Le chiese hanno timore
RAPPRESENTANTI di quasi tutte le religioni che operano negli Stati Uniti si sono di recente incontrati in un’inconsueta conferenza dal tema “Ingerenze governative negli affari religiosi”. Definito da un funzionario “forse il più completo congresso del genere nella storia americana”, è stato indetto da un movimento che cerca di contrastare la crescente ondata di ingerenze governative negli affari religiosi. “Queste intromissioni del governo sono sensibilmente aumentate negli scorsi dieci anni”, ha detto il principale dirigente della Chiesa Presbiteriana Unita e “recentemente la loro frequenza è cresciuta”. Egli ha osservato che “nessuno di questi sviluppi, di per sé, è così allarmante da rendere necessario un convegno come questo . . . ma la tendenza che emerge considerandoli nell’insieme è allarmante, ed ecco perché siamo qui”.
Nel frattempo 2.000 delegati a una riunione congiunta delle Radiodiffusioni Religiose Nazionali e dell’Associazione Nazionale Evangelica venivano informati che “in questo paese umanisti laici hanno dichiarato guerra al cristianesimo e avanzano rapidamente”.
Negli Stati Uniti una situazione simile sarebbe stata impensabile anche solo dieci anni fa, ma per la religione i tempi sono cambiati. La Bibbia previde questo sviluppo e, chiamando la falsa religione una “grande meretrice” a motivo delle sue ingerenze politiche, preannunciò che i suoi ex amanti politici avrebbero cominciato a ‘odiare la meretrice’ e che ‘l’avrebbero resa devastata e nuda’. (Riv. 17:1, 16) Evidentemente questo risentimento da parte del mondo politico comincia a farsi sentire.