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  • “In luoghi dilettevoli” con l’organizzazione di Geova
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
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  • SI ALZA IL SIPARIO
  • BENEDIZIONI NEL SERVIZIO DELLA BETEL
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    Ministero del Regno 1974
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
w64 15/3 pp. 184-186

“In luoghi dilettevoli” con l’organizzazione di Geova

Narrato da Ewart Chitty

COME si può avere il giusto punto di vista su importanti questioni e problemi, per prendere giuste decisioni? Ho riscontrato che ciò è possibile dando ascolto alla parola stampata dell’organizzazione di Geova, che dirige le persone in armonia con le Scritture. Posso dire sinceramente che questo è stato il mezzo pratico che ha ripetutamente impedito al sipario di cadere pesantemente su di me, ma esso si è alzato sempre più permettendomi di avere vedute più belle delle verità e del servizio del Regno.

SI ALZA IL SIPARIO

Nel 1912 mia madre cominciò a capire la verità di Dio, e ricordo che cercò di suscitare il mio interesse per le cose spirituali. Ma avevo quattordici anni ed esse non mi interessavano, tuttavia mi resi conto che ella aveva trovato qualcosa che significava tutto per lei. Due anni dopo cominciò la prima guerra mondiale, e non molto tempo dopo i giovani inglesi dovettero cominciare a prendere la vita seriamente. Insieme a un fratello più anziano e a un giovane amico ascoltai alcuni discorsi pronunciati dagli Studenti Biblici, com’erano allora chiamati i testimoni di Geova. Accettammo tutti l’intendimento delle verità fondamentali della Bibbia che allora erano insegnate. Per quanto riguarda il mio punto di vista, si poteva dire che il sipario cominciava ad alzarsi.

Era sorto, naturalmente, il problema della dedicazione. Sapevo che significava dare tutta la mia vita a Dio per fare la sua volontà, sapevo che era un privilegio e che dovevo fare questo passo. Ma comprendevo anche che, una volta fatto questo passo, non potevo più tornare indietro. Che cosa mi aiutò e mi spinse a prendere la decisione?

Fu l’organizzazione a provvedere l’aiuto necessario, l’organizzazione di Geova. A quell’epoca lavoravo in un grande ufficio di assicurazioni, e andavo e venivo con la metropolitana. Ero giovane e avevo la vista buona, e leggevo molto durante i viaggi. Ricordo molto bene che una mattina leggevo nel III Volume degli Studi sulle Scritture in merito all’urgenza di prendere la desiderata decisione. Potrei trovare la pagina ora, sì, proprio la pagina 225, dove dice: “Se qualcuno di recente ha acquistato conoscenza e ama il nostro Signore, e desidera servire lui e la sua verità, non si scoraggi. . . . Se vedete aperta dinanzi a voi la ‘porta’ dell’opportunità per il sacrificio e il servizio, entrate. Ma entrate senza indugiare”.

Questo decise per me. Era il momento buono. Senza esagerazione, fu come se si fosse alzato il sipario su una nuova vita. Fu un momento di sublime felicità, e fui grato a Geova che aveva provveduto mediante le pubblicazioni della Società Torre di Guardia proprio la parola di incoraggiamento di cui avevo bisogno. Metto in risalto questo momento della mia storia perché è molto importante. So che lo è. Non solo nella mia vita, ma nella vita di molti altri che conosco personalmente, posso vedere che l’aver dato ascolto alla voce dell’organizzazione di Geova è stato spesso il fattore che ha indicato la condotta da seguire. È stata la prova decisiva. La voce dell’organizzazione di Dio che si ode di continuo può essere una prova e può anche indicare come si deve servire Geova, fornendo una guida particolareggiata e incoraggiamento e ammonimento. Questa può essere una penetrante prova per stabilire se diamo importanza al nostro io e quanta importanza vi diamo.

Fu la voce dell’organizzazione che mi fece prendere la successiva grande decisione della mia vita. Ad un’adunanza di congregazione fummo incoraggiati a partecipare più pienamente al servizio di Geova e, se ci interessava, potevamo chiedere informazioni al riguardo. Decisi di fare così e, come risultato, fui invitato alla Betel, la filiale della Società Torre di Guardia a Londra. Lo stesso anno 1921 accettai l’invito con gioia. Mi fecero lavorare nell’ufficio.

BENEDIZIONI NEL SERVIZIO DELLA BETEL

Non abbiate l’impressione che la vita della Betel sia monotona. V’è una regolarità, un programma di lavoro e di pasti, osservati e stabiliti più scrupolosamente di quanto non si faccia in genere nella maggioranza delle case. Tuttavia, uno si abitua subito a questo ed io ho riscontrato in ciò un gran vantaggio, sia riguardo alla salute che al portare a termine il lavoro. Servire Geova alla Betel significa servire “in luoghi dilettevoli” con la sua organizzazione a motivo delle numerose benedizioni. — Sal. 16:6, VR.

Un grande vantaggio nella vita della Betel è l’istruzione e l’ammaestramento che essa offre. È stato sempre vero che alla Betel si ricevono i più diretti ed edificanti consigli e il buon esempio che aiutano tanto ad essere preparati per il ministero in tutti i suoi aspetti. Come per molti altri membri della famiglia Betel, questo mi diede l’opportunità di visitare e servire varie congregazioni in certi giorni di fine settimana, e di partecipare anche a varie assemblee e congressi, incluse le tre grandi assemblee internazionali nella città di New York nel 1950, 1953 e 1958.

Un altro vantaggio del servizio alla Betel è il beneficio e il piacere di visitare varie congregazioni. Ciò significa generalmente stare nelle case dei fratelli, ricevere la loro ospitalità e piacevole compagnia, conoscerli veramente bene e farsi durevoli amici. È proprio come disse Gesù: “E chiunque avrà lasciato case o fratelli o sorelle o padre o madre o figli o campi per amor del mio nome riceverà molte volte tanto ed erediterà la vita eterna”. — Matt. 19:29.

Inoltre, nella Betel v’è l’opportunità di stringere vere amicizie. Forse alcuni, come me, hanno quella che è considerata la comune riservatezza inglese e non è sempre facile far conoscenza con tali persone, ma posso dire decisamente che, stando nelle case dei fratelli, o in una casa Betel con una simile disposizione organizzativa, sono possibili relazioni che, oltre ad essere piacevolissime, possono dimostrarsi una fonte di forza, ed aiutare la persona a conservare un buon equilibrio in tempi difficili.

Poi vi è la questione del proprio punto di vista. Ricordo benissimo il punto di vista che avevo negli anni prima di andare alla Betel, comune, penso, a molti altri. Quando andai alla Betel cominciai una vita più libera e più completa, e imparai ad essere contento e felice avendo molto da fare nel servizio continuo. Sapevamo che dovevamo “Annunciare il Re e il Regno”, ma non avevamo idea della meravigliosa opera d’istruzione e di radunamento di una “grande folla” di “altre pecore” prima di Armaghedon; no, non era nemmeno stato identificato chiaramente questo gruppo. Gradualmente, comunque, il sipario si alzava, rivelando un orizzonte sempre più vasto. Come avvenne ciò?

Ripensandoci, posso vedere che ogni volta ciò è avvenuto per mezzo dell’organizzazione, l’organizzata classe dello “schiavo fedele e discreto”, costituito su tutti i beni del Signore. (Matt. 24:45-47) Attendevo sempre con ansia le assemblee, perché in tali occasioni veniva data invariabilmente ulteriore luce, o si dava inizio a un’altra attività del servizio del Regno, sempre basata sulle Scritture.

Una delle più importanti occasioni in cui la voce dell’organizzazione ebbe tanto significato per me fu durante gli oscuri anni della seconda guerra mondiale. Umanamente parlando, vivere a Londra era una spaventosa esperienza. Non sapevamo quanto sarebbe durata né che cosa sarebbe successo. Nel periodo della crescente inquietudine che precedette lo scoppio della guerra, con la tonante voce di Hitler trasmessa ad intervalli alla radio, la nostra disposizione verso la gente nel servizio di casa in casa era che quella poteva essere l’ultima volta che facevamo il giro del territorio e che le persone dovevano decidere se volevano essere “pecore” o “capri”.

Sì, umanamente parlando, sentivo che il futuro era oscuro e incerto. Sarebbe finita in Armaghedon? Poi, mentre la guerra era ancora in corso, ci giunse notizia che la Società progettava di stabilire nel “Podere del Regno” nello stato di New York una scuola di addestramento per missionari da mandare in territori esteri. Questo fu molto significativo per me. Era la voce della speranza e della promessa dell’organizzazione di Geova indicante ciò che doveva avvenire. Era un improvviso alzarsi del sipario.

Così, in senso simbolico e spirituale, si era alzato il sipario e questo mi permetteva di avere una parte nel paradiso spirituale riconquistato, predetto in Isaia 55:12 (VR): “Partirete con gioia, e sarete ricondotti in pace; i monti e i colli daranno in gridi di gioia dinanzi a voi, e tutti gli alberi della campagna batteranno le mani”. Che piacevole condizione!

Questo paradiso spirituale è stato reso manifesto in modi tangibili. Se nel 1919 o nel 1920 mi avessero detto che nello spazio di quarant’anni sarei vissuto e avrei servito in una bella e spaziosa nuova casa Betel, avrei riso come Abraamo e Sara quando fu loro annunciato ciò che sembrava impossibile. (Gen. 17:17; 18:12) Lavoro ancora nell’ufficio, ma che ufficio! Abbiamo un grande ufficio con finestre lungo tutto un lato che permettono di vedere un bel tratto di cielo e gli alberi, con un grande, vecchio cedro vicino. Che piacevole luogo in cui lavorare! Come mi disse non molto tempo fa il fratello Hoffmann, nostro servitore di zona: “È come vivere in un paradiso restaurato”.

Poi ho avuto anche il medesimo amico e compagno di camera negli scorsi trent’anni o più, il fratello Edgar Clay, di cui forse avete già letto la storia; ma ora siamo in una bella stanza, una meravigliosa dimora con una piacevole veduta a sud, ed un’altra finestra da cui si vedono prati in pendenza e alberi e il sole che tramonta in tutta la sua gloria.

Poiché ho dato ascolto alla voce dell’organizzazione di Dio, posso dire, insieme a migliaia di miei fratelli cristiani, che, con le parole del salmista Davide, “la sorte è caduta per me in luoghi dilettevoli”. — Sal. 16:6, VR.

“Meglio poco col timor dell’Eterno, che gran tesoro con turbolenza. Meglio un piatto d’erbe, dov’è l’amore, che un bove ingrassato, dov’è l’odio”. — Prov. 15:16, 17, VR.

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