BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w83 1/9 p. 7
  • Significato delle notizie

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Significato delle notizie
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • L’abito fa il prete?
  • Darwinismo: Perché ci credono
  • QI: ereditarietà o ambiente?
  • I bianchi sono più intelligenti dei negri?
    Svegliatevi! 1978
  • Uno sguardo al mondo
    Svegliatevi! 1992
  • Significato delle notizie
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
  • Processo all’evoluzione
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1994
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
w83 1/9 p. 7

Significato delle notizie

L’abito fa il prete?

Papa Giovanni Paolo II ritiene evidentemente che coloro che vogliono rappresentare la sua chiesa debbano emergere dalla folla. La sua “Lettera pontificia sulla disciplina dell’abito ecclesiastico” ha avvertito i preti, le suore e i frati di Roma che devono indossare l’abito religioso per distinguersi ‘dall’ambiente secolare in cui vivono’. “Come inviati di Cristo mandati ad annunciare il vangelo”, ha dichiarato, “abbiamo un messaggio da comunicare, un messaggio che si esprime sia con le parole che con segni esteriori”.

Il cardinale Ugo Poletti, vicario generale di Roma, ha fatto seguito con una lettera di tre pagine agli interessati, in cui si dichiara che “la veste talare o sottana è obbligatoria nelle celebrazioni liturgiche, nell’amministrazione dei sacramenti, nella predicazione (ed è) vivamente raccomandata nell’ambito del proprio ministero pastorale”.

Ma chiediamo: Per ‘comunicare il messaggio del vangelo’ sono indispensabili vesti o altri caratteristici capi di vestiario? Evidentemente Cristo e gli apostoli furono in grado di comunicare il messaggio cristiano senza apparire diversi dai loro fratelli. Anzi, Gesù disse che tali cose erano una delle colpe dei capi religiosi del suo tempo: “Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange” dei loro abiti. Gesù diede risalto al fatto che i cristiani anziché essere palesemente diversi l’uno dall’altro, hanno un solo “maestro [Cristo] e voi siete tutti fratelli”. Si può dire che venga manifestato il vero spirito della fratellanza quando alcuni si distinguono dagli altri con qualche particolare capo di abbigliamento? — Matteo 23:3-12, versione cattolica della “CEI”.

Darwinismo: Perché ci credono

Nel loro nuovo libro “Evolution from Space” (Evoluzione dallo spazio), i noti astronomi inglesi Sir Fred Hoyle e Chandra Wickramasinghe affermano che le probabilità che la vita sia nata da qualche antico casuale miscuglio di sostanze chimiche sono così “enormemente piccole” da essere assurde “anche se l’intero universo fosse consistito di un brodo organico”. Essi scrivono che “è molto improbabile che l’evoluzione darwiniana ottenga anche un solo polipeptide [catena di sostanze essenziali per la vita] giusto, per non parlare delle migliaia di cui le cellule viventi hanno bisogno per sopravvivere. Questa situazione è ben nota ai genetisti, eppure sembra che nessuno sia deciso a ordinare l’alt alla teoria”.

Perché gli scienziati consapevoli di questo fatto non hanno ‘ordinato l’alt’? “Se il darwinismo non fosse considerato attraente dal punto di vista sociale . . . naturalmente le cose sarebbero diverse”, risponde il libro. Quando un’intera società “adotta una determinata serie di concetti, la coerenza in campo educativo rende estremamente difficile cambiare la situazione”, aggiunge. “O accetti quei concetti o sarai tacciato di eresia”. Gli evoluzionisti temono che qualsiasi passo indietro ‘aprirebbe le cateratte’ dell’irrazionalismo. In altre parole, anche solo aprire una fessura all’unica alternativa possibile — la creazione da parte di un’intelligenza superiore — li costringerebbe ad affrontare tutte le controversie che una simile conclusione comporta.

QI: ereditarietà o ambiente?

Un nuovo studio effettuato da membri del personale dell’Istituto Nazionale Francese di Ricerche Mediche e Sanitarie indica che l’ereditarietà non è il fattore principale nel determinare i valori del QI (quoziente d’intelligenza) dei bambini. Bambini adottati da famiglie della media borghesia sono stati messi a confronto con i loro fratelli e sorelle che erano stati allevati dai genitori naturali, tutti di condizione economica inferiore. Questi bambini erano stati tutti adottati prima di compiere i sei mesi.

Descrivendo i risultati dei test di QI effettuati sui due gruppi di bambini con gli stessi genitori ma cresciuti in ambienti diversi, la rivista “Scientific American” dice che “le differenze osservate fra i bambini adottati e quelli allevati dalle madri vere erano sorprendenti”. I valori medi del test di QI ottenuti dai bambini adottati e cresciuti nell’ambiente della media borghesia erano di quasi 15 punti superiori a quelli ottenuti dai loro fratelli e sorelle naturali meno privilegiati.

Questo studio francese fornisce ulteriori prove secondo cui le persone, se crescono nello stesso ambiente, hanno in genere le stesse risorse potenziali, come indica la Bibbia quando dice che Dio “ha fatto da un uomo ogni nazione degli uomini”. — Atti 17:26.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi