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  • w81 15/12 pp. 12-16
  • La giornata di un missionario

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  • La giornata di un missionario
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
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  • IL NOSTRO SCOPO COME MISSIONARI
  • PROGRAMMA QUOTIDIANO
  • PROVVISTI DEL NECESSARIO
  • TURNO DI CUCINA
  • VERA ATMOSFERA FAMILIARE
  • NE VALE LA PENA?
  • I missionari promuovono l’espansione in tutto il mondo
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
w81 15/12 pp. 12-16

La giornata di un missionario

“ERA il campanello delle sei e mezzo?” “Forse era quello delle sette meno cinque e abbiamo solo cinque minuti per essere al tavolo della colazione. No, rilassati, sono solo le sei e mezzo. Abbiamo ancora tempo”.

Ecco una tipica conversazione mattutina fra me e il mio compagno di camera. Anche se sono anni che ci alziamo alle 6,30, ci costa ancora fatica. Siamo testimoni di Geova e viviamo in una casa missionaria qui a Taipei, nell’isola di Taiwan. Alle sette, prima di colazione, partecipiamo a una conversazione di natura spirituale insieme agli altri missionari.

Diversi componenti della nostra “famiglia” fanno a turno a cucinare, fare la spesa, pulire la casa e sbrigare altri compiti, incluso quello di suonare il campanello che ci aiuta a essere pronti per i pasti e per altre attività.

IL NOSTRO SCOPO COME MISSIONARI

Sentendo la parola “missionario”, qualcuno potrebbe pensare a un’infermiera vestita di bianco o a un insegnante che bada a una classe di bambini in qualche sperduto villaggio. Ma non è questo il compito che Gesù affidò ai suoi seguaci. Egli diede loro l’incarico di fare discepoli. (Matt. 28:19, 20) Quindi, come per i testimoni di Geova in qualsiasi altro luogo, il nostro compito principale è quello di insegnare alle persone le verità bibliche, ed è quanto facciamo nella nostra assegnazione missionaria all’estero.

Come missionari, dedichiamo un minimo di 140 ore al mese all’opera di predicare e insegnare. Per trovare quelli che vorrebbero conoscere meglio la Parola di Dio, trascorriamo circa metà di questo tempo a fare visite di casa in casa, conversando sulla Bibbia con le persone alle porte. Dedichiamo poi il resto del tempo a rivisitare quelli che hanno mostrato interesse per il messaggio del Regno, tenendo gratuiti studi biblici a domicilio con quelle persone o famiglie che desiderano saperne di più. Seguendo il sistematico metodo di studio usato dai testimoni di Geova in tutto il mondo, riusciamo ad aiutare buddisti e altri, che forse prima non sapevano nulla della Bibbia, a conoscerne gli insegnamenti basilari. Questo può richiedere da sei mesi a un anno, ma una volta acquistato intendimento le persone sono in una condizione migliore per decidere se vogliono diventare cristiani testimoni di Geova o no.

PROGRAMMA QUOTIDIANO

La nostra vita si impernia sulle cose spirituali. Questo spiega la nostra considerazione scritturale di prima mattina tenuta in cinese mandarino, lingua ufficiale di Taiwan. Queste conversazioni ci permettono di iniziare la giornata in modo edificante e incoraggiante. A volte possono anche assumere un tono umoristico, come quando una nuova missionaria provocò una risata generale commentando un particolare versetto biblico. Lei non riusciva a capire cosa ci fosse di tanto divertente nell’affermazione che Gesù è il nostro Sommo Sacerdote. Almeno questo è ciò che pensava di aver detto. Purtroppo per un piccolo errore il suo commento era stato che Gesù è la nostra grande gallina!

Dopo colazione dedichiamo 15 minuti a imparare a usare alcuni nuovi vocaboli o espressioni cinesi. Cerchiamo di impararne bene 20 alla settimana. Vengono scritti su una lavagna e ogni mattina una sorella cinese che vive con noi cerca eroicamente di correggere la nostra pronuncia. Apprezziamo il suo aiuto per migliorare la costruzione delle nostre frasi e la pronuncia (che in cinese include il tono), perché i suoi sforzi ci aiutano a divenire più efficaci nell’insegnare la Parola di Dio.

Terminiamo con una preghiera e ci prepariamo per le nostre attività quotidiane. La maggioranza di noi la mattina dedica due o tre ore a visitare di casa in casa le persone del territorio assegnatoci. Sì, ogni coppia di missionari concentra i suoi sforzi in una zona della città. Cerchiamo di trovare le persone interessate e di formare gradualmente un gruppo di lodatori di Geova che potrebbe poi diventare il nucleo di una nuova congregazione dei testimoni di Geova.

Qui l’opera di testimonianza si svolge sostanzialmente come in qualsiasi altro posto del mondo. Ci sono però alcune differenze. Una è la maniera in cui si raggiunge il territorio. Ricordo che una delle mie prime impressioni sull’Oriente fu che c’è tantissima gente dappertutto. Io e il mio compagno prendiamo l’autobus sia per andare che per tornare dal territorio. I mezzi pubblici sono molto frequenti, ma invariabilmente affollati. Nelle ore di punta bisogna vederli per crederci! Ora siamo diventati abbastanza esperti nell’arrampicarci in fretta sugli autobus e nel saltare subito giù, ma finché non ci facemmo l’abitudine non era insolito che le nostre borse rimanessero ancora sull’autobus dietro le porte chiuse mentre noi dalla strada le tiravamo per il manico. Diversi missionari preferiscono servirsi di motorini o scooter, un mezzo di trasporto più comodo ed economico.

Come oggi capita in molte altre parti del mondo, anche qui le persone diventano sempre più sospettose le une delle altre. Ma spesso andando di casa in casa notiamo il tradizionale spirito amichevole dei cinesi. È molto comune essere invitati a entrare e ad accomodarsi e vedersi offrire tè o acqua così caldi che dobbiamo prolungare la conversazione finché non si raffreddano abbastanza da poterli bere! A Taiwan non è raro che persone che si interessano pochissimo della Bibbia prendano la nostra letteratura. Così possiamo lasciare nelle case molte pubblicazioni e questa letteratura può essere letta da persone anche più interessate di quelle a cui l’abbiamo lasciata.

Quando torniamo a visitare le persone, troviamo che molti, inclusi quelli di religione buddista o altri che seguono la filosofia di Confucio, sono disposti a fare ulteriori conversazioni e persino ad accettare un regolare studio biblico settimanale. Quindi normalmente conduco 10 o più studi biblici ogni settimana, essendo limitato solo dal tempo che posso dedicare a questa attività. Molte di queste persone cominciano ad assistere alle nostre adunanze sin dall’inizio, così che il numero dei presenti è dal 20 al 50 per cento superiore a quello dei Testimoni della zona.

PROVVISTI DEL NECESSARIO

Come missionari non ci manca affatto il necessario. La Watch Tower Society si rende conto che i missionari che vivono in un paese straniero non sono in grado di mantenersi facilmente come potrebbero fare nei paesi d’origine. Infatti in molti paesi il governo esige che i missionari non svolgano nessun lavoro secolare. Perciò vengono presi provvedimenti per soddisfare i nostri bisogni materiali. Non riceviamo un salario, ma la Società affitta o acquista una casa adatta per il gruppo di missionari che opererà in quella città. A Taiwan, nella maggioranza dei casi, ciò significa che da quattro a otto persone vivranno in una casa missionaria. Tuttavia, siccome io e il mio compagno viviamo nella casa missionaria che ospita anche l’ufficio filiale della Società, in tutto siamo 18 persone.

I missionari hanno a disposizione un fondo che possono usare per acquistare viveri, pagare l’affitto, i servizi, ecc. Oltre a ciò, ciascuno di noi riceve un piccolo dono che ci permette di acquistare quanto ci serve nella vita quotidiana. A Taiwan esso ammonta all’equivalente di circa 10.000 lire al mese. Riceviamo anche un contributo per le spese di trasporto, e la Società provvede un modesto fondo per le spese personali che ci aiuta ad acquistare il vestiario di cui abbiamo bisogno, a pagarci il viaggio per andare alle assemblee, ecc. Siamo quindi molto grati di non avere di che preoccuparci per le cose materiali, ma di poter dedicare tutto il nostro tempo e tutta la nostra attenzione a conseguire il nostro scopo quali missionari.

Sapendo che tutti questi provvedimenti sono resi possibili grazie alle amorevoli contribuzioni dei nostri conservi che non possono svolgere direttamente il servizio missionario all’estero, ci sforziamo di mostrare il nostro apprezzamento in due modi particolari. Primo, cerchiamo di rendere il nostro servizio missionario il più efficace possibile. Secondo, consideriamo il denaro come se appartenesse al Signore, cercando di usarlo saggiamente. Il turno di cucina ce ne dà un’opportunità.

TURNO DI CUCINA

A turno abbiamo il compito di cucinare in un giorno assegnato.

Finita la colazione e lavati i piatti, andiamo al mercato. La mattina i due mercati vicini alla nostra casa espongono una varietà di verdura fresca, carne, pesce e frutta, per cui c’è solo l’imbarazzo della scelta. I venditori cinesi amano mercanteggiare, e questo può essere divertente, consentendo nello stesso tempo di risparmiare. Siamo diventati esperti e sappiamo quanto dobbiamo pagare e cosa acquistare in ogni stagione, così da poter fare buon uso del denaro che ci è stato affidato per il turno in cucina.

Abbiamo imparato a conoscere molte verdure e frutti mai visti prima. Comprensibilmente all’inizio eravamo restii a comprarli, non sapendo come cucinarli. Ma non bisogna perdersi d’animo. Se glielo si chiede, il venditore è lieto di spiegare come si cucina quel dato prodotto. Così abbiamo imparato ad apprezzare nuove verdure, come le foglie delle patate dolci e un piccolo vegetale che odora leggermente di aglio. Imparando a usare i prodotti locali, mangiamo bene e non sprechiamo ciò che il Signore provvede.

Le galline vive, i pesci guizzanti, il maiale e il manzo appena macellati e tutte le verdure fresche sui banchi all’aperto conferiscono al mercato un’atmosfera e un aroma diversi da quelli a cui eravamo abituati in altri paesi. Per esempio, dovetti fare un notevole sforzo per trattenere un urlo la prima volta che vidi un venditore prendere un coltello e scannare una gallina attentamente scelta dal compratore!

A parte il mercato vero e proprio, non è raro che strade e vicoli siano quasi ostruiti da esposizioni di capi di abbigliamento, merci e gingilli in vendita. Se non ci lasciamo vincere dalla curiosità, possiamo fare la spesa velocemente ed essere di ritorno a casa in tempo per preparare il pranzo di mezzogiorno, che da noi è il pasto principale. La cena è servita sotto forma di self-service, e questo consente una maggiore flessibilità nel programma di quelli che il pomeriggio e la sera tengono studi biblici. Così il giorno in cui siamo di turno in cucina abbiamo anche tempo di sbrigare le faccende domestiche, fare il bucato e prepararci per l’attività dei successivi sette giorni.

VERA ATMOSFERA FAMILIARE

Anche se la nostra famiglia è più numerosa della maggioranza delle famiglie missionarie a Taiwan, l’atmosfera è molto familiare. Per esempio ogni lunedì sera teniamo il nostro studio familiare. La prima ora studiamo la Bibbia con l’aiuto della Torre di Guardia. Poi studiamo uno dei più recenti libri della Società, di modo che, anche se alcune di queste pubblicazioni non sono disponibili in cinese, possiamo ugualmente tenerci aggiornati con le ultime informazioni. A colazione leggiamo esperienze e rapporti dall’Annuario dei testimoni di Geova e informazioni del Servizio del Regno (in cinese) che saranno trattate in una adunanza di congregazione quella settimana. Di tanto in tanto ci riuniamo insieme a scopo ricreativo o andiamo in gruppo a fare un picnic. Tutto ciò ci fa sentire come una famiglia.

NE VALE LA PENA?

Qualche lettore potrebbe pensare che la fatica di imparare una nuova lingua costituisca un inutile peso nella vita del missionario. Ma non sono d’accordo, anche se per me non è stato facile imparare il cinese. Per esempio, per me sapere che c’è grande bisogno di proclamare la “buona notizia” nel nostro territorio è sempre stato uno stimolo. Infatti, sebbene da quando sono qui il numero dei Testimoni a Taipei sia triplicato, non riusciamo ancora a percorrere il territorio nemmeno una volta l’anno! Quelli che hanno sete di giustizia riconoscono il suono della verità anche se chi parla è un missionario che conosce poco la lingua. Considerate questa esperienza avuta da una sorella missionaria alcuni anni fa.

Era a Taiwan da soli tre mesi e stava ancora imparando il cinese, quando incontrò una giovane studentessa universitaria di famiglia buddista. La ragazza aveva avuto una vita piena di tristi esperienze, inclusa la morte di due familiari. Si era recata in alcune chiese della cristianità alla ricerca di conforto, ma invano, e dubitava che questa nuova missionaria potesse aiutarla.

Dall’inizio la ragazza fu colpita dal modo in cui la missionaria, pur avendo una limitata conoscenza della lingua, era in grado di usare la Bibbia per rispondere alle sue domande. Presto cominciò ad assistere alle adunanze e fece rapidamente progresso. Dopo nove mesi di studio biblico fu felice di diventare una dedicata e battezzata testimone di Geova. Per diversi anni la ragazza ha prestato servizio ogni mese come pioniera ausiliaria, dedicando 60 ore al mese all’opera di predicare il Regno, pur svolgendo a tempo pieno l’attività di insegnante. Ora ha lasciato il lavoro ed è entrata a far parte della famiglia Betel di Taipei. Si potrebbero narrare molte esperienze simili per mostrare che vale veramente la pena di svolgere l’opera missionaria all’estero.

Ogni persona sincera è lieta di condividere le cose buone con altri. Questo è ciò che spinge i testimoni di Geova ad essere così zelanti nella loro opera di predicare e insegnare, indipendentemente dal luogo in cui risiedono. Personalmente apprezzo molto il privilegio di servire in un paese dove ci sono milioni di persone che non hanno mai visto una Bibbia. Che gioia poter aiutare qualcuno a venire a conoscenza della meravigliosa speranza contenuta nella Parola di Dio! Anche se noi missionari non riceviamo un salario, abbiamo ricompense superiori. Queste comprendono un’intima amicizia con molti orientali che, grazie al diligente lavoro svolto da missionari stranieri, hanno abbandonato la vana adorazione degli idoli per volgersi all’Iddio vivente, Geova. Abbiamo personalmente visto le grandi benedizioni derivanti dal confidare completamente in Geova e nella sua visibile organizzazione quando ci si rende disponibili per il servizio missionario all’estero.

Effettivamente quindi, sebbene né io né il mio compagno ci alziamo presto per vocazione, siamo felici che qualcuno suoni quel campanello alle 6,30 di ogni mattina. È un buon inizio per una giornata che sappiamo sarà ricca di interessanti e utili attività missionarie.

[Immagine a pagina 13]

Lo studio mattutino della lingua viene poi messo in pratica nell’opera del Regno

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