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  • Messa alla prova la lealtà dei primi cristiani verso Dio

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  • Messa alla prova la lealtà dei primi cristiani verso Dio
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
w74 1/7 pp. 399-400

Messa alla prova la lealtà dei primi cristiani verso Dio

NOI creature umane abbiamo l’innato desiderio d’essere amate. Perciò, non è facile sopportare quando siamo di continuo presentati sotto falsa luce, maltrattati e odiati. Tuttavia questo è esattamente ciò che sopportarono i primi cristiani.

Per far cessare la loro attività, gli oppositori istigarono le turbe alla violenza e fecero prendere provvedimenti ufficiali contro di loro. Questi oppositori presentavano anche la loro opera sotto falsa luce e davano l’impressione che solo gli inesperti e gli ignoranti fossero abbastanza stupidi da accettare il cristianesimo. Uno di tali oppositori, Celso, disse:

“Ogni volta che si impadroniscono di bambini in privato e di qualche stupida donna con loro, fanno qualche sorprendente dichiarazione come, ad esempio, che non devono prestare nessuna attenzione al padre e agli insegnanti di scuola, ma che devono ubbidire a loro; affermano che essi dicono sciocchezze e non hanno nessuno intendimento, e che in realtà non sanno fare né sono in grado di fare alcun bene, ma che sono occupati in semplici vuote chiacchiere. Ma essi solo, dicono, conoscono il giusto modo di vivere, e se i fanciulli credono a loro, diverranno felici e renderanno felice anche la loro casa. E se mentre parlano vedono arrivare uno degli insegnanti, o qualche persona intelligente, o anche il padre stesso, i più prudenti di loro fuggono in ogni direzione; ma i più sfrenati esortano i figli a ribellarsi”.

Perché, nonostante tali assurde, errate dichiarazioni, i primi cristiani continuarono i loro sforzi di predicare e fare discepoli? Perché non aspettarono solo che altri andassero da loro, invece di prendere l’iniziativa per divulgare le loro credenze? I primi cristiani riconobbero d’avere ricevuto l’incarico dal Signore Gesù Cristo di dichiarare la verità ad altri e di fare discepoli. (Matt. 28:19, 20) Volevano essere fedeli a quell’incarico, anche se come risultato erano perseguitati.

Un altro aspetto che rese i cristiani oggetto di odio era la loro separazione dal mondo. (Giov. 15:19) Non partecipavano all’attività politica né prestavano servizio negli eserciti di Roma. Per cui i cristiani furono definiti non patriottici e il loro atteggiamento era rappresentato come stolto, anzi, pericoloso per la sicurezza dello stato.

Perché i cristiani non si piegarono agli argomenti per prestare servizio militare in difesa di Roma? Riconobbero il principio enunciato in Isaia 2:4: “Essi dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare. Nazione non alzerà la spada contro nazione, né impareranno più la guerra”. Alludendo chiaramente a questa profezia, uno dei primi scrittori cristiani, Giustino Martire, notò:

“Noi che eravamo pieni di guerra, e di reciproco massacro, e di ogni malvagità, abbiamo ciascuno in tutta la terra cambiato le nostre armi da guerra — le nostre spade in aratri, e le nostre lance in utensili per coltivare la terra”.

E poi i cristiani riconoscevano di appartenere a una fratellanza internazionale. Benché gli oppositori non comprendessero l’amore che avevano i cristiani, erano costretti a riconoscere che esisteva. Fu detto dei cristiani: “Si amano l’un l’altro quasi prima di conoscersi . . . e si chiamano casualmente fratello e sorella”. A causa del profondo amore che avevano gli uni verso gli altri, i primi cristiani non permisero che l’odio e le divisioni del mondo infrangessero la loro unità. — Giov. 13:35; 1 Piet. 5:9.

Rifiutarono anche di partecipare a qualsiasi attività legata all’idolatria. Il libro A History of Christianity osserva:

“Poiché rifiutavano di partecipare a cerimonie pagane i cristiani furono definiti atei. A causa della loro astensione da gran parte della vita comunitaria — feste pagane, divertimenti pubblici che per i cristiani erano permeati di credenze e pratiche pagane, e immoralità — erano derisi come odiatori della razza umana. Erano popolarmente accusati di perpetrare le più gravi immoralità”.

Perché i cristiani evitavano così incrollabilmente l’idolatria? La consideravano slealtà verso Dio, qualche cosa di insensato e detestabile. Giustino Martire dichiarò:

‘Vediamo che questi idoli sono morti e non hanno la forma di Dio. Gli artigiani fanno ciò che chiamano un dio; che noi consideriamo non solo insensato, ma anche un insulto a Dio il cui nome è così associato a cose corruttibili, che richiedono costante servizio. I loro artefici sono sia sfrenati che esperti in ogni vizio. Corrompono perfino le ragazze che lavorano con loro’.

Essendo incorsi nell’odio del mondo a causa della loro zelante predicazione e della loro separazione dai conflitti, dalla politica e dall’idolatria del mondo, i cristiani erano spesso condotti dinanzi a pubblici funzionari per essere puniti. Questi funzionari davano loro l’opportunità di rinnegare il cristianesimo e sfuggire così alla punizione, sì, perfino alla morte. Plinio il Giovane, scrivendo all’imperatore Traiano, narra la procedura che seguiva con i cristiani:

“Chiedevo loro se erano cristiani; se lo ammettevano, ripetevo due volte la domanda, e li minacciavo di punizione . . . Avevo dinanzi a me un’informazione anonima contenente un’accusa contro parecchie persone, che dopo essere state interrogate negarono d’essere cristiane, o di esserlo mai state. Ripetevano davanti a me l’invocazione agli dèi, e facevano riti religiosi, offrendo vino e incenso davanti alla tua statua (che a tale scopo avevo fatto portare, insieme a quelle degli dèi), e oltraggiavano perfino il nome di Cristo; mentre si dice che non c’è modo di costringere quelli che sono realmente cristiani a fare alcuna di queste cose: Ritenni dunque appropriato assolverle”.

Tutto quello che ci voleva per sfuggire alla punizione era di compiere una volta riti religiosi. Ma quelli che erano veramente devoti cristiani rimanevano leali a Dio. Non facevano compromesso; non ragionavano che era solo una piccola cosa per cui potevano chiedere a Dio di perdonarli. — Si paragoni Luca 4:6-8.

Molti primi cristiani si fecero una reputazione di sorprendente lealtà, anche di fronte alla morte sotto estrema tortura. Della terribile persecuzione abbattutasi su di loro durante il regno di Cesare Nerone, che scaricò su di loro la colpa dell’incendio in cui fu distrutta gran parte di Roma, lo storico Tacito osserva:

“Prima furono tratti in arresto tutti quelli che si dichiararono rei; quindi, dietro loro informazione, fu condannata un’immensa moltitudine, non tanto del delitto d’aver incendiato la città, quanto di odio contro il genere umano. Alla loro morte furono aggiunte beffe di ogni sorta. Coperti di pelli d’animali, furono sbranati da cani e perirono, o furono inchiodati a croci, o votati alle fiamme e bruciati, per servire a illuminare la notte, quando la luce del giorno era svanita”.

Oggi ci sono cristiani che hanno mostrato simile lealtà a Dio di fronte alla morte. Anch’essi si chiamano “fratelli” e “sorelle” e si amano davvero profondamente, ed evitano ogni partecipazione ai conflitti e alla politica di questo mondo. Proclamano con zelo la verità nonostante siano presentati sotto falsa luce. Sei uno di loro? Hai il tipo di fede necessaria per mostrare tale lealtà a Dio? Se realmente vuoi avere tale fede, i testimoni di Geova sono lieti di aiutarti ad acquistarla.

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