivendicato nella sua promessa relativa all’unità?
39 Come è meraviglioso e rincuorante per quelli che amano Dio e studiano questo moderno miracolo delle relazioni di Geova col suo popolo dedicato! “Ecco, quanto è buono e piacevole che i fratelli dimorino insieme uniti!” (Sal. 133:1) Non è solo piacevole a guardarsi. Questo dimorare insieme uniti è qualche cosa del massimo beneficio per questi fratelli spirituali che rende loro le cose piacevoli. Possiamo fare insieme l’odierna opera di Dio, rafforzandoci gli uni gli altri ed edificandoci gli uni gli altri, per rendere così sicuro il successo. Lo spirito del salmista Davide scende profondamente in noi, inducendoci a esclamare: “Oh magnificate con me Geova, ed esaltiamo insieme il suo nome”. (Sal. 34:3) Sì, magnifichiamolo insieme ed esaltiamo il suo degno nome, perché egli ha infranto la stretta del nemico e ci ha uniti insieme, costituendoci suoi uniti testimoni, suo gregge nell’ovile di sicurezza al comando di Cristo. Egli ha promesso l’unità di tutti gli uomini di buona volontà in questo mondo diviso, e a sua propria rivendicazione ne ha fatto una benedetta realtà che preserverà nel suo glorioso nuovo mondo.