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  • w76 15/12 pp. 758-763
  • Pastori del gregge sotto un solo Signore

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  • Pastori del gregge sotto un solo Signore
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
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  • UN SERVIZIO CHE CONTRIBUISCE ALL’UNITÀ
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
w76 15/12 pp. 758-763

Pastori del gregge sotto un solo Signore

1. Chi è il “pastore eccellente”, e che relazione ha con le “pecore”?

QUANDO il Signore Gesù Cristo fu sulla terra, si definì “il pastore eccellente”. Quelli che ascoltarono la sua voce e lo seguirono erano le sue “pecore”. Egli disse che cedeva la sua anima a loro favore. (Giov. 10:1-15) Pertanto i seguaci di Cristo Gesù che formano la congregazione furono paragonati da Cristo Gesù alle pecore di un gregge. In Luca 12:32 Gesù parlò di un “piccolo gregge” che avrebbe ricevuto il Regno, e in Giovanni 10:16 Gesù menzionò “altre pecore” che avrebbero pure ascoltato la sua voce e sarebbero divenute parte del solo gregge, con Gesù Cristo come loro pastore.

2. Perché i sottopastori devono trattare il gregge come qualcosa di prezioso?

2 In seguito gli scrittori biblici cristiani usarono espressioni simili rivolgendosi ai sorveglianti cristiani che avevano l’incarico di servire come pastori sotto il Signore Gesù Cristo. Ai sorveglianti di Efeso, Paolo disse: “Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio, che egli ha acquistata col sangue del suo proprio figlio”. (Atti 20:28) Con queste parole Paolo mise in risalto che questi pastori devono riconoscere che la congregazione appartiene a Dio e che fu acquistata col sangue del suo proprio Figlio, sangue che Dio considera assai prezioso. Pertanto, questi pastori devono trattare il gregge come qualcosa di molto prezioso agli occhi di Dio e di Cristo, ai quali appartiene il gregge.

3. (a) Nel primo secolo, che cosa si richiedeva da ogni pecora del gregge? (b) Come fu edificata l’unità nella congregazione?

3 All’epoca in cui Paolo diede questo consiglio, i componenti della congregazione cristiana, paragonati a pecore, non si trovavano in un solo luogo o in una sola città, ma nelle congregazioni situate nelle molte città dell’Impero Romano. Erano in molti luoghi ma erano sempre un solo gregge, sotto il solo pastore, Cristo Gesù, e ogni pecora del gregge doveva essere unita alle altre, secondo la preghiera pronunciata da Gesù prima di morire: “Prego non solo per questi, ma anche per quelli che riporranno fede in me per mezzo della loro parola; onde siano tutti uno, come tu, Padre, sei unito a me ed io sono unito a te, anch’essi siano uniti a noi, onde il mondo creda che tu mi hai mandato”. (Giov. 17:20, 21) Quelli che ricevettero l’incarico di servire nelle congregazioni del primo secolo dovevano operare per rafforzare la loro unità rivolgendo l’attenzione a Gesù Cristo, costituito Capo della congregazione, e incoraggiando tutti a imitarlo nell’attenersi alla verità e nel dimostrare amore sincero. Infatti, in Efesini 4:15, 16 è scritto: “Dicendo la verità, mediante l’amore cresciamo in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, essendo armoniosamente unito insieme ed essendo fatto per cooperare mediante ogni giuntura che dà ciò che è necessario, secondo il funzionamento di ciascun rispettivo membro in dovuta misura, opera per la crescita del corpo alla propria edificazione nell’amore”. Sebbene ci fossero molte e varie attività da svolgere, in realtà quelli che svolgevano l’opera erano tutti un solo corpo formato di molte membra, sotto il solo Capo, Gesù Cristo.

4. (a) Cosa fece capire Gesù a Pietro? (b) Cosa rammentò Pietro agli anziani?

4 Pietro compì l’opera pastorale sotto la guida del Capo pastore, Gesù Cristo. Dopo la propria risurrezione, secondo quanto è scritto in Giovanni 21:15-17, Gesù fece capire a Pietro che l’amore verso Cristo si dimostra sfamando o pascendo le “pecorelle”. Molti anni più tardi Pietro scrisse ad altri cristiani che pure avevano ricevuto l’incarico di anziani nella congregazione cristiana, dicendo in I Pietro 5:1-4: “Perciò, agli anziani fra voi do questa esortazione, poiché anch’io sono anziano come loro e testimone delle sofferenze del Cristo, e partecipe della gloria che si deve rivelare: Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, non per forza, ma volontariamente; né per amore di guadagno disonesto, ma premurosamente; né come signoreggiando su quelli che sono l’eredità di Dio, ma divenendo esempi del gregge. E quando sarà stato manifestato il capo pastore, riceverete l’inalterabile corona di gloria”. In tal modo veniva rammentato a questi anziani, a questi pastori sotto Cristo Gesù, che il gregge appartiene a Dio, che lo si deve curare e che, quali anziani, essi devono interessarsene vivamente.

5. (a) Cosa si intende per sorveglianza cristiana? (b) Come lo mise in risalto Gesù?

5 Il pastore cristiano è un sorvegliante, ma non nello stesso senso in cui il mondo potrebbe considerare il sorvegliante di una squadra di operai edili o di una piantagione. Nella congregazione cristiana non si può signoreggiare su quelli che sono l’eredità di Dio. Non si costituiscono sorveglianti per esaltare degli uomini. Pietro lo aveva imparato molto bene da Cristo Gesù parecchi anni prima alla celebrazione dell’ultimo pasto serale di Gesù con gli apostoli. Il racconto di Luca 22:24-27 dice: “Comunque, sorse fra loro anche un’accesa disputa su chi di essi sembrava essere il maggiore. Ma egli disse loro: ‘I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che hanno autorità su di esse sono chiamati Benefattori. Voi, però, non sarete così. Ma chi è il maggiore fra voi divenga come il più giovane, e chi agisce da capo come uno che serva. Poiché chi è più grande, colui che giace a tavola o colui che serve? Non è colui che giace a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve’”. Era errato da parte dei discepoli fare questa accesa disputa, ma con quanta benignità Gesù li corresse!

6, 7. (a) Come fu Gesù un eccellente modello per i futuri pastori? (b) A quale qualità diede risalto anche Pietro? (c) In che modo questa qualità è utile alla congregazione?

6 Il Capo pastore fu un eccellente modello per quei futuri pastori. Il racconto di Giovanni su quel pasto serale che Gesù consumò coi discepoli ne dà un esempio, dicendo: “Durante il pasto serale, . . . [si alzò] e depose i suoi abiti. E, preso un asciugatoio, se lo cinse. Mise poi dell’acqua in un bacino e cominciò a lavare i piedi ai discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio del quale si era cinto”. (Giov. 13:2-5) Gesù era un buon insegnante, quindi proseguì spiegando perché aveva lavato loro i piedi, e disse: “Sapete che cosa vi ho fatto? Voi mi chiamate: ‘Maestro’ e ‘Signore’, e parlate giustamente, poiché lo sono. Perciò, se io, benché Signore e Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi l’un l’altro. Poiché vi ho dato il modello, affinché come vi ho fatto io, così facciate anche voi”. — Giov. 13:12-15.

7 Pietro fu profondamente colpito dall’esempio di Cristo Gesù e comprese che il pastore deve trattare umilmente il gregge, essendo sempre pronto a servire le pecore. Pertanto Pietro scrisse: “Né come signoreggiando su quelli che sono l’eredità di Dio, ma divenendo esempi del gregge”. L’umiltà è una qualità che Cristo Gesù voleva vedere in quelli che compivano l’opera pastorale in mezzo al gregge di Dio. Quindi, Pietro proseguì dicendo: “In maniera simile, voi giovani, siate sottoposti agli anziani. Ma voi tutti cingetevi di modestia di mente gli uni verso gli altri, perché Dio si oppone ai superbi, ma dà immeritata benignità agli umili. Umiliatevi, perciò, sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi esalti a suo tempo”. (1 Piet. 5:5, 6) C’è un vantaggio a essere umili. La persona umile è facilmente avvicinabile per chi ha un problema da risolvere, e questo spirito unisce l’intera congregazione nell’amore. Chi serve con amore e umiltà evita di compiere qualsiasi azione autocratica o arbitraria e di signoreggiare su altri che sono l’eredità di Dio. Il vero pastore desidera divenire un esempio per il gregge.

8. (a) Quale idea è insita nella parola greca epískopos? (b) Perché questa parola si applica ai sorveglianti cristiani più della parola greca kyrios?

8 La parola “sorvegliante”, tradotta dalla parola greca epískopos, indica colui che custodisce qualcosa o che vigila su di esso. L’idea della cura protettiva è insita nella parola epískopos. Quindi il sorvegliante cristiano si interessa del gregge di Dio e ha cura di tale gregge così come un pastore avrebbe cura delle pecore letterali. Come sorvegliante non deve signoreggiare sul gregge di Dio. La parola “signore” viene dal greco kyrios e designa uno che ha potere e autorità su altri come un padrone di casa o un capofamiglia. Viene pure tradotta “padrone” e “proprietario”. Un proprietario di schiavi rientrerebbe in questa categoria, ma oggi i proprietari di schiavi sono rari. Tuttavia, i moderni datori di lavoro o principali corrisponderebbero alla descrizione di kyrios o “signore”. Ma gli anziani non devono considerare la propria relazione con i fratelli come quella esistente fra un datore di lavoro e un dipendente. Gli anziani sono pastori, e i pastori guidano e conducono le pecore a un buon pascolo e a luoghi irrigui, oltre a proteggerle e sforzarsi di sanare le loro ferite e guarirle dalle loro malattie. Nella congregazione cristiana i pastori incoraggiano i fratelli nell’opera del Signore collaborando con loro, riconoscendo che abbiamo tutti un solo Signore e Maestro sotto cui serviamo e a cui dobbiamo rispondere.

9, 10. (a) Come diede Pietro un ottimo esempio di umiltà? (b) In contrasto con la falsa religione, quale qualità dei veri pastori contribuisce all’unità, e come lo mise in risalto Gesù?

9 Pietro stesso fu un eccellente esempio sotto questo aspetto. Quando scrisse le parole riportate in I Pietro 5:1, rivolgendole agli anziani, si descrisse dicendo: “Anch’io sono anziano”. Questa veduta si distacca assai dall’idea religiosa che il mondo ha di Pietro, idea che cerca di esaltarlo a un certo primato o alla posizione di papa. Pietro non diede questo esempio.

10 Non c’è dubbio che Pietro ricordava molto bene le parole che Gesù disse parlando degli scribi e dei Farisei che si esaltavano, secondo quanto è scritto in Matteo 23:8-12: “Ma voi, non siate chiamati Rabbi, poiché uno e il vostro maestro, mentre voi siete tutti fratelli. . . . Né siate chiamati ‘condottieri’, perché uno è il vostro Condottiero, il Cristo. Ma il più grande fra voi dev’essere vostro ministro. Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. L’umiltà cristiana manifestata dai pastori che prestano servizio sotto Cristo Gesù contribuisce all’unità del gregge e reca la benedizione di Geova.

11. Quale buon esempio diedero Paolo e Barnaba ai sorveglianti d’oggi?

11 Una volta, i sorveglianti viaggianti Paolo e Barnaba ebbero un problema con certuni che insegnavano che la circoncisione era necessaria per ottenere la salvezza. Atti 15:2 indica che Paolo e Barnaba non erano d’accordo su questo insegnamento ma vi si opposero. Nondimeno, a favore dell’unità dell’intera organizzazione, presentarono la questione al corpo direttivo formato dagli apostoli e dagli anziani a Gerusalemme. Quando il corpo direttivo ebbe esaminato a fondo la cosa e fu pervenuto a una decisione, i locali sorveglianti viaggianti, come Paolo, accettarono con tutto il cuore la decisione e trasmisero alle congregazioni quelle importanti istruzioni spirituali. Atti 16:4, 5 riferisce: “Or mentre viaggiavano per le città trasmettevano a quelli che erano in esse, per osservarli, i decreti emessi dagli apostoli e dagli anziani in Gerusalemme. Perciò, in realtà, le congregazioni eran rese ferme nella fede e aumentavano di numero di giorno in giorno”. Come risultato, l’unione e l’unità di pensiero fra tutti i componenti del gregge aumentarono ed evidentemente Geova lo gradiva perché fece prosperare le congregazioni e diede ulteriore aumento. Rispettando la disposizione del corpo direttivo nella congregazione cristiana, Paolo e Barnaba diedero un buon esempio ai sorveglianti d’oggi.

12. (a) A chi Paolo diede sempre gloria? (b) Come Paolo trattò i sorveglianti della congregazione?

12 Benché Paolo avesse una parte nel divulgare la verità e nell’osservare l’espansione dell’opera, in modo esemplare diede gloria a Geova, distogliendo l’attenzione da sé e da altri servitori di Dio; infatti, disse: “Né chi pianta né chi innaffia è alcuna cosa, ma Dio che fa crescere”. (1 Cor. 3:7) Questa lettera ai Corinti rivela pure che fu necessario rammentare ai sorveglianti della congregazione di Corinto certe esigenze della legge di Dio che non venivano osservate. Il capitolo 5 mostra che nella congregazione era stata commessa fornicazione ma che non era stato preso nessun provvedimento. Nello scritto non c’è nulla a indicare che Paolo volesse vedere tutti i sorveglianti locali squalificati o rimossi dai loro incarichi nella congregazione a causa della loro manchevolezza. Piuttosto, Paolo ingiunse loro di non stare in compagnia di alcuno che si dichiarasse fratello ma che trasgredisse la legge di Dio; e ordinò di rimuovere l’uomo malvagio di fra loro. Paolo fu paziente con loro, dando loro la possibilità di migliorare la propria opera pastorale e di correggersi. Ma questo non significa che un sorvegliante o un servitore di ministero non possa mai perdere un privilegio di servizio. Se si dimostra chiaramente infedele o riprensibile, viene squalificato.

UN SERVIZIO CHE CONTRIBUISCE ALL’UNITÀ

13. Il sorvegliante come deve considerare la responsabilità?

13 Il sorvegliante ha una responsabilità gravosa. Ma è una responsabilità gioiosa, un grande privilegio! Considerandola tale, il carico diventa più leggero. Ricordate, il “pastore eccellente” ci dice: “Il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”. (Matt. 11:30) Così lo considerò Gesù. I suoi sottopastori, che sono aggiogati a Gesù nel fare la volontà di Geova secondo il suo esempio, dovrebbero considerarlo allo stesso modo. Molto dipende dal mettere prima le cose più importanti. — Matt. 6:33.

14. Quale fu la principale opera di Gesù, e a fare che cosa addestrò i discepoli?

14 Esaminiamo più attentamente l’esempio di Gesù. Quale fu la principale opera che compì sulla terra? Quando Giovanni il Battezzatore fu arrestato e messo in prigione, Gesù andò in Galilea e vi proseguì il suo servizio. “Da allora in poi Gesù cominciò a predicare, dicendo: ‘Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato’”. (Matt. 4:17) La principale opera di Gesù fu la predicazione del Regno. E questa è l’opera che addestrò principalmente i suoi discepoli a compiere. (Luca 8:1; 9:1, 2; 10:1, 8, 9) Verso la fine del suo servizio sulla terra disse a Pilato: “Per questo sono nato e per questo son venuto nel mondo, per rendere testimonianza alla verità”. (Giov. 18:37) I sottopastori, che sono aggiogati a Gesù, dovrebbero forse avere un obiettivo meno importante?

15, 16. (a) Quali problemi dei sorveglianti dovrebbero tutti capire? (b) Quali benedizioni si possono avere se i sorveglianti mantengono l’equilibrio fra le responsabilità di evangelizzare, pascere e insegnare?

15 Tuttavia, questo presenta un problema a molti sorveglianti, ed è comprensibile. Essi dedicano tanto tempo ad adempiere le responsabilità familiari e a fare visite pastorali che è difficile trovare le opportunità di prendere con zelo la direttiva nell’opera di casa in casa e in altre attività nel campo. Nonostante ciò, non si può forse stabilire un ragionevole equilibrio tra l’opera di evangelizzare, quella di pascere e quella di insegnare? (Efes. 4:11) Nell’eventualità che un sorvegliante disponga di partecipare regolarmente al servizio di evangelizzazione insieme a un gruppo, considerate quali altre attività può collegare ad esso: Spesso, il sorvegliante potrà disporre di farsi accompagnare in questo servizio dalla propria famiglia, impartendole addestramento pratico insieme ad altri del gruppo. La famiglia che partecipa regolarmente al servizio insieme prova grande gioia, e altri proveranno gioia seguendo questo esempio.

16 Che dire delle visite pastorali? Tornando dal servizio, un sorvegliante può passare da qualche persona o da qualche famiglia, e narrando qualche esperienza di campo appena avuta li spronerà senz’altro. Debitamente programmate, tali visite non sottrarranno troppo tempo al servizio di evangelizzazione. Oggi i sorveglianti possono dire come l’apostolo Paolo: “Se, ora, io dichiaro la buona notizia, non è per me ragione di vanto, poiché necessità me n’è imposta. Realmente, guai a me sé non dichiarassi la buona notizia!” (1 Cor. 9:16) Che ristoro prova il cristiano essendo attivo nella proclamazione della buona notizia, e come apprezza il gregge tale eccellente esempio del sorvegliante!

17. Come Gesù svolse il suo servizio?

17 Tutti coloro che prestano servizio come ‘evangelizzatori, pastori e maestri’ possono imparare molto da come Gesù svolse il suo servizio. Egli proclamò il Regno ovunque trovasse persone. Oggi compiamo quest’opera principalmente di porta in porta. Ma notate come Gesù unì la predicazione pubblica con l’insegnamento privato che impartì ai discepoli. Una volta Gesù salì su una barca e parlò alle grandi folle che si erano radunate sulla spiaggia. “Dichiarò loro molte cose mediante illustrazioni”. Dopo che aveva narrato l’illustrazione del seminatore, i discepoli gli chiesero perché parlava servendosi di illustrazioni. In privato rispose alla loro domanda. Poi dichiarò molte altre cose “alle folle mediante illustrazioni”. Quando in seguito ‘entrò nella casa’, i discepoli andarono nuovamente da lui ed egli li aiutò ad ‘afferrare il significato’ del suo insegnamento. — Matt. 13:1-3, 10, 11, 34-36, 51.

18. Quali vantaggi si avranno se i sorveglianti daranno molta importanza al servizio di campo?

18 Gesù diede dunque molta importanza al servizio di campo. Oggi molti sorveglianti dovrebbero poter seguire un modello simile. Lavorando con un gruppo nel servizio di campo, possono accompagnare diverse persone alle porte. Ciò può essere di grande incoraggiamento per il gruppo. Lavorando con varie persone si interesseranno di spiegare i perché e i percome delle situazioni che si presentano alle porte, e mostreranno come risolvere i problemi locali. Specialmente alla fine del servizio ci può essere l’occasione di considerare le domande dei singoli che accompagnano. Così i sorveglianti accrescono l’entusiasmo del gruppo per l’opera di evangelizzazione e nello stesso tempo possono prestare attenzione all’opera pastorale e all’insegnamento.

19. Quale straordinario esempio diede Gesù come “pastore eccellente”?

19 In Giovanni 10:3, 4 leggiamo riguardo al “pastore eccellente”: “Egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori. . . . Va davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce”. Nello stesso modo, i sottopastori d’oggi possono dare il più utile incoraggiamento conducendo il gregge nel servizio del Regno, considerando amorevolmente i bisogni dei singoli individui del loro gruppo e interessandosi vivamente di edificare ciascuno affinché tutti migliorino le loro capacità di predicare e insegnare la buona notizia. Fu Gesù stesso a dare al gregge uno straordinario esempio in tale servizio. — Sal. 40:9.

20. (a) Perché il gregge non deve criticare i sorveglianti? (b) In che modo le pecore del gregge possono sostenere lealmente le amorevoli fatiche dei sorveglianti?

20 Ogni tanto, i sorveglianti dovranno dedicare parecchio tempo a risolvere problemi, problemi che non si devono trascurare. Nessuno deve criticare i sorveglianti se a volte questi problemi impediscono loro di condurre altri nel servizio del Regno. Tutto il gregge apprezza le loro amorevoli fatiche. Riconoscono che i sorveglianti si sforzano di mantenere il giusto equilibrio fra opera di evangelizzazione, opera pastorale e insegnamento. Sono molto felici quando i sorveglianti, circostanze permettendo, li accompagnano con regolarità nell’opera di evangelizzazione. Spesso i servitori di ministero e altri nella congregazione possono alleggerire il carico dei sorveglianti occupandosi di certi dettagli o di altre responsabilità che non richiedono l’attenzione particolare di un sorvegliante. I servitori di ministero e altri assistenti che prestano leale servizio a fianco dei sorveglianti e che danno una mano tutte le volte che è possibile sono una grande benedizione per la congregazione. — Sal. 149:1.

21. Quale sarà il risultato dell’unito servizio compiuto nel ‘dire la verità’?

21 Se i sorveglianti, i servitori di ministero e tutti gli altri componenti della congregazione ‘dicono la verità’, unitamente e con zelo, nel servizio del Regno e gli uni agli altri, e se l’intera organizzazione coopera in ogni dettaglio al fine di promuovere l’opera di predicare il Regno e fare discepoli, tutti ‘cresceranno mediante l’amore in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo’. — Efes. 4:15.

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