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  • I figli che cosa devono ai genitori?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
w68 15/8 pp. 488-491

I figli che cosa devono ai genitori?

OGNI bambino è in debito dal momento che comincia a respirare. È in debito verso i genitori che sono responsabili di averlo fatto vivere, e tale debito aumenta ogni anno che passa mentre essi gli danno da mangiare, lo vestono, lo educano e ne hanno cura. Alcuni figli mostrano apprezzamento dando ai genitori ciò che devono loro, ma moltissimi no.

Nella Bibbia, in Proverbi 30:11, è dichiarata una verità che si addice a moltissimi figli del nostro tempo. Dice: “C’è una generazione che invoca il male persino su suo padre e che non benedice nemmeno sua madre”. In un altro luogo la Bibbia predisse che negli “ultimi giorni” i giovani sarebbero stati disubbidienti ai genitori e senza affezione naturale. (2 Tim. 3:1-4) Oggi vediamo ciò che fu predetto. Ci sono giovani che maledicono i genitori in accessi d’ira. Alcuni li hanno persino uccisi. Più generalmente, comunque, c’è un’attitudine ribelle verso i genitori che si manifesta con disubbidienza, mancanza di considerazione, di cortesia e di rispetto. È tale condotta il modo di esprimere gratitudine per l’amore e la cura che i genitori hanno riversato su di loro da quando nacquero? Ovviamente no!

Quando i giovani attraversano il periodo dell’adolescenza sono inclini a giungere alla conclusione che i genitori non li capiscano perché i loro personali desideri sembrano invariabilmente contrari a quelli dei loro genitori. I genitori, per esempio, possono richiedere che siano a casa la sera a una cert’ora, ma i giovani lo considereranno probabilmente un irragionevole freno posto loro. I genitori possono insistere che la figlia porti abiti meno succinti di quelli indossati da molte altre ragazze o possono proibire al loro figlio di associarsi a un particolare gruppo di ragazzi del vicinato. I giovani che hanno la tendenza a preoccuparsi troppo di conformarsi alle manie popolari o d’essere accettati da altri della loro età considerano tali restrizioni come mancanza di comprensione. Ma è realmente così? Ricordate che anche i loro genitori furono adolescenti una volta. È perché i genitori capiscono loro e il mondo in cui vivono entrambi che impongono loro tali restrizioni.

I genitori sanno che tornare a casa tardi la sera significa perdere sonno, ciò che può influire sulla salute del giovane e sul suo rendimento a scuola. Conoscono meglio dei figli il declino morale del mondo e come può avere una cattiva influenza sui giovani immaturi. Sono anche ben consapevoli delle possibili difficoltà in cui i giovani si possono mettere quando fanno le ore piccole con altri giovani compagni. Non è dunque per mancanza di comprensione che i genitori impongono ai figli delle restrizioni, ma perché capiscono bene ciò che è nei loro migliori interessi. I figli hanno perciò il dovere verso i genitori di riconoscere che il giudizio dei genitori è meglio del loro proprio giudizio.

RISPETTO PER I GENITORI

In qualsiasi organizzazione, colui che esercita autorità ha diritto d’essere rispettato dagli altri che sono nell’organizzazione. La famiglia, che è effettivamente una piccola organizzazione di varie persone, non è un’eccezione. I genitori, e specialmente il padre, hanno in essa la posizione d’autorità per il fatto che fondarono quella particolare famiglia, avendo messo al mondo i figli. Poiché i figli sono gli inferiori in questa organizzazione familiare, non è ragionevole che debbano rispettare l’autorità dei loro genitori?

Che i figli debbano rispetto ai genitori fu reso chiaro dalla legge che Dio diede alla nazione d’Israele. Il quinto dei Dieci Comandamenti era: “Onora tuo padre e tua madre”. (Eso. 20:12) Uno dei significati della parola “onore” è la manifestazione di rispetto. Manifesta forse rispetto il figlio che discute coi genitori perché esigono che sia a casa a una certa ora o perché gli ingiungono di evitare compagni che secondo i suoi genitori possono esercitare una cattiva influenza? Non sarebbe più consono all’onore che deve mostrar loro se accettasse senza discutere i loro desideri?

L’onorare i propri genitori include la maniera in cui se ne parla alla presenza di amici. Maledicendo i propri genitori o usando espressioni scortesi nei loro riguardi si potrebbe far ridere un gruppo di giovani che hanno poco riguardo per gli adulti, ma si è sleali verso il proprio padre e la propria madre. Non sarebbe più consono all’amore che i genitori hanno mostrato al figlio se egli ne parlasse lealmente e rispettosamente?

L’avere rispetto per i genitori era una cosa così seria nella nazione d’Israele che il figlio o la figlia che colpiva o malediceva suo padre o sua madre doveva essere messo a morte. La legge divina dichiarava: “Chi colpisce suo padre e sua madre si deve mettere a morte senza fallo. E chi invoca il male su suo padre e su sua madre si deve mettere a morte senza fallo”. (Eso. 21:15, 17) Tale slealtà verso l’autorità familiare e tale mancanza di rispetto era una cosa seria. Sebbene i cristiani non siano sotto il patto della legge, questo comandamento stabilisce effettivamente un principio per loro, il principio di avere sempre rispetto per i genitori.

UBBIDIENZA

La Bibbia saggiamente consiglia ai figli: “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in ogni cosa, poiché questo è grato al Signore”. (Col. 3:20) Questa è una cosa che devono ai genitori. La loro ubbidienza indica rispetto per l’autorità dei genitori e per la posizione di capo che il padre esercita scritturalmente nell’organizzazione familiare. Poiché contribuisce alla pace e all’unità dell’intera famiglia, ne traggono personalmente beneficio.

I figli hanno bisogno d’essere guidati dall’adulto riguardo a ciò che è bene e a ciò che è male, ed è naturale che cerchino dai genitori tale guida. Quando ubbidiscono ai genitori cristiani astenendosi dal fare cose proibite, imparano a evitare ciò che è male, e quando cooperano facendo quello che i genitori dicono loro di fare, imparano a fare il bene. Quando i genitori basano il loro giudizio di ciò che è bene e di ciò che è male sulle giuste leggi e sui princìpi della scritta Parola di Dio, i loro figli imparano mediante l’ubbidienza il miglior modo di vivere e così traggono pieno beneficio dalla direttiva degli adulti.

Quando i genitori dicono ai figli di fare qualche cosa in un certo modo, essi mostrano ubbidienza non solo facendola, ma facendola nel modo loro indicato. Una mancanza non insolita tra i figli, e neppure tra gli adulti, è di pensare che sia meglio fare una certa cosa a modo loro invece che nel modo indicato. Che il loro modo sia migliore o no non ha importanza. Il loro superiore ha detto di farla in un certo modo, e il principio dell’ubbidienza li obbliga a fare così. Se no, dovrà essere rifatta nel modo che era stato loro detto. Se un ragazzo va dunque al negozio a comprare alcuni generi alimentari che la madre gli ha elencati, non mostra ubbidienza decidendo di prendere qualche cosa di diverso. La madre aveva una ragione per volere le cose elencate, e non spetta a lui decidere di comprare qualche cos’altro. Essendo ubbidienti nelle piccole cose come pure nelle grandi cose i figli possono mostrare apprezzamento per quello che i genitori hanno fatto per loro e rispetto per la loro autorità.

DISCIPLINA

È saggio che i figli diano ascolto alla disciplina impartita loro dai genitori. La parola “disciplina” include il pensiero di impartire addestramento che modelli e corregga. A volte il bambino che fa qualche cosa ritenuta sbagliata dai genitori dev’essere corretto mediante punizione fisica, e altre volte tutto quello che ci vuole è la correzione verbale. (Prov. 13:24; 29:15) In entrambi i casi la disciplina fa parte dell’addestramento che modella la personalità dei figli. Li prepara a far fronte ai problemi e alle situazioni che incontreranno venendo a contatto col mondo. Guida la loro mente immatura dando loro una base per prendere giuste decisioni riguardo alla loro condotta. È dunque con buona ragione che la Bibbia consiglia ai figli: “Ascolta, figlio mio, la disciplina di tuo padre, e non abbandonare la legge di tua madre”. — Prov. 1:8.

Non è raro che i giovani si oppongano alla disciplina come sbrigare faccende domestiche o aiutare i genitori in qualche attività commerciale. Eppure tale lavoro è parte essenziale della disciplina impartita dai genitori. Insegna loro ad essere laboriosi e a portare la responsabilità, aiutandoli inoltre ad acquisire preziose capacità. Una certa quantità di lavoro fa più bene ai giovani che il permesso di dedicare tutto il tempo libero a fare qualunque cosa vogliano. Sebbene i giovani non si rendano conto del valore del lavoro, l’amore e il rispetto per l’autorità dei genitori li spronerà a fare qualsiasi lavoro i genitori dicano loro di fare. Non è solo giusto che usino la loro giovanile energia per aiutare i genitori? Devono loro anche questo.

I giovani adulti possono mostrare amore verso i genitori avendo riguardo per la salute e i sentimenti dei genitori. Uno dei modi in cui possono far questo è di evitare cattive azioni che causerebbero preoccupazione e angoscia mentale ai genitori. Così mostrano amore. Lo mostrano anche usando benignità quando parlano loro. Essendo bruschi, sarcastici e sgarbati e parlando ad alta voce coi loro genitori effettivamente mostrano mancanza di rispetto e d’amore. Quant’è molto meglio per il temperamento di tutti e per la pace familiare che i giovani parlino ai genitori in modo benigno, mite e rispettoso.

Il debito che i figli hanno verso i genitori non può mai essere interamente pagato. Essi avranno sempre verso di loro un debito d’amore, di benignità e di rispetto, anche quando saranno più grandi e non saranno più sotto il controllo dei genitori.

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