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  • Che ci vuole per fare un cristiano?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
w62 1/1 p. 13

Che ci vuole per fare un cristiano?

MILIARDI di lire sono spese ogni anno per promuovere l’opera missionaria in paesi non cristiani. In remote parti del globo, migliaia di persone sono condotte al cristianesimo mediante benefici materiali che derivano da queste offerte. Ma sono tali convertiti veri cristiani? È retto il loro motivo di professare il cristianesimo quale loro religione? È abbastanza forte da sussistere in tempo di prova? Un avvenimento riportato dal Journal di Ottawa del 28 maggio 1960 risponde a queste domande.

In una lontana regione delle Isole Filippine un dottore missionario notò una volta uno sconsolatissimo Igorot che sedeva al lato della strada. Il povero nativo sembrava così completamente rovinato che il dottore si fermò per chiedergli che cosa aveva. L’uomo scoraggiatamente rispose che si sentiva molto male. Il dottore chiese perché. Quando Igorot disse che il vescovo sarebbe venuto il giorno successivo, il missionario lo rassicurò che il vescovo era un buon uomo e non avrebbe fatto del male a nessuno.

Il nativo prontamente acconsentì, dicendo con calore che il vescovo gli piaceva. “Allora”, disse il dottore, “che cosa c’è che non va?” “Quando fu qui l’ultima volta”, rispose, “mi diede un cappello e io divenni episcopaliano”. “Benissimo. È una buona religione”, assicurò il dottore.

Il nativo cominciò quindi a spiegare che un po’ dopo venne un sacerdote cattolico che gli diede un paio di pantaloni, ed egli divenne cattolico. “Bene”, disse il dottore, “anche il cattolicesimo è una buona religione”. Tristemente il nativo disse che il sacerdote se ne era ora andato via e il vescovo tornava, ed egli non voleva far dispiacere al vescovo. Il pover’uomo aveva un aspetto così triste mentre considerava il suo problema che il missionario gli chiese infine quale gruppo desiderava scegliere. “Io penso”, disse il nativo, “di ridare il cappello al vescovo e i pantaloni al sacerdote, e semplicemente essere di nuovo pagano”.

Questa può sembrare una storiella umoristica; comunque, pone in risalto questo triste fatto: molti hanno accettato il cristianesimo non perché in cuor loro lo apprezzassero, ma a causa della sua popolarità e dei benefici materiali che ne derivano. Questo avviene non solo nei paesi non cristiani ma anche nelle nazioni che professano il cristianesimo. Se si trovassero in una condizione simile, quanti cristiani d’oggi somiglierebbero al vecchio Igorot che desiderava restituire il cappello e i pantaloni per essere di nuovo pagano?

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