BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w77 1/3 pp. 145-149
  • La saggia riprensione aiuta quelli che sbagliano

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • La saggia riprensione aiuta quelli che sbagliano
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • DIFFERENZA FRA “RIPRENSIONE” E “RIMPROVERO”
  • IL MOTIVO DELLA RIPRENSIONE CRISTIANA
  • RIPRENSIONE DAL PROPRIO CUORE O MEDIANTE L’AIUTO DI ALTRI
  • Riprensione
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • Riprensione impartita “dinanzi a tutti gli astanti”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
  • Utilità di tutta la Scrittura ispirata da Dio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
  • ‘Le riprensioni sono la via della vita’
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/3 pp. 145-149

La saggia riprensione aiuta quelli che sbagliano

“Un orecchino d’oro . . . è il saggio che riprende all’orecchio che ode”. — Prov. 25:12.

1, 2. Qual è il risultato se si accetta o non si accetta la riprensione di Dio, e che cosa devono fare gli anziani per impartire saggia riprensione?

MOLTO tempo fa il fedele Eliu disse di Geova Dio: “Scoprirà il loro orecchio all’esortazione, e dirà che si dovrebbero volgere da ciò che è nocivo. Se ubbidiscono e servono, finiranno i loro giorni in ciò che è buono e i loro anni nella piacevolezza. Ma se non ubbidiscono, passeranno via perfino mediante un dardo, e spireranno senza conoscenza. E gli apostati di cuore accumuleranno essi stessi ira. Non dovrebbero invocare soccorso perché egli li ha legati”. — Giob. 36:10-13.

2 Gli anziani cristiani desiderano giustamente mostrarsi saggi per ‘volgere quelli che sbagliano da ciò che è nocivo’. Ovviamente questo richiede che capiscano cosa si intende nella Bibbia per “riprensione”.

DIFFERENZA FRA “RIPRENSIONE” E “RIMPROVERO”

3. Che cos’è un rimprovero, e in genere quale ne è lo scopo?

3 Nelle lingue originali della Bibbia troviamo certe parole usate per esprimere l’idea di riprendere e altre per esprimere il pensiero di rimproverare. Qual è la differenza? “Rimproverare” significa criticare aspramente o censurare severamente, “biasimare”. Il “rimprovero” può essere semplicemente un’espressione di vigorosa disapprovazione e spesso è principalmente destinato a indurre qualcuno a porre fine a un’azione o discorso offensivo o indesiderabile. (Confronta Genesi 37:10; Giobbe 11:3). Per esempio, quando i discepoli acclamavano Gesù mentre si avvicinava a Gerusalemme, i Farisei gli dissero: “Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”, intendendo in effetti: ‘Falli smettere di dire quelle cose’. Gesù rispose che “se questi tacessero, le pietre griderebbero”. — Luca 19:39, 40.

4. Il confronto di Matteo 18:15 e Luca 17:3 mostra forse che “rimprovero” e “riprensione” siano termini intercambiabili?

4 Per “rimproverare” l’ispirato scrittore del Vangelo usò qui il verbo greco epitimáo. Il verbo greco che corrisponde a “riprendere” è eléncho. In Matteo 18:15 questa parola ricorre quando Gesù dice che “se il tuo fratello commette un peccato, va e metti a nudo il suo fallo [greco, eléncho; Interlineare del Regno (inglese), “riprendi”] fra te e lui solo”. (Confronta Levitico 19:17). Nel brano corrispondente in Luca 17:3 si riferisce che Gesù disse: “Se il tuo fratello commette un peccato rimproveralo [greco, epitimáo], e se si pente perdonalo”. Mostra questo che “rimproverare” e “riprendere” siano termini intercambiabili e abbiano essenzialmente lo stesso significato? Secondo questo solo esempio non sarebbe saggio supporlo. L’uso che le Scritture fanno dei due termini rivela la distinzione che c’è fra loro.

5, 6. Quali esempi illustrano che questi due termini hanno veramente significato distinto, e cosa indica questo riguardo all’uso che se ne fa nei due versetti summenzionati?

5 Per esempio, nelle Scritture Greche Cristiane troviamo che Gesù ‘rimprovera’ (epitimáo) i demoni, dicendo loro di ‘tacere’ e di ‘uscire’ dalle persone che possedevano. (Matt. 17:18; Mar. 1:25; 9:25; Luca 4:35, 41; 9:42) Gli scrittori della Bibbia non dicono mai che i demoni fossero ripresi (eléncho) da Gesù. Egli “rimproverò” anche la febbre della suocera di Pietro, così che la lasciò; e, sul mare di Galilea, “rimproverò” i forti venti e il mare in burrasca, impedendo che capovolgessero la barca su cui erano lui e i discepoli. — Luca 4:39; Matt. 8:26; Mar. 4:39; Luca 8:24.

6 Non sarebbe affatto appropriato cercar di mettere la parola “riprendere” (eléncho) nei precedenti casi. Si può rimproverare anche un animale. (Sal. 68:30) Ma, come vedremo, possono essere ripresi solo gli uomini che hanno la facoltà della ragione e le qualità del cuore e della coscienza. È dunque evidente che l’uso della parola ‘rimproverare’ in Luca 17:3, a cui si è fatto prima riferimento, semplicemente illustra che la riprensione può essere accompagnata da un rimprovero o includerlo.

7. Qual era il significato della parola greca per “riprendere” usata dagli ispirati scrittori della Bibbia, secondo l’uso che se ne faceva comunemente in quel tempo?

7 A che cosa si riferisce allora la parola greca eléncho (riprendere)? È vero che questa parola una volta fu usata nel greco classico per esprimere l’idea di “recare onta” o “svergognare”. Ma i lessici greci mostrano che questo non era l’uso comune della parola.a E mostrano che nelle Scritture Greche Cristiane questo non è assolutamente il pensiero prevalente della parola. Notate queste definizioni di eléncho (riprendere) del Greek-English Lexicon di Liddell e Scott:

“Sottoporre a controinterrogatorio, interrogare, . . . accusare di aver fatto, . . . esser dichiarato colpevole. . . . 2. provare, mettere alla prova. . . . 3. esaminare . . . dare convincente prova. . . . 4. confutare, . . . b. rettificare, correggere. . . . 5. avere la meglio. . . . 6. smascherare”.

8. Che cosa indica ciò in quanto alla ragione fondamentale per impartire riprensione?

8 Queste definizioni si basano in gran parte sull’uso della parola in scritti greci non biblici. Ma da queste definizioni si comprende molto chiaramente una cosa: tutte indicano che la persona che deve essere ripresa, se non nega apertamente qualche trasgressione, almeno manifesta di non voler ammettere l’errore o fino a un certo punto non riconosce la vera natura del torto e il bisogno di pentirsene. Tale individuo mostra di aver bisogno di essere “convinto” o “dichiarato colpevole”. Vedremo perché questo è un punto importante da ricordare.

9, 10. Come la Bibbia mostra inoltre che la riprensione è necessaria se non si riconosce l’errore e non si è pentiti d’averlo commesso?

9 Queste definizioni sono evidenti nell’uso biblico della parola greca. Per esempio, notate la scrittura di Matteo 18:15 a cui abbiamo già fatto riferimento, dove Gesù dice che “se il tuo fratello commette un peccato, va e metti a nudo il suo fallo [eléncho; “riprendi(lo)”, Interlineare del Regno (inglese)] fra te e lui solo”. Per la ragione stessa che l’offensore non riconosce o non ammette il suo peccato e non se ne pente, l’offeso deve riprenderlo mettendo a nudo il suo fallo.

10 Altre scritture dove è usata questa parola (eléncho) pure descrivono la riprensione di quelli che, fino a quel momento, non avevano accettato la correzione, e lo mostravano continuando a tenere una condotta errata. — Confronta Luca 3:19; Giovanni 3:20; Efesini 5:6, 7, 11-14; 2 Timoteo 4:2-4.

11, 12. (a) Il modo scritturale di impartire riprensione include perciò quale aspetto essenziale, e a che cosa serve? (b) Come si può illustrare nel caso dei genitori che disciplinano i figli la differenza che c’è fra “rimprovero” e “riprensione”?

11 In che modo, dunque, sono riprese le persone? La riprensione richiede molto di più che una semplice accusa o condanna di ciò che qualcuno ha fatto (come in un rimprovero). Pertanto richiede molto di più della semplice lettura di un annuncio che qualcuno abbia tenuto una condotta sbagliata. La Bibbia mostra che la riprensione richiede la presentazione dell’evidenza o dell’argomento. (Confronta Ebrei 11:1, dove il sostantivo élenchos è tradotto “evidente dimostrazione” di realtà). Così, dando risalto alla differenza fra i termini biblici per “rimproverare” e “riprendere”, il grecista Trench in Synonyms of the New Testament dice:

“Si può ‘rimproverare’ un altro senza convincere il rimproverato di alcuna mancanza da parte sua; e questo o perché non vi era nessuna mancanza, e il rimprovero era perciò non necessario o ingiusto [confronta Matteo 16:22; 19:13; 20:31]; oppure perché, pur essendoci tale mancanza, il rimprovero non ha avuto l’effetto di indurre l’offensore ad ammetterla; e in questa possibilità di ‘rimproverare’ per un peccato, senza ‘convincere’ del peccato, sta la distinzione fra queste due parole. . . . élenchos [riprensione] implica non semplicemente l’accusa, ma la verità dell’accusa, e la manifestazione della verità dell’accusa; anzi, più di tutto ciò, c’è molto spesso anche il riconoscimento, se non esteriore, almeno interiore, della sua verità da parte dell’accusato. . . .”

12 Un esempio di questa differenza potrebbe essere dato dal genitore che si accontenta di sgridare il figlio perché smetta di fare qualche cosa, in paragone con il genitore che è disposto a prendere il tempo di ragionare col figlio e di aiutarlo a capire perché l’azione sbagliata è veramente cattiva e perché il figlio dovrebbe realmente volere evitarla. Anche se a volte ci vogliono rimproveri, spesso c’è più bisogno di riprensione.

13. A quali due scopi serve l’evidenza data nella riprensione?

13 Quando si impartisce riprensione la presentazione dell’evidenza può dunque servire a due scopi: può provare che la persona ha in effetti commesso l’atto o gli atti di cui è accusata, o può essere necessaria per dimostrarle o farle capire quanto la sua condotta fosse sbagliata. In Giovanni 16:8, 9 Gesù disse che lo spirito santo di Dio “darà al mondo convincente prova [eléncho; “riprenderà”, Int] riguardo al peccato . . . perché non esercitano fede in me”. Ma in quanto a se stesso, per quanto gli oppositori lo rimproverassero ingiustamente, Gesù sapeva che non avrebbero mai potuto presentare “convincente prova” di alcun peccato da parte sua, e perciò disse loro: “Chi di voi mi condanna [eléncho; “riprende”, Int] di peccato?” — Giov. 8:46.

IL MOTIVO DELLA RIPRENSIONE CRISTIANA

14, 15. Qual è lo scopo finale della riprensione cristiana e della sua convincente prova?

14 Ma questo non è tutto. Per i servitori di Dio, riprensione significa più che solo dimostrare e provare che è stata commessa una trasgressione (come spesso vuol dire il termine negli scritti greci secolari). L’uso biblico della parola si distingue dal suo uso secolare. In che modo? In quanto la “riprensione” delle Scritture ha un motivo che va oltre il solo dichiarar colpevoli i trasgressori o la soddisfazione della giustizia. Mettendo in risalto qual è il motivo, il Theological Dictionary of the New Testament (Vol. II) dice (il corsivo è nostro):

“Nel N[uovo] T[estamento] l’uso di eléncho è limitato. . . . Significa ‘mostrare a qualcuno il suo peccato e invitarlo a pentirsi’. Questa può essere una faccenda privata fra due persone, come in Mt. 18:15; Ef. 5:11. Ma può anche essere una questione della congregazione sotto il conduttore, come nelle Pastorali: 1 Tm. 5:20; 2 Tm. 4:2; Tt. 1:9, 13; 2:15. . . . La parola non significa solo ‘biasimare’ o ‘riprendere’, né ‘convincere’ nel senso di provare, né ‘rivelare’ o ‘smascherare’, ma ‘correggere’, cioè ‘allontanare dal peccato e condurre al pentimento’”.

15 Quindi la riprensione biblica non è semplicemente per svergognare qualcuno o esprimere disapprovazione per la sua azione errata, come potrebbe essere un rimprovero. Invece di cercare semplicemente di indurre qualcuno a porre fine a qualche azione errata, lo scopo della riprensione è positivo, cioè toccare il cuore della persona e indurla a odiare tale errore. Così quando si ‘mette a nudo’ l’azione errata del trasgressore non si vuole semplicemente smascherarlo, ma guadagnarlo come fratello, e cercar di non farlo perdere dalla congregazione cadendo più profondamente nel peccato. — Matt. 18:15, 16.

RIPRENSIONE DAL PROPRIO CUORE O MEDIANTE L’AIUTO DI ALTRI

16, 17. Quali fattori si dovrebbero tener presenti per rispondere alla domanda se si debba impartire riprensione a chi ha già abbandonato la trasgressione?

16 Che dire dunque se un cristiano commette qualche trasgressione una o più volte, ma poi la sua coscienza lo spinge a pentirsi ed egli si allontana da tale trasgressione, abbandonandola? C’è ancora bisogno che qualcuno lo riprenda?

17 Qui dobbiamo tener presente il significato della parola “riprendere” (eléncho). Abbiamo visto che dà l’idea di accusare e interrogare qualcuno o di sottoporlo a controinterrogatorio, portandogli la prova del suo errore, o confutando con argomenti convincenti il suo punto di vista errato su qualche azione ammessa, convincendolo così della colpa nella mente e nel cuore. E tutto questo per portarlo al pentimento, così che non solo smetta di seguire la pratica sbagliata ma non vi ricada.

18. Può una persona essere ripresa dal suo stesso cuore, e, in tal caso, come?

18 Comunque, nella situazione appena menzionata di uno che si pente del suo peccato e lo abbandona, il trasgressore non si è in effetti già ripreso da sé? Sì, la sua stessa coscienza lo accusa e la Parola e lo spirito di Dio lo convincono della colpa e il suo cuore lo spinge a pentirsi e ad allontanarsi dalla trasgressione. Non è necessario che qualcun altro ‘metta a nudo il suo fallo’ onde riconosca e corregga la sua condotta sbagliata. — Confronta Salmo 16:7; Geremia 2:19.

19. Quale esempio ne abbiamo nelle azioni di Pietro?

19 Questo fu evidentemente il caso dell’apostolo Pietro. Gesù aveva avvertito Pietro che avrebbe rinnegato il suo Signore tre volte. Quando si trovò nelle difficili circostanze dell’arresto e del processo di Gesù, Pietro fu debole e rinnegò realmente Gesù in tre occasioni. Ma bastò un solo sguardo di Gesù per toccare il cuore di Pietro e indurlo a uscire e piangere amaramente essendo pentito di ciò che aveva fatto. Il suo stesso cuore e il ricordo delle parole di Gesù lo ripresero. Da allora in poi la condotta di Pietro attestò la sua determinazione di non rendersi più colpevole di un così grave errore. Alcune settimane dopo Gesù ritenne opportuno impiegare Pietro come una delle ‘pietre di fondamenta’ della congregazione cristiana. — Luca 22:54-62.

20, 21. (a) Pur essendo decisi a non tornare alla trasgressione, di quale provvedimento ci si può saggiamente valere? (b) Perché Davide ebbe bisogno di riprensione, e come la impartì Natan?

20 Questo non significa che in tali casi uno non abbia bisogno d’aiuto. Pur essendo risoluti a non tornare a commettere qualche errore, può ben essere necessario l’aiuto di altri per rafforzare tale risoluzione. Geova Dio ha provveduto fratelli per aiutarci in tal modo. — Prov. 17:17; Luca 22:31, 32; Gal. 6:2.

21 A differenza di Pietro, nell’antichità il re Davide ebbe bisogno che qualcuno lo riprendesse. Aveva commesso reati molto seri, con conseguente grave danno per altri. Eppure non aveva riconosciuto l’errore della sua condotta e, invece, aveva cercato di coprire la sua trasgressione. Per questa ragione Dio mandò il profeta Natan a riprendere Davide. Natan fece questo con una vigorosa e chiara illustrazione che raffigurava una situazione parallela a quella di Davide. Indignato per l’egoismo dell’uomo raffigurato nell’illustrazione di Natan, Davide condannò la sua crudele mancanza di compassione. Allora Natan sorprese Davide dicendo: “Tu stesso sei l’uomo!” Avendo visto le sue azioni nella loro vera luce e avendo compreso e sentito vivamente quanto fossero davvero vili, Davide ora si pentì. Se non si fosse pentito sarebbe stato meritevole di morte, come egli stesso aveva ammesso. — 2 Sam. 12:1-13.

22. Come Davide esprime un eccellente atteggiamento verso la riprensione e mostra anche i grandi benefici del pentimento?

22 In uno dei suoi salmi Davide espresse la giusta attitudine verso la riprensione dicendo: “Se mi colpisse il giusto, sarebbe amorevole benignità; e se mi riprendesse, sarebbe olio sulla mia testa, che la mia testa non vorrebbe rifiutare”. (Sal. 141:5) Inoltre in Salmo 32:1-6 Davide descrisse la dolorosa sofferenza che provò personalmente per non aver chiesto a Geova il perdono dei peccati commessi e il benedetto sollievo che gli recarono il pentimento e la confessione a Dio.

23. Che cosa riconosceranno quelli che riprendono con saggezza, e come lo illustrano i versetti citati in questo paragrafo?

23 Per riprendere con saggezza, i pastori della congregazione devono anche tener presente che proprio come la trasgressione può variare molto per gravità così anche la riprensione può avere un’ampia gamma di gradi di severità. (Confronta Galati 6:1; 2 Timoteo 2:24-26 con Tito 1:13). Anche quelli che hanno ottimi precedenti come servitori di Dio possono a volte aver bisogno di riprensione su qualche punto di vista, discorso o azione sbagliata.

24, 25. È possibile che anche i fedeli servitori di Dio abbiano bisogno di riprensione, e quali buoni risultati ne ottengono?

24 Questo avvenne a Pietro in un’occasione successiva. Galati 2:11-14 narra che quando andò ad Antiochia di Siria egli fraternizzò con gli incirconcisi non ebrei, prendendo i pasti insieme. Ma quando vennero ad Antiochia certuni della congregazione di Gerusalemme (uomini che evidentemente si attenevano ancora all’idea che gli Ebrei dovessero starsene separati), Pietro smise di associarsi con i cristiani gentili. L’apostolo Paolo, vista questa condotta errata e il cattivo effetto che aveva su altri credenti ebrei, sentì l’obbligo di riprendere Pietro. Con buoni argomenti mostrò a Pietro l’errore della sua condotta, e fece questo pubblicamente essendo udito dai presenti. Non può esserci dubbio che Pietro accettò questa riprensione e in seguito parlò di Paolo con caloroso apprezzamento. — 2 Piet. 3:15, 16.

25 Sì, come dice Proverbi 9:8, 9: “Riprendi la persona saggia ed essa ti amerà. Dà alla persona saggia e diverrà più saggia ancora”. “Si dovrebbe riprendere chi ha intendimento, affinché discerna la conoscenza”, come nel caso di Pietro. Ci sia dunque concesso di essere sempre pronti ad accettare le sagge “riprensioni della disciplina” che sono la “via della vita” per tutti quelli che amano Dio e la sua giustizia. — Prov. 19:25; 6:23; 25:12.

[Nota in calce]

a Il Lexicon of the New Testament di Robinson dice di eléncho: “svergognare, recare onta, solo in Omero [poeta greco di epoca precristiana]. . . . Di solito e nel N[uovo] T[estamento] convincere, . . . confutare, provare che uno è in errore”.

Word Studies in the New Testament di Vincent dice: “Negli antichi classici greci significa disonorare o svergognare . . . Quindi [in seguito] sottoporre a controinterrogatorio o interrogare, allo scopo di convincere, condannare o confutare. . . . Di argomenti, mettere alla prova; comprovare; provare con successivi ragionamenti”. (Il corsivo è nostro)

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi