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  • Domande dai lettori (1)
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
w74 1/3 pp. 158-159

Domande dai lettori

● Che cosa significa l’espressione “condotta dissoluta” che si trova in Galati 5:19? — U.S.A.

Si potrebbe pensare che questo termine (dalla parola greca a·selʹgei·a) si riferisca alla condotta immorale, ma in senso minore o non tanto grave. Comunque, non è così secondo le prove disponibili nelle Scritture e anche secondo gli antichi scritti greci secolari in cui ricorre questa parola. Non si limita ad atti d’immoralità sessuale. E, anziché riferirsi a cattiva condotta di natura piuttosto trascurabile o minore, descrive evidentemente atti che rispecchiano un’attitudine sfacciata, che rivela mancanza di rispetto, mancanza di riguardo o anche disprezzo per norme, leggi e autorità. La ‘dissolutezza’ della condotta, perciò, non è dovuta principalmente a debolezza ma deriva da un’attitudine irrispettosa, insolente o sfacciata.

A sostegno di ciò riscontriamo che i lessici della lingua greca definiscono a·selʹgei·a (e altre forme di questa parola) facendone questa descrizione: “atti oltraggiosi”, “licenziosità, sfrenata violenza”, “insolenza”, “volgari ingiurie”, “brutal[ità]” (Liddell e Scott); “eccesso, intemperanza, in qualsiasi cosa, p.e. lingua, condotta, insolenza” (Robinson); “scatenata lussuria, . . . oltraggio, sfrontatezza” (Thayer; “sfrenata illecita insolenza” (Trench). A New Testament Wordbook di Barclay dice: “[A·selʹgei·a] è usata da Platone col senso di ‘impudenza’. . . . È definita ‘violenza unita a insulto e audacia’. . . . È descritta come ‘lo spirito che non conosce limiti e che osa qualsiasi cosa suggeriscano il capriccio e la sfrenata insolenza’”.

Lo storico giudeo Giuseppe Flavio, del primo secolo E.V., usò il termine (a·selʹgei·a) descrivendo la pagana regina Izebel che eresse un santuario a Baal in Gerusalemme. Questo atto fu davvero un vergognoso oltraggio, che si fece impudentemente beffe dell’opinione pubblica e della decenza.

L’uso di a·selʹgei·a negli scritti secolari è paragonabile a quello che se ne fa nelle Scritture Greche Cristiane. L’apostolo Paolo, ad esempio, parla delle persone delle nazioni e dice che, a causa “dell’insensibilità dei loro cuori”, superarono “ogni senso morale, [dandosi] alla condotta dissoluta [a·selʹgei·a] per operare impurità d’ogni sorta con avidità”. (Efes. 4:17-19) L’apostolo Pietro associa a·selʹgei·a a pratiche delle nazioni come “concupiscenze, eccessi col vino, gozzoviglie, sbevazzamenti e illegali idolatrie”, cose che conducono a un “basso livello di dissolutezza”. (1 Piet. 4:3, 4) E, descrivendo l’angustia di Lot per gli atti della gente di Sodoma, l’apostolo mette in risalto l’attitudine dei Sodomiti “che sfidavano la legge” nella loro “condotta dissoluta”, e paragona certuni del suo giorno a loro in quanto erano “audaci, caparbi”, ‘disprezzavano la signoria’, non temendo di ‘parlare ingiuriosamente’ dei gloriosi, e pronunciavano “gonfie espressioni di nessun profitto”. (2 Piet. 2:7-10, 18) Tutte queste espressioni sono buoni esempi della sfumatura del termine greco a·selʹgei·a in relazione a sfacciata, sfrenata condotta.

Similmente, il discepolo Giuda scrive riguardo agli empi che usarono l’immeritata benignità di Dio come “una scusa per condotta dissoluta”, e dà risalto alla loro irrispettosa, sdegnosa e sprezzante attitudine verso la giusta autorità. Non solo il fatto che ‘contaminavano la carne’ con l’immoralità sessuale e d’altro genere, ma anche il fatto che ‘trascuravano la signoria e parlavano ingiuriosamente dei gloriosi’, eran tutte cose che costituivano “condotta dissoluta”. Erano “uomini animaleschi, che non [avevano] spiritualità”. — Giuda 4-8, 19.

Oggi l’attitudine descritta dalla parola a·selʹgei·a è molto prevalente nel mondo. Molti giovani abbandonano ogni ritegno, non esitano a recare oltraggio al pubblico pudore, beffandosi insolentemente dell’autorità e parlando ingiuriosamente ai genitori e ad altri. Ma non lo fanno solo i giovani. Teatro e cinematografo e riviste presentano apertamente atti che danno risalto non solo alla nudità e alle relazioni sessuali in pubblico, ma anche alla sadica brutalità insieme a linguaggio volgare e osceno. Questi sono tutti esempi di “condotta dissoluta” nel senso scritturale del termine.

Possiamo notare, comunque, che la “condotta dissoluta” (a·selʹgei·a) è menzionata parecchie volte insieme a “fornicazione” (por·neiʹa) e “impurità” (a·ka·thar·siʹa). (2 Cor. 12:21; Gal. 5:19, si paragoni Romani 13:13). In che modo differiscono questi termini?

Dei tre, “impurità” (a·ka·thar·siʹa) è il più ampio. A differenza di por·neiʹa, per esempio, esso include non solo l’immoralità sessuale ma l’impurità di qualsiasi specie, nel parlare, nell’agire o nella relazione spirituale. (Si paragonino 1 Tessalonicesi 2:3; 1 Corinti 7:14; 2 Corinti 6:17). E, a differenza di a·selʹgei·a, l’applicazione di questo termine non dipende dal motivo o dall’attitudine di chi è colpevole dell’impurità. “Impurità” ammette inoltre moltissimi gradi di serietà o gravità. Come un abito può avere una piccola macchia o essere sporco del tutto, così anche l’“impurità” di una persona può essere di minore entità o grave. Questo termine è basilarmente distintivo in quanto dà risalto alla natura moralmente ripugnante della condotta o condizione errata.

“Fornicazione” (por·neiʹa), d’altra parte, è più limitato, in quanto descrive atti gravemente immorali di natura strettamente sessuale. Mentre por·neiʹa, naturalmente, è tutta impura, questo particolare termine greco dà risalto alla natura illecita e lasciva della condotta, come quella che si potrebbe trovare in una casa di prostituzione, benché non commessa necessariamente in tale luogo.

“Condotta dissoluta” (a·selʹgei·a) è come “impurità” in quanto non si limita all’immoralità sessuale, ma ne differisce in quanto pone l’accento sulla sfrenatezza e sulla sfacciata insolenza della condotta. Vediamo, dunque, che — sebbene questi termini si riferiscano tutti alla condotta errata e a volte corrispondano — ciascuna parola ha la sua propria caratteristica sfumatura, forza o enfasi.

Additando ciò, A New Testament Wordbook di Barclay cita Lightfoot, studioso della Bibbia e della lingua greca, il quale avrebbe detto che “un uomo può essere ‘impuro’ (akathartos, forma aggettivale di [a·ka·thar·siʹa]) e nascondere il suo peccato, ma l’uomo che è aselgēs (l’aggettivo [di a·selʹgei·a]) offende la pubblica decenza. Qui è l’essenza stessa di aselgeia; l’uomo nel cui animo dimora aselgeia . . . non si cura di ciò che dice o pensa la gente finché egli può soddisfare il suo cattivo desiderio. . . . La maggioranza degli uomini ha ancora abbastanza pudore da cercar di nascondere il proprio peccato, ma l’aselgēs l’ha superato da molto tempo”.

Illustriamolo in modo pratico: Una coppia di fidanzati cristiani potrebbe, in qualche occasione in cui si mostrano affetto, andare involontariamente oltre ciò che è puro e decente. Benché non commettano ciò che la Bibbia chiama por·neiʹa (grave immoralità sessuale), la coppia di fidanzati potrebbe ciò nondimeno rendersi colpevole di una certa “impurità”, come con abbracci molto appassionati, o facendo scivolare le mani in parti intime del corpo. Può darsi che se ne vergognino e risolvano di non farlo più. Si sono resi colpevoli di “condotta dissoluta” (a·selʹgei·a)?

Non nel pieno senso biblico della parola, poiché non si facevano deliberatamente e sprezzantemente beffe delle giuste norme. Certo, se praticassero volontariamente tale impura condotta, mostrerebbero incurante mancanza di riguardo per ciò che è puro, la sfacciata mancanza di rispetto descritta da a·selʹgei·a. Così, anche il giovane che, pur non avendo nessuna seria intenzione di sposarsi, amoreggia e si abbandona egoisticamente a ‘intime effusioni amorose’ con una ragazza — o forse con una ragazza dopo l’altra — manifesta la sfrenata avidità definita dalle Scritture “condotta dissoluta”. Non si cura del danno o del male che causa. La stessa cosa potrebbe dirsi della ragazza che intraprendesse una condotta simile.

Coloro che hanno la responsabilità di sorvegliare spiritualmente la congregazione cristiana, perciò, fanno bene a distinguere fra questi termini scritturali. La decisione dei cristiani anziani sul modo di agire nei casi di trasgressione può essere condizionata da tale intendimento. Esso li può aiutare ad afferrare più chiaramente il comparativo grado di gravità delle azioni commesse. È pure mostrato che è di grande importanza il bisogno di usare sano giudizio, di soppesare le circostanze, le situazioni e le attitudini.

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