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  • La perseveranza unita alla pazienza reca gioia

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  • La perseveranza unita alla pazienza reca gioia
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
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  • CAMBIAMENTO NELLA MIA VITA
  • PERSEVERANZA MALGRADO LA PERSECUZIONE
  • LA PERSEVERANZA UNITA ALLA PAZIENZA
  • ALFINE LA LIBERAZIONE
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2007
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
w68 1/9 pp. 538-541

La perseveranza unita alla pazienza reca gioia

Narrato da Josef Scharner

FUI uno dei 10.000 testimoni di Geova che i nazisti gettarono nei loro diabolici campi di concentramento. Per oltre nove anni sopportai il loro odio perché amavo la Parola di Dio, la Sacra Bibbia, e rifiutavo di rinnegare Geova mio Dio.

Poco dopo il mio imprigionamento mi resi conto che indipendentemente da ciò che facevano i nazisti potevo perseverare mediante la forza che Geova mi dava. Ma prima di narrare alcune esperienze che ebbi in quegli anni, permettetemi di dirvi perché divenni testimone di Geova. La storia comincia nel 1914 quando avevo dieci anni.

Essendo una zelante cattolica romana, mia madre si accertava che andassimo regolarmente in chiesa. Ma dopo che fu scoppiata la guerra nel 1914 il sacerdote prese l’abitudine di concludere ogni sermone domenicale dicendo: “Dio benedica l’esercito tedesco. Dio benedica i soldati tedeschi. Dio benedica le armi tedesche. Vogliamo vincere, dobbiamo vincere e vinceremo”. Noi ragazzi non pensavamo che questa dichiarazione del sacerdote fosse fuori luogo, ma nostra madre sì.

Una domenica, uscendo di chiesa, mia madre si volse verso di noi e disse: “Ragazzi, qui c’è qualche cosa che non va! Il diletto Dio chi aiuterà? Che cosa pregherà il sacerdote in Russia? Che cosa pregherà il sacerdote in Francia? Per noi tutti c’è un Dio solo”. Non dimenticai mai quelle domande. Ovviamente, Dio non poteva esaudire le preghiere per la vittoria rivoltegli da entrambi le parti in guerra. Più pensavo a queste domande più mi chiedevo perché i cristiani non siano capaci di vivere in pace. Nel 1925 trovai la risposta.

CAMBIAMENTO NELLA MIA VITA

Subito dopo aver finito il periodo di pratica per il mio mestiere fui messo a lavorare con un altro dipendente che era uno dei Bibelforschers o Studenti Biblici, chiamati oggi testimoni di Geova. Parlava sempre del regno di Dio e di come recherà pace permanente sulla terra. Mi offrì il libro Il Divin Piano delle Età, che presi e lessi. Lì trovai la risposta alle mie domande e una speranza per il futuro.

Un giorno chiesi al mio compagno di lavoro dove andava la domenica, ed egli mi spiegò il ministero cristiano in cui si impegnava la domenica, detto “opera di colportore”. Quando chiesi se potevo andare con lui, acconsentì subito e mi assicurò che l’opera non era difficile. Riscontrai che era così. Dopo averlo accompagnato a tre case, chiesi se alla casa successiva potevo provare da solo. Da quella volta finora ho riscontrato che il ministero di casa in casa è fonte di gioia.

Studiai diligentemente le pubblicazioni di studio biblico datemi, e la mia conoscenza della Bibbia e l’apprezzamento per essa crebbero. Feci subito la dedicazione di me stesso a Dio e la simboleggiai col battesimo in acqua. Sei mesi più tardi, nell’autunno del 1925, cominciai a dedicare tutto il mio tempo a parlare del regno di Dio di casa in casa.

Con la bicicletta, una valigia e pacchi di pubblicazioni di studio biblico stampate dalla Società Torre di Guardia, mi avviai verso la città di Hohenstein, dove ricevetti l’assegnazione di svolgere il servizio continuo come ministro pioniere. La mia assegnazione includeva anche il piccolo villaggio di Tannenberg. Provai grande gioia parlando a quelle persone della buona notizia del regno di Dio e della pace che infine recherà a tutto il genere umano.

In seguito, nel 1931, mentre lavoravo in un villaggio vicino alla città tedesca di Johannesburg, trovai alcuni giovani che si interessavano della verità biblica. Erano tutti nel coro della chiesa locale. Quando il sacerdote udì che parlavo a questi uomini, annunciò dal pulpito che ogni Bibelforscher che veniva nel villaggio doveva esserne cacciato. La volta successiva che andai lì, quando cominciai l’opera di casa in casa, parlando alle persone delle buone cose della Parola di Dio, un uomo venne verso di me con un lungo coltello. Presi in mano la Bibbia e feci due passi verso di lui. dicendo: “Ho un’arma migliore, la spada dello spirito, che è la Parola di Dio. Non si vergogna a venire con un’arma così brutta verso un uomo, un uomo che vuole parlarle del regno di Dio? È stato il suo sacerdote a dirle di commettere tale azione? Gesù Cristo disse ai suoi discepoli di amare i loro vicini. Li ama lei?” L’uomo si confuse, diventò rosso e se ne andò brontolando.

Quando raccontai questo episodio ai giovani con cui studiavo la Bibbia, essi si adirarono molto col sacerdote. Uno disse: “Mi ritirerò dalla chiesa”. Tre giorni dopo il sacerdote venne alla casa dove tenevo uno studio biblico. Durante la conversazione le persone interessate fecero domande al sacerdote e gli chiesero di sostenere ciò che diceva con alcune scritture. Allora si arrabbiò e se ne andò. I giovani del coro cominciarono quindi a lasciare la chiesa uno dopo l’altro perché avevano trovato il vero cristianesimo. In seguito alcuni di essi intrapresero il ministero cristiano in servizio continuo come pionieri, proprio come me.

PERSEVERANZA MALGRADO LA PERSECUZIONE

Nell’autunno del 1935 venni messo in prigione perché ero testimone di Geova. Nel giugno del 1933 il governo di Hitler aveva messo al bando ogni attività dei testimoni di Geova per quanto riguarda le adunanze e la distribuzione di pubblicazioni di studio biblico. Non fu dunque una sorpresa per me quando infine fui arrestato e messo in prigione perché ero cristiano servitore di Geova. Quando ciò accadde fui grato di non avere trascurato il personale studio della Bibbia, poiché mi aiutò ad avere la fede per perseverare. Di frequente pensavo alla perseveranza menzionata dallo scrittore biblico Giacomo, che disse: “Ecco, noi dichiariamo felici quelli che hanno perseverato”. — Giac. 5:11.

Sebbene i carcerieri mi portassero via la Bibbia, permisero ad altri detenuti d’averla. Pensavano che la mia fede si sarebbe indebolita se non avevo la Bibbia, ed avrei perciò rinnegato la mia fede firmando una dichiarazione preparata dai nazisti a questo scopo. Non si rendevano conto che io avevo impresso a fondo sulla mia mente la verità della Parola di Dio mediante lo studio biblico personale e in gruppo molto tempo prima che venissi imprigionato. Non potevano togliermi dalla mente quelle verità che rafforzano la fede.

Un giorno fui messo in cella con un detenuto che era stato condannato a morte per rapina e omicidio. Le guardie gli avevano permesso d’avere la Bibbia. Poco prima che fosse giustiziato egli venne trasferito in un’altra cella, ma dimenticò la Bibbia, con mia grande gioia. Ora potevo banchettare con la fortificante Parola di Dio. Ogni giorno la leggevo e cercavo di impararne i versetti a memoria. Molto spesso pensavo alle parole di Gesù: “Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato”. — Matt. 24:13.

Quando ero in prigione da sei anni si presentò la possibilità d’esser messo in libertà. Un ufficiale della Gestapo (Servizio di Sicurezza) ebbe un colloquio con me a questo riguardo. Mi chiese se dopo quei sei anni mi erano passate le mie idee sbagliate e se credevo ancora in Geova. Resi chiaro che ero ancora devoto all’adorazione del vero Dio, Geova, e che non avrei firmato la dichiarazione, rinnegando la mia fede. Fu quindi emanato l’ordine ch’io venissi mandato in un campo di concentramento. L’ufficiale della Gestapo disse: “Lì soffierà un altro vento. Te ne starai quieto, e se rifiuti di firmare il solo modo in cui potrai uscirne sarà attraverso il camino”.

LA PERSEVERANZA UNITA ALLA PAZIENZA

Nel campo di concentramento ogni opportunità di parlare della buona notizia del regno di Dio e delle confortanti promesse della sua Parola era fonte di gioia per me. Ricordo un’esperienza che ebbi quando stetti per un po’ nell’ospedale del campo. C’era un giovane detenuto molto malato che mi diceva sempre: “Dimmi qualche cosa del Regno. Ciò che dici è così confortante”. Gli interessava specialmente di udire intorno alla risurrezione dei morti perché non si aspettava di guarire della sua malattia. Fu un piacere infondergli speranza con la verità della Parola di Dio.

In un’altra occasione, quando ero malato di febbre tifoidea e fui messo nell’ospedale del campo, ebbi il privilegio di parlare ad altre persone malate che erano lì delle molte benedizioni che Dio darà al sofferente genere umano sotto il dominio del suo regno. Il medico, lui pure prigioniero, disse: “La tua fede e la tua attitudine gioiosa ti aiuteranno a guarire più in fretta”.

Provai ripetutamente la gioia di Geova parlando ad altri delle verità della sua Parola. Ebbi anche l’opportunità di dare testimonianza ad alcuni ufficiali delle SS venuti a ispezionare un pezzo di terreno. Si guardarono intorno, e quando un ufficiale vide il mio gallone lilla, che doveva essere portato dai testimoni di Geova come segno di identificazione, mi chiamò: “Lilla, vieni qui!” Quando mi avvicinai, chiese: “Perché sei qui nel campo di concentramento?” Gli dissi che credevo alla Bibbia come Parola di Dio e ne parlavo. Quindi egli disse: “Sei dunque un Bibelforscher”. Gli dissi di sì. Quindi chiese: “Hai firmato le carte?” Risposi di no, ed egli volle sapere perché. “Non voglio rendermi traditore”. Egli osservò: “Allora devi essere un vero Studente Biblico e devi sapere quando verrà la pace”. Gli dissi che la pace sarebbe venuta solo quando il regno di Dio sotto Cristo l’avrebbe stabilita.

L’ufficiale delle SS si volse ai suoi compagni ufficiali e disse: “Guardate questa gente! Potete metterli in prigione, togliere loro tutto quello che hanno e persino ucciderli, ma non rinnegano la loro fede in Geova. Fanno bene il loro lavoro e sono gente onesta, ma per la guerra non sono buoni”. I detenuti che udirono questa conversazione ebbero maggior rispetto per noi. Naturalmente, c’erano alcuni che dicevano che eravamo stupidi a non firmare le carte, rinnegando la nostra fede, per essere liberati e andare a casa.

ALFINE LA LIBERAZIONE

Dopo aver passato più di nove anni in prigione e nel campo di concentramento di Stutthof vicino a Danzica, riebbi infine la libertà. Ciò avvenne dopo che circa 900 detenuti furono trasferiti in un’altra località. Fummo caricati su una piccola chiatta per il trasporto del carbone spinta da un rimorchiatore. Mentre attraversavamo il mar Baltico per andare a Flensburg nella Germania settentrionale, molti prigionieri malati furono gettati in mare dalle guardie. Sono dispiaciuto di dire che uno di loro, Ignatz Ukrzewski, era un testimone di Geova della Polonia. I malati erano stipati in un carbonile profondo tre metri senza spazio per muoversi. Alcuni giacevano addirittura uno sopra l’altro. Quando gli uomini delle SS seppero che parlavamo ai detenuti malati, ci confinarono all’altra estremità della chiatta.

Dopo che le forze d’occupazione alleate ci ebbero liberati a Flensburg, intrapresi ancora una volta l’opera cristiana che era stata interrotta dal mio arresto più di nove anni prima. Cominciai a predicare di casa in casa la buona notizia del regno di Dio.

Subito dopo la guerra c’erano pochi testimoni di Geova capaci di pronunciare discorsi pubblici in Germania. Così ebbi il privilegio di fare tali discorsi in un certo numero di villaggi e città. L’essere in grado di parlare in questo modo della Parola di Dio fu per me fonte di grande gioia. Quando poi la Società Torre di Guardia cominciò a mandare speciali rappresentanti, detti servitori di circoscrizione, nelle varie congregazioni tedesche, fui invitato a essere uno di questi rappresentanti. Che gioia fu quella! Fu un vero privilegio partecipare a un’opera che rafforzava le congregazioni, che aiutava i miei fratelli cristiani ad avanzare verso la maturità spirituale e li incoraggiava a perseverare fedelmente nel servizio di Geova.

Nel 1946 ebbi la benedizione di trovare una compagna per tutta la vita allorché sposai una sorella spirituale il cui primo marito e il figlio maggiore erano stati giustiziati dai nazisti per aver mantenuto l’integrità a Geova Dio rifiutandosi di infrangere la loro neutralità in guerra. Da allora abbiamo compiuto insieme il servizio continuo di Geova.

Dal tempo che cominciai il gioioso servizio del Creatore fino a ora sono passati più di quarantadue anni. Sebbene abbia avuto molte severe prove che hanno richiesto paziente perseveranza, ho avuto molte ricche benedizioni perché ho confidato in Geova, ho mantenuto l’integrità a lui e ho messo al primo posto nella mia vita i suoi interessi. So per esperienza personale che quelli che confidano in lui sono in grado di resistere fermamente come un monte contro tutti i tentativi di infrangere la loro integrità cristiana. Ripensando alla mia vita, sono più convinto che mai che la perseveranza unita alla pazienza reca infine innumerevoli gioie e benedizioni. — Sal. 125:1; Luca 21:19.

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