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  • ‘Ho sofferto il male come la giusta specie di soldato’

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  • ‘Ho sofferto il male come la giusta specie di soldato’
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
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  • LA LOTTA S’INTENSIFICA
  • ‘PRIGIONIERI PER IL SIGNORE’
  • SVOLTA DECISIVA
  • A CASA, MA NON IN LICENZA
  • Liberazione dall’inquisizione totalitaria mediante la fede in Dio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
  • “Il nome di Geova è una forte torre”
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Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
w69 15/3 pp. 182-187

‘Ho sofferto il male come la giusta specie di soldato’

Narrato da Gerhard Oltmanns

‘UBBIDIREMO a ogni costo alle leggi di Dio anche se significherà perdere la vita e continueremo a riunirci per l’adorazione. Se il vostro governo ci opprime dovrà rendere conto all’Onnipotente Dio’. Questi erano i pensieri conclusivi della risoluzione ricevuta dalla Cancelleria del Terzo Reich il 7 ottobre 1934. Centinaia di copie dello stesso messaggio provenivano dalle congregazioni degli “zelanti studenti biblici” messi al bando, noti in altri paesi come testimoni di Geova.

Non dimenticherò mai quel giorno, poiché alle dieci di quella mattina ci eravamo radunati per la preghiera, e quindi, dopo aver considerato la cosa, decidemmo unanimemente di mandare questo messaggio al governo di Hitler. Non avremmo mai potuto seguire Hitler come capo, né riconoscerlo come tale, poiché avevamo già preso l’impegno d’essere ‘eccellenti soldati di Gesù Cristo’, il vero “condottiero e comandante ai gruppi nazionali” stabilito da Dio. (2 Tim. 2:3; Isa. 55:4) Questa fu per me un’occasione specialmente emozionante.

Vedete, ero venuto a contatto per la prima volta con gli studenti biblici nel maggio del 1924. Era avvenuto mentre aiutavo un compagno di lavoro a traslocare in un’altra casa. Vidi un vecchio mandolino, e senza nessuna ragione strimpellai sul basso il vecchio inno “Lodate il Signore, il potente Re di gloria”. Fu questo. Cominciammo subito un’animata conversazione biblica, poiché il mio compagno di lavoro era uno studente biblico. Ero cresciuto come luterano, ma non potei fare a meno di rimanere colpito dalla sua conoscenza della Bibbia. Superficialmente, comunque, mostrai di non essere d’accordo con le sue idee.

Quindi arrivarono i libri per posta — uno dopo l’altro — i sette volumi di un’opera intitolata “Studi sulle Scritture”, scritta da Charles T. Russell. Cominciai a leggerli nei momenti liberi. Poi riservai più tempo per studiarli. Infine, continuavo a leggere anche a notte inoltrata. A volte ero realmente irritato per come veniva smascherato il luteranesimo. Altre volte ero completamente d’accordo con lo scrittore.

Verso quell’epoca accettai d’andare a udire un noto oratore, un sacerdote cattolico, che doveva parlare a un gruppo di veterani della prima guerra mondiale, molti dei quali erano ancora giovani. Egli si vantò della sua opera di salvezza delle anime che aveva compiuta nelle trincee. Ma ciò che disse di un giovane il quale, nell’ora della sua morte, rifiutò di ricevere le cure spirituali del sacerdote, fu un vero colpo per me. Il moribondo girò le spalle al sacerdote. “Così”, disse l’oratore, “gli gridai all’orecchio: Il Diavolo porti la tua anima peccatrice all’inferno!” La reazione che provai per tale comportamento non cristiano mi spinse a scrivere agli uffici della Società Torre di Guardia ordinando cinquanta opuscoli sul soggetto “Inferno: Che cos’è? Chi è lì? Possono uscirne?” Senza rendermene conto, ero sulla strada per divenire attivo testimone di Geova.

Nel 1925 il lavoro secolare mi portò nelle vicinanze di Oldenburg. Trovai la locale congregazione dei testimoni di Geova e fui sbalordito quando il ministro che presiedeva mi accolse come se sapesse che vi sarei andato. Quando gli chiesi come faceva a conoscermi, disse: “L’ufficio della Società ci ha scritto di te. Ti aspettavamo. Siamo lieti che tu sia venuto”. Subito dopo ebbi l’occasione di simboleggiare la mia dedicazione a Geova Dio col battesimo in acqua.

Nel 1928 mi sposai. Sposai una zelante studentessa biblica che è rimasta con me fino a questo giorno, compagna della mia vita e nel combattere. Nel frattempo, non c’era dubbio che si doveva combattere una guerra spirituale, poiché gran parte del territorio in cui predicavamo era abitato da cattolici. Non era garantita una pacifica attività. La propaganda dei giornali cominciò a diffondere menzogne su di noi. Ciò nondimeno, continuammo a diffondere il messaggio del Regno in città, villaggi e campagne.

LA LOTTA S’INTENSIFICA

Come fummo felici di avere lavorato così a fondo e così scrupolosamente fino alla primavera del 1933! Poiché ora l’avvento del governo di Hitler era come l’avvertimento di oscure nubi di tempesta! Avremmo perseverato in cattive condizioni? Ora che la nostra opera era minacciata e turbata dai sostenitori dagli stivali scuri del “dominio millenario di pace” di Hitler, avremmo continuato a seguire la direttiva del nostro Capo in cielo, Cristo Gesù?

Fu fatta pressione su di noi. La nostra famiglia di quattro persone fu cacciata dal nostro alloggio e ci trovammo senza nulla da mangiare. Ho ancora il documento ufficiale del presidente del governo, da cui cito le parole: “Finché continuerà ad avere questi sentimenti dovrà pensare lei stesso ad assistere la sua famiglia”. Pregammo di poter perseverare senza fare compromesso. Resistemmo all’avversario. E, proprio quando sembrava che non ci fosse via d’uscita, Geova ci mandò ripetutamente l’aiuto.

Le condizioni mi costrinsero ad andare avanti e indietro e accettare anche il più faticoso tipo di lavoro. Per esempio, nel 1934 lavorai come facchino in un albergo, come lavapiatti e in seguito come aiutante in un ristorante nell’isola di Heligoland nel mare del Nord, a 200 chilometri da casa. Ma anche in quella tarda data riuscivamo a ricevere le riviste Torre di Guardia. Che benedizione furono! E apprendemmo perché il popolo di Geova doveva perseverare, anche se era provato fino al limite. Il nome e la sovranità di Geova erano in gioco. Avemmo il privilegio di provare che Satana è bugiardo nella sua provocatoria asserzione che Dio non potesse mettere sulla terra un uomo che rimanesse fedele nella persecuzione. — Giob. 1:9-11.

‘PRIGIONIERI PER IL SIGNORE’

Il 4 giugno 1938 caddi nelle grinfie della Gestapo. Fui condannato da un tribunale speciale di Hannover e scontai la sentenza in sei prigioni diverse. Per quasi venti mesi fui tagliato fuori da ogni associazione coi conservi Testimoni, essendo a volte anche in segregazione cellulare. Dovetti attingere al mio deposito di conoscenza biblica per sostenermi spiritualmente. Un giorno un amichevole secondino fece scivolare nella mia cella una Bibbia. Questo mi fece ricordare l’angelo che aveva recato sostentamento a Elia, tanto era inaspettata. (1 Re 19:5-8) E fu confortante riflettere sul perché soffrivo, per il motivo che non ero stato intimidito e messo a tacere, rifiutando di occultare i detti di Geova, il Santo. — Giob. 6:10.

In quei giorni le persone del mondo che cercavano di dare consigli erano molto pericolose. Un ex compagno di campo di concentramento, un prigioniero politico, a cui avevo dato testimonianza del Regno, descrisse le sue proprie esperienze e disse: “Sii furbo e firma. Dei 400 Testimoni del nostro campo, ogni giorno quindici che avevano rifiutato di firmare dovettero subire ‘l’inferno’”. Ma sapevo bene qual era la condotta che avrebbe onorato Geova.

Nel gennaio del 1940 finii nel campo di Sachsenhausen, vicino a Berlino. Lì trovai altri 400 Testimoni. Dal marzo del 1938 erano stati isolati ed erano stati negati loro i diritti goduti dagli altri prigionieri. Niente giornali, niente libri, e, in principio, niente posta. In seguito, fu permessa una lettera di cinque righe al mese. Gli schernitori si facevano beffe: “Dov’è ora il vostro Geova?” C’erano anche perdite. Un vecchio morì nelle mie braccia, fedele fino alla morte. Le sue ultime parole furono per incoraggiarci a rimanere saldi.

E v’erano anche occasioni di dare testimonianza riguardo al Regno. Per esempio, trenta di noi Testimoni fummo assegnati a costruire a Berlino il nuovo quartier generale delle SS. Terminando una conversazione che avevo avuta con un capo delle SS, dissi per caso: “Signore, lei è soldato. Anch’io sono soldato”. Avevo in mente II Timoteo 2:2-4. Dopo ciò, nei momenti difficili, mi aiutava dicendo ai suoi uomini: “Lasciate in pace Oltmanns. Oltmanns è un soldato!”

Nella primavera del 1941 fu composto quello che è ora il cantico numero undici del libretto dei cantici ‘Cantiamo e accompagnamoci con musica nei nostri cuori’. Geova ci rafforzava veramente perché rimanessimo intrepidi. Con l’apostolo Paolo potevamo dichiarare fiduciosamente: “Siamo incalzati in ogni modo, . . . perplessi, . . . perseguitati, . . . abbattuti, ma non distrutti”. — 2 Cor. 4:8, 9.

Nel settembre del 1941 avemmo un po’ di sollievo. A mezzogiorno udimmo attraverso gli altoparlanti del campo: “Testimoni di Geova, studenti biblici, attenzione! Solo cinque minuti per mangiare, e poi muovetevi subito!” Ci fu permesso di lasciare l’area di punizione dove eravamo stati isolati dagli altri. Ora dovevamo essere trattati come gli altri prigionieri del campo. Eravamo richiesti come lavoratori fidati. “Devono essere conquistati con le lusinghe, giacché diventano solo più decisi con la pressione”, così diceva una lettera delle SS. “Ne abbiamo bisogno anche dopo la guerra perché si stabiliscano nell’est dove potranno predicare il vangelo di pace ai popoli slavi”.

Continuammo dunque i nostri studi di congregazione. Infatti, alcune guardie che erano nelle torri l’attendevano poiché ci udivano cantare canzoni popolari, quindi un cantico di Sion, seguìto dalla preghiera e dal nostro studio. Ma un giorno venne un nuovo sorvegliante dell’isolato. Avremmo potuto tenere lo studio come di solito? Perché no? Pregammo in merito, e quindi lo tenemmo. All’improvviso, mentre facevamo lo studio di Daniele, capitolo 11, la porta del locale dove passavamo le giornate si aprì ed ecco il nuovo capo dell’isolato. Credo che fosse più stupito lui di noi. Stette in silenzio per circa un minuto, quindi ci fece cenno di continuare. Con che entusiasmo cantammo il cantico di chiusura!

Nell’agosto del 1942 fummo traditi da un membro di una delle sette della cristianità. Una mattina tutto fu perquisito, compresi i sacchi di paglia su cui dormivamo. Fu trovata molta letteratura. Quindi fu inflitta la punizione: quindici di noi ricevemmo venticinque frustate ciascuno. Uno veramente degno, che cercò di prendersi la colpa per proteggere gli altri, ricevette cinquanta frustate. Quindi dovemmo tutti trasportare il doppio di pesanti pietre.

Nel marzo del 1943 fummo caricati su carri bestiame, i cui finestrini erano provvisti di filo spinato, e trasportati per ferrovia attraverso il Belgio e Parigi fino alla pittoresca Saint-Malo. Lì vedemmo per la prima volta gli alberi delle palme. Col traghetto fummo portati sull’isola di Alderney, occupata a quel tempo dall’esercito tedesco. Non ci fece male fare un rinfrescante viaggio per mare dopo tutti quei mesi di detenzione. Su quell’isola sassosa qualcuno mi diede una Bibbia inglese, un dizionario tedesco-inglese, e i libri Governo e Riconciliazione. Gli uomini delle SS pensarono che studiassi la lingua, ma in realtà il nostro gruppo si edificava di nuovo spiritualmente.

SVOLTA DECISIVA

Quindi nel 1944 ci fu l’invasione degli Alleati. L’agonia del “millenario Reich” era in corso, e anche noi lo sentivamo. Tre settimane dopo una delle ultime navi tedesche che partiva da Cherbourg ci prese a bordo e ci trasportò nella solatia isola di Guernsey. Era stato stabilito d’affondare la nave con tutto il suo carico di inermi prigionieri, ma il capitano non fu d’accordo. Infine arrivammo a Jersey, e alcuni giorni dopo un bravo timoniere ci fece attraversare il blocco alleato e ci sbarcò ancora una volta a Saint-Malo.

Poi cominciò la corsa in treno attraverso l’Europa. I piloti alleati cercavano di colpire la locomotiva, ma si astenevano dal bombardare le vetture poiché trasportavano prigionieri partigiani e prigionieri americani, nonché il nostro gruppo. Nel viaggio attraverso la Francia, la gente ci mostrò molta benignità, dandoci spesso ottimo vino quando chiedevamo acqua. Tristemente, però, alcuni del nostro gruppo morirono durante questo viaggio. In un luogo tre Testimoni furono sepolti in una tomba. I loro corpi carnali non erano più in grado di sopportare, benché spiritualmente fossero forti.

Passarono le settimane. Attraversammo le Fiandre, l’Olanda e la Germania. Né ci fermammo lì. I nostri catturatori ci trasportarono qua e là attraverso la Cecoslovacchia, e infine nel campo di Munnigholz a Steyr. Come fummo grati quando venne il mese di maggio e potemmo veder sventolare la bandiera bianca! Piangemmo di gioia. Desideravamo ardentemente di rivedere le nostre famiglie. Erano ancora vive? E poi volevamo riprendere la lotta cristiana, il combattimento spirituale per cui eravamo stati arruolati come soldati. Il traffico era fermo. Il paese era stato devastato.

Felicemente trovammo un vecchio autocarro dell’esercito e lo riparammo. Facemmo anche uno striscione con le parole: “I Testimoni di Geova tornano a casa dai campi di concentramento”. Con questo striscione e con rami di betulla, e indossando ancora l’abito a strisce di prigionia, noi cinquanta Testimoni facemmo un gioioso viaggio attraverso la Baviera e la Sassonia fino a Lipsia. Lì ci separammo, e, come avevo precedentemente promesso, tornai a casa puntualmente di sera. Era il 4 giugno, esattamente sette anni dopo che ero stato portato via dalla Gestapo!

A CASA, MA NON IN LICENZA

Anche i figli erano a casa sani e salvi quando arrivai. Fu emozionante leggere il resoconto del giudice su di loro, quando avevano solo dodici e nove anni d’età. “Non diremo Heil Hitler”, avevano detto. “Non saluteremo la bandiera di Hitler. Non ci uniremo al B.D.M. anche se sappiamo che non ci sarà permesso di stare con nostra madre. Nostro padre è nel campo di concentramento perché crede in Dio. Anche i pastori dicono di credere in Dio, ma non sono nel campo di concentramento, perché fanno compromesso”. Certo era stata una benedizione per loro avere una madre amorevole che ogni giorno studiava coraggiosamente la Parola di Dio con loro.

Ma questo non era il tempo di andare in licenza. Per mezzo della sua organizzazione Geova chiamava tutti i soldati di Cristo a rimanere svegli e attivi. Ebbi il privilegio d’essere nominato come speciale rappresentante viaggiante della Società Torre di Guardia nella Germania nordoccidentale. Potevo continuare? Un cuore debole non mi era d’incoraggiamento. Comunque, Geova esaudì le nostre preghiere, e in ogni luogo i fratelli furono molto incoraggianti. Infatti, le congregazioni dei testimoni di Geova sorgevano come funghi dopo la calda pioggia estiva.

E come ha continuato a traboccare da allora il nostro calice! Ristabilita l’opera di servizio nel 1947; primo congresso postbellico a Kassel nel 1948; la grande, indicibile gioia di volare sopra l’oceano nel 1950 per andare all’immenso congresso “Incremento della Teocrazia” nello Yankee Stadium della città di New York, dove settanta di noi dalla Germania fummo presenti. Eravamo usciti da un’ardente prova. Ora il calice delle benedizioni traboccava.

Pure indimenticabili furono le assemblee di Norimberga, tenute nei luoghi del partito del Reich. Le 144 colonne divennero simbolo della vittoria del trionfante regno di Dio sotto lo scettro e la corona del suo Re costituito, Cristo Gesù. Nel 1955 oltre 107.000 leali sudditi di quel “Condottiero e Comandante” gremirono questo luogo e cantarono cantici di lode a Geova degli eserciti. Dalla torre guardai questo immenso raduno di persone e gli occhi mi si riempirono di lagrime. Sotto Cristo il Re moltitudini di persone imparavano a fare ciò che nessuna organizzazione religiosa o politica del mondo aveva potuto fare: unire persone di tutte le nazioni nella pace e nell’amorevole cooperazione.

Voi giovani che siete liberi e alla soglia del servizio continuo, non dite: “Non sono adatto per servire”, o: “È troppo per me”. Avanzate con la forza di Geova. Egli vi sosterrà e vi rafforzerà come sostenne e rafforzò il “nuvolo di testimoni”, sia nei tempi antichi che in quelli moderni. Tenete presente che i veri adoratori di Dio sono combattenti, e che viviamo in mezzo a un mondo estraneo, nemico. Sino a che la finale vittoria di Geova porrà fine per sempre all’intera organizzazione di Satana, è vostro nonché nostro privilegio essere ‘eccellenti soldati di Gesù Cristo’, pronti a combattere teocraticamente e a perseverare.

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