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  • ‘Il più piccolo divenne un migliaio’
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1963
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  • IL PRIMO VIAGGIO IN AFRICA
  • METODI D’INSEGNAMENTO
  • RITORNO NELLE INDIE OCCIDENTALI
  • Lo chiamavano “Brown della Bibbia”
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2014
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2019
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1963
w63 1/12 pp. 729-733

‘Il più piccolo divenne un migliaio’

Narrato da W. R. BROWN

NELL’AUTUNNO del 1960 la colonia britannica della Nigeria otteneva l’indipendenza. Nel preparare tale evento, il dott. Nnamdi Azikiwe, il governatore generale, disse al suo consiglio di ministri: “Ora che tutti i capi di religione sono stati invitati, che ne dite del capo o rappresentante dei testimoni di Geova?” Alcuni componenti del consiglio di ministri, che comprendeva i capi religiosi, si opposero per il fatto che i testimoni di Geova si astengono dalla politica e perciò non aiutano il governo. Il dott. Azikiwe, che conoscevo da molti anni, rispose: “Se tutte le denominazioni religiose fossero come i testimoni di Geova, non avremmo omicidi né rapine né delinquenza né detenuti né bombe atomiche. Le porte non sarebbero chiuse a chiave né di giorno né di notte”. Tutto il consiglio dei ministri tacque. Allora il governatore concluse: “Invitate il sig. Brown a rappresentare i testimoni di Geova”.

Questo spiegava il cablogramma che ricevetti a Trinidad verso la fine del 1959, che m’invitava, insieme a mia moglie, a rivisitare la Nigeria, completamente spesato. Accettammo volentieri. Il settembre successivo, dopo aver sostato a New York e a Londra, atterrammo all’aereoporto di Ikeja nella Nigeria, dove c’era ad accoglierci un funzionario. “Quel nuovo Chevrolet è vostro”, egli disse, “per condurvi ovunque desideriate andare nella Nigeria, fino alla vostra partenza. Quest’uomo è il vostro autista”. Ci dirigemmo alla residenza del governatore, dove il dott. Azikiwe ci venne incontro. Egli aveva disposto di cederci, durante la nostra visita, la sua camera da letto.

Pochi giorni dopo, alcuni uomini altolocati e le loro mogli vennero a pranzo. Tra loro v’era il rappresentante della regina, lord Perth, e l’ex governatore di Giamaica e Nigeria, sir Arthur Richards. Il dott. Azikiwe ci chiamò a tavola, dove tutti erano già seduti, eccetto io e mia moglie. “Conosco il signore e la signora Brown da circa trent’anni”, disse il dott. Azikiwe, “ed essi hanno grandemente contribuito all’educazione spirituale del nostro popolo in Nigeria. Pertanto, il signor Brown sieda a capotavola e la signora Brown sieda all’altro capo”.

Senz’ombra di dubbio, il governatore generale della Nigeria apprezzava la nostra opera di testimoni di Geova. Ma posso ricordare l’epoca in cui la nostra opera era sconosciuta, non solo nella Nigeria, ma anche nel resto dell’Africa Occidentale. Per questa ragione, il giudice Rutherford, presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, mi aveva invitato a lasciare le Isole dei Caraibi insieme alla mia famigliola e ad attraversare l’Atlantico per recarmi sulle coste occidentali dell’Africa. Fu un piacere accettare quell’incarico.

IL PRIMO VIAGGIO IN AFRICA

Nell’aprile del 1923, giunsi insieme a mia moglie e a mio figlio a Freetown, nella Sierra Leone. In quei giorni non eravamo ospiti di nessun governo. Anzi, non sapevamo esattamente dove avremmo soggiornato. Domandai a uno del luogo: “Vi sono alberghi?” Egli rispose. “Due. Uno gestito da un uomo bianco, e l’altro da una signora locale. Vedete quell’edificio di tre piani? Andate là e sarete alloggiati”. E fummo alloggiati in una stanza pulita e fresca.

Mediante giornali e volantini annunciai una serie di discorsi alla Wilberforce Memorial Hall. Il mio primo soggetto fu “Gli spiriti in prigione: chi sono? Perché vi si trovano? E come predicò loro Gesù?” La città incuriosita desiderava sapere da dove veniva questo Brown e che cosa aveva da dire. L’ampia sala era gremita e centinaia vennero rimandati indietro. Sei sacerdoti con la tonaca si unirono agli intervenuti nell’applaudire, mentre era spiegato un punto dopo l’altro. La folla se ne andò soddisfatta delle spiegazioni, e potete immaginare la mia gioia. Il soggetto del discorso della domenica successiva li fece parlare e pensare. “Avete udito l’ultima?” essi dicevano, “Potete andare all’inferno e ritornare!”

La domenica vi fu un altro numeroso uditorio ad ascoltare il discorso: “All’inferno e ritorno. Chi c’è?” L’uditorio applaudì di nuovo gli argomenti biblici, e come risultato del discorso molti eminenti membri della chiesa diedero le dimissioni e si associarono all’organizzazione di Geova. Gli ecclesiastici videro ciò che avveniva e cominciarono ad attaccarmi pubblicamente sui giornali.

Poiché l’attacco sui giornali fallì, essi ottennero un grande locale chiamato la Chiesa di Buxton e definendosi “Gladiatori”, tennero una serie di sei conferenze serali. L’avvocato che avevano scelto come loro presidente, al termine della serie di discorsi, disse loro che non erano riusciti ad abbattere il “Russellismo”, come lo chiamavano. Mediante il quotidiano, sfidai i sei “Gladiatori” a un pubblico dibattito su differenti soggetti per due ore ogni sera. Essi rifiutarono e rimproverarono l’editore del giornale per aver stampato la mia sfida senza averli consultati. Dopo di ciò, divenne molto più facile testimoniare a Freetown.

Da parte mia seguirono ulteriore predicazione e discorsi, e Geova diede l’aumento, mentre s’espandeva la congregazione di Freetown. Nel 1927 visitai Bathurst, nel Gambia, e diedi anche testimonianza in Liberia, alla Camera dei Deputati, distribuendo molte pubblicazioni bibliche. Ebbi anche il privilegio di visitare il Ghana e la Nigeria, portando l’automobile con l’altoparlante. Nella Nigeria il clero si allarmò per la mia intrepida proclamazione e cercò di fermarmi.

A quell’epoca, la gente aveva poco riguardo per ciò che chiamava “la religione dell’uomo bianco”. Era appropriato che parlassi nella Glover Memorial Hall sul fallimento della religione della cristianità. Di conseguenza, annunciai il discorso mediante i tre giornali principali. Un editore cattolico sottopose il mio articolo al dott. Moses Da Rocha, che scrisse una lettera che venne poi pubblicata accanto al mio annuncio. Egli sollecitava il governo della Nigeria a proibire le mie adunanze o almeno a mandare alcuni agenti per evitare disordini. Si rivolse ai vari capi religiosi di Lagos affinché mandassero i loro più abili rappresentanti alla mia adunanza per frantumare le “mie tesi eretiche”. Intervennero agenti e molti rappresentanti delle chiese.

L’uditorio interruppe parecchie volte con applausi il discorso in cui smascheravo la cristianità. Quando fu iniziata la sessione delle domande, il figlio di un pastore anglicano fece due domande, che vennero soddisfatte, e mentre stava per farne una terza io gli dissi: “Si segga, per favore, e permetta agli altri di rivolgere domande”. Vennero fatte altre domande alle quali fu data una risposta che soddisfece l’uditorio. Conclusi l’adunanza, offrendo il libro Liberazione con la copertina di carta per una modesta contribuzione. Essi vuotarono le scatole dei libri che avevamo portato alla sala e quella sera vennero anche a casa mia per ottenerne altri. Quando verificammo il deposito, riscontrammo che essi avevano preso 3.900 libri! Li distribuirono per lungo e per largo tra i loro vicini. Fu un giorno felice nel servizio missionario.

METODI D’INSEGNAMENTO

Quando facevo discorsi, usavo sempre proiezioni luminose, che mi permettevano di proiettare i versetti delle Scritture sullo schermo, e poi li spiegavo. Le persone acquistarono maggiore intendimento delle Scritture con questo mezzo e scrissero molte lettere alla Società chiedendo Bibbie. Ecco perché mi chiamarono “Brown della Bibbia”, soprannome divenuto familiare a molti sulla costa occidentale dell’Africa.

Quando entravo in un villaggio con la mia automobile, munita di altoparlante, mi recavo dal capo e lo invitavo ad esser presente al discorso, che si sarebbe tenuto di fronte alla sua residenza. Non di rado il capo mandava un uomo col campanello in giro per il villaggio ad annunciare il discorso. I sudditi del capo stendevano un grande tappeto per lui con sopra una sedia. Ivi si sedeva ed un uomo gli reggeva l’ombrello e talvolta un altro uomo, con un grande ventaglio di piume di struzzo, gli faceva vento. Migliaia assistevano e applaudivano i punti biblici con entusiasmo.

In diverse occasioni andai in automobile da Freetown al Ghana, dove diedi testimonianza, pronunciai discorsi e proiettai il Fotodramma della Creazione della Società. Ad Accra, ottenni il più grande teatro della città per il discorso. “Tutte le nazioni si avviano ad Armaghedon — Milioni di uomini ora viventi non morranno mai”. Centinaia di persone dovettero rimanere fuori in piedi ad ascoltare, ed i giornali scrissero buoni articoli. Ma il “Concilio cristiano” del Ghana fece obiezione al mio severo discorso e come risultato il governo mi dichiarò immigrante indesiderato. Passarono due anni e successe un nuovo governatore. I fratelli presentarono una petizione che chiedeva di concedermi il permesso di visitare il Ghana. Migliaia di persone la sottoscrissero e fu presentata alle autorità. Il permesso fu dato! Immaginate quanto fui felice di vedere i miei figli nel Signore e assistere all’assemblea nel Ghana. — 3 Giov. 4.

Nei venticinque anni che fui servitore di filiale nell’Africa Occidentale non mi sentii mai a mio agio seduto in ufficio neanche per poco tempo. Regolavo il mio tempo in maniera da poter uscire con l’automobile munita di altoparlante per proclamare oralmente e mediante pubblicazioni la buona notizia. Durante quegli anni, le lettere del fratello Rutherford furono per me ristoratrici ed edificanti.

Nel 1930 ci stabilimmo in Nigeria. Dal 1931 al 1938 vi furono organizzate quattordici congregazioni, e nel 1947 il numero era salito a 165. Quando ponevo le fondamenta in un nuovo territorio, agivo da servitore di congregazione, di circoscrizione e di distretto, benché allora questi incarichi fossero chiamati diversamente. Avevamo assemblee due volte l’anno in cinque o sei località diverse ed io assistevo a tutte, e alcuni giorni percorrevo in macchina oltre 600 chilometri per giungere alla successiva assemblea. I presenti variavano da 65 a più di 2.400. Durante i difficili anni della seconda guerra mondiale, i fratelli non infiacchirono le loro mani. La filiale dell’Africa Occidentale tradusse molti libri e opuscoli nelle lingue locali.

Nel 1947 la Società fu in grado di mandarci dieci diplomati della scuola Torre di Guardia di Galaad. Tre furono assegnati alla Sierra Leone, due alla Liberia, due al Ghana e tre alla Nigeria. Ero prossimo ai settant’anni d’età, ed ero contento che Geova avesse provveduto mani volenterose per continuare l’opera. Pochi mesi dopo che i missionari di Galaad si erano addossati il peso delle responsabilità della filiale, giunse il presidente della Società, fratello Knorr, col suo segretario, fratello Henschel. Fu una gioiosa adunanza.

RITORNO NELLE INDIE OCCIDENTALI

Fino al 1950 io e la sorella Brown rimanemmo nell’Africa Occidentale e fu allora che decidemmo di tornare nelle Indie Occidentali. Un membro del Consiglio Legislativo, che era anche editore di uno dei principali giornali, pensò che la nostra partenza fosse degna d’essere annunciata. Scrisse un articolo nel Daily Times intitolato: “BROWN DELLA BIBBIA DICE ARRIVEDERCI, NON ADDIO”. L’editore raccontò la storia dei miei ventisette anni nell’Africa Occidentale come oratore biblico controverso e commentò: “Oggi Brown della ‘Bibbia’ è diventato un’istituzione ed è l’amico di tutti, giovani e vecchi, Europei, Africani e Libanesi, anche di coloro che non erano d’accordo con lui e odiavano la sua propaganda religiosa. . . . Lagos sentirà la mancanza della figura familiare di Brown della ‘Bibbia’ e tutti i suoi amici augurano a lui e alla signora Brown buona fortuna nelle Isole dei Caraibi”. Particolarmente commovente fu la lettera d’addio che ricevetti dai fratelli della Nigeria. Diceva in parte: “Sì, non sono parole vuote, ‘un uomo è divenuto un migliaio’, ma fatti innegabili mostrano che al tuo arrivo nell’Africa Occidentale non v’era un solo testimone di Geova. Ma quando cominciasti a predicare ce ne fu uno e nel 1928 si ebbe un aumento da uno a sette. Ma non ci si fermò, poiché da sette si passò alla formazione di [congregazioni]. Ne seguì la creazione della filiale e attualmente, sulla costa Occidentale dell’Africa, ve ne sono diecimila che portano questo nome onorevole, testimoni di Geova. . . . con le lagrime agli occhi, diciamo addio a te e alla tua famiglia”.

Sulla via del ritorno a Trinidad avemmo il privilegio di assistere all’assemblea internazionale del 1950 allo Yankee Stadium di New York. Ristorati, proseguimmo per Trinidad e più tardi per la Giamaica, dove sono attivamente impegnato nel ministero continuo. Ma a causa dell’età avanzata e della cattiva salute non posso raggiungere le ore di pioniere. Lo desidererei; amo il servizio di pioniere. È uno dei più alti privilegi che possano essere offerti a una creatura umana, quella di essere ambasciatore di Geova!

Secondo l’Annuario dei testimoni di Geova (inglese) 1962, vi erano in Nigeria 35.729 Testimoni, nel Ghana 8.662 e centinaia di altri nelle immediate vicinanze. Essere stati usati dal Signore per piantare il seme e vedere come Geova lo ha fatto crescere ci richiama alla mente le parole di Paolo in Romani 15:17-21. Che gioia vedere uomini e donne che ubbidiscono alla buona notizia del regno di Dio. Ripensando con apprezzamento alla meravigliosa vita trascorsa al servizio di Geova, cinquantatré anni come ministro pioniere, sono grato a Geova di aver udito la verità dall’oratore della Torre di Guardia che parlava per la strada di Panama. A quell’epoca si guadagnava oro lavorando nel Canale, ma la verità significava per me molto più del denaro. Frequentando gli studi biblici imparai qual era il proposito di Dio per l’uomo. Deciso a dirlo ad altri, affittai locali e pronunciai discorsi. Quando la rivista La Torre di Guardia chiese dei colportori, risposi e non mi sono mai pentito.

Nel 1920 io e mia moglie ci sposammo, ma c’era del lavoro da fare. Due giorni dopo il matrimonio lasciammo Trinidad per Montserrat col Fotodramma della Creazione. Testimoniammo a Dominica, Barbados e Granada, poi tornammo a Trinidad. Fu una gioiosa luna di miele al servizio di Geova.

Nel 1922 scrissi al fratello Rutherford, presidente della Società, informandolo che con l’aiuto di Geova avevo dato testimonianza nella maggioranza delle Isole dei Caraibi e avevo fatto discepoli in molte. Dovevo ritornarvi ancora? Dopo non molti giorni giunse la risposta: ‘Vai con tua moglie e tuo figlio nella Sierra Leone, nell’Africa Occidentale’. Immaginate la mia gioia, andare tra un popolo che non aveva mai udito la buona notizia!

La gioia mi riempie ancora il cuore quando vedo sempre più persone di buona volontà affluire nell’organizzazione di Geova Dio su entrambe le coste dell’Atlantico. Non posso dire quanti ancora vi affluiranno prima che l’opera termini. Ma so che il Padre celeste ha certamente mantenuto la sua promessa fatta mediante Isaia: “Il più piccolo diventerà un migliaio; il minimo, una nazione potente. Io, l’Eterno, affretterò le cose a suo tempo”. — Isa. 60:22, VR.

[Immagine di W. R. Brown a pagina 729]

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