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  • La religione nell’Inghilterra del 17° secolo

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  • La religione nell’Inghilterra del 17° secolo
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
  • Sottotitoli
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  • PERSECUZIONE E INTOLLERANZA
  • LOTTA PER LA LIBERTÀ DI ADORAZIONE
  • IL PENDOLO DEGLI ATTEGGIAMENTI RELIGIOSI
  • RIFERIMENTI
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
w62 15/2 pp. 121-125

La religione nell’Inghilterra del 17º secolo

COME le onde di un mare in tempesta, che sono continuamente agitate e si abbassano e si sollevano, così la mutevole scena dell’Inghilterra del diciassettesimo secolo ci presenta una lotta religiosa che non è mai stata in seguito eguagliata. Le tempestose e opposte tendenze di pensieri e azioni contrastanti furono contrassegnate da rancori, persecuzioni e bigotteria.

Nei primi anni del regno di Giacomo I (1603-1625) in seguito alla decisione di fare una nuova traduzione della Bibbia fu prodotta la Versione Autorizzata del 1611, che divenne presto più popolare di ogni altra versione. Benché il popolo fosse contento di avere la Bibbia, la tolleranza verso i diversi credi fuori della Chiesa d’Inghilterra era limitata. Quando fu scoperta la Congiura delle polveri, la vigilanza si accrebbe ancor più. Sotto Carlo 1 (1625-1649) le rigide misure prese dal violento arcivescovo Laud contribuirono a far scoppiare la guerra civile, a far andare al potere presbiteriani e indipendenti e a rivolgere un’aperta sfida al diritto divino dei re. Maggior tolleranza fu mostrata da Oliver Cromwell e dal Commonwealth (1649-1660), benché fossero poste delle restrizioni sull’episcopato. Vi fu un rapido mutamento con la restaurazione della monarchia sotto Carlo II (1660-1685) e si abbatté sui puritani una grande ondata di persecuzione. Giacomo II (1685-1688) cercò di restaurare il cattolicesimo in modo così sistematico che perdette la corona a causa del timore che suscitò, e fu nuovamente mostrata tolleranza, questa volta in misura più grande di quanto vi fosse mai stata.

Nel succedersi di questi avvenimenti i puritani ebbero una parte preminente. Ma chi era in effetti il puritano? Gli scrittori definiscono questo nome in vari modi, alcuni considerano il puritano nient’altro che un oscuro fanatico, alcuni escludono quaccheri e presbiteriani, ma nel suo più ampio significato il nome incluse tutti i dissenzienti, coloro che non vollero conformarsi al modo di pensare anglicano. Dato dapprima in segno di scherno, il puritano andò ben presto superbo del suo nome.

PERSECUZIONE E INTOLLERANZA

Ci sarà forse difficile capire la vita del diciassettesimo secolo e come fosse possibile che coloro che si chiamavano cristiani potessero essere tanto bigotti e intolleranti. Ma allora la religione era tale, perché essi non erano veramente cristiani. “L’umanità non faceva parte del suo speciale insegnamento. Si deve proprio ammettere che allora la religione era associata con la ruota per la tortura, il palo, il paese in fiamme, il massacro di donne e bambini, l’odio che non si spegne mai, i mali che non possono mai essere vendicati”.1

Un esempio tipico di ciò si ebbe quando Bartolomeo, legato a Smithfield, Londra, fu messo al rogo semplicemente perché aveva rigettato la trinità e aveva parlato ad altri delle sue idee. Edward Wightman fu l’ultimo uomo ad esser bruciato sul rogo in Inghilterra, nel 1612, e questo suscitò un tale risentimento che il re decise che in futuro sarebbe stato meglio lasciar marcire silenziosamente gli eretici in prigione. Fra gli altri strumenti di tortura ve n’era uno fatto di legno in cui venivano rinchiuse la testa e le mani del colpevole. Principalmente dietro istigazione di Laud, tre uomini, Prynne, Burton e Bastwick, furono condannati a £ 5.000 (L. 8.680.000) di multa ciascuno e alla prigione a vita per aver distribuito dei libelli contro i vescovi. Dietro suggerimento del capo della giustizia, a Prynne si dovevano anche imprimere su ambedue le guance le lettere “S L”, che in inglese significano diffamatore sedizioso. Dinanzi a una folla in tumulto i tre disgraziati furono esposti nello strumento di legno e subirono il taglio delle orecchie. Questa non fu che una delle severe condanne emanate dal Tribunale della Camera stellata. Anche il suo rivale, il Tribunale ecclesiastico della Commissione Suprema, si rese colpevole di dispotiche crudeltà, facendo ripetutamente gettare in prigione degli uomini senza alcuna garanzia né processo. Durante tutto questo secolo i processi furono spesso processi da burla; erano chiamati dei falsi testimoni e spesso l’accusato non aveva nemmeno la possibilità di rispondere alle accuse fatte contro di lui, mentre erano pochi gli avvocati che si azzardavano ad assumerne la difesa.

Gli atti del parlamento erano usati come strumenti di persecuzione. L’Atto delle corporazioni del 1661 rimosse i magistrati puritani; gli Atti della conventicola proibirono le riunioni religiose non ortodosse. L’Atto delle cinque miglia proibiva ai ministri scacciati dai loro possedimenti di avvicinarsi oltre cinque miglia a qualunque città, e in tal modo eran tenuti lontani dai loro maggiori uditori. Anche l’essere assenti dalla chiesa stabilita poteva causare multe elevate, e le multe di coloro che non potevano pagare erano addossate ai puritani più ricchi. Un esempio di queste multe esorbitanti si ebbe nel 1673. A Sir George Maxwell di Newark, nel Renfrewshire, fu inflitta la seguente multa:

Per ogni sabato di assenza

dalla chiesa della parrocchia

per tre anni £ 31.200 L. 54.163.200

Per ogni partecipazione di sabato

alle conventicole 62.400 108.326.400

Per tre battesimi

“irregolari” 1.200 1.463.200

Totale £ 94.800 L. 163.952.800⁠2

Malgrado ciò, molti si riunivano in luoghi segreti, nei granai, nei posti usati per l’essiccazione del malto o del luppolo e nei boschi. Molte volte venivano fatte delle irruzioni in queste riunioni e le uccisioni immediate erano giustificate. Gli informatori grazie ai quali esse erano scoperte erano spesso uomini appartenenti ai più bassi ceti sociali, come criminali e vagabondi, ma i loro racconti erano ansiosamente ascoltati. Il commento dell’arcivescovo Sancroft cerca di giustificare l’impiego di tali uomini: “Dopo tutto, non si può costruire una nave senza usare del legname cattivo”.3

Altre punizioni prevedevano la vendita dei colpevoli alle colonie estere. La tragedia si abbatté su una nave che trasportava come schiavi nelle Barbados oltre duecento covenanters allorché una tempesta fece naufragare la nave a nord della Scozia. L’equipaggio inchiodò i boccaporti affinché non fuggissero e non raggiungessero la riva a nuoto, e la maggioranza di essi annegarono. L’imprigionamento era il metodo più comune, benché in una volta sola 12.000 quaccheri e altri dissenzienti affollassero i sudici quartieri infestati dalle malattie nelle varie parti del paese. Non è strano che molti considerassero giudizi di Dio prima la peste e quindi il grande incendio di Londra che devastarono la metropoli nel 1665 e nel 1666. I predicatori non conformisti non esitarono ad occupare i pulpiti lasciati vacanti dal clero che era fuggito spaventato da Londra.

LOTTA PER LA LIBERTÀ DI ADORAZIONE

Le severe limitazioni imposte sulle opinioni religiose del popolo condussero ad una lunga e strenua lotta per la libertà. Sia la stampa che il pulpito vennero a trovarsi sotto la censura. La corona controllava tutta la stampa per mezzo dell’arcivescovo di Canterbury e del vescovo di Londra e rese esecutiva l’ordinanza inerente alla stampa mediante la Camera stellata. Ogni spiraglio da cui il sentimento puritano avesse potuto manifestarsi fu chiuso. Per predicare era richiesta una licenza, e Laud compilò una lista di tutti gli ecclesiastici, contrassegnando con la lettera “O” (ortodosso) coloro che meritavano ulteriori privilegi e con la lettera “P” (puritano) coloro che dovevano essere attentamente sorvegliati. Laud pareva deciso a mettere in atto la minaccia del re Giacomo contro i puritani di farli “sparire dal paese”. Fu bandita l’importazione della letteratura calvinista dal Continente, e nel 1628 fu perfino proibito alle persone di trattare l’argomento del libero arbitrio e della predestinazione, una delle principali controversie di quel tempo. Un noto storico ecclesiastico commenta le condizioni dell’epoca: “La disciplina della chiesa tendeva ad influire su ogni aspetto della vita di una generazione poco adatta a sopportarla. Interferiva nel modo dell’individuo di condurre la sua famiglia, nei suoi affari, nei suoi divertimenti, ed anche nella sua vita e nei suoi doveri religiosi. Che c’è da meravigliarsi se essa divenne ugualmente odiosa alla persona immorale, alla persona incurante e a quella scrupolosa?”4

Nella loro lotta per la libertà molte persone biasimarono il potere dei vescovi. Una petizione sottoscritta con 15.000 firme mirava ad abolire così completamente l’episcopato che fu chiamata Petizione radicale. V’era la chiesa da una parte e i presbiteriani a capo dell’altra, e il parlamento cercò di metterli d’accordo, ma infine non riuscì ad evitare la guerra civile.

Tali restrizioni e tali azioni intolleranti diedero origine ad un vigoroso sviluppo del pensiero e della letteratura. Prigionieri nelle loro celle e dietro le porte sbarrate delle loro case, gli uomini pensavano e ripensavano ai problemi a cui andavano individualmente incontro. Parlavano quietamente con amici e vicini e si meravigliavano. Quando un intrepido predicatore esprimeva i loro pensieri lo acclamavano quale loro campione. Quindi George Fox divenne famoso in lungo e in largo, e presto il gruppo di quaccheri che lo seguirono ottennero il rispetto per la loro dottrina della libera coscienza, la “luce interna” che li guidava. Il quacchero sopportò ogni specie di ridicolo, rimanendo impassibile in tribunale quando dietro ordine del giudice il suo cappello fu riempito d’acqua e gli fu sbattuto in testa, con grande divertimento di tutti i presenti. Per ragioni di coscienza il quacchero non se lo tolse, benché rivoletti d’acqua gli scivolassero giù per il collo e gli solleticassero la spina dorsale.

Benché oggi sia ricordato principalmente per le sue poesie, John Milton capeggiò le file degli scrittori che diffusero trattati e opuscoli a favore della causa puritana. “Lasciate che la verità e la menzogna si combattano. Chi ha mai visto la verità sconfitta in un conflitto libero ed aperto?” era il motto di Milton. Ma l’opera più notevole di tutta la letteratura puritana fu indubbiamente il “Progresso del Pellegrino” di John Bunyan. Scritta nella prigione di Bedford, dove trascorse vent’anni per aver rifiutato di conformare la sua predicazione ai sistemi ortodossi, la storia del Pellegrino era la sua storia, un’esperienza di quell’epoca. Il più grande tesoro di Bunyan era la sua Bibbia, e fu questo libro a dare a tanti uomini la forza di combattere per la libertà. Perciò, quando nel 1960 fu trovata una Bibbia vecchia di trecent’anni in una parete di una villetta di Wrotham, nel Kent, essa fece vigorosamente rammentare quanto gli uomini apprezzassero la Bibbia allorché si trovavano di fronte a dura persecuzione religiosa.

IL PENDOLO DEGLI ATTEGGIAMENTI RELIGIOSI

Il secolo diciassettesimo fu caratterizzato da notevoli cambiamenti. Si andò da un estremo all’altro. Sotto l’arcivescovo Laud si poteva usare solo il Libro delle Preghiere, ma sotto Oliver Cromwell il Libro delle Preghiere fu proibito. Entrambe le parti, quando furono al potere, espulsero degli ecclesiastici dalle loro dimore. Nel 1604 il re Giacomo epurò circa 300 ecclesiastici, che furono chiamati i “fratelli silenziosi”. Nel 1643 fu la volta del clero anglicano, allorché 2.000 ecclesiastici perdettero i loro possedimenti, una faccenda seria a quei tempi per le famiglie. Verso il 1662 la chiesa anglicana ritornò al potere e 2.000 non conformisti furono destituiti con l’Atto di uniformità.

Anche la dichiarazione chiamata “Libro degli sport” ci aiuta a capire gli atteggiamenti religiosi. In base a questa i giochi domenicali erano permessi se si aveva assistito alle funzioni della chiesa. I puritani vi si opposero vigorosamente malgrado fosse inflitta una multa di dodici pence per ogni assenza dalla chiesa. Perfino le donne di servizio si rifiutarono di lavare i piatti la domenica.

Poi le condizioni mutarono e i puritani ottennero il sopravvento. Nel 1647 il parlamento abolì il Natale, la Pasqua, il giorno di Pentecoste e i giorni dei santi. Il motivo per cui questo avvenne indica quanto fosse intenso il desiderio di ritornare ai veri insegnamenti cristiani. Hugh Martin lo indica con queste parole: “Non dovremmo ignorare la verità della controversia puritana che molte tradizioni osservate in queste festività erano pagane anziché cristiane, benché pensiamo di poter imparare a volte anche dai pagani. Nelle Scritture questi giorni non sono confermati; non sono menzionati dai Padri apostolici, e molti dei primi scrittori cristiani come Crisostomo, lo storico Socrate e Origene ne biasimano grandemente l’osservanza. Vi sono molte prove indicanti che molte feste cristiane furono deliberatamente sostituite a feste pagane”.5

I mutevoli atteggiamenti influirono anche sulla posizione della tavola per la comunione. Doveva essere disposta per lungo da nord a sud, o da est a ovest? Laud sosteneva che doveva stare nella precedente posizione o posizione dell’altare. Ma alla caduta di Laud vi fu gran gioia quando i tavoli tornarono alla loro precedente posizione. La vendetta contro le azioni di Laud si manifestò con la distruzione di molte chiese, o “case col campanile”, com’erano chiamate. L’interno della cattedrale di Norwich fu ridotto in rovina e le canne dell’organo, i paramenti sacerdotali, i piviali, le cotte e i libri per le funzioni furono portati nella piazza del mercato per esser bruciati, mentre le folle trasformavano la cattedrale in una bettola.

Nel breve periodo che i presbiteriani furono al potere fu fatto il Patto e la Lega Solenne. Per contraccambiare l’aiuto militare dato dalla Scozia, il parlamento acconsentì a riformare la religione in Inghilterra e ad istituire un governo ecclesiastico presbiteriano. La famosa Assemblea di Westminster fu tenuta per stabilire tutti i particolari, ma in effetti si fece ben poco e il presbiterianesimo non divenne mai molto potente in Inghilterra. Furono invece gli indipendenti o nonconformisti che, specialmente nel periodo di Cromwell, gettarono delle basi che dovevano durare per secoli e assicurarsi la sopravvivenza.

Oliver Cromwell è ancor oggi una delle figure più controverse della storia inglese. Durante il suo dominio prevalse un atteggiamento di maggior tolleranza nei confronti delle diversità religiose. Cromwell pensava che tutte le sue azioni fossero governate da Dio, opinione condivisa da moltissime persone in quei giorni. A volte questo causava infelici dichiarazioni. Quando in Irlanda fu catturato Drogheda, Cromwell ordinò uno dei più spaventosi massacri, che giustificò dicendo: “Sono persuaso che questo sia un giusto giudizio di Dio su questi barbari sciagurati”.6 Descrivendo la battaglia di Dunbar, dove Cromwell si scontrò con i religiosi Scozzesi, Winston Churchill osserva con perspicacia: “Ambedue le parti invocarono fiduciosamente Geova; e l’Altissimo, non trovando molta differenza fra loro in quanto a fede e zelo, deve aver lasciato prevalere solo i fattori militari”.7

Con la restaurazione della monarchia la chiesa anglicana riprese a dominare e in molte parti ricominciò un’intensa persecuzione contro i puritani. Ma ora i dissidenti erano più forti, ed avevano idee e mire più sicure. Alla morte di Carlo II il pendolo oscillò rapidamente dall’altra parte, poiché Giacomo affidò incarichi ovunque a dei cattolici romani. Nel tentativo di vincere i dissidenti per i suoi propri scopi li sospinse verso il campo anglicano. I suoi disegni erano troppo evidenti e fuggì in Francia quando Guglielmo d’Orange fu invitato a sbarcare in Inghilterra.

Guglielmo non avrebbe acconsentito a regnare senza libertà d’adorazione. Nel 1689 l’Atto di tolleranza pose fine a molte sofferenze subìte per motivi di coscienza nelle questioni religiose, benché casi isolati, come il massacro di Glencoe avvenuto tre anni dopo, rivelassero ancora molto odio e rancore.

Mai una volta nel diciassettesimo secolo il pendolo oscillò verso un modo d’agire, da parte del governo e del popolo, veramente cristiano. Fu un’epoca caratterizzata dalla paura, dalla bigotteria, dalla persecuzione, dalla corruzione e dal favoritismo. L’unione della chiesa e dello stato contribuì a porre grandi limitazioni sulla libertà di molti e a far emanare una legge dopo l’altra per mettere in difficoltà i dissidenti. Tale pagina della storia può essere d’ammonimento oggi; seguire questa condotta vorrebbe dire rigettare il saggio consiglio dato dall’apostolo diciannove secoli fa: “Il frutto dello Spirito, invece, è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza; contro tali cose non c’è legge”. — Gal. 5:22, 23, VR.

RIFERIMENTI

1 England Under the Stuarts, di G. M. Trevelyan, pagina 28.

2 The Scottish Covenanters, di J. Barr, pagina 98.

3 A Collection of the Sufferings of the People Called Quakers, di J. Besse, 1753, I Volume, pagina 460.

4 The Church and the Puritans, di H. O. Wakeman, pagina 133.

5 Puritanism and Richard Baxter, di H. Martin, pagina 111.

6 Cromwell’s Letters and Speeches, di T. Carlyle, Lettera 98, 17 settembre 1949.

7 A History of the English-speaking Peoples, di W. S. Churchill, II Volume, pagina 235.

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