BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w81 1/10 pp. 21-26
  • Grati della nostra “felice speranza”

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Grati della nostra “felice speranza”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • “RENDETE GRAZIE”
  • MOSTRIAMO GRATITUDINE A DIO
  • UNA FELICE SPERANZA PER LA QUALE ESSERE GRATI
  • GRATI PER CIÒ CHE STA PER ACCADERE
  • “Rendete grazie per ogni cosa”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2019
  • La bellezza d’essere grati
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
  • Gratitudine
    Svegliatevi! 2016
  • Coltivate lo spirito di gratitudine
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
w81 1/10 pp. 21-26

Grati della nostra “felice speranza”

“Aspettiamo la felice speranza e la gloriosa manifestazione del grande Dio e del nostro Salvatore Cristo Gesù”. — Tito 2:13.

1, 2. In quali due modi la gratitudine può dare felicità?

I SUOI colleghi di lavoro sapevano che era una segretaria efficiente, attiva e felice. Attribuivano in gran parte tali pregi alla sua abilità e preparazione. Interrogata in merito, la donna diede risalto alla gratitudine del datore di lavoro. Perché?

2 Spiegò che anche quando assolveva un compito normalissimo o di secondaria importanza, il datore di lavoro esprimeva sincera gratitudine. Questo la faceva sentire utile e necessaria e la rendeva più felice nello svolgere il lavoro. Questo esempio illustra i benefici dell’esprimere gratitudine. Essa reca beneficio non solo alla persona alla quale viene espressa, ma anche a chi la esprime, a colui che manifesta uno spirito riconoscente.

3. Perché dovremmo coltivare uno spirito riconoscente?

3 Oggi sembra che la maggioranza delle persone si preoccupi principalmente di sé. Questo è il contrario dello spirito riconoscente, manifestando il quale la persona pensa agli altri ed è pronta a esprimere apprezzamento per quello che fanno. Si riscontra che se si coltiva un sincero interesse per gli altri e si esprime apertamente apprezzamento per i loro servizi, le loro azioni e i loro sforzi, ci si sente più felici. Avere uno spirito riconoscente ha anche attinenza con la propria relazione con Geova Dio. Influisce sulla felicità che si prova nella vita attuale e sulla misura in cui si condivide la “felice speranza” che la Bibbia offre ai veri cristiani. — Tito 2:13.

“RENDETE GRAZIE”

4. Cosa dice la Bibbia circa la gratitudine?

4 La Bibbia ci esorta a coltivare uno spirito di riconoscenza e gratitudine. Per esempio, l’apostolo Paolo scrisse: “Circa ogni cosa, rendete grazie. Poiché questa è riguardo a voi la volontà di Dio unitamente a Cristo Gesù”. E ai colossesi consigliò: “La pace del Cristo domini nei vostri cuori, poiché ad essa foste infatti chiamati in un solo corpo. E mostratevi grati”. (I Tess. 5:18; Col. 3:15) Anche se tali consigli riguardano specialmente il mostrare gratitudine a Dio, ci fanno capire l’importanza di coltivare uno spirito riconoscente nella normale vita quotidiana.

5. In che modo Paolo manifestò uno spirito riconoscente?

5 Paolo stesso non esitò a lodare coloro che agivano bene o a ringraziarli direttamente. Si leggano le sue parole in Romani 16:1-4. In questi versetti egli loda con gratitudine Febe come ‘una che aveva difeso molti’, forse usando la sua influenza nella comunità per difendere i cristiani ingiustamente accusati o dando ospitalità ai cristiani che viaggiavano. Poi Paolo ringrazia specificamente Priscilla e Aquila, una coppia di sposi, per aver “rischiato il proprio collo” per lui e per altri. Potete immaginare quanto facessero piacere a Febe, Priscilla e Aquila tali parole di sincera gratitudine. Ma anche per Paolo fu un bene esprimersi in tal modo. Poté così provare la gioia che deriva dal dare, in questo caso onore, apprezzamento e incoraggiamento. Anche noi possiamo provare tale felicità esprimendo la nostra gratitudine. — Atti 20:35; II Tim. 1:16-18.

6, 7. Come possiamo esprimere gratitudine?

6 Ogni giorno ci si presentano opportunità di mostrare gratitudine. Forse si tratta di cose semplici, come quando qualcuno ci fa una cortesia, per esempio tenendo aperta la porta per farci passare o raccogliendo qualche oggetto che ci è caduto. Dire “grazie” dovrebbe rappresentare qualcosa di più di un semplice rituale o di un gesto di normale educazione. Se proviamo vera gratitudine nel nostro cuore, gli altri lo capiranno, e sia loro che noi ci sentiremo più felici.

7 Una cosa buona è quella di cercare di ampliare il campo in cui mostriamo gratitudine, esprimendo per esempio apprezzamento a persone i cui servizi di solito si prendono per scontati. Potrebbe trattarsi del commesso di un negozio, di un cameriere al ristorante, del portalettere. Un sorriso e un sincero “grazie” alleggeriranno il loro compito, rendendolo più soddisfacente. Ma quelli a cui forse dovremmo maggiormente esprimere gratitudine sono le persone che ci stanno vicine e di cui abbiamo la tendenza a non tenere conto. Quanto spesso ringrazi tua moglie per le buone pietanze che prepara, per i suoi sforzi nel tenere la casa pulita o per le cure che ha verso i figli? Quanti mariti vanno a lavorare giorno dopo giorno senza sentire mai una parola di apprezzamento da parte della moglie, per non parlare dei figli? Ragazzi, potreste soffermarvi più spesso a riflettere su tutto ciò che i vostri genitori fanno per voi, e quindi esprimere loro il vostro sincero apprezzamento? Man mano che prenderete la buona abitudine di esprimere gratitudine, la vostra vita diverrà più piacevole. Gli altri vi apprezzeranno di più e i vincoli d’affetto si rafforzeranno. Sì, sarete più felici.

MOSTRIAMO GRATITUDINE A DIO

8-10. (a) Secondo il Salmo 100, perché dobbiamo essere grati a Dio? (b) Come si comporta sotto questo aspetto la maggioranza delle persone?

8 Se abbiamo motivo d’essere grati per ciò che riceviamo dai nostri simili, abbiamo motivi di gran lunga più validi di essere grati al nostro Creatore. Il Salmo 100 è un canto di ringraziamento, e richiama l’attenzione sul perché è appropriato ringraziare Dio. Vi si legge: “Egli è colui che ci ha fatti, e non noi stessi”. (Sal. 100:3) Questo è più che ragionevole. Come potremmo mai trovare la felicità se Dio non avesse creato la vita umana e non ci avesse concesso di vivere? (Atti 17:26-28) Sì, il fatto stesso di essere in vita è un motivo per esprimere gratitudine.

9 Salmo 100:5 dichiara: “Poiché Geova è buono”. Questo è vero sotto molti aspetti, non ultimo il fatto che Dio ha provveduto cose buone per mantenerci in vita e per consentirci allo stesso tempo di goderla. La terra su cui viviamo è opera di Dio e la sua abbondanza ci permette di nutrirci e continuare a vivere. (Isa. 45:18; Atti 14:15-17) Se un amico ci desse un frutto delizioso e nutriente, lo ringrazieremmo senz’altro. Eppure la causa prima dell’esistenza di quel frutto, come di tutto il resto degli alimenti naturali, è Geova Dio. (Gen. 2:9, 15, 16; Sal. 104:10-15, 24; 145:15, 16) Beneficiando di tali provvedimenti, che sentimenti proviamo verso Dio? — I Tim. 4:3, 4.

10 Se siamo grati a Dio, vuol dire che siamo molto diversi dalla maggioranza delle persone d’oggi. C’è la tendenza a non tener conto di Dio e di ciò che egli ha fatto. Anche alcuni che in famiglia hanno l’abitudine di dire alcune parole di ringraziamento prima di mangiare non mostrano nella loro vita di essere profondamente grati a Dio. Nei loro piani raramente tengono conto di lui. Siamo diversi? Dovremmo esserlo.

11, 12. Cosa ci fa capire Colossesi 3:15 circa la gratitudine?

11 Come abbiamo già menzionato, l’apostolo Paolo scrisse: “La pace del Cristo domini nei vostri cuori. Poiché ad essa foste infatti chiamati in un solo corpo. E mostratevi grati”. (Col. 3:15) Perciò per essere veramente grati a Dio non dobbiamo limitarci alle semplici parole di ringraziamento. Dobbiamo mostrare con la nostra vita che gli siamo riconoscenti. A tal fine dobbiamo innanzi tutto studiare la sua Parola per conoscere la sua volontà, e quindi farla. — Giov. 13:17.

12 Le parole di Paolo in Colossesi 3:15 dovrebbero ricordarci anche che Geova Dio ha riunito varie persone per formare un unico corpo di cristiani. Sono persone che hanno riconosciuto il proprio stato peccaminoso, ma che comprendono che si può ottenere il perdono di Dio grazie al sacrificio di riscatto di Gesù. (Rom. 6:17, 23; 7:22-25) Pensate a ciò che questo significa per voi. Potete avere una buona reputazione agli occhi di Dio. Questo è un altro motivo ancora per essere grati a Dio. — Riv. 7:10, 14.

13. In che senso la gratitudine non riguarda solo la vita attuale?

13 Facciamo bene però a considerare se il nostro spirito di gratitudine è qualcosa che ha a che fare solo con la nostra normale vita quotidiana. È solo questione di essere più pronti ad apprezzare ciò che gli altri, sia i nostri simili che Dio stesso, fanno per noi? No, perché la gratitudine del cristiano riguarda anche il futuro, la sua speranza. Paolo scrisse: “Aspettiamo la felice speranza e la gloriosa manifestazione del grande Dio e del nostro Salvatore Cristo Gesù”. — Tito 2:13.

UNA FELICE SPERANZA PER LA QUALE ESSERE GRATI

14, 15. Qual era la “felice speranza” menzionata da Paolo in Tito 2:13?

14 Qual era la “felice speranza” che Paolo aveva e della quale era grato? Era la felice prospettiva di essere risuscitato in cielo, come immortale creatura spirituale per regnare con Gesù Cristo nel “suo regno celeste”. (II Tim. 4:18) Questa stessa speranza era condivisa da Tito e dai cristiani di Colosse e Tessalonica unti con lo spirito.

15 Perciò Paolo poté scrivere ai colossesi: “Ringraziamo sempre Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, quando preghiamo per voi, da che abbiamo udito della vostra fede riguardo a Cristo Gesù e dell’amore che avete per tutti i santi a causa della speranza che vi è riservata nei cieli. Di questa speranza avete già udito”. (Col. 1:3-6) A ragione quindi Paolo poté esortare quelli che erano chiamati alla vita celeste dicendo: “Mostratevi grati”. — Col. 3:15.

16. Quando si sarebbe realizzata quella “speranza”?

16 Quando si sarebbe realizzata quella “felice speranza” della risurrezione alla vita celeste? Paolo sapeva che non si sarebbe realizzata se non dopo certi futuri sviluppi. Egli scrisse che ‘i viventi che sarebbero sopravvissuti alla presenza del Signore non avrebbero preceduto affatto quelli che si sarebbero addormentati nella morte’. Quindi ‘quelli morti unitamente a Cristo sarebbero sorti per primi’. Perciò tale speranza non si sarebbe realizzata finché non fosse iniziata la presenza (parousìa, in greco) di Cristo. — I Tess. 4:15-17.

17, 18. Perché viviamo in un tempo particolarmente importante in relazione alla “felice speranza”?

17 Questo è di grande importanza per noi. Gesù predisse che la sua presenza sarebbe stata caratterizzata da un segno composito costituito da guerre inconsuete, terremoti, penurie di viveri e altre cose che sono state chiaramente osservabili a partire dallo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914. (Matt. 24:3-14) C’è anche da notare che era predetto che la risurrezione celeste dei cristiani unti avrebbe avuto luogo prima dell’intervento del re Gesù Cristo nell’imminente “grande tribolazione”. (Matt. 24:21; Riv. 2:26, 27) Di conseguenza viviamo nel tempo in cui Paolo, Tito e altri che morirono in unione con Cristo ricevono la realizzazione della loro “felice speranza”.

18 Questa risurrezione fa anche parte della “gloriosa manifestazione del grande Dio e del nostro Salvatore Cristo Gesù”.a (Tito 2:13) Col sostegno di Dio, Gesù appare o viene alla luce nel senso che giudica e ricompensa coloro che sono morti in unione con Cristo. A questo proposito le Scritture predicevano che egli sarebbe ‘sceso dal cielo con una chiamata di comando, con voce di arcangelo e con tromba di Dio, e quelli morti unitamente a Cristo sarebbero sorti’ per unirsi a lui in cielo. (I Tess. 4:16) Che dire degli unti cristiani che sarebbero rimasti in vita sulla terra? Man mano che sarebbero morti, sarebbero stati “mutati, in un momento”. Avrebbero ricevuto un corpo spirituale e sarebbero stati portati in cielo, ricompensati con “la corona della vita”. — I Tess. 4:17; II Tim. 4:1, 8; I Cor. 15:44, 50-57; Giac. 1:12.

19. Chi altri ha una “felice speranza”?

19 Quest’opera del nostro Salvatore, Cristo Gesù, è anche una manifestazione della gloria di Dio. Ma la manifestazione della gloria di Dio mediante Cristo porterà a compimento qualcos’altro, che riguarda in particolare quei cristiani che oggi sanno di non essere stati unti con lo spirito di Dio per andare in cielo. Si tratta di cristiani fedeli che hanno la felice speranza di vivere eternamente in un restaurato paradiso terrestre. Se avete questa prospettiva, considerate una particolare ragione che avete per esprimere gratitudine.

GRATI PER CIÒ CHE STA PER ACCADERE

20, 21. Cos’era predetto che Gesù avrebbe fatto durante la sua presenza?

20 Da secoli i veri adoratori di Geova devono sopportare l’esteso sistema di cose malvagio, una parte integrale del quale è la falsa religione. I veri cristiani provano grande felicità a servire Geova, ma non potranno mai essere completamente felici finché esisteranno questo vecchio sistema e la sua falsa religione. Ora però c’è una ragione particolare per essere felici. Quale?

21 Scrivendo ai tessalonicesi circa la presenza di Cristo, l’apostolo Paolo fece la promessa ispirata che questo periodo di tempo avrebbe visto meravigliosi cambiamenti. Innanzi tutto Cristo avrebbe agito per ridurre a nulla “mediante la manifestazione della sua presenza” il falso elemento religioso chiamato “uomo dell’illegalità”. Si tratta in particolare di un’apostasia anticristiana istigata dai capi religiosi, specialmente dal clero della cristianità. — II Tess. 2:3-8.

22, 23. Perché la fine della falsa religione sarà qualcosa di cui essere grati?

22 La fine della falsa religione sarà un buon motivo per essere grati a Dio. Ma Cristo farà di più. Col sostegno di Geova Dio, Gesù distruggerà tutti “quelli che non conoscono Dio e . . . che non ubbidiscono alla buona notizia intorno al nostro Signore Gesù”. (II Tess. 1:6-10) Stiamo vivendo nel tempo della presenza di Cristo e della “gloriosa manifestazione del grande Dio e del nostro Salvatore Cristo Gesù”. Ciò significa che stiamo vivendo nel tempo in cui saranno eliminati la falsa religione e tutti quelli che non servono il Creatore in verità. Se tanto tempo fa Paolo poté scrivere ai tessalonicesi: “Circa ogni cosa, rendete grazie”, a maggior ragione dobbiamo farlo noi! — I Tess. 5:18.

23 L’eliminazione della falsa religione sarà una benedizione. Spariranno gli ingannevoli insegnamenti che da tanto tempo tengono milioni di persone nel timore, per esempio nel timore del tormento delle anime immortali nell’inferno o nel timore degli spiriti dei defunti. (Giov. 8:32) Tutta l’umanità ubbidiente ‘ubbidirà alla buona notizia intorno al nostro Signore Gesù’ e servirà Geova. Regneranno pace e unità. Non è questo qualcosa di cui essere grati?

24, 25. Quali altre benedizioni sono prossime per l’umanità ubbidiente?

24 Quando quelli che non ubbidiscono alla “buona notizia” saranno scomparsi, l’umanità imparerà a seguire le vie della giustizia. (Isa. 11:9; 26:9) Già ora potreste trovare piacevole discutere insieme alla vostra famiglia su come saranno diverse le condizioni allora. Paragonatele con la vostra esperienza attuale circa il lavoro o quando dovete trattare con funzionari pubblici o viaggiare in zone poco conosciute.

25 Il nuovo ordine sarà caratterizzato anche da benedizioni fisiche per mano di Dio. Egli eliminerà le malattie e la morte. (Riv. 21:1-4) Benedirà l’opera delle nostre mani, permettendoci di avere in abbondanza le cose necessarie per vivere. (Sal. 67:6; confronta Isaia 65:21-25). Ci sarà pace perfino fra l’uomo e la creazione animale; Geova lo renderà possibile proprio come nel paradiso originale, quando gli animali erano vegetariani e non erano pericolosi per l’uomo.

26. Che motivi abbiamo per essere grati e felici?

26 Queste benedizioni sono prossime. Potete vivere e vederle di persona. Viviamo perciò in un tempo davvero eccezionale! Nonostante l’ingratitudine e l’infelicità tipiche dell’umanità oggi, abbiamo moltissime ragioni per essere grati a Dio, specialmente della felice speranza che ci ha dato. Non manchiamo di ringraziarlo regolarmente per questo.

[Nota in calce]

a Vedi pagina 31.

[Immagini a pagina 25]

Quelli che hanno la “felice speranza” e che muoiono in unione col Signore durante la sua “presenza” non dormono nella morte. Alla morte vengono destati, mutati “in un batter d’occhio, durante l’ultima tromba”.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi