Domande dai lettori
● Come dobbiamo capire Geremia 51:39, 57 dov’è detto che i Babilonesi dormono “di un sonno di durata indefinita, da cui non si sveglieranno mai”? Non significa questo che non saranno mai risuscitati?
Geremia capitolo 51 contiene una prefigurazione profetica della caduta di Babilonia. In essa Geova fa conoscere che avrebbe suscitato le nazioni circonvicine per infrangere la potenza di Babilonia. Nel corso di questa profezia, i versetti 39 e 57 dicono: “‘Quando si saranno riscaldati preparerò i loro banchetti e di sicuro li farò inebriare, onde esultino; e dovranno dormire di un sonno di durata indefinita, da cui non si sveglieranno mai’, è l’espressione di Geova. ‘E per certo farò inebriare i suoi principi e i suoi saggi, i suoi governatori e i suoi governanti delegati e i suoi uomini potenti, e devono dormire di un sonno di durata indefinita, da cui non si sveglieranno’, è l’espressione del Re, il cui nome è Geova degli eserciti”.
Proprio la notte della caduta di Babilonia nelle mani dei Medi e dei Persiani, il re Baldassarre tenne un sontuoso convito per mille dei suoi grandi, dove si bevve molto. Ma prima che la notte terminasse i soldati nemici si impadronirono della città, “Baldassarre il re caldeo fu ucciso”, e molti di quelli che erano accanto al re e altri presi nelle strade furono trucidati. (Dan. 5:14, 30) Non si addormentarono semplicemente come l’ubriaco che il giorno dopo si sveglia; il loro era “un sonno di durata indefinita” perché erano morti.
Subirono gli effetti non semplicemente del vino letterale, ma del simbolico “calice di vino di furore” di Geova Dio, che avevano sfidato. La spada della guerra che era fra loro li fece vacillare come degli ubriachi, e alcuni, uccisi di spada, avrebbero dormito “di un sonno di durata indefinita”, da cui nessun uomo poteva svegliarli. — Ger. 25:15, 16, 26.
Significa questo che nessuno di loro sarà risuscitato per essere incluso tra “i morti, grandi e piccoli”, che l’apostolo Giovanni vide profeticamente in piedi dinanzi al trono di giudizio? (Riv. 20:12, 13) Evidentemente non vuol dir questo. Baldassarre fu l’ultimo di quella dinastia di re. Fu trucidato la notte che fu presa Babilonia e cadde “in un sonno di durata indefinita” da cui non si è ancora svegliato non perché fosse ubriaco di vino, i cui effetti si possono smaltire col sonno, ma perché fu ucciso. E quindi egli è evidentemente incluso fra coloro che sono nello Sceol. Se questo può dirsi di lui, sembra ragionevole pensare la stessa cosa degli altri Babilonesi che perirono a quel tempo. Quanto durerà ancora il loro “sonno di durata indefinita” prima che la potenza di Dio li desti dalla morte sotto il regno messianico, non lo sappiamo. Da soli non possono svegliarsi. — Confronta Giobbe 14:10-12, 19-22.