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  • Dovreste seguire l’usanza?

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  • Dovreste seguire l’usanza?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1979
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  • USANZE DA EVITARE
  • UTILI USANZE DA SEGUIRE
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1979
w79 15/9 pp. 8-12

Dovreste seguire l’usanza?

UNA coppia della Rhodesia era in visita da amici in Austria. Mentre erano lì furono invitati a una riunione amichevole in casa di altra gente. Entrati in quella casa, furono invitati a togliersi le scarpe e a ciascuno fu dato un paio di pantofole. Dapprima la coppia fu colta di sorpresa. Non erano abituati a togliersi le scarpe davanti a estranei, specialmente in casa d’altri. Tuttavia, ritrovarono presto il loro sangue freddo e acconsentirono prontamente alla richiesta. Perché? Perché evidentemente in quella famiglia si usava fare così.

Certo questa fu una decisione relativamente facile da prendere, in quanto non vi era implicato nessun principio di rilievo. Tuttavia, non tutti i problemi che hanno a che fare con usanze sono così facili da risolvere, specialmente quando si tratta di questioni che riguardano la coscienza del cristiano. Molte usanze sono innocue, anzi contribuiscono a vivacizzare la vita e a renderla più interessante. Alcune però sono molto dannose e possono mettere in serio pericolo la relazione di una persona col suo Creatore, mentre altre si dovrebbero zelantemente seguire per camminare nella via della vita.

COS’È UN’USANZA?

Si può definire usanza un “atto o complesso di atti che si usa compiere per tradizione in un determinato tempo, luogo o ambiente”. È anche una “maniera di vivere o di fare seguita dai più se non da tutti. . . . anche maniera di vivere o di fare di uno solo”. Nel senso di consuetudine, può essere “fonte di diritto consistente nella ripetizione generale e costante di dati comportamenti col convincimento che essi rispondano a un obbligo giuridico”.

Per fare un esempio, consideriamo il libro biblico di Genesi al capitolo 29. Vi si narrano i negoziati di Giacobbe con lo zio Labano per poterne sposare la figlia più giovane, Rachele. L’accordo prevedeva che Giacobbe lavorasse sette anni per Labano in cambio di Rachele, che amava moltissimo. Finiti i sette anni, Giacobbe si rivolse a Labano, dicendo: “Dammi la mia moglie, perché i miei giorni sono compiuti”. Tuttavia Labano ingannò Giacobbe, dandogli la figlia più grande, Lea, invece di Rachele. Ovviamente Giacobbe rimase molto male per l’inganno e andò dallo zio a protestare. Quale fu la risposta di Labano? “Nel nostro luogo non c’è l’usanza di far questo, di dare la minore prima della primogenita”. Nonostante fosse stato ingannato, Giacobbe non contestò questa legge tramandata oralmente, ma mostrò di accettarla acconsentendo di aspettare un’altra settimana prima di ricevere in moglie Rachele. — Gen. 29:15-28.

Possiamo anche fare un esempio dei nostri giorni per spiegare il significato della parola “usanza” o consuetudine. In Rhodesia i matrimoni, per poter essere ufficialmente riconosciuti, devono essere legalmente registrati da un funzionario governativo. Una volta non era così. Per essere accettato nella comunità, il matrimonio doveva essere celebrato secondo l’usanza africana, una legge tramandata oralmente. Fra l’altro, questa richiedeva il pagamento di una dote, o lobola, come pure la presenza di un intermediario per ottenere il consenso al matrimonio da parte dei genitori o dei tutori. Ancor oggi molte donne africane, già in possesso di un certificato di matrimonio, non si considerano veramente sposate se non è stata seguita questa consuetudine.

Questi sono esempi di usanze comunemente seguite che non sono necessariamente cattive, a meno che, ovviamente, non se ne abusi. In effetti molte di esse sono piacevoli e contribuiscono notevolmente a far godere la vita. Per esempio, a chi non piace mangiare le pietanze cinesi, o almeno provarci, con un paio di bastoncini? L’usanza di togliersi le scarpe quando si entra in una casa non solo è rilassante, ma è anche un modo pratico di mostrare considerazione per la padrona di casa e per i suoi sforzi di mantenere l’ambiente lindo e pulito. Inoltre, da tempo immemorabile le usanze che hanno a che fare con la raccolta includono allegria e divertimento. (Sal. 126:5, 6) Sì, tali usanze contribuiscono a rendere la vita più piacevole.

Gesù non condannò tutte le usanze. Infatti in un’occasione rimproverò un fariseo di nome Simone per non aver seguito una certa consuetudine relativa all’ospitalità. (Luca 7:44-46) In un’altra occasione Gesù si avvalse dell’usanza di leggere le Scritture nella sinagoga per poter dare un’ottima testimonianza riguardo al fatto che era il Messia. (Luca 4:16-21; confronta Atti 15:21). Anche l’apostolo Paolo fece buon uso dell’abitudine di leggere le Scritture nella sinagoga. Infatti divenne sua abitudine personale far questo e spiegare la Parola di Dio. A Tessalonica, “secondo la [sua] abitudine”, Paolo si servì di una sinagoga dei giudei e “per tre sabati ragionò con [i giudei] dalle Scritture”. Il risultato? “Alcuni di essi divennero credenti e si associarono a Paolo e Sila”. (Atti 17:2-4) Quindi, per poter dare testimonianza, sia Gesù che Paolo si avvalsero di un’utile usanza.

USANZE DA EVITARE

Comunque, ci sono usanze dannose. Al tempo in cui Gesù era sulla terra, i giudei avevano edificato un sistema di tradizioni che poneva grossi pesi sulla gente. Infatti molti ritenevano che queste tradizioni avessero maggior valore della Parola scritta di Dio. Gesù stesso con sdegno definì ipocriti quelli che imponevano l’osservanza di tali tradizioni e rendevano così la Parola di Dio senza valore. I farisei, che ne erano colpevoli, impararono la lezione? No, in quanto i discepoli dissero a Gesù: “Sai che i Farisei hanno inciampato udendo ciò che hai detto?” Non solo erano ciechi i farisei stessi, ma anche quelli ai quali erano imposte queste tradizioni. (Matt. 15:1-14) A causa dell’ignoranza promossa da tali usanze o tradizioni i giudei finirono addirittura per mettere a morte colui che aveva dimostrato di essere il Messia lungamente atteso, “il principale Agente della vita”. — Atti 3:14-17.

Anche oggi vi sono usanze che possono portare al naufragio spirituale, a meno che non si confidi strettamente nella Parola di Dio. In Rhodesia, per esempio, c’è l’usanza che un uomo da poco sposato lasci la moglie nel villaggio nativo e si rechi in città per trovare un lavoro secolare. Secondo la consuetudine, se non lo fa incorre nel vituperio della comunità. Ma cosa succede in genere quando si segue questa usanza? Una volta in città l’uomo deve sistemarsi. Quindi trova una stanza, probabilmente condividendola con una o più persone. Col tempo, comincia a sentire il bisogno che qualcuno gli prepari da mangiare e gli lavi la roba. Allora cerca quella che è chiamata una moglie mapoto. Mapoto è semplicemente la traslitterazione della parola inglese “pot” (recipiente) in lingua shona. Questa donna non solo bada alla casa dell’uomo, ma ne soddisfa anche i desideri sessuali. Quindi la situazione degenera in adulterio.

Ma che dire della moglie rimasta nel villaggio? Bada ai campi, accudisce agli animali domestici e ai bambini e forse vede il marito una o due volte l’anno. Senza il marito in casa per la maggior parte del tempo, anche la donna è seriamente tentata a commettere immoralità. Ecco quindi il caso di una consuetudine che può portare a una diretta violazione della pura Parola di verità di Dio. La Bibbia dice che quando un uomo e una donna si sposano divengono una sola carne e quindi devono rimanere uniti. (Matt. 19:5, 6) Naturalmente possono esserci occasioni in cui un coniuge è costretto a separarsi dall’altro per un certo tempo, forse a causa di circostanze impreviste. Oppure questo può anche avvenire per mutuo consenso onde poter assolvere qualche temporaneo dovere. Ma quando il vivere separatamente diventa un’abitudine, come nell’esempio appena citato, ciò può recare grave danno.

I cristiani testimoni di Geova che vivono dove c’è questa abitudine sopportano coraggiosamente il biasimo derivante dal fatto che rifiutano di seguire questa usanza. Lo preferiscono al modo di agire che può incorrere nella disapprovazione di Geova e infine far perdere la vita eterna. Alcuni, piuttosto che lasciare la moglie e andarsene a lavorare in città, con spirito di intraprendenza si sono messi a coltivare piantagioni di caffè e banane. Geova li ha benedetti per il loro sincero desiderio di rimanere uniti alle rispettive famiglie e di seguire i principi che egli provvede nella sua Parola. Anche se facendo questo possono incorrere in qualche forma di disapprovazione da parte della comunità, essi lo fanno come a Geova e non agli uomini. — Col. 3:23.

Alcune usanze implicano pratiche così vergognose da essere detestabili a Geova e, quindi, al suo popolo. Fra tali pratiche vi sono sodomia, bestialità, omosessualità, incesto e altre forme di immoralità sessuale. Queste cose erano comuni fra gli abitanti cananei della Terra Promessa. Dopo aver menzionato le pratiche impure a lui detestabili, Geova ammonì gli israeliti: “Dovete osservare il vostro obbligo di non praticare alcuna delle detestabili usanze che sono state praticate innanzi a voi, per non rendervene impuri”. Poi, per dare enfasi alla serietà della questione, aggiunse: “Io sono Geova vostro Dio”. — Lev. 18:1-30.

Comprendiamo perciò il punto di vista di Geova su tali pratiche indegne. Ma che dire di oggi? Queste cose sono comuni nel vostro paese? Qual è la situazione nella vostra zona? Non è forse vero che alcune nazioni stanno addirittura cambiando le loro leggi, per cui l’omosessualità non è più perseguibile a termini di legge e gli omosessuali sono considerati con rispetto nella comunità? Proprio come ai giorni degli antichi israeliti e della primitiva congregazione cristiana tali pratiche sono ripugnanti a tutti quelli che vogliono ‘divenire santi in tutta la loro condotta’. — 1 Piet. 1:15; Rom. 1:24-27.

UTILI USANZE DA SEGUIRE

Fino a questo punto abbiamo trattato usanze che contribuiscono a godere la vita, usanze che coinvolgono la coscienza addestrata secondo la Bibbia e quelle che il cristiano deve assolutamente evitare se vuole rimanere puro agli occhi di Geova. Prendiamo ora in considerazione certe abitudini che il cristiano dovrebbe voler seguire per mantenersi separato dal mondo. Ricordiamo che la definizione di “usanza” include il concetto di un modo di vivere seguito “dai più” o “anche maniera di vivere o di fare di uno solo”. Quali sono alcune abitudini che il cristiano dovrebbe seguire?

Rammentate il racconto del capitolo 17 di Atti dove si narra che Paolo e Sila lasciarono Tessalonica per recarsi a Berea? Come reagirono i bereani di fronte all’insegnamento cristiano? Il versetto 11 dice: “Ricevettero la parola con la massima premura di mente, esaminando attentamente le Scritture ogni giorno per vedere se queste cose stessero così”. È vostra abitudine studiare ogni giorno la Parola di Dio? Vi concedete periodi di profonda meditazione sulle cose imparate? La persona che segue regolarmente questa abitudine nella sua vita è da ritenersi felice. — Sal. 1:1, 2.

Che dire dell’associazione con i conservi cristiani nell’adorazione? Non convenite che questa è una buona abitudine da seguire? L’apostolo Paolo ne era convinto. Infatti, scrivendo ai cristiani ebrei, menzionò un’abitudine che apparentemente alcuni avevano cominciato a seguire, quella di abbandonare la comune adunanza in cui si praticava tale adorazione. Anziché approvare questa abitudine, l’apostolo esortò i suoi compagni di fede a seguire l’abitudine opposta. Disse che avrebbero dovuto riunirsi assieme per incitarsi reciprocamente all’amore e alle opere eccellenti. Noi dovremmo senz’altro fare la stessa cosa, ‘tanto più mentre vediamo avvicinarsi il giorno’. — Ebr. 10:24, 25.

Infine potremmo chiederci: Quanto mi interesso degli altri? È mia abitudine parlare della verità con i compagni di fede e con altri in casa loro? Esaminiamo l’atteggiamento degli apostoli di Gesù verso questa abitudine. A Gerusalemme, in una occasione, fu intimato a Pietro e Giovanni di non parlare più nel nome di Gesù. Questi apostoli, dinanzi al Sinedrio ebraico, dichiararono rispettosamente ma con baldanza: “Non possiamo smettere di parlare delle cose che abbiamo viste e udite”. Quindi, dopo essere stati liberati, questi servitori di Dio si unirono ai compagni di fede e tutti insieme pregarono “Geova, presta attenzione alle loro minacce, e concedi ai tuoi schiavi di continuare a dichiarare la tua parola con ogni baldanza”. (Atti 4:18-30) Che eccellente atteggiamento!

Ma questo non fu tutto. In seguito, a causa della loro zelante attività, gli apostoli furono imprigionati. Tuttavia, durante la notte, furono liberati da un angelo. Ebbene, dove andarono? Andarono al tempio per continuare a dichiarare la “buona notizia”. Ben presto si trovarono nuovamente davanti alla corte ebraica. Dopo aver coraggiosamente dichiarato che ‘dovevano ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini’, furono fustigati e liberati. Ma che cosa fecero? “Ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù”. (Atti 5:17-42) Che eccellenti abitudini avevano preso questi fedeli seguaci di Gesù Cristo! Mostrate lo stesso atteggiamento verso l’usanza cristiana di dichiarare la “buona notizia”?

A questo punto, perciò, come rispondereste alla domanda: Dovreste seguire l’usanza? Decisioni sagge vi permetteranno di godere la calorosa amicizia dei compagni di fede, contribuendo nello stesso tempo a rendere più varia e interessante la vostra vita. Soprattutto, edificherete un’intima e calorosa relazione personale con Geova, il quale provvede ogni cosa per il vostro godimento. Per di più, assicurerete a voi stessi e forse ad altri a cui dichiarate la “buona notizia” il privilegio di vivere nel giusto nuovo ordine di Dio, dove tutte le usanze rifletteranno la gloria di Geova. — 1 Cor. 10:31.

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