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  • w70 15/4 pp. 227-228
  • Conoscete bene vostro figlio?

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  • Conoscete bene vostro figlio?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
w70 15/4 pp. 227-228

Conoscete bene vostro figlio?

VIVENDO ogni giorno con un figlio, da quando è appena nato a quando è adolescente, il genitore pensa di solito di conoscerlo. Ma, come hanno scoperto molti genitori, il semplice fatto di vivere con un figlio non significa che il genitore sappia ciò che pensa.

Alcuni genitori sono stati così presi da interessi personali che il loro figlio, per quanto riguarda i suoi pensieri, è un estraneo per loro. Sono sorpresi se si mette in difficoltà, o se fugge per andare a vivere come hippie. Non riescono a capire dove sono venuti meno verso di lui.

Sapete ciò che pensa vostro figlio? Vi trovate mai solo con lui così che si senta libero di sfogarsi? Fate insieme passeggiate, solo voi due, in un parco della città, lungo una spiaggia o in campagna? Fate lavori insieme nella casa? Queste sono occasioni per indurlo a parlare e sapere come pensa. Ma dovete fare più che semplicemente ascoltarlo.

Ci dev’essere comunicazione nei due sensi, cioè il genitore deve ascoltare ciò che il figlio ha in mente e dare anche al figlio informazioni che lo aiutino a plasmare i suoi pensieri nel modo migliore per lui. Per esempio, ha bisogno di un realistico codice morale su cui egli possa basarsi come guida fidata. Senza di esso può divenire come una barca che va alla deriva, finendo sugli scogli. Moltissimi giovani si sono rovinati la vita e hanno dato dei dispiaceri ai genitori cercando di vivere senza norme morali.

Aiutando vostro figlio a imparare a rispettare le alte norme morali della Bibbia gli date un realistico codice morale. Mentre voi due comunicate egli trae beneficio dalla vostra maturità ed esperienza. Questo è ciò che Dio consigliò di fare ai padri israeliti coi loro figli ai giorni di Mosè. Egli disse: “Queste parole che oggi ti comando devono essere nel tuo cuore; e le devi inculcare a tuo figlio e parlarne quando . . . giaci e quando ti levi”. (Deut. 6:6, 7) In questa disposizione, il genitore dedica del tempo a suo figlio, facendo con lui un’edificante conversazione. Inculca nel figlio la sapienza e le eccellenti norme morali della Parola di Dio.

Mentre fate le cose insieme potete imparare molto rivolgendo domande a vostro figlio. Se, per esempio, siete un dedicato cristiano, facendo domande, potete sapere se vostro figlio crede realmente che viviamo negli “ultimi giorni” di questo presente sistema di cose, come indica la profezia biblica. (Matt. 24:3-14; 2 Tim. 3:1-5) Potete sapere se crede che il regno di Dio è reale. Potete scoprire se comprende il sacrificio di riscatto di Gesù Cristo e perché è necessario predicare la buona notizia del regno di Dio. Potete apprendere quanto in effetti capisce la Parola di verità di Dio.

Se siete dedicato cristiano, molto probabilmente conducete regolarmente vostro figlio alle adunanze di congregazione, ma capisce egli perché è così necessario frequentarle? Siete certo che le apprezza sufficientemente da continuare a frequentarle man mano che crescerà? Se partecipa all’opera di dire ad altri la buona notizia del Regno, capisce realmente perché vi deve partecipare? Lo fa per amore verso Dio e per il desiderio di aiutare altri ad acquistare conoscenza del Regno?

Stabilendo questa comunicazione fra voi e vostro figlio potete sapere che cosa pensa delle cose che sono importanti per voi e che dovrebbero essere importanti per lui. Potete dargli amorevole incoraggiamento e consiglio. A sua volta, egli si sentirà libero di presentarvi i suoi problemi personali perché sa che ascolterete.

Il tempo di cominciare a stabilire buone comunicazioni è quando il bambino è piccolo. Poi, quando sarà cresciuto gli sarà più naturale dirvi i suoi sentimenti e pensieri. Ma se è sorta una barriera che impedisce di comunicare, è difficile abbatterla. Probabilmente il bambino penserà che fra lui e i genitori ci sia un incolmabile abisso.

Quando i figli raggiungono l’adolescenza hanno luogo spiccati cambiamenti nei loro corpi mentre essi cominciano a colmare l’abisso fra l’infanzia e l’età adulta. Questi cambiamenti influiscono sui loro pensieri e sulle loro emozioni. È il tempo in cui hanno bisogno dei maturi ed equilibrati consigli dei genitori. È il tempo in cui hanno bisogno di un solido codice morale che permetta loro di seguire la condotta retta.

Se il fondamento posto dai genitori nell’addestramento del bambino è stato buono, egli potrà evitare il naufragio morale. Perciò, con buona ragione la Bibbia dice: “Addestra il ragazzo secondo la via per lui; pure quando sarà invecchiato non se ne dipartirà”. — Prov. 22:6.

Nel parlare con un figlio, probabilmente il padre otterrà poco mettendosi a sedere e dicendo: “Ora, figliolo, voglio fare una chiacchierata con te. Voglio sapere quello che pensi”. Si otterrebbero più risultati se i due conversassero mentre fanno qualche cosa di piacevole, come una passeggiata insieme in campagna o mentre si dedicano a un passatempo. Con una domanda casuale il padre può a poco a poco far esprimere il ragazzo. In queste condizioni tranquille e amichevoli è più probabile che riveli il suo modo di pensare invece che se fosse severamente interrogato con penosa insistenza. La madre può fare la stessa cosa con la figlia mentre fanno qualche cosa insieme, come cucire un vestito o cucinare. Una casuale specifica domanda può spostare la conversazione così che la figlia riveli il suo modo di pensare.

Anche se i figli crescono coi genitori, hanno una mente propria. Sono persone dotate di libero arbitrio. I loro genitori non li possono controllare come se fossero burattini, ma possono aiutare i figli a plasmare la loro mentalità così che seguano un buon modello. Questo richiede non solo addestramento sin dalla tenera età ma anche aperte e franche conversazioni coi figli. In quale altro modo possono i genitori conoscere realmente i loro figli?

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