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  • Quando predicare è una vera sfida

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  • Quando predicare è una vera sfida
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
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  • PREPARATIVI DEL VIAGGIO
  • AVVENTURE DI VIAGGIO
  • PER RESISTERE AL CALDO
  • SI MANTENGONO SPIRITUALMENTE FORTI
  • Attraverso la pianura di Nullarbor
    Svegliatevi! 1978
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2008
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Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
w76 15/6 pp. 357-361

Quando predicare è una vera sfida

CHE ne direste se foste mandati a predicare in un territorio grande quasi come mezza Europa, o come metà degli Stati Uniti? E se questo territorio fosse soprattutto deserto, e un sole inesorabile facesse salire di solito la temperatura al di sopra dei 50 gradi centigradi? Accettereste la sfida di predicare in una zona dove le strade di terra, la polvere, gli sciami di mosche e di altri insetti e le occasionali piogge torrenziali causassero una serie di difficoltà apparentemente senza fine?

Questo fu il territorio offerto a me e a mia moglie nel desertico interno dell’Australia, e l’accettammo. Forse vi sorprende che l’Australia sia così grande: ha una superficie cinquantotto volte più grande di quella dell’Inghilterra! Ha una regione montuosa coperta di neve più estesa di quella della Svizzera, ha più laghi che Scozia, Olanda, Francia e Belgio messi insieme, e più coste soleggiate e battute dalla risacca che Hawaii, Tahiti, Bali, Fiji e Pago Pago messe insieme. E i suoi deserti sono fra i più grandi del mondo.

Per due anni viaggiammo in queste zone desertiche, percorrendo ogni sei mesi circa 16.000 chilometri per visitare quattordici congregazioni e sette piccoli gruppi di testimoni di Geova. Sapete quali difficoltà si incontrano in questi deserti dell’interno solo per spostarsi da una congregazione all’altra?

PREPARATIVI DEL VIAGGIO

Anzitutto, dovemmo apportare delle modifiche all’auto perché potesse resistere alle scosse causate dal terreno accidentato, alle traversate dei fiumi e alla polvere. Specialmente difficili per l’auto erano i 5.000 chilometri di strade di terra che dovevamo percorrere ogni volta che facevamo il nostro giro di predicazione.

Proteggemmo il parabrezza con uno schermo. Quindi installammo una speciale sbarra per prevenire i danni prodotti dai canguri che si gettavano contro i fari dell’auto in arrivo. Sul davanti della vettura installammo molle a spirale più grandi perché il motore e il meccanismo delle marce fossero più sollevati da terra. Di dietro, tutt’attorno al serbatoio della benzina saldammo una lamiera metallica per impedire che i sassi lo bucassero. Infine, installammo un rinforzo per il differenziale onde evitare che si staccasse e cadesse per strada a causa delle scosse.

Sul tetto dell’auto c’è un portabagagli che lo copre quasi interamente. Era sempre stracarico, perché portavamo con noi cerchioni di ricambio, pneumatici, scorta di benzina, olio, filtri, una pompa, due corde per rimorchio, cricchi, cavi per la batteria, acqua per lavarci e da bere, arnesi e pezzi di ricambio per riparare praticamente ogni guasto meccanico. Avete ragione se pensate che bisogna essere buoni meccanici per predicare in questo territorio. È necessario essere preparati, come sottolinea il fatto che ogni anno varie persone muoiono nelle auto in panne a causa dell’estremo calore. Spesso i distributori di benzina sono a 500 chilometri di distanza l’uno dall’altro e di rado si incontra un’altra vettura.

Nel fare i preparativi è pure importante avvolgere gli abiti nella plastica prima di metterli in valigia. Quindi bisogna avvolgere la valigia in grossa tela. Perché? Perché altrimenti gli abiti si impregnerebbero di polvere finissima.

AVVENTURE DI VIAGGIO

Generalmente, trascorrevamo la prima parte della settimana in viaggio e la seconda parte nell’opera di predicazione insieme a una congregazione di Testimoni. In media facevamo in auto un viaggio di 800 chilometri per andare da una congregazione o da un gruppo isolato all’altro. Pertanto una o due notti ogni settimana dormivamo per strada nella vettura, con una temperatura di 40 gradi centigradi o più.

Durante il viaggio di 1.200 chilometri da Wyndham, nell’Australia Occidentale, a Broome, fummo sorpresi dalle piogge. A volte dovevamo lasciare la strada battuta per evitare i punti difficili. Oppure dovevamo scendere dall’auto e con la pala riempire le buche della strada con la terra dei formicai. Ma con mia moglie al volante e io che spingevo, riuscivamo a farcela.

La prima volta che facemmo il giro della circoscrizione non vedemmo nessun tipo di vegetazione per tutti i 16.000 chilometri di percorso, eccetto in una città. La siccità aveva distrutto tutto! Ma, come indicano le Scritture, i deserti possono fiorire come lo zafferano dopo la pioggia. (Isa. 35:1) Dopo la stagione delle piogge, estensioni di migliaia di chilometri erano letteralmente coperte di bei fiori, fin dove l’occhio poteva spaziare. E le zone desertiche sono piene di animali selvatici, tra cui canguri, iguana, asini selvatici, cavalli, emu, dingo (cani selvatici) e perfino alcuni cammelli.

Un tratto di strada di 730 chilometri era particolarmente isolato e caldo. Per viaggiare più leggeri, avevamo deciso di non portare la scorta extra d’acqua. Ma durante il viaggio si forò un pneumatico, e poi ne scoppiò un altro. Ora i nostri due pneumatici di scorta erano in uso; per la strada non passava quasi nessuna auto, e per arrivare alla successiva cittadina dovevamo percorrere ancora 190 chilometri.

Quasi senza parlare e col cuore in gola proseguimmo a trenta chilometri all’ora per quella che sembrò un’eternità, temendo che da un minuto all’altro partisse un altro pneumatico. La temperatura si aggirava sui 45 gradi e non avevamo altro che mezzo otre di acqua calda. All’improvviso, un’altra gomma a terra, ma eravamo alla periferia della città. Quella notte fu piacevole essere tornati nella “civiltà”.

Un’altra volta fummo sorpresi da piogge fuori stagione, e grossi autocarri affondavano nel pantano restando bloccati sulla strada. “Non ce la farai mai, amico”, ci disse un camionista. Ma noi dicemmo che avremmo proseguito per un po’, almeno per dare un’occhiata. La strada appariva quasi impraticabile, così quella notte ci fermammo in mezzo alla strada e dormimmo per alcune ore.

La mattina dopo avvertii mia moglie: “Non gridare”. Poi, dopo avere scaldato con attenzione il motore e dopo aver pensato al personaggio biblico Ieu, che aveva guidato come un pazzo, portai rombando il nostro “carro” su per la collina, con la melma e la fanghiglia che volavano in ogni direzione. (2 Re 9:20) A volte è proprio necessario tentare. Il nostro principale pensiero era quello di raggiungere la successiva congregazione e partecipare con i fratelli cristiani all’opera di predicazione.

Ma non sempre riuscivamo a rispettare il nostro programma. A causa delle inondazioni, una volta per visitare una congregazione dovemmo fare una deviazione di quasi 4.200 chilometri! Così, invece di arrivare al principio della settimana, giungemmo il giovedì sera, stanchi, coperti di polvere e in disordine. Questo era accaduto in parte perché si era rotto un parabrezza quando dovevamo percorrere ancora 720 chilometri. Ma dal venerdì alla domenica potemmo partecipare all’opera di predicazione insieme alla congregazione.

Per assistere alle assemblee cristiane dovevamo percorrere distanze anche più lunghe. Ad esempio, per assistere a un’assemblea internazionale a Sydney facemmo un viaggio di andata e ritorno di quasi 10.000 chilometri, partendo da Port Hedland e tornando a Mount Newman. Poiché potevano sorgere problemi, quando facevamo questi viaggi portavamo con noi una cassa di cibi, bastanti di solito per due settimane. I miei cibi preferiti erano le gallette e i fagioli al forno, mentre a mia moglie piacevano soprattutto le sardine in scatola.

Ogni tanto dovevo lavorare per qualche giorno al fine di procurarmi il denaro necessario per mantenere l’auto. Non dimenticherò mai quella volta che ebbi l’occasione di lavorare con gli aborigeni di Wyndham, considerato uno dei luoghi più caldi della terra. Uno dei nativi mostrò particolare interesse per la Bibbia ed ebbi l’opportunità di dargli una buona testimonianza riguardo al nuovo ordine promesso da Dio. — 2 Piet. 3:13.

PER RESISTERE AL CALDO

Molte volte non ci sarebbe dispiaciuto dare un po’ di caldo in cambio di aria fresca. Durante la grande siccità del 1972, la temperatura rimase per molto tempo sui 50 gradi centigradi. Mia moglie sopravvisse passandosi sul viso e sul collo un panno umido. Consumavamo il pranzo accovacciati sotto un cespuglio, poiché nella pianura di Nullarbor, per un’estensione di 1.200 chilometri, non ci sono alberi. Il nome di questa pianura è appropriato, poiché Nullarbor significa “Nessun albero”.

Tutto scintillava per il calore; a toccare l’auto c’era da bruciarsi. Il calore prolungato produceva bolle nelle guarnizioni di gomma dei finestrini dell’auto. Feci lo sbaglio di comprare un paio di scarpe da poco, e solo dopo poche settimane la suola si staccò, spostandosi da una parte. Una volta, giunti a destinazione, essendo la temperatura scesa a 49 gradi, sentimmo quasi freddo.

Spesso predicavamo con temperature di oltre 43 gradi centigradi, ma riuscivamo ugualmente a rispettare il regolare programma di visite di casa in casa. Ricordo che una mattina, quando bussai alla prima porta a Exmouth, prima delle 9, faceva 43 gradi. Ma la gente è molto forte e impara a resistere a questo tipo di clima.

Un bambino di meno di due anni, figlio di un Testimone, andò di casa in casa per tutta una mattina senza piagnucolare con una temperatura di 40 gradi. Quando ci incontrammo per il pranzo aveva il viso coperto di fango rosso, gocce di sudore gli imperlavano la fronte e gli colavano giù per le guance, e camminava aggrappato alla mano del padre. Ma aveva un largo sorriso, e cercò di dirci qualcosa delle persone che avevano incontrato quella mattina.

Un giorno faceva 47 gradi e pronunciai un discorso in una casa di Meekatharra. Quando più tardi mi tolsi i pantaloni c’era una crosta quadrangolare di sale sulla gamba sinistra dove avevo posato la Bibbia, e due macchie bianche nel punto dov’ero stato seduto. Ma la gente del posto, abituata al caldo, quel pomeriggio non si era neanche preoccupata di accendere i ventilatori. Mia moglie e io riuscivamo a resistere in queste condizioni consumando più sale e confidando che Geova Dio ci desse forza.

SI MANTENGONO SPIRITUALMENTE FORTI

Una famiglia di testimoni di Geova che visitammo abita a centinaia di chilometri dalla congregazione più vicina, tuttavia si sforzano di ricevere lo stesso cibo spirituale come gli altri Testimoni. Ogni sera che c’è un’adunanza si cambiano d’abito e i vari familiari svolgono le stesse parti dell’adunanza considerate nelle congregazioni dei testimoni di Geova in tutto il mondo.

Sorse un problema quando la madre fu ricoverata in ospedale, avendo partorito un bambino durante la giornata. Come avrebbero fatto quella sera a tenere l’adunanza, dato che ella doveva pronunciare un discorso nella Scuola Teocratica? Andarono tutti all’ospedale e tennero lì l’adunanza! Nulla impedisce a quella famiglia di svolgere il regolare programma di istruzione spirituale.

Un altro Testimone isolato faceva la stessa cosa. Ma poiché era solo, svolgeva egli stesso tutte le parti dell’adunanza, cantando perfino i cantici del Regno da solo. I suoi concittadini notarono che non partecipava alle attività sociali, quindi pensarono di fargli un favore iscrivendolo a due circoli cittadini. Con tatto egli spiegò perché preferiva non partecipare alle attività di quei circoli.

Si trattava di un Testimone nuovo, e gli ci volle un po’ di tempo prima di trovare il coraggio di far visita ai suoi vicini e predicare loro. Quando vi andò spesso gli dicevano: “Non oggi, amico. Sei una brava persona, amico, ma non venire qui a parlare di quella religione”. Tuttavia, iniziò uno studio biblico con qualcuno e non passò molto prima che questa persona prendesse parte con lui al programma delle adunanze. La visita che facemmo loro ci sembrò troppo breve.

In alcuni luoghi che visitammo c’era solo un Testimone. Una sorella cristiana isolata aveva un intenso programma di predicazione, dovendo predicare nel suo territorio a oltre 10.000 persone. Portava un bambino legato dietro la schiena e ne conduceva un altro per mano. Riuscì a suscitare molto interesse per la Parola di Dio tra gli abitanti. Ogni tanto ai proclamatori o ai gruppi isolati sono inviati discorsi biblici pubblici che sono stati pronunciati nelle congregazioni e registrati su cassette. In tal modo anch’essi ne ricevono i benefici spirituali.

Nella maggioranza delle remote città minerarie è piacevole dare testimonianza. Per raggiungerle, i Testimoni faranno spesso viaggi di centinaia di chilometri, restando accampati per circa una settimana. In queste cittadine abbiamo incontrato molte famiglie giovani e abbiamo visto che sono molto amichevoli. Hanno meno distrazioni e quindi più tempo da dedicare alla lettura. Un giorno a Karratha una persona prese tutta la letteratura biblica che avevo.

Anche se a volte ci stancavamo un po’, le benedizioni erano davvero molto grandi. Talvolta le provviste scarseggiavano. Un giorno eravamo a centinaia di chilometri dal mondo abitato e mi ero infilato sotto l’auto per cercare una pastiglia del freno che mancava. Con nostra sorpresa, si fermò un’auto! Il conducente era un Testimone che stava predicando in territorio non assegnato. Che gioia vederlo! Tornato a casa, egli ci fece immediatamente pervenire alla successiva fermata un vaglia telegrafico di 50 dollari (oltre 30.000 lire). Il necessario non ci è mai mancato.

Per i Testimoni abitanti nell’interno è una cosa da niente fare un viaggio di oltre cento chilometri per assistere a un’adunanza biblica settimanale. Un comitato di tre anziani cristiani dedicherà un intero fine-settimana e farà un viaggio di quasi 2.000 chilometri per aiutare una congregazione vicina a risolvere un problema giudiziario. Alcuni Testimoni fanno un viaggio di andata e ritorno di quasi 5.000 chilometri per assistere alla semestrale assemblea di circoscrizione. Quando le strade sono troppo cattive o inondate, prenderanno l’aereo se se lo possono permettere. Per assistere all’assemblea di circoscrizione una famiglia spese quasi 700.000 lire per i biglietti dell’aereo e l’alloggio. Come fu piacevole stare in compagnia di queste persone che mettono al primo posto nella loro vita le cose spirituali!

Ora siamo stati mandati a predicare in un altro luogo. Il territorio della nostra nuova circoscrizione starebbe nel territorio di una sola congregazione di quella precedente. Ricordiamo con vivo piacere i nostri fratelli che abitano nel grande interno australiano: essi occuperanno sempre un posto speciale nel nostro cuore. — Da un collaboratore.

[Immagine a pagina 357]

I contorni dell’Australia e l’itinerario del viaggio tracciati su una carta d’Europa

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