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  • “Nascere di nuovo”: il ruolo dell’uomo e quello di Dio

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  • “Nascere di nuovo”: il ruolo dell’uomo e quello di Dio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
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  • IL RUOLO DELL’UOMO: SEI PASSI PRINCIPALI
  • IL FONDAMENTALE RUOLO DI GEOVA DIO
  • COME SI PUÒ ESSERNE CERTI?
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
w82 1/2 pp. 22-26

“Nascere di nuovo”: il ruolo dell’uomo e quello di Dio

“Chiunque è stato generato da Dio non pratica il peccato, perché il Suo seme riproduttivo rimane in lui, ed egli non può praticare il peccato, perché è stato generato da Dio”. — I Giov. 3:9.

1, 2. Cosa abbiamo appreso (a) riguardo ai risultati finali di quelli che ottengono la salvezza? (b) riguardo allo scopo per cui Geova fa “nascere di nuovo” certuni?

IN PRECEDENZA abbiamo notato che molti milioni di persone che si professano cristiane affermano di essere ‘nate di nuovo’. Abbiamo poi visto mediante le Scritture che sebbene ci sia una sola salvezza — basata sulla fede nel sacrificio di riscatto di Cristo — i gruppi di coloro che ottengono la salvezza andranno incontro a due risultati finali diversi, uno celeste e uno terreno.

2 Abbiamo visto pure che Gesù Cristo nacque di nuovo dopo il battesimo nel Giordano. Allora Geova Dio fece scendere spirito santo su Gesù sotto forma di colomba, e fu in quel momento che Dio riconobbe Gesù come Figlio generato dallo spirito. Abbiamo visto anche quale fu lo scopo per cui Geova fece nascere di nuovo Gesù, vale a dire affinché alla sua morte e risurrezione divenisse il glorioso e potente Re del regno di Dio. Abbiamo pure appreso che Geova vuole che altri partecipino al regno con Gesù Cristo e anche questi devono “nascere di nuovo”. —Matt. 3:13-17; Giov. 1:12; 3:3; Ebr. 10:5-10; Riv. 20:6.

3. In che modo coloro che sono uniti a Gesù nel Regno differiscono da lui in quanto al “nascere di nuovo”?

3 Che dire di questi unti seguaci delle orme di Gesù Cristo? Quand’è che ‘nascono di nuovo’? Quali passi devono compiere prima che Geova agisca a loro favore, generandoli come figli spirituali? Avendo Dio per Padre, Gesù nacque come uomo perfetto. Trent’anni dopo suo Padre lo generò come Figlio spirituale, facendolo “nascere di nuovo”. Ma i discendenti di Adamo nascono tutti peccatori, ‘alieni e nemici di Dio perché le loro menti sono volte alle opere malvage’. Essendo essi in tale condizione, Geova non può trattare con loro e generarli come figli spirituali. — Sal. 51:5; Col. 1:21.

IL RUOLO DELL’UOMO: SEI PASSI PRINCIPALI

4, 5. (a) Prima che Dio consideri se dare ai futuri discepoli la condizione di figli spirituali, quanti passi devono fare essi, e da chi altri sono richiesti tali passi? (b) Qual è il primo passo?

4 Quali passi sono richiesti da parte dei futuri discepoli prima che Geova consideri se dar loro la condizione di figli spirituali? Essi devono fare sei distinti passi. Ma si noti che Dio richiede le stesse cose da tutti coloro che desiderano diventare veri cristiani e ottenere la salvezza, sia che la ricompensa finale sia celeste o terrena.

5 Anzitutto devono acquistare accurata conoscenza di Geova Dio, loro Creatore e Datore di vita, e di suo Figlio, Gesù Cristo, loro Salvatore e Redentore. (Sal. 36:9; 100:3; Matt. 20:28; Rom. 10:13-15) Nella preghiera che rivolse a Dio l’ultima sera che fu sulla terra come uomo, Gesù ribadì l’importanza di questo passo, dicendo: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. — Giov. 17:3.

6. Qual è il secondo passo che devono fare?

6 La conoscenza da sola, però, non basta. Bisogna esercitare fede; infatti leggiamo: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. L’apostolo Paolo è molto esplicito in proposito: “Senza fede è impossibile essere accetto a [Dio]”. Questa fede considera le promesse di Dio come una realtà, come se fossero già state adempiute. È più che semplice credulità, poiché il discepolo Giacomo ci rammenta che anche i demoni credono e rabbrividiscono, e, inoltre, che “la fede senza opere è morta”. — Giov. 3:16; Ebr. 11:1, 6; Giac. 2:19, 26.

7. Qual è la prima opera che si deve compiere per dar prova di fede?

7 La prima opera che si deve compiere per dar prova della propria fede è quella del pentimento. Ci si deve pentire della condotta errata e cessare di commettere volontariamente il peccato. Quando cominciò a predicare, Gesù disse: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. (Matt. 4:17) Chi si pente della sua errata condotta, deve smettere di seguirla. Deve provare profondo rammarico, dolore, rimorso per quello che faceva. E questo si richiede anche da tutti coloro che desiderano ottenere la vita nella terra paradisiaca, poiché Dio “annienterà tutti i malvagi”. — Sal. 145:20.

8. Il pentirsi dei peccati da quale passo dev’essere seguito?

8 Non basta però smettere semplicemente di fare ciò che è peccaminoso. Bisogna fare il passo della conversione. Bisogna cioè fare dietro front e avanzare nella direzione opposta. Bisogna dare ascolto al consiglio che Pietro diede ai giudei del suo tempo: “Pentitevi, perciò, e convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati”. Sì, ‘fate opere degne di pentimento’. (Atti 3:19; 26:20) Le parole di Proverbi 2:20, 21 indicano che questo passo è richiesto anche da tutti coloro che sperano di ottenere la vita eterna sulla terra.

9. (a) Quali altri due passi sono richiesti da loro, passi richiesti da tutti coloro che desiderano divenire seguaci di Gesù? (b) Di che cosa era un simbolo il battesimo di Gesù?

9 Quindi, come Gesù si presentò al Giordano per fare la volontà del Padre suo, così tutti coloro che desiderano divenire seguaci di Gesù Cristo, indipendentemente dalla speranza, devono compiere il passo successivo, cioè presentarsi a Dio. Oggi questo include il fare la dedicazione a Geova Dio, dopo di che devono seguire le orme di suo figlio, Gesù.a (Luca 9:23) Poi, come sesto passo, devono simboleggiare questa dedicazione e farne un’aperta confessione sottoponendosi al battesimo come vi si sottopose Gesù. — Matt. 28:19; confronta Atti 2:41.

IL FONDAMENTALE RUOLO DI GEOVA DIO

10. Il fatto che “nascere di nuovo” richiede più che gli sforzi dell’uomo da quale esempio è illustrato?

10 Acquistare conoscenza di Geova Dio e di Gesù Cristo, esercitare fede, pentirsi, convertirsi, dedicarsi ed essere battezzati: è con questi passi che automaticamente l’individuo ‘nasce di nuovo’? Tutt’altro! Non si potrebbe “nascere di nuovo” spiritualmente con i propri sforzi più di quanto non sarebbe stato possibile nascere la prima volta con i propri sforzi. Come la nascita fisica richiede un ruolo attivo da parte dei genitori umani, così questa nascita spirituale, questo “nascere di nuovo”, richiede un ruolo attivo da parte del divino Genitore, Geova Dio, e della sua organizzazione celeste, o “donna”. (Isa. 54:1, 5) Tutto ciò che può fare la persona che compie i succitati passi è di mettersi in condizione di “nascere di nuovo”, se questa è la volontà di Dio.

11. Se è sua volontà, quale azione compie Dio verso quelli che hanno fatto la loro parte?

11 Avendo l’umanità ereditato l’imperfezione, a questo punto è Dio ad agire a favore di coloro che si compiace di chiamare al regno celeste. Così leggiamo: “Siamo stati dichiarati giusti quale risultato della fede”. Della fede in che cosa? Della fede nel sacrificio di Cristo, poiché è detto: “Siamo stati dichiarati giusti mediante il suo sangue”. (Rom. 5:1, 9) Si noti che è Dio e non l’individuo stesso a dichiarare ufficialmente giusta quella persona. Questo dà all’individuo una condizione diversa da quella della “creazione”, l’umanità in generale che deve attendere la “rivelazione dei figli [spirituali] di Dio” prima di poter essere “resa libera dalla schiavitù alla corruzione e [avere] la gloriosa libertà dei figli [terreni] di Dio”. (Rom. 8:19-22) A quelli che Dio dichiara giusti è perciò attribuito il diritto alla vita umana perfetta. Per tale motivo Geova Dio può ora agire direttamente su di loro mediante il suo spirito. — Rom. 8:33.

12. Nel caso di Gesù e dei primi discepoli, quali fenomeni accompagnarono il loro “nascere di nuovo”, e perché poi cessarono?

12 Quelli che Dio dichiara giusti sono ora generati come suoi figli spirituali. Come? Per mezzo del suo spirito santo o forza attiva, che fa agire a loro favore, per cui possono “nascere di nuovo”. Nel caso di Gesù come in quello dei suoi discepoli radunati il giorno della Pentecoste, Dio indicò di averli generati come figli spirituali mediante fenomeni soprannaturali. Tuttavia, una volta stabilite fermamente le credenziali del vero cristianesimo, non c’era più bisogno di tali manifestazioni, che vennero ‘eliminate’. — Matt. 3:16; Atti 2:3; 10:44-48; I Cor. 13:8-10.

13. A che cosa si riferiscono l’“acqua” e lo “spirito”? (Giov. 3:5)

13 È a questa disposizione della rinascita spirituale che si riferiva Gesù quando disse a Nicodemo, governante dei giudei: “Verissimamente ti dico: A meno che uno non nasca d’acqua e di spirito, non può entrare nel regno di Dio. Ciò che nasce dalla carne è carne, e ciò che nasce dallo spirito è spirito. Non ti meravigliare perché ti ho detto: Dovete nascere di nuovo”. (Giov. 3:1, 5-7) L’acqua qui menzionata si riferisce senz’altro alla letterale acqua del battesimo. E lo spirito? Si riferisce allo spirito santo di Geova che agisce sull’individuo.

14. In che cosa consistono la “chiamata” e l’“elezione”, e per quale scopo questi cristiani sono unti, ricevendo quale incarico?

14 Le Scritture, parlando di coloro che ‘nascono di nuovo’, dicono che prima sono stati ”chiamati”. La chiamata che ricevono è l’invito che Dio stesso rivolge loro a unirsi a Gesù Cristo. Coloro che accettano l’invito sono “eletti”. (Riv. 17:14) Essi divengono parte della congregazione “eletta”, che ha l’incarico di ‘dichiarare le eccellenze’ di Geova Dio. (I Piet. 2:9) Questi cristiani ‘nati di nuovo’ sono unti con lo spirito santo di Dio per predicare come lo fu Gesù. Infatti leggiamo: “Colui che garantisce che voi e noi apparteniamo a Cristo e ci ha unti è Dio”. — Isa. 61:1, 2; Luca 4:16-21; II Cor. 1:21.

15. Come lo spirito rende testimonianza che si è ‘nati di nuovo’, e da che cosa è rafforzata tale convinzione?

15 Riguardo a questi “eletti”, l’apostolo Paolo dichiarò: “Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che noi siamo figli di Dio”. (Rom. 8:16) Come fa questo lo spirito santo di Dio? Instillando in questi cristiani la speranza celeste. “Secondo la sua grande misericordia [Dio] ci ha rigenerati ad una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per un’eredità incorruttibile e incontaminata e durevole. Essa è riservata nei cieli per voi”. (I Piet. 1:3, 4) Mentre essi mantengono una buona relazione con il loro Padre celeste, egli, mediante i suoi provvedimenti, li rafforza nella convinzione che sono davvero cristiani ‘nati di nuovo’.

COME SI PUÒ ESSERNE CERTI?

16. Da quando lo “schiavo fedele e discreto” dà risalto alla speranza terrena, e a quale conclusione ci porta questo?

16 Coloro che partecipano alla predicazione di questa buona notizia del Regno nei tempi moderni hanno la fiducia che Geova Dio guida i suoi servitori dedicati per mezzo della sua visibile organizzazione generata dallo spirito, lo “schiavo fedele e discreto”. (Matt. 24:45-47) Sotto la sua direttiva la speranza celeste fu offerta e messa particolarmente in evidenza fin verso il 1935. Poi, allorché ‘la luce brillò’ per rivelare chiaramente l’identità della “grande folla” di Rivelazione 7:9, si cominciò a dare risalto alla speranza terrena. (Sal. 97:11) È ragionevole concludere perciò che a quell’epoca l’intero numero di 144.000 fosse stato quasi completato. Naturalmente, chi si fosse dimostrato infedele avrebbe dovuto essere sostituito. Ma è comprensibile che questi sarebbero stati relativamente pochi. E da chi sarebbero stati sostituiti? Sembra pure ragionevole concludere che con tutta probabilità questa speranza celeste sarebbe stata offerta ad alcuni che avevano perseverato nell’integrità, che si erano attenuti alla loro dedicazione per anni, anziché essere offerta a nuovi dedicati non ancora provati. (Confronta Luca 22:28-30). Ma dai dati disponibili risulta che anche alcuni cristiani dedicati da poco hanno ritenuto d’essere ‘nati di nuovo’.

17. Quali sentimenti inducono alcuni a pensare erroneamente che Dio abbia posto in loro la speranza celeste?

17 Chiunque si sia dedicato e sia stato battezzato in tempi relativamente recenti e che reputa d’essere ‘nato di nuovo’ fa bene a riflettere seriamente sulle seguenti domande: Quali ragioni hai per pensare che Geova Dio abbia posto in te questa speranza? Non può darsi che il tuo sentimento sia un residuo dell’erronea credenza che avevi prima quando eri in Babilonia la Grande, cioè che il cielo è il destino di tutti i buoni? O può darsi che ti senti così a causa di grave turbamento interiore? Può darsi che tu abbia dapprima lottato contro l’idea ma che essa abbia gradualmente avuto il sopravvento? Tuttavia, ha essa avuto il sopravvento perché tu lo volevi, forse anche inconsciamente? Tali conflitti non provano di per sé che sei ‘nato di nuovo’.

18. Perché il fatto di apprezzare vivamente le profonde cose spirituali non è di per sé una prova che si è ‘nati di nuovo’?

18 O pensi di essere stato scelto da Dio per essere uno dei 144.000 unti perché apprezzi vivamente le cose spirituali, perché ami le profonde verità spirituali? Allora ricorda che moltissimi che non professano d’essere ‘nati di nuovo’ sono ‘uomini spirituali’ nel senso più pieno del termine. (I Cor. 2:14, 15) E non c’è dubbio sulla forza spirituale di quegli uomini e di quelle donne di fede che sono elencati nell’undicesimo capitolo di Ebrei. Nessuno di essi era ‘nato di nuovo’. Attendevano tutti “una risurrezione migliore [alla vita sotto il regno di Dio]” proprio qui su questa terra. — Ebr. 11:35.

19. (a) Perché il grande zelo non dimostrerebbe necessariamente che Dio abbia dato a un individuo la speranza celeste? (b) Quale fatto sembra indicare che, per quanto riguarda alcuni che professano d’avere la speranza celeste, questo può essere dovuto a mancanza di modestia?

19 O può darsi che ti senti così perché sei più zelante di alcuni tuoi conservi cristiani? Ma questo non potrebbe di per sé essere il fattore determinante perché l’apostolo Paolo ritenne più volte necessario dare consigli ai cristiani unti in merito al prendere seriamente i loro obblighi spirituali. (I Cor. 11:20-22; Gal. 4:9-11) O può darsi che professi di essere degli unti per mancanza di modestia? Alcuni che molto recentemente hanno professato d’essere degli unti, invece di rafforzare l’unità della congregazione, pensavano di dover avere un proprio gruppo di studio biblico. Al contrario, i cristiani maturi ‘nati di nuovo’ restano uniti alla congregazione locale anche se è composta essenzialmente di “altre pecore”. (Giov. 10:16) Ad ogni modo, il fatto che un cristiano sia ‘nato di nuovo’ è una faccenda personale fra Dio e lui. Nessuno deve giudicare un altro a questo proposito. — Rom. 14:10.

20. Alla luce di quanto si è detto, quali conclusioni traiamo in merito al “nascere di nuovo”?

20 Cosa concludiamo da tutto quanto è stato detto? Che Geova Dio è giusto e retto, saggio e amorevole. Egli ha il diritto di assegnare alle sue creature intelligenti i rispettivi ruoli: alcune perché servano al suo proposito nei cieli, altre sulla terra. Il premio celeste non è qualcosa che si possa ottenere per scelta o mediante sforzi personali, o qualcosa da ambire egoisticamente. È qualcosa di così eccezionale che nessuna creatura umana può pensare di averne diritto. È davvero una meravigliosa immeritata benignità che Geova Dio mostra ad alcune sue creature, per promuovere i suoi saggi, giusti e amorevoli propositi, ma non a motivo di qualche speciale merito da parte loro. Solo queste ‘nascono di nuovo’. (Rom. 3:23, 24; 11:33-36) Inoltre, la vita eterna nella terra paradisiaca è una meta indicibilmente privilegiata verso cui le persone dalla giusta inclinazione possono avanzare. (Riv. 21:1, 3, 4) È tutta immeritata benignità. Nessuno dovrebbe essere così presuntuoso da dire a Geova: “Che cosa hai fatto?” — Dan. 4:35.

[Nota in calce]

a Dato che era già membro di una nazione dedicata, Gesù si presentò a Geova e fu battezzato non per simboleggiare la sua dedicazione, ma, piuttosto, per simboleggiare il fatto che si presentava a Geova per cominciare la speciale opera che Dio aveva in serbo per lui.

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