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  • w69 1/1 pp. 14-21
  • Traete conforto dalle Scritture

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  • Traete conforto dalle Scritture
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
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  • COME TRATTARE I DEPRESSI
  • SOPPORTATE L’AFFLIZIONE
  • SUPERATE IL TIMORE
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2011
  • “Mantenete una salda stretta sulla Parola della vita”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
  • Conforto per i depressi
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1963
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
w69 1/1 pp. 14-21

Traete conforto dalle Scritture

“Mi sono ricordato delle tue decisioni giudiziarie da tempo indefinito, o Geova, e trovo conforto per me stesso”. — Sal. 119:52.

1, 2. (a) Quali effetti può avere la musica? (b) Come la musica è stata scritturalmente collegata con Geova Dio?

NELL’ANTICO Medio Oriente, il solitario pastore che pasceva i suoi greggi nei campi aperti spesso portava qualche strumento musicale, forse un piffero. Con esso rompeva il silenzio della notte e si intratteneva. Benché solitario, traeva conforto dalla musica. Essa può suscitare emozioni, o produrre un effetto calmante, dando luogo a sentimenti di pace e contentezza.

2 Appropriatamente, il salmista disse quindi delle giuste norme di Geova Dio: “Melodie mi son divenuti i tuoi regolamenti nella casa delle mie residenze quale forestiero. Nella notte mi son ricordato del tuo nome, o Geova, affinché io osservi la tua legge”. (Sal. 119:54, 55) A volte bei motivi si partivano dall’arpa maneggiata da un abile strumentista, forse durante i canti di lode a Dio. “Gridate gioiosamente, o giusti, a causa di Geova”, esclamò il salmista, aggiungendo: “La lode si addice ai retti. Rendete lode a Geova sull’arpa, innalzategli melodie su uno strumento a dieci corde. Cantategli un nuovo canto; fate il vostro meglio suonando sulle corde insieme a urla di gioia. Poiché la parola di Geova è retta, e tutta la sua opera è nella fedeltà”. (Sal. 33:1-4) Davide non dimenticò le melodie e le liriche di tali composizioni musicali, poiché disse: “Di sicuro mi ricorderò della mia musica di strumenti a corda nella notte; col mio cuore di sicuro mostrerò preoccupazione, e il mio spirito scruterà con cura”. — Sal. 77:6.

3. Quale effetto ha la Bibbia su quelli che si rivolgono ad essa per aiuto spirituale?

3 Come la musica può calmare la persona e dar luogo a un senso di contentezza, così anche la Parola di Geova Dio, la Bibbia, ha un utile e confortevole effetto su quelli che si rivolgono ad essa per aiuto spirituale. Non è insolito che uomini imperfetti dinanzi alla prova si sentano depressi, afflitti o timorosi. Ma le parole scritte secoli fa sotto divina ispirazione furono vergate per l’istruzione dei cristiani, così che con la perseveranza e “per mezzo del conforto delle Scritture avessimo speranza”. — Rom. 15:4.

COME TRATTARE I DEPRESSI

4. Sono oggi i sentimenti di depressione nei cristiani senza antichi paralleli biblici? Date prova della vostra risposta.

4 “Non c’è speranza. Sembra che ogni cosa che faccio vada male. Sono un fallimento!” Parole come queste non sono rare. Molti esprimono questi sentimenti. Anche fedeli cristiani si sentono a volte depressi. Comunque, le Scritture mostrano che alcuni fedeli servitori di Geova dei tempi antichi pure provarono questi sentimenti. Per esempio, quando Esaù prese come mogli delle donne ittite, “furono fonte di amarezza di spirito per Isacco e Rebecca”. E l’infelice Rebecca si sentì spinta a dire: “Io aborro questa mia vita a causa delle figlie di Het. Se Giacobbe prende moglie dalle figlie di Het come queste dalle figlie del paese, a che mi giova la vita?” (Gen. 26:34, 35; 27:46) Durante la sua dura prova, Giobbe parlò come un uomo che sentiva d’essere stato abbandonato da Dio. (Giob. 29:2-5) Neemia, preoccupato della rovinosa condizione di Gerusalemme e delle sue mura, era accigliato mentre stava dinanzi al re Artaserse. (Nee. 2:1-3) L’apostolo Pietro fu così depresso e afflitto per aver rinnegato Gesù Cristo che “pianse amaramente”. (Luca 22:62) L’apostolo Paolo disse delle sue prove e dei suoi sentimenti: “Noi siamo incalzati in ogni modo, ma non alle strette da non muoverci; siamo perplessi, ma non assolutamente senza via d’uscita; siamo perseguitati, ma non abbandonati; siamo abbattuti, ma non distrutti”. (2 Cor. 4:8, 9) Evidentemente perché la depressione sopraffaceva alcuni cristiani di Tessalonica, Paolo ammonì i compagni credenti di lì: “Parlate in maniera consolante alle anime depresse”. (1 Tess. 5:14) I sentimenti di depressione nei cristiani d’oggi non sono dunque senza antichi paralleli. Ma, che cosa si potrebbe fare per superare la depressione?

5. Quale veduta si può meglio adottare per risolvere i problemi? Illustrate.

5 A volte la persona si sente depressa perché ha parecchi problemi gravi. La vita diviene fosca perché sembra che questi si aggiungano a una brutta situazione. Ma, invece di considerarli in questo modo, perché non cercar di risolverli singolarmente, fin dove è possibile? Facendo sforzi convenevoli per risolverli uno alla volta, certo si agisce meglio che se questi problemi sono raggruppati insieme nella mente in maniera da provare frustrazione. Per esempio, una donna cristiana può avere un coniuge contrario alla sua religione. Questo è un problema e lo può risolvere con successo applicando l’ispirato consiglio che si trova in I Pietro 3:1-6. Comunque, i figli possono pure essersi comportati male a scuola. Questo è un altro problema. Forse deve solo riferire questo a suo marito, così che egli possa prendere le misure per porvi rimedio. O, i figli possono aver bisogno d’una spiegazione delle esigenze di Dio, come ciò che si dice in Proverbi 6:16-19. Può darsi che ci sia disaccordo fra questa donna e un’altra cristiana. Questo è un problema distinto e i cristiani dovrebbero risolvere tali questioni nella maniera indicata da Cristo. (Matt. 18:15-17) Or dunque, invece di sentirvi depressi considerando parecchi problemi alquanto privi di relazione fra loro come se formassero un maggiore dilemma, risolvete queste questioni separatamente e con efficacia applicando nella vita la Parola di Dio.

6. Quale relazione c’è fra l’attività e il riposo da una parte, e la depressione dall’altra?

6 Sufficiente riposo e sonno sono pure necessari. Una persona può mancar di programmare dovutamente le sue attività. Può stare in piedi fino a tardi la notte, guardando la televisione o dedicandosi a qualche forma di ricreazione, solo per riscontrare che i buoni effetti che aveva sperato di conseguire sono annullati dalla depressione che spesso affligge chi è affaticato. Per evitare o combattere la depressione sono importanti l’attività equilibrata e il riposo adeguato.

7. Se uno è depresso perché non ha molti possedimenti materiali, quali punti scritturali può considerare con beneficio?

7 Alcuni cristiani non hanno molti possedimenti materiali; non sono materialmente ricchi. Questo può far provare scontentezza o depressione. Tuttavia, pensate a Gesù Cristo. Egli una volta disse: “Le volpi hanno tane e gli uccelli del cielo han dove posarsi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove adagiare la testa”. (Luca 9:58) Nonostante ciò, fu Gesù felice? Lo fu veramente, facendo la volontà del suo Padre celeste. (Ebr. 10:5-9; Sal. 40:6-8) Egli non ebbe bisogno di molti possedimenti materiali per essere contento. Con franchezza dichiarò: “Tenete i vostri occhi aperti e guardatevi da ogni sorta di concupiscenza, perché anche quando una persona ha abbondanza la sua vita non dipende dalle cose che possiede”. Gesù diede prova di questo per mezzo di un’illustrazione, mostrando che non siamo preservati in vita solo perché ‘abbiamo molte buone cose accumulate per molti anni’. La vita dipende dall’esser ricchi verso Dio. (Luca 12:13-21) Cristo consigliò ai suoi discepoli di non essere ansiosi di cose come ciò che avrebbero mangiato e ciò che avrebbero indossato e indicò che Dio conosceva tali bisogni e faceva in modo che fossero soddisfatti per quelli che ‘cercano di continuo il suo regno’. — Luca 12:22-31.

8. (a) Quali esempi troviamo in Gesù e nei suoi apostoli in quanto alle ricchezze materiali? (b) Perché questo non è il tempo d’esser depressi per la scarsità o per la mancanza di cose materiali?

8 Durante la sua esistenza preumana in cielo, Cristo godé cose spirituali assai più preziose di qualsiasi cosa materiale. (Giov. 1:1-3; Col. 1:15-17) Tuttavia spogliò se stesso per divenire uomo. (Filip. 2:5-8) Da uomo perfetto sulla terra, Gesù fece a meno di ricchezze materiali e splendore mondano e in lui i veri cristiani che possono non esser doviziosi hanno un superlativo esempio di santa contentezza. Pietro e altri apostoli rinunciarono a molte cose materiali per seguire Gesù, e Pietro stesso una volta disse: “Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito”. (Mar. 10:28) Ma non furono riccamente ricompensati? Una volta camminavano con Gesù Cristo e lo udirono parlare da uomo sulla terra. Oggi hanno le meravigliose benedizioni d’essere con lui in cielo, essendo risuscitati alla vita spirituale in cielo per la loro fedeltà fino alla morte. (Riv. 2:10; 11:18; 1 Cor. 15:20-23, 50-52) Naturalmente, non tutti i cristiani hanno la speranza celeste. Ma i cristiani con prospettive terrestri comprendono che meravigliose benedizioni sono in serbo per i fedeli qui sulla terra e che non passerà molto tempo prima che si adempiano completamente queste parole: “Geova degli eserciti per certo farà per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di piatti ben oliati, un banchetto di vini chiariti, di piatti ben oliati pieni di midollo, di vini chiariti, filtrati”. (Isa. 25:6) Proprio ora Geova provvede ricco cibo spirituale a quelli che lo amano e ancor più abbondantemente fornirà cose spirituali e materiali a quelli che avranno il suo favore. Di lui, il salmista veracemente disse: “Apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni cosa vivente”. (Sal. 145:16) Questo non è il tempo di provare grande scontentezza o di cedere completamente alla depressione per la scarsità o per la mancanza di cose materiali. È il tempo di trarre conforto dalle promesse scritturali di grandi cose avvenire e di servire Geova con lealtà e gioia.

9. (a) Per che cosa dovrebbero pregare i cristiani depressi? (b) Che cosa dissero Gesù, Paolo e Pietro dell’ansietà?

9 I cristiani piagati per varie ragioni dalla depressione faranno bene a pregare Geova che dia loro il suo spirito santo e li aiuti a coltivare e a manifestare gioia, un frutto dello spirito. (Luca 11:13; Gal. 5:22, 23) Gesù consigliò: “Non siate mai ansiosi del domani, perché il domani avrà le proprie ansietà. Basta a ciascun giorno il proprio male”. (Matt. 6:34) L’apostolo Paolo raccomandò la preghiera, non le preoccupazioni, quando scrisse ai Filippesi: “Non siate ansiosi di alcuna cosa, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con preghiera e supplicazione insieme a rendimento di grazie; e la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero guardi i vostri cuori e le vostre facoltà mentali mediante Cristo Gesù”. (Filip. 4:6, 7) Similmente, Pietro disse: “Umiliatevi, perciò, sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi esalti a suo tempo; mentre gettate su di lui tutta la vostra ansietà, perché egli ha cura di voi”. (1 Piet. 5:6, 7) Sì, Geova ha realmente cura di quelli che confidano in lui. Naturalmente, non è uno sbaglio considerare un problema e fare i passi pratici e convenevoli per risolverlo, se possibile. Ma, dopo aver fatto ciò che potevamo riguardo a una questione, la preoccupazione non ci farà conseguire niente di più e non potrà mai prendere il posto della preghiera. Appropriatamente, Davide disse: “Rotola su Geova la tua via, e confida in lui, ed egli stesso agirà”. — Sal. 37:5.

SOPPORTATE L’AFFLIZIONE

10. La morte di una persona amata o di un intimo amico quale reazione causò nei casi di Davide, Abraamo e Gesù?

10 Quando il re Davide ebbe udito della morte di Absalom, ne fu molto afflitto, e, abbandonatosi al pianto, esclamò: “Figlio mio Absalom, figlio mio, figlio mio Absalom! Oh fossi io morto, io stesso, invece di te, Absalom figlio mio, figlio mio!” (2 Sam. 18:33) Secoli prima, quando Abraamo perse la sua diletta moglie Sara nella morte, fece lamento e pianse su di lei. (Gen. 23:2) Gesù Cristo fu pure molto afflitto quando morì il suo amico Lazzaro, poiché prima di andare alla tomba per destarlo da morte “Gesù lagrimò”. (Giov. 11:35) Mentre ci sono varie ragioni per affliggersi, la morte di un parente o intimo amico è per certo causa di grande, a volte quasi insopportabile, cordoglio.

11. Quale conforto i cristiani possono trarre dalle Scritture quando muore un caro conoscente?

11 Quando la morte reclama un caro conoscente, è solo naturale che si provi tristezza. Comunque, come l’apostolo Paolo, i cristiani comprendono e hanno fiducia nel fatto che ci sarà una “risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. (Atti 24:15) Per cui, essi non ‘si rattristano come fanno anche gli altri che non hanno speranza’. (1 Tess. 4:13) Mentre Geova Dio determina chi è qualificato per la risurrezione, miliardi di uomini morti saranno destati, e le assicurazioni scritturali di ciò sono confortanti. Si può in ispecial modo trarre consolazione dalla Bibbia quando la deceduta persona amata era un fedele cristiano. Se tale individuo aveva la speranza della risurrezione terrestre, per esempio, relativamente presto, nel regno millenniale di Cristo, sarà destato dal sonno della morte proprio qui sulla terra. (Riv. 20:11-13) Di solito non si prova prolungata tristezza quando un caro amico fa un lungo viaggio, poiché si attende di rivederlo al ritorno. Avendo una veduta in un certo senso simile della morte di tale fedele conoscente cristiano, si può essere aiutati ad essere meno afflitti.

12. (a) Quando le parole di Ecclesiaste 7:1 risultano veraci? (b) A che cosa il cristiano orbato fa bene a volgere i suoi pensieri, e da che cosa i senza padre e le persone vedove possono trarre consolazione?

12 Salomone una volta osservò: “Un nome è meglio che il buon olio, e il giorno della morte che il giorno della nascita”. (Eccl. 7:1) Questo è vero se una persona ha un buon nome presso Dio alla morte, edificato con opere sante, allora ha la prospettiva della risurrezione. Spesso l’afflizione che si prova per la morte di un amato cristiano è accresciuta dalla meditazione sulle esperienze condivise col deceduto. Ma, quanto sarà meglio prestare attenzione alle meravigliose prospettive del futuro, come assicura la Parola di Dio. Supplichevolmente, il cristiano orbato dovrebbe cercare aiuto a Geova, “l’Iddio d’ogni conforto”. (2 Cor. 1:3) Egli dovrebbe cercar di volgere i suoi pensieri alle meravigliose promesse che Geova ha fatte nelle Scritture, traendone conforto. C’è pure consolazione nell’assicurazione biblica che Geova tratterà teneramente quelli senza padre e le persone vedove che lo amano. In un ispirato cantico Davide esclamò: “Cantate a Dio, innalzate melodie al suo nome; elevate un canto a Colui che cavalca per le pianure del deserto come Iah, che è il suo nome; e giubilate dinanzi a lui; padre di ragazzi senza padre e giudice di vedove è Dio nella sua santa dimora. Dio fa dimorare i solitari in una casa; fa uscire i prigionieri nella piena prosperità”. — Sal. 68:4-6.

SUPERATE IL TIMORE

13. Quale effetto può avere sulla persona il timore?

13 Oggi il genere umano affronta molti pericoli, e il timore percorre la terra. Questa emozione assai dannosa può a volte esser sentita fino a un certo punto anche dalle persone dedicate a Dio. Circa il timore è stato detto: “Su molte persone l’influenza del timore ha un effetto assai più grave che non la peggiore forma di paventata malattia. Nelle infermità epidemiche il terrore che suscitano è spesso tanto mortale quanto l’infezione; in quanto paralizza il sistema, e priva il corpo dell’elasticità naturale e del suo vigore nervoso, e la mente della spinta a sperare; fa vittime di quelli che, per età e forza, avevano le migliori probabilità di sfuggire. Il timore è un veleno mentale, e il più potente antagonista della salute e delle medicine; è spesso mortalmente attivo in fenomeni morbosi che danno luogo a varie forme di insanità; e poiché la fede ha guarito più malattie che le medicine per esse prescritte, il timore è dunque più distruttivo della peggiore malattia fisica”. — The Encyclopedia Americana, Edizione del 1956, Volume XI, pag. 74.

14. Da che cosa quelli che hanno fede in Geova possono trarre conforto nonostante le condizioni che suscitano timore in tutta la terra?

14 Ovviamente, ci sono buone ragioni per evitare o vincere tale timore. Quelli che hanno fede in Geova possono affrontare il futuro senza apprensione, poiché nonostante che in tutta la terra le condizioni peggiorino e suscitino timore, essi possono trarre conforto dalle parole di Gesù Cristo. Dopo avere rivelato quei paurosi avvenimenti che avrebbero contrassegnato questi “ultimi giorni”, egli disse: “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, alzatevi e levate la testa, perché la vostra liberazione s’avvicina”. (Luca 21:25-28) Inoltre, Pietro diede l’ispirata ammonizione di evitare i timore mondani, dicendo: “Non temete l’oggetto del loro timore e non siate agitati”. — 1 Piet. 3:14.

15. Invece di permettere che la mente si soffermi su questioni che causano timore, che cosa si dovrebbe fare?

15 Se si permette che la mente si soffermi su questioni che causano timore, è improbabile che si faccia molto progresso nel superare queste emozioni. Si dovrebbe dunque fare lo sforzo di sostituire a tali pensieri quelli che producono altri sentimenti. È sempre saggio e utile riempire la mente di cose spirituali e salutari. L’apostolo Paolo scrisse: “Infine, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose di seria considerazione, tutte le cose giuste, tutte le cose caste, tutte le cose amabili, tutte le cose delle quali si parla bene, se vi è qualche virtù e qualche cosa degna di lode, continuate a considerare queste cose”. — Filip. 4:8.

16. (a) Quale timore la Bibbia raccomanda? (b) Come quelli che hanno questo timore ricevono beneficio?

16 Tuttavia c’è un timore che le Scritture raccomandano. Non è un terrore morboso, ma il corretto e benefico timore di dispiacere a Geova Dio. Pertanto, nelle parole finali del libro di Ecclesiaste ci vien detto: “La conclusione dell’argomento, avendo udito ogni cosa, è: Temi il vero Dio e osserva i suoi comandamenti. Poiché questo è l’intero obbligo dell’uomo. Poiché il vero Dio stesso porterà ogni sorta di opera in giudizio relativamente a ogni cosa nascosta, in quanto a se è buona o cattiva”. (Eccl. 12:13, 14) Geova ha sempre sostenuto quelli che hanno debito timore di lui. Il patriarca Abraamo fu uno di tali uomini, e riguardo a lui Genesi 15:1 afferma: “Dopo queste cose la parola di Geova fu rivolta ad Abramo in una visione, dicendo: ‘Non temere, Abramo. Io sono il tuo scudo. La tua ricompensa sarà molto grande’”. Davide disse: “Benché io cammini nella valle della profonda ombra, non temo nulla di male, poiché tu sei con me; la tua verga e il tuo bastone son le cose che mi confortano”. (Sal. 23:4) Quelli che temono Geova saranno in grado di stare in piedi nonostante che intorno a loro si verifichino avvenimenti paurosi e potranno provare i sentimenti di Salmo 46:1-3: “Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto che deve trovarsi prontamente durante le angustie. Perciò non temeremo, benché la terra subisca un cambiamento e benché i monti vacillino nel cuore del vasto mare; benché le sue acque siano tumultuose, schiumino, benché i monti crollino al suo clamore”.

17. Perché non temere l’uomo o i demoni?

17 Alcuni temono l’uomo, ma Gesù disse: “Non abbiate timore di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima; abbiate timore piuttosto di colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geenna”. (Matt. 10:28) Tutt’al più l’uomo può sopprimere la vita presente. Comunque, Dio può distruggere la persona nella Geenna, da cui non c’è nessuna risurrezione e pertanto nessuna vita futura di anima umana. Nemmeno i demoni possono impedire la risurrezione. I cristiani non li dovrebbero dunque temere. Per giunta, queste malvage creature spirituali non possono prevalere sul servitore di Dio finché egli trae pieno profitto dai provvedimenti spirituali di Geova mediante lo studio della Bibbia e delle pubblicazioni cristiane, assiste alle adunanze cristiane, prega Dio e si impegna con fedeltà nel ministero cristiano. Chi fa queste cose è equipaggiato della protettiva armatura spirituale di Dio. (Efes. 6:11-18) Ciò nondimeno, se un cristiano è turbato da timori, preghi Geova che l’aiuti, come fece Davide, che disse: “Interrogai Geova, ed egli mi rispose, e mi liberò da tutti i miei spaventi”. — Sal. 34:4.

18. Se vi sentite depresso, angustiato o timoroso, quale attività vi può essere d’aiuto?

18 Se a volte vi sentite depresso, angustiato o provate fino a un certo punto timore, potrete quindi trovare molto utile aumentare il vostro sforzo d’aiutare altri, come per mezzo di una maggiore attività di ministero. Questo terrà probabilmente più occupata la vostra mente lungi dalle questioni che suscitano gravi preoccupazioni personali. Geova ci conforta così che “possiamo confortare quelli che sono in qualsiasi sorta di tribolazione per mezzo del conforto col quale siamo noi stessi confortati da Dio”. (2 Cor. 1:4) Quella d’aiutare altri è di per se stessa un’opera rimuneratrice. — Atti 20:35.

19. (a) Quale significativo fattore ha aiutato senza dubbio i servitori di Dio nelle più difficili circostanze? (b) Che cosa eliminerà di sicuro le emozioni molto dannose per i membri del corpo spirituale di Cristo e per la “grande folla”?

19 E ricordate che le attuali prove e tribolazioni saranno di breve durata, specialmente da che siamo ora sulla medesima soglia del nuovo ordine promesso da Geova. (2 Cor. 4:16-18; 2 Piet. 3:11-13) Un significativo fattore che senza dubbio ha contribuito a sostenere i servitori di Dio nelle più difficili circostanze, come mentre subivano bestiale persecuzione o carcere, è stato quello di volgere la mente alla meravigliosa speranza che ci sta davanti. Paolo ammonì: “Rallegratevi nella speranza che vi sta davanti”. (Rom. 12:12) “Per la gioia che gli fu posta dinanzi egli [Cristo] sopportò il palo di tortura, disprezzando la vergogna”. Seguendo il suo esempio, i cristiani potranno evitar di stancarsi e di venire meno nelle loro anime. (Ebr. 12:2, 3) Geova aiuta i fedeli nel tempo dell’angustia e della difficoltà, come mostra Salmo 37:39, 40, affermando: “La salvezza dei giusti è da Geova; egli è la loro fortezza nel tempo dell’angustia. E Geova li aiuterà e provvederà loro scampo. Provvederà loro scampo dai malvagi e li salverà, perché si sono rifugiati in lui”. Quelli del corpo spirituale di Cristo che son morti nella fedeltà hanno avuto la risurrezione alla vita celeste e questo ha già eliminato le imperfette emozioni umane che ebbero una volta e che poterono causare loro afflizione. Per la “grande folla” di fedeli cristiani che hanno oggi speranze terrestri c’è la prospettiva della finale perfezione umana, che per certo non sarà accompagnata da emozioni assai dannose. — Riv. 7:9, 10.

20. Come potete trovare conforto per voi stessi?

20 Ricordate sempre le decisioni giudiziarie di Geova e traetene conforto. (Sal. 119:52) Ricevete consolazione e aiuto dalle Scritture. Vi elevino esse lo spirito, proprio come la piacevole, calmante musica. Accertatevi d’essere regolarmente fra quelli che in tutta la terra mantengono la felicità cantando lodi a Geova. “Lodate Iah, poiché è bene innalzar melodie al nostro Dio; poiché è piacevole, la lode è appropriata”. — Sal. 147:1.

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