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  • “Se un testimone di Geova vi fa visita”

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  • “Se un testimone di Geova vi fa visita”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
w73 15/8 pp. 487-488

“Se un testimone di Geova vi fa visita”

CI SONO pochissimi posti dove i Testimoni di Geova non possono andare a predicare la buona notizia del regno di Dio. La prigione di Dartmoor, una delle principali prigioni d’Inghilterra, è uno di essi. E tuttavia di recente il cappellano anglicano ha distribuito in ogni cella in cui si trovano membri della Chiesa d’Inghilterra un volantino intitolato “Che cosa dire se un testimone di Geova vi fa visita”. Aveva buona ragione di far questo.

Alcuni mesi fa un agente della prigione di Dartmoor cominciò a dare testimonianza ad alcuni uomini nel suo laboratorio. Uno di essi accettò subito il messaggio e cambiò religione per avere diritto a ricevere le visite del locale sorvegliante dei testimoni di Geova. Ben presto, altri quattro divennero abbastanza interessati da chiedere un colloquio al cappellano, che allora fece un sermone ai detenuti condannando i testimoni di Geova come non cristiani ed eretici. Come risultato di ciò vi fu un considerevole aumento di interesse nella prigione e si ebbero altre richieste di studi biblici.

Recentemente è stata trasferita nella prigione di Dartmoor una nuova guardia carceraria e per prima cosa il cappellano gli ha detto che non gli importava di che religione fosse, o anche se aveva una religione. Era assolutamente di vedute larghe eccetto per quei “confusi testimoni di Geova”. Quando la nuova guardia carceraria disse d’essere un testimone di Geova, il cappellano fu molto turbato. Un detenuto commentò: “Il cappellano non fa mai riferimento alla Bibbia eccetto quando parla sprezzantemente dei testimoni di Geova”.

Il sig. — ha espresso il desiderio di battezzarsi e ora sta considerando le domande preparatorie con il locale sorvegliante, e ogni mese gruppi di Testimoni vanno a trovarlo in prigione per edificare la sua fede. Riguardo alle cose accadute nella sua vita nei mesi recenti egli scrive: “Cari fratelli,

“A causa di inevitabili circostanze non potrò unirmi a voi, ma il conforto di sapere che siamo uniti nello spirito reca grande gioia. Al presente, per la mia precedente condotta, devo ancora allo Stato un po’ di tempo.

“In effetti, tutto è cominciato così per me, proprio qui in prigione:

“Cercavo aiuto e consigli riguardo al modo di condurre la mia vita. Pareva non ricevessi nessuna soddisfazione dalle autorità della prigione, per cui un giorno mi misi a parlare con il cappellano della prigione e gli dissi che desideravo servire Dio. Gli chiesi come facevo a sapere se Dio conosceva questo mio desiderio. Egli rispose: ‘Quando egli è pronto . . .’ Gli mostrai la Bibbia Gideon che avevo e gli dissi di fare molta fatica a capirla, per cui egli replicò: ‘Hai bisogno di un Nuovo Testamento’, il che fu gentile da parte sua.

“Mi spiegò pure che avrebbe dato inizio a un nuovo corso biblico con alcuni amici dell’Associazione Maschile della Chiesa d’Inghilterra. Mi iscrisse a questo corso.

“La prima settimana del corso nulla fu considerato riguardo all’aiuto e alla guida necessari. La settimana dopo non se ne fece nulla. Per alcune altre settimane non accadde nulla, ma per quell’epoca avevano distribuito piccole tessere di associazione e avevano chiesto a ciascuno di noi un penny. L’unica volta che fu menzionata la Bibbia fu quando condannarono i testimoni di Geova.

“Ebbene, a quel tempo, nel laboratorio della prigione dove lavoravo c’era tra il personale un cristiano testimone di Geova, per cui facemmo parecchie conversazioni insieme, e ricevetti consigli per cambiare il mio modo di vivere. Grazie alla generosità di quelli che sono ora i miei fratelli, entro pochi giorni mi furono dati una Bibbia e un libro Verità. Entro poche settimane fu iniziato uno studio, e da allora, sono felice di dirlo, con l’aiuto dell’organizzazione di Geova e con l’amore dei miei nuovi fratelli, ho questa meravigliosa speranza di servire Geova Dio per sempre, nonché di condividere con altri questa buona notizia.

“Un uomo ha già cambiato religione. Ora è andato in un’altra prigione e alla sua partenza ha detto: ‘Grazie per avermi aiutato a trovare la verità. Non vedo l’ora di rivedervi a un’adunanza in futuro’.

“Un altro ha detto allo stesso cappellano della prigione che non andrà più nella sua chiesa e che cambierà religione per diventare testimone di Geova. Naturalmente, il cappellano si è molto irritato, e la domenica successiva ha menzionato un libro che condanna i testimoni di Geova. Il detenuto ha notato che nell’intero libro non c’era una sola scrittura e ne ha chiesto il perché al cappellano. Il cappellano si è seccato ancora di più e ha messo in ogni cella dove ci sono anglicani un volantino intitolato: ‘Che cosa dire se un testimone di Geova vi fa visita’. Il detenuto ha rifiutato di farsi scoraggiare ed è deciso a imparare di più intorno a Geova e al suo amorevole proposito”.

La buona notizia del regno di Geova continua dunque a essere predicata, anche nei luoghi più impensabili, incluse le prigioni letterali.

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