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  • Chi non si sposa può avere le sue ricompense

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  • Chi non si sposa può avere le sue ricompense
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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  • UNA RAGIONE SPIRITUALE
  • QUELLI CHE NON HANNO IL “DONO”
  • OTTIMI ESEMPI DI PERSONE CHE NON SI SPOSARONO
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Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 15/9 pp. 552-556

Chi non si sposa può avere le sue ricompense

“Vi sono eunuchi che si son fatti eunuchi a motivo del regno dei cieli. Chi gli può far posto gli faccia posto”. — Matt. 19:12.

1. I servitori di Geova dei tempi antichi come consideravano lo sposarsi e l’avere figli, in contrasto con il non sposarsi?

PER molti è difficile capire come chi non si sposa riesca a trovare piacevole la vita. Poiché Geova Dio unì in matrimonio il primo uomo e la prima donna, Adamo ed Eva, la maggioranza della famiglia umana ha scelto, a tempo debito, di sposarsi anziché di non sposarsi. Anche tra i servitori di Dio dei tempi antichi, chi non si sposava era un’eccezione. Quando, in adempimento al voto di Iefte, sua figlia dovette rinunciare al diritto di sposarsi, dapprima questo fu causa di tristezza. Con il permesso di suo padre, ella e le sue compagne andarono sui monti per due mesi, ‘a piangere la sua verginità’. (Giud. 11:38) Sì, sposarsi e avere figli, queste erano considerate benedizioni maggiori che rimanere senza sposarsi. — Rut 4:13-17; Sal. 127:3-5; Prov. 5:18; 18:22; 31:10; Eccl. 9:9.

2. Allorché Gesù venne sulla terra, quali cambiamenti ci furono nella veduta inerente alla natura vincolante del matrimonio?

2 Solo circa 4.000 anni dopo il primo matrimonio il non sposarsi fu additato come qualcosa di migliore per certi uomini e certe donne. A quel tempo ebbe inizio una nuova èra, l’èra cristiana. I cambiamenti che questo recò influirono pure sul modo in cui per molto tempo erano stati considerati, fra gli Israeliti sotto la disposizione del vecchio patto della Legge, quelli che si sposavano e quelli che non si sposavano. Gesù, il fondatore del cristianesimo, rispondendo a una domanda sul divorzio fece capire che, fra i suoi discepoli, sarebbe stata ripristinata l’originale norma di Dio in merito al matrimonio. Poligamia e divorzio per motivi diversi dall’infedeltà coniugale sarebbero stati cose del passato. — Matt. 19:4-9.

3. (a) Come reagirono i discepoli di Gesù alla sua dichiarazione sulla natura vincolante del legame matrimoniale? (b) Le conclusioni che i discepoli trassero in quanto al non sposarsi erano corrette? (c) Che cosa disse Gesù sulla ragione per cui certi uomini sono eunuchi?

3 Come reagirono i discepoli di Gesù alla sua dichiarazione sulla natura vincolante del matrimonio? “Se tale è la condizione dell’uomo riguardo alla moglie”, dissero, “non è consigliabile sposarsi”. (Matt. 19:10) Essi pensarono che era meglio stare senza sposarsi piuttosto che rischiare di stringere una relazione indesiderabile a cui non poter porre fine quando volevano. Il timore di una situazione coniugale indesiderabile o il non volersi prodigare altruisticamente per un coniuge, tuttavia, non sono buone ragioni per cercar di rimanere ad ogni costo senza sposarsi. Lo si comprende da ciò che il Figlio di Dio disse poi ai discepoli: “Non tutti fanno posto alla parola [di non sposarsi], ma solo quelli che hanno il dono. Poiché vi sono eunuchi generati così dal seno della loro madre, e vi sono eunuchi fatti eunuchi dagli uomini, e vi sono eunuchi che si son fatti eunuchi a motivo del regno dei cieli. Chi gli può far posto gli faccia posto”. — Matt. 19:11, 12.

UNA RAGIONE SPIRITUALE

4. Qual è la ragione più nobile per non sposarsi, e perché?

4 Perciò, la ragione più nobile per non sposarsi è di natura spirituale. Un uomo o una donna non potrebbe avere scopo più grande nella vita che quello di dedicarsi all’opera del Regno, per aiutare il prossimo a ottenere la meravigliosa ricompensa della vita eterna e mantenere una salda presa su di essa. Non avendo le preoccupazioni e le ansietà che un coniuge e dei figli comportano, chi non è sposato può servire Dio più pienamente. In questo modo chi non è sposato può rendere veramente desiderabile e soddisfacente la sua vita!

5. Possono tutti gli uomini far posto al celibato, e come lo si capisce dalle istruzioni date riguardo agli uomini che sono idonei per essere servitori di ministero e anziani?

5 Tuttavia, la scelta di non sposarsi è solo per ‘chi può fargli posto’. Solo una minoranza di cristiani del primo secolo vi riuscì. Lo si capisce dalle istruzioni date in merito agli uomini che sarebbero stati idonei come servitori di ministero e anziani. Si doveva tener conto del modo in cui dirigevano la propria famiglia, il che sta a indicare come gli uomini aventi l’età necessaria per essere nominati sarebbero stati di solito uomini sposati con figli. — 1 Tim. 3:2, 12; Tito 1:6.

6, 7. Come si può essere sicuri di poter restare senza sposarsi?

6 Poiché nel corso dei secoli la maggioranza dei servitori di Dio a tempo debito si sono sposati, si può chiedere: Come si può essere certi che si è nell’esiguo numero di quelli che possono farvi posto, che possono cioè fare a meno di sposarsi? L’apostolo Paolo dà la risposta ispirata: “Se alcuno è fermo nel suo cuore, non avendo nessuna necessità, ma ha autorità sulla propria volontà e ha preso questa decisione nel suo cuore, di mantenere la propria verginità, farà bene”. — 1 Cor. 7:37.

7 Perciò, chi ha il “dono” dev’essere in grado di capire personalmente che, nel suo caso, per ragioni spirituali è meglio non sposarsi. Non si tratta semplicemente di soffocare la pena di un cuore che desidera continuamente il matrimonio e la vita familiare. No, egli dev’essere pienamente convinto nel proprio cuore che, nel suo caso, è giusto non sposarsi, e dovrebbe essere disposto a fare qualsiasi sforzo necessario per mantenere in tale stato la castità. Nella sua disposizione o inclinazione non dovrebbe essere affatto turbato indebitamente se dovesse restare senza sposarsi a tempo indeterminato.

8. (a) Il fatto di non sposarsi rende forse superiori? (b) Secondo Romani 12:3-8, qual è la veduta equilibrata dei “doni”, e come si devono usare?

8 Naturalmente, chi può fare a meno di sposarsi per amore del Regno non deve disprezzare i cristiani sposati. Dal punto di visto di Dio, non è superiore per il fatto che non è sposato. Deve riconoscere che è quello che è per immeritata benignità di Geova. La veduta equilibrata in merito ai “doni” che i cristiani hanno individualmente è esposta dall’apostolo Paolo in Romani 12:3-8:

“Io dico a ognuno che è fra voi di non pensare di sé più di quanto sia necessario pensare; ma di pensare in modo da avere una mente sana, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha distribuita. Poiché come in un solo corpo abbiamo molte membra, ma le membra non hanno tutte la stessa funzione, così noi, benché molti, siamo un solo corpo, uniti a Cristo, ma membra appartenenti individualmente gli uni agli altri. Siccome abbiamo dunque doni diversi secondo l’immeritata benignità dataci, se profezia profetizziamo secondo la fede impartitaci; se ministero, dedichiamoci a questo ministero; chi insegna, si dedichi al suo insegnamento; chi esorta, si dedichi alla sua esortazione; chi distribuisce, lo faccia con liberalità; chi presiede, lo faccia con reale premura; chi mostra misericordia, lo faccia con allegrezza”.

Perciò, dobbiamo usare i doni che abbiamo non per esaltare noi stessi, ma nell’interesse della congregazione, per edificarne i componenti.

QUELLI CHE NON HANNO IL “DONO”

9. Nel caso degli adulti che non possono fare a meno di sposarsi, perché può essere utile aspettare un certo numero d’anni prima di sposarsi?

9 Ma che dire del cristiano che desidera realmente sposarsi? Il fatto che non ha il dono non significa che debba sposarsi in modo precipitoso. Specie quando si è ancora sui vent’anni, resta molto da imparare sulla vita e ci si deve fare un’esperienza nel campo dei rapporti umani, e questo è possibile frequentando persone non sposate, coppie di sposi e ragazzi di tutte le età. Un certo numero d’anni vissuti da adulto prima di sposarsi daranno l’esperienza e l’intuito necessari per usare buon discernimento nella scelta di un compagno per tutta la vita e per adempiere bene le responsabilità coniugali.

10. Come mostrano scritture quali Deuteronomio 7:3, 4 e I Corinti 7:39 che Geova si interessa del matrimonio dei suoi servitori?

10 Il cristiano non deve mai dimenticare che l’Altissimo si interessa del matrimonio dei suoi fedeli servitori. Egli sa molto bene che un cattivo matrimonio può avere disastrose conseguenze spirituali e perciò comandò agli Israeliti di non formare nessuna alleanza matrimoniale con persone che adoravano altri dèi. (Deut. 7:3, 4) Similmente, l’apostolo Paolo indicò che una vedova cristiana “è libera di sposare chi vuole, solo nel Signore”. (1 Cor. 7:39) Quindi, se Geova Dio vede che un suo servitore ha veramente bisogno di un compagno, non è ragionevole concludere che esaudirà le sue preghiere di trovare un buon coniuge? Certissimamente, se il bisogno c’è davvero!

11. (a) Che cosa dovrebbero fare i cristiani che hanno realmente bisogno di sposarsi ma non hanno ancora trovato un compagno adatto? Perché? (b) Quali esempi biblici mostrano che Geova può provvedere anche un coniuge a chi ne ha veramente bisogno?

11 Questo non vuol dire che i matrimoni siano combinati in cielo e che per ciascun cristiano ci sia solo un compagno ideale tra i molti adulti servitori di Geova. No, vuol dire solo che Geova può fare in modo che i suoi devoti servitori abbiano quello di cui hanno bisogno, incluso un coniuge nell’eventualità che restare senza sposarsi e mantenere la castità divenga molto difficile. (Prov. 19:14) L’Altissimo provvide a Isacco un’ottima moglie e a Rut un buon marito. In entrambi i casi si ebbero ricche benedizioni perché la prima preoccupazione fu di fare la volontà di Geova. (Gen. 24:2-4, 12-27, 50, 51, 67; Rut 1:16, 17; 3:10; 4:13-17) Perciò, i cristiani che hanno bisogno di sposarsi dovrebbero menzionarlo nelle loro preghiere e poi aspettare pazientemente, fiduciosi che Geova si interessa della loro felicità e del loro benessere.

OTTIMI ESEMPI DI PERSONE CHE NON SI SPOSARONO

12. Perché possiamo trarre profitto considerando l’esempio di coloro che furono felici pur non essendo sposati?

12 Che un adulto non sposato abbia il dono o no, può trarre profitto dalla considerazione di esempi biblici di persone che furono felici pur non essendo sposate. Questo può rendere la sua vita più significativa e interessante. Anche le coppie di sposi possono trarne beneficio, poiché il tempo e le circostanze possono privare una persona del coniuge per cui dovrà prendere la decisione se risposarsi o no.

13. Gesù Cristo, che rimase celibe, fu pienamente assorto a fare che cosa, e quale fu il suo atteggiamento verso il servizio?

13 Come celibe, Gesù Cristo è senz’altro il miglior esempio. Egli fu totalmente assorto nel fare la volontà del Padre suo. “Il mio cibo”, disse, “è che io faccia la volontà di colui che mi ha mandato e finisca la sua opera”. (Giov. 4:34) Il Figlio di Dio si alzava la mattina presto e serviva fino a notte inoltrata, ammaestrando le persone, guarendo i malati e liberando quelli che erano sotto il controllo dei demoni. (Mar. 1:32; Luca 21:37, 38) Egli compì un servizio volenteroso. Ciò è illustrato da come rispose al lebbroso che disse: “Signore, se tu vuoi, mi puoi rendere puro”. La Bibbia narra: “Egli, stesa la mano, lo toccò, dicendo: ‘Lo voglio. Sii reso puro’”. — Luca 5:12, 13.

14. Che cosa mostra che Gesù trovò piacevole la compagnia di uomini, donne e bambini?

14 Un altro fatto degno di nota è che Gesù Cristo si trovò a suo agio in compagnia di tutti: uomini, donne e bambini. Accettava inviti a pasti e anche a banchetti, cogliendo le occasioni che si presentavano di impartire istruzione spirituale. (Luca 5:29-32; 14:1-24) Tra i suoi più intimi compagni c’erano uomini sposati. (1 Cor. 9:5) Egli nutrì speciale affetto per Lazzaro e le sue sorelle Maria e Marta, che forse lo ospitarono di frequente nella loro casa a Betania. (Luca 10:38-42; Giov. 11:1, 5) Gesù provò piacere anche a stare coi bambini. Una volta i discepoli cercarono di dissuadere i genitori dal portare i loro piccoli da lui affinché li toccasse e pregasse su di loro. “Veduto ciò”, ci dicono le Scritture, “Gesù si indignò e disse [ai discepoli]: ‘Lasciate venire da me i fanciullini; non cercate di fermarli . . .’ E prese i fanciulli fra le braccia e li benediceva, ponendo su di loro le sue mani”. — Mar. 10:13-16.

15. Quali lezioni possiamo imparare dall’esempio di Gesù Cristo in quanto a ciò che aiuta la persona non sposata a essere felice e contenta?

15 L’esempio di Gesù Cristo rivela che chi non è sposato, se vuole provare gioia nella sua condizione; dev’essere totalmente impegnato ad aiutare il prossimo, dedicando con tutto il cuore il proprio tempo, le proprie energie e le proprie capacità. Deve interessarsi sinceramente degli altri, provando piacere a stare in compagnia di uomini, donne e bambini. Deve anche saper trarre un sano godimento dalla vita, senza estreme rinunce, che “non hanno nessun valore nel combattere la soddisfazione della carne”. — Col. 2:23.

16. (a) Che cosa mostra che il celibato di Paolo fu una vera benedizione per altri? (b) In considerazione delle parole dell’apostolo in II Corinti 11:23-28, se fosse stato sposato avrebbe potuto fare tutto quello che fece?

16 L’apostolo Paolo, che fu un imitatore di Gesù Cristo, trasse vera soddisfazione rendendo sacro servizio da celibe. Grazie all’immeritata benignità di Geova, poté lavorare più di tutti gli altri apostoli, percorrendo migliaia di chilometri per mare e per terra e stabilendo molte congregazioni in Europa e in Asia Minore. (1 Cor. 15:9, 10) Ovviamente, se avesse avuto moglie e figli, non avrebbe mai potuto intraprendere tale estesa opera di evangelizzazione che lo mise più volte in situazioni pericolose a causa delle circostanze allora prevalenti. Verso l’anno 55 E.V., poté dire che aveva avuto queste esperienze: “In fatiche più abbondantemente, in prigioni più abbondantemente, in vergate ad eccesso, in pericoli di morte spesso”. (2 Cor. 11:23) Compiendo con tutta l’anima questo servizio altruistico, Paolo ebbe la somma felicità che deriva dal dare. Questo lo rese caro anche ai suoi compagni di fede. — Atti 20:24-27, 31-38.

17. Che vita deve condurre chi non si sposa per amore del Regno?

17 È chiaro che quando Paolo, sotto ispirazione, raccomandò di non sposarsi, non incoraggiava una vita dedicata a se stessi, una vita comoda o intemperante. No, raccomandava di vivere in modo da avere “costante assiduità verso il Signore senza distrazione”. Non avendo le preoccupazioni e le ansietà che un coniuge e dei figli comportano, l’adulto non sposato può essere a completa disposizione del Signore Gesù Cristo, servendo altri. (1 Cor. 7:32-35) In base alla propria esperienza, Paolo era convinto che chi aveva il dono e non si sposava se si prodigava per gli altri era più felice. (1 Cor. 7:40) Egli scrisse: “Io vorrei che tutti gli uomini fossero come sono io. Tuttavia, ciascuno ha il proprio dono da Dio, uno in un modo, uno in un altro”. — 1 Cor. 7:7.

18. (a) Come Anna e Gazzella usarono profittevolmente il tempo? (b) In base a Matteo 28:19, 20, I Timoteo 5:10 e Tito 2:3-5, come possono le donne non sposate essere una benedizione per altri?

18 Anche alcune donne hanno provato grande gioia restando senza sposarsi. Un ottimo esempio è quello di Anna. Era sposata solo da sette anni quando le morì il marito, e non si risposò per tutto il resto della sua vita. Come riempiva le sue giornate? Mettendo al primo posto le cose spirituali. Anche a ottantaquattro anni “non si assentava mai dal tempio, rendendo notte e giorno sacro servizio con digiuni e supplicazioni”. (Luca 2:36, 37) In seguito, nella congregazione cristiana, ci furono donne non sposate che diedero prova d’essere una vera benedizione per altri. Una di queste dev’essere stata Gazzella.a “Ella abbondava in buone opere e rendeva doni di misericordia”. Faceva vesti e mantelli per le vedove bisognose della congregazione. (Atti 9:36, 39) Tra le buone opere che compì dovette esserci quella di accogliere con ospitalità gli estranei cristiani in casa sua e di dare conforto e aiuto a chi era nel bisogno. (Confronta 1 Timoteo 5:10). Come discepola di Gesù Cristo, era senz’altro ansiosa di parlare ad altri del Regno. — Matt. 28:19, 20.

19. Perché si dovrebbero apprezzare i cristiani che non si sono sposati?

19 Oggi, come nel primo secolo E.V., vi sono celibi e nubili che sono una benedizione per la congregazione cristiana. Provano la massima gioia prodigandosi completamente per altri, sia all’interno che all’esterno della congregazione. Hanno le loro ricompense anche non essendo sposati perché servono non i propri interessi, ma quelli del Signore Gesù Cristo. E non dovrebbe il loro dono essere apprezzato da tutti gli altri componenti della congregazione, perché ha permesso a tanti di loro di compiere un eccellente servizio?

20. Perché i devoti cristiani non sposati hanno una vita soddisfacente, e quale incoraggiamento possono trarre da Isaia 56:5?

20 La loro vita non è stata certo sprecata perché non si sono sposati e non hanno avuto figli, ma continua ad essere interessante e soddisfacente. Pur non avendo una famiglia propria, nella congregazione cristiana hanno trovato coloro che li amano così profondamente come madri e padri, fratelli e sorelle, sì, come figli e figlie naturali. (Mar. 10:30) Sono elettrizzati dalla promessa di Geova: “Per certo darò pure a loro nella mia casa e dentro le mie mura un monumento e un nome, qualche cosa di meglio che figli e figlie. Un nome a tempo indefinito darò loro, uno che non sarà stroncato”. — Isa. 56:5.

[Nota in calce]

a In relazione alla morte di Gazzella, non viene indicato che un marito facesse cordoglio. Questo fa pensare che a quel tempo non fosse sposata.

[Immagine a pagina 555]

Gesù Cristo, che si trovò a suo agio in compagnia di tutti — uomini, donne e bambini — è il miglior esempio di una persona che fu felice pur non essendo sposata

[Immagine a pagina 556]

L’apostolo Paolo, che raccomandò di non sposarsi a chi ne aveva il dono, diede un ottimo esempio raccomandandosi alla coscienza altrui

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