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  • I Colossesi ricevono consigli in merito a verità e condotta

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  • I Colossesi ricevono consigli in merito a verità e condotta
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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  • IL PRIMATO DI CRISTO
  • CONFUTATI GLI ERRORI RELIGIOSI
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/1 pp. 28-30

I Colossesi ricevono consigli in merito a verità e condotta

FRA le lettere ispirate che l’apostolo Paolo scrisse dalla prigione a Roma vi è quella ai cristiani di Colosse. Sebbene sia possibile che Paolo non visitasse mai Colosse, egli si interessò vivamente del benessere spirituale della congregazione che si trovava in quella città.

Con tutta probabilità fu Epafra, un collaboratore di Paolo, a stabilire o aiutare a stabilire quella congregazione. E fu evidentemente una notizia recata da Epafra a spingere Paolo a scrivere ai Colossesi. Dalla sua lettera si capisce che la congregazione faceva un ottimo lavoro. Ma, nello stesso tempo, era esposta a falsi insegnamenti, e Paolo voleva rafforzare i suoi fratelli cristiani per resistervi.

La lettera ai Colossesi somiglia moltissimo alla lettera di Paolo agli Efesini. Infatti, non esistono altre due lettere di Paolo che si somiglino tanto. Non solo 78 dei 155 versetti di Efesini somigliano moltissimo o sono addirittura identici a ciò che si trova in Colossesi, ma il materiale è anche disposto in modo simile. Tipico è il consiglio di Paolo di cantare lodi; in queste lettere è quasi identico e non lo si trova in nessun’altra sua lettera. (Efes. 5:19; Col. 3:16) Similmente, solo in Efesini 4:25 e in Colossesi 3:9 Paolo usa termini così vigorosi contro la menzogna in seno alla congregazione.

Amorevolmente, Paolo inizia la sua lettera ai Colossesi, come molte sue lettere, lodandoli. Parla della loro fede, della loro speranza e del loro amore, ciò che fa venire in mente I Corinti 13:13 dove queste tre qualità sono menzionate insieme. Paolo e Timoteo ‘non hanno cessato di pregare per loro affinché sian ripieni dell’accurata conoscenza, della sapienza e del discernimento spirituale per piacere pienamente a Geova’. Paolo si rallegra pure a motivo della loro saldezza e della fermezza della loro fede. — Col. 1:3-12, 23.

IL PRIMATO DI CRISTO

Avere il primato significa venire per primi e Paolo prosegue mostrando che questo vale senz’altro per Cristo. In quanto all’esistenza, egli è il primogenito di tutta la creazione. In quanto alla sua persona, è l’immagine stessa dell’invisibile Dio. Egli fu l’unica creazione diretta di Dio, poiché tutte le altre cose, visibili o invisibili, vennero all’esistenza per mezzo di lui. — Col. 1:15-18.

Inoltre, non fu altri che Cristo a liberare i cristiani dall’oscuro mondo di Satana per farli entrare nel regno spirituale di Cristo. In base a che cosa? In base al sacrificio di riscatto di Cristo, che dà ai cristiani il perdono dei peccati. (Col. 1:13, 14) Altre due volte Paolo ribadisce l’importante funzione di Cristo a questo riguardo. Dio ritenne bene impiegare Cristo per “riconciliare a sé tutte le altre cose facendo la pace mediante il sangue che egli sparse sul palo di tortura”. E di nuovo: ‘Tutti voi che una volta eravate alieni e nemici di Dio perché le vostre menti eran volte alle opere malvage, Dio ha di nuovo riconciliati mediante il corpo carnale di Cristo per mezzo della sua morte’. — Col. 1:19-22.

Il primato di Cristo si vede pure nel fatto che è il capo della congregazione di Dio, come fu anche il primogenito dai morti; sì, Cristo è primo in ogni cosa. È detto che tutta la pienezza dimora in lui in quanto Cristo fornisce tutto ciò che è necessario; non occorre rivolgersi a qualcun altro per avere guida e aiuto. A motivo di chi egli è e di ciò che ha fatto, tutte le cose, in cielo o sulla terra, saranno riconciliate a Dio. Grazie al suo sacrificio il sacro segreto che fu per lungo tempo nascosto è stato ora reso noto, il quale segreto include la speranza che i Gentili partecipino con Cristo alla gloria celeste. Inoltre, in Cristo sono contenuti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza. — Col. 1:24–2:5.

CONFUTATI GLI ERRORI RELIGIOSI

Sebbene molti versetti di Colossesi siano simili a quelli della lettera di Paolo agli Efesini, vi sono anche nette differenze indicanti che in ciascun caso Paolo aveva in mente particolari condizioni o fatti. Una lettera non è la semplice copia dell’altra. In Efesini Paolo cita direttamente le Scritture Ebraiche ma non in Colossesi, come non le cita nella lettera ai Filippesi. D’altra parte, nella sua lettera ai Colossesi Paolo confuta certi falsi insegnamenti, ciò che non ritenne necessario fare nelle lettere che scrisse dalla prigione alle altre due congregazioni.

Nell’antica Colosse pare vi fossero filosofi greci versati nella sapienza mondana, seguaci del giudaismo e fanatici religiosi. Paolo avverte contro tutt’e tre questi gruppi. Prima, ‘giacché occultati in Cristo son tutti i tesori della sapienza e della conoscenza’, perché prestare attenzione a questi filosofi greci sapienti secondo il mondo? Egli consiglia: ‘State attenti, state in guardia. Non fate vincere la vostra mente da filosofie vuote e ingannevoli, da tradizioni di uomini che si basano sulle cose elementari del mondo e non su Cristo’. — Col. 2:3, 8.

Quindi, avvertendo contro i giudaizzanti, Paolo spiega che, grazie al sacrificio di Cristo, Dio ha tolto di mezzo la legge di Mosè scritta a mano. “Perciò”, dice, “nessuno vi giudichi”. Riguardo a che cosa? “Riguardo al mangiare e al bere o in quanto a festa o a osservanza della luna nuova o a sabato; poiché queste cose [furono solo] un’ombra delle cose avvenire, ma la realtà appartiene al Cristo”. — Col. 2:13-17.

Infine, combattendo il fanatismo degli abitanti della Frigia, dediti allo spiritismo, Paolo mette in guardia contro quelli che si dilettano di un’insincera umiltà e dell’adorazione degli angeli, professando di adorare alla maniera degli angeli o adorando effettivamente gli angeli. Questa umiltà ipocrita stabilisce regole severe riguardo alle cose materiali: “Non prendere, non assaggiare, non toccare”. Tutto questo può comportare un severo trattamento del corpo, ma non ha “nessun valore nel combattere la soddisfazione della carne”. (Col. 2:18-23) La veracità di questo si può capire dalle notizie sulla diffusione dell’omosessualità negli istituti religiosi. I loro membri praticavano l’ascetismo ma non la moralità sessuale, il che fa venire in mente le parole di Gesù quando disse che scolavano il moscerino ma inghiottivano il cammello! — Matt. 23:24.

CONSIGLI IN MERITO ALLA CONDOTTA

Quindi Paolo trattò prima questi soggetti dottrinali; in tal modo preparò i cristiani colossesi di allora, come ci prepara oggi, a combattere gli errori o a resistervi. Poi dà consigli, a loro e a noi, sul cuore e sulla condotta. Per seguire la condotta giusta dobbiamo riporre i nostri affetti nelle cose spirituali, nelle cose di Cristo e far morire le nostre inclinazioni decadute che spingono a fornicazione, impurità morale, sfrenato appetito sessuale e desideri dannosi, che sono in realtà una forma di idolatria, poiché si frappongono fra il cristiano e il suo Dio. La ripetuta menzione da parte di Paolo dell’immoralità sessuale sembra indicare che a quel tempo Colosse era sessualmente depravata come lo è questo mondo moderno. — Col. 3:1-5.

Per seguire la condotta cristiana dobbiamo anche smettere di usare un linguaggio ingiurioso e parole oscene. E, naturalmente, come cristiani non possiamo mentire gli uni agli altri. Sforzandoci di migliorare la nostra condotta ci spoglieremo della vecchia personalità e rivestiremo la nuova personalità che si rinnova per mezzo dell’accurata conoscenza della volontà e del proposito di Dio, secondo l’immagine di Dio e di Cristo. — Col. 3:6-11.

La condotta cristiana ha anche un lato positivo. Significa rivestirci di tenero affetto, compassione, umiltà, pazienza e mitezza, essendo pronti a perdonarci gli uni gli altri liberalmente, come anche Dio ci ha liberalmente perdonati. Dobbiamo rivestirci d’amore, perché è un perfetto vincolo d’unione, e lasciare che la pace domini nei nostri cuori, essendo sempre grati a Dio. — Col. 3:12-17.

OBBLIGHI FAMILIARI E D’ALTRO GENERE

Paolo prosegue elencando gli obblighi dei vari componenti di una famiglia. Le mogli devono essere sottoposte ai mariti. A loro volta, i mariti devono continuare ad amare le mogli e non essere “amaramente adirati con loro”. I figli devono ubbidire ai genitori “in ogni cosa”. Contemporaneamente è dato ai padri il consiglio: “Non esasperate i vostri figli, onde non siano scoraggiati”. — Col. 3:18-21.

In quanto agli schiavi o ai dipendenti, devono ubbidire ai padroni o datori di lavoro come se cercassero di piacere a Geova. E “qualunque cosa facciate, fatela con tutta l’anima come a Geova, e non agli uomini”. Perché? Perché a tempo debito Geova Dio ricompenserà tale servizio sincero. D’altra parte, i padroni o i datori di lavoro devono trattare giustamente gli schiavi o i dipendenti, perché anch’essi devono rendere conto a un Signore, Cristo, nei cieli. — Col. 3:22–4:1.

Quindi, proseguendo verso la conclusione della lettera, Paolo ci esorta a perseverare nella preghiera, “rimanendovi svegli con rendimento di grazie”. E chiede ai Colossesi di ricordarlo nelle loro preghiere, affinché Dio gli dia un’opportunità di far conoscere il sacro segreto e di farlo conoscere come dovrebbe. — Col. 4:2-4.

Come nella lettera agli Efesini, Paolo consiglia: “Continuate a camminare con sapienza verso quelli di fuori, riscattando il tempo opportuno per voi stessi”. La nostra espressione dev’essere con grazia, “condita con sale”, cioè resa gustosa, “in modo da sapere come [dobbiamo] dare risposta a ciascuno”. — Col. 4:5, 6.

Dopo tutte queste esortazioni e istruzioni Paolo tratta questioni puramente personali, menzionando alcuni cristiani per nome. Tichico e Onesimo porteranno questa lettera alla congregazione e diranno come sta Paolo. Parecchi di quelli che sono con Paolo mandano a loro volta saluti. In particolare Epafra prega per loro affinché siano “infine compiuti e con ferma convinzione in tutta la volontà di Dio”. Certo dovremmo tutti voler pregare similmente gli uni per gli altri. — Col. 4:7-17.

Quali eccellenti consigli e istruzioni sono contenuti nella lettera di Paolo ai Colossesi! Sebbene sotto molti aspetti la lettera ai Colossesi e quella agli Efesini siano piuttosto simili, non c’è dubbio che ciascuna si distingue ed è rivolta a una particolare congregazione con le sue circostanze o i suoi problemi peculiari. Sebbene alcuni studiosi della Bibbia amino fare congetture su quale di queste lettere Paolo scrivesse per prima, ciò ha poca importanza. La cosa che conta è che Geova Dio ispirò Paolo a scriverle entrambe. Mostriamo di apprezzarle acquistandone conoscenza e quindi seguendo gli ottimi consigli in esse contenuti.

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