La Scuola di Galaad continua ad ‘accumulare testimonianza’
“LA SCUOLA DI GALAAD si è davvero mostrata all’altezza del suo nome, che significa ‘cumulo di testimonianza’! Grazie a questa scuola è stata innalzata una montagna di lode”. Così ha detto C. W. Barber, presidente alla cerimonia del conferimento dei diplomi alla 70a classe della scuola missionaria di Galaad, cerimonia tenuta nella Sala dei Congressi dei Testimoni di Geova a Long Island City (New York) la domenica 8 marzo 1981.
Fra i presenti molti potevano ricordare che nel 1943, quando questa scuola fu fondata, in tutto il mondo c’erano all’incirca solo 110.000 predicatori della buona notizia del Regno. Ora quest’opera è svolta da più di due milioni di persone.
I 49 diplomati, uomini e donne, di questa 70a classe provenivano da nove paesi e sono stati inviati in 18 paesi. Dopo cinque mesi di addestramento intensivo questi esperti ministri a tempo pieno hanno ascoltato le ultime raccomandazioni, utili per tutti i 2.124 presenti.
W. K. Jackson ha ricordato agli studenti che avevano accolto l’invito a servire come aveva fatto Isaia, che disse: “Eccomi! Manda me”. (Isa. 6:8) Jackson ha esortato gli studenti a continuare a servire in risposta a tale invito.
M. G. Henschel ha richiamato l’attenzione degli studenti sulle seguenti parole dell’apostolo Paolo: “Perciò non veniamo meno”. (II Cor. 4:16-18) Ha detto che, anche se potranno invecchiare e avere certi problemi, dovranno continuare a cercare le cose eterne.
Successivamente A. D. Schroeder ha messo in risalto queste parole di Gesù: “Sii mio seguace”. (Matt. 19:21) Schroeder ha incoraggiato gli studenti a non darsi mai per vinti, ma a continuare a seguire Gesù a tempo indefinito.
J. Redford ha esortato gli studenti ad andare avanti, dimenticando le cose di dietro e protendendosi verso quelle davanti. (Filip. 3:13-16) Ha ricordato le parole che trent’anni fa gli disse il fedele fratello Giovanni De Cecca (ora deceduto), che egli aveva lodato per aver fatto tanto nel servizio di Geova. De Cecca, che a quel tempo aveva già servito per oltre 40 anni alla sede centrale dei testimoni di Geova, guardò il fratello Redford con occhio severo e, nel suo inglese stentato, gli disse: “Fratello, quel che conta non è ciò che si è fatto, ma ciò che si farà!”
U. V. Glass ha incoraggiato gli studenti a rimanere nei luoghi in cui sono stati inviati: “Pensaci bene e di’ a te stesso: ‘Se qualcuno lascerà la sua assegnazione, non sarò io’”.
G. M. Couch ha messo in risalto il fatto che i missionari devono continuare a guardare alla meta, senza mai darsi per vinti. Avendo in mente le parole di Gesù riportate in Luca 9:62, ha ripetuto l’avvertimento: “Avete messo mano all’aratro. Non guardate indietro”.
F. W. Franz, presidente della Scuola, ha rammentato a tutti che stiamo vivendo in un infuocato periodo di prova, come detto in Luca 12:49-53. Il contenuto dei versetti da 40 a 48 mostra che la questione riguarda l’identificazione del “fedele economo” di Dio. Franz ha esortato gli studenti a continuare a operare insieme alla classe del “fedele economo” di Geova e ad attendere vivamente di poter sopravvivere ad Armaghedon insieme a tale classe.
Progredisci spiritualmente? Potresti renderti disponibile per l’opera missionaria o per altri aspetti del ministero continuo? Ce n’è ancora bisogno. Si deve edificare un ‘cumulo di testimonianza’ ancora più grande.