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  • È il chiedere scusa indice di debolezza?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
w61 1/12 pp. 707-708

È il chiedere scusa indice di debolezza?

RIGUARDO al chiedere scusa vi sono nette differenze d’opinione. Alcuni lo considerano una debolezza, come lo scrittore che disse: “Nessuna persona assennata ha mai chiesto scusa”. Un altro scrittore esprime questo giudizio: “Chiedendo scusa si eleva tutto il tenore della propria esistenza”. Qual è l’atteggiamento cristiano riguardo al chiedere scusa?

Secondo il Vocabolario della Lingua Italiana di N. Zingarelli, chiedere scusa vuol dire domandare “perdono e oblio della colpa, del male o fastidio cagionato”.

Ma come considera Dio la questione di ammettere d’avere sbagliato, in quanto ai rapporti umani? La condotta giusta è quella che Dio approva.

Innanzi tutto, dovremmo ricordare che quando il cristiano invoca il perdono di Dio, in effetti, gli chiede scusa. Nei rapporti umani, i cristiani seguono la guida dei princìpi indicati da Gesù Cristo, che dichiarò: “Perciò, tutte le cose che volete che gli uomini facciano a voi, voi similmente dovete pure far loro”. (Matt. 7:12) Quando siamo stati offesi, come apprezziamo l’offensore che viene a farci le sue scuse! Veramente tali scuse ristabiliscono relazioni pacifiche! Spesso siamo verso la persona pentita più amichevoli di prima che facesse il torto o la violazione!

Comprendendo dunque qual è la regola d’azione che apprezziamo, non dovremmo noi mostrare la stessa benignità ad altri? È questione d’amore e di umiltà. Se amiamo il nostro prossimo, faremo a lui ciò che vogliamo sia fatto a noi. Se uno sbaglia, l’amore dovrebbe spingerlo a seguire la giusta condotta raccomandata da Gesù. Anche l’umiltà è necessaria. Ci vuole umiltà per chiedere scusa. La superbia è un ostacolo; la persona superba trova difficile o impossibile chiedere scusa, anche quando sa di avere sbagliato.

In altre scritture Gesù indicò come la giusta condotta da seguire è che l’offensore chieda scusa: “Se tuo fratello avrà peccato, riprendilo, e se si pente, perdonagli. E se anche peccasse sette volte al giorno contro di te, e sette volte al giorno si rivolga a te’ dicendo: ‘Mi pento’, tu gli devi perdonare”. (Luca 17:3, 4, Na) Quando uno ha sbagliato e si reca dal fratello offeso e gli chiede scusa, com’è indicato dalle parole “Mi pento”, egli dev’essere perdonato. Come l’offensore dovrebbe essere perdonato per amore e per mantenere la pace e l’unità nella congregazione cristiana, così per le stesse ragioni si dovrebbe chiedere scusa.

L’Altissimo Dio dà grande importanza alla pace e all’unità. Possiamo esser certi di ciò leggendo le parole di Gesù che si trovano in Matteo 5:23, 24 (Na): “Se dunque tu stai presentando la tua offerta all’altare ed ivi ti ricordi che il tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia la tua offerta lì davanti all’altare, e va’ prima a riconciliarti col tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta”.

Gesù si riferiva qui alla pratica giudaica di portare il sacrificio nel cortile del tempio, in attesa del momento in cui il sacerdote si sarebbe avvicinato per riceverlo. Chi portava il dono attendeva finché la sua offerta non fosse accettata, uccisa dal sacerdote e quindi presentata sull’altare del sacrificio. In questo solenne momento, in cui l’Israelita stava per chiedere la misericordia di Dio e cercare in quell’offerta un suggello del perdono divino, egli doveva accertarsi di essere in pace con i suoi fratelli. Se ricordava di avere offeso in qualche modo un fratello, che doveva fare? Doveva forse dire: ‘Appena avrò offerto questo dono a Dio andrò subito dal mio fratello e gli chiederò scusa’? No, prima di fare un altro passo, ancor prima di presentare l’offerta, doveva cercare la riconciliazione, benché dovesse lasciare il dono sull’altare senza offrirlo. Quindi Gesù indicò che il cristiano non può essere in pace con Dio, indipendentemente dal suo sacrificio, se non è in pace con i suoi fratelli.

Che cosa impara da questo il cristiano? Che per essere in pace con Dio dobbiamo essere in pace con i membri della sua visibile organizzazione, i fratelli cristiani. Perciò i rapporti del cristiano con i suoi fratelli cristiani rappresentano i suoi rapporti con l’Onnipotente Dio stesso. Prima di poter fare la pace con Dio, dobbiamo fare la pace con la sua organizzazione terrena. Perciò il consiglio di Gesù è molto chiaro: Siate in pace con l’organizzazione di Geova Dio e con i suoi membri, i fratelli cristiani. Per essere in pace con i propri fratelli, e quindi con Dio, si può a volte dover risolvere delle difficoltà; e per questo può esser necessario chiedere scusa.

Come si può dunque ritenere il chiedere scusa indice di debolezza? Non è possibile, se si ha lo spirito di Dio e si comprende che cosa esige Dio in quanto all’amore, all’umiltà, alla pace e all’unità.

Lungi dall’essere debolezza, il chiedere sinceramente scusa è una forza. La Parola di Dio dichiara: “Un fratello offeso è più di una città forte, e i dissensi sono come il chiavistello di un palazzo”. (Prov. 18:19, Na) Che cosa rimuoverà queste formidabili barriere che ostacolano la pace, l’unità e i rapporti amichevoli? La superbia e i suoi aspetti risolveranno la questione? No! Ma vi è qualcosa di abbastanza potente per abbattere le barriere e ristabilire i rapporti amichevoli, così forte come le sbarre di ferro di una fortezza, ed è il chiedere scusa!

Vi è anche implicata l’equità e la giustizia. Le scuse sincere mostrano rispetto per la giustizia. Come il sacrificio offerto a Dio non ha valore ai suoi occhi se non si è in pace con i propri fratelli, nello stesso modo il sacrificio non ha valore se non si pratica la giustizia. Dio ha stabilito la norma: “Praticare la giustizia e l’equità è cosa che l’Eterno preferisce ai sacrifizi”. (Prov. 21:3, VR) La persona che chiede scusa per lo sbaglio commesso mostra dovuto rispetto per la giustizia.

Contrariamente all’opinione di molti uomini del mondo, chiedere scusa non è indice di debolezza. È una forza che può abbatter barriere e mantenere l’unità. Indica che si pratica la giustizia. Il cuore colmo d’amore e umiltà trae beneficio dalla forza che deriva dal chiedere scusa.

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