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  • Uno straordinario colle ateniese
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
w85 15/9 p. 25

Uno straordinario colle ateniese

A OVEST della famosa Acropoli di Atene e separato da essa da una piccola valle, si erge un rilievo calcareo che i greci chiamano Areopago. Le sue dimensioni non sono particolarmente notevoli, dato che è lungo circa 300 metri, nel punto più ampio è largo poco più di 120 metri ed è alto quasi 115 metri. Ciò che questo colle ha di straordinario è l’eccezionale storia, secolare e biblica, con esso collegata.

Il nome Areopago significa letteralmente “Colle di Ares”, o “Colle di Marte” (Marte era l’equivalente romano di Ares, dio greco della guerra). Secondo la leggenda, qui fu tenuta la prima udienza giudiziaria, che riguardava uno strano caso di omicidio fra dèi. Ares era imputato di aver ucciso un figlio di Posidone, dio del mare. Così questo colle divenne importante nelle questioni giudiziarie e politiche dell’antica Atene. Diventò infine la sede del primo tribunale della città, che fu chiamato Consiglio dell’Areopago, o semplicemente Areopago.

Non si sa con certezza quando venne effettivamente istituito il Consiglio. Ma nel VII secolo a.E.V. esso esercitava notevole potere sugli affari della città, e i suoi membri venivano scelti tra gli aristocratici e i ricchi, le classi più elevate del popolo. Col passare del tempo gran parte del suo potere fu assunto dai magistrati della città e dall’Assemblea popolare. La sua giurisdizione fu limitata ai casi di omicidio e alle questioni religiose ed educative.

Si dice che al tempo di Pericle (ca. 495-429 a.E.V.), per esempio, gli areopagiti processarono coloro che avevano profanato gli “olivi sacri” dai quali si ricavava l’olio di oliva per le funzioni sacre. Gli areopagiti erano considerati i guardiani e i depositari della morale e della religione, coloro che proteggevano la città da qualunque ‘deità straniera’ non gradita. Fatto interessante, gli studenti di storia ricorderanno che il famoso filosofo Socrate (470-399 a.E.V.) fu condannato dal Consiglio ateniese proprio per questi motivi: “corrompeva la gioventù” e “non credeva agli dèi a cui credeva la città e introduceva divinità nuove”.

Quando l’Areopago si riuniva per giudicare casi di omicidio, le sue sedute di solito si tenevano all’aperto affinché “i giudici e l’accusatore non si contaminassero trovandosi sotto lo stesso tetto con l’imputato”. La procedura richiedeva che l’accusatore sedesse su una pietra chiamata Inflessibilità, mentre l’accusato su un’altra chiamata Oltraggio. Oggi, in cima alla collina, si possono osservare due pietre bianche che si dice si trovino nel luogo in cui si riuniva il tribunale. Le udienze per altre questioni venivano probabilmente tenute nel cosiddetto Portico reale (Stoa Basileios) nell’agorà, o piazza del mercato, situata nella valle sottostante l’Areopago.

Il più noto evento storico accaduto all’Areopago, però, è quello riportato dalla Bibbia nel capitolo 17 di Atti: la visita dell’apostolo Paolo ad Atene, allorché egli pronunciò il suo famoso discorso “nel mezzo dell’Areopago”. — Atti 17:22.

Quando Paolo fece visita ad Atene, ‘si irritò vedendo che la città era piena di idoli’. Ciò lo spinse a iniziare molte conversazioni con la gente nell’agorà in merito alla “buona notizia di Gesù e [alla] risurrezione”. Questo messaggio evidentemente suscitò la curiosità della gente, dei filosofi epicurei e stoici in particolare, ed essi permisero a Paolo di parlare diffusamente in merito alle “deità straniere” e al “nuovo insegnamento” all’Areopago. — Atti 17:16-34.

All’altezza della situazione, Paolo difese con coraggio e vigore la buona notizia di Gesù. Il suo discorso è un capolavoro di logica e una stupenda confutazione; ancor oggi produce un effetto così potente come quando gli ateniesi lo udirono per primi. Oggi una lastra di bronzo ai piedi del colle, sul lato occidentale, commemora l’evento. Il discorso di Paolo vi è inciso a grandi caratteri onciali, cioè maiuscoli, perché tutti lo possano vedere. È una silenziosa testimonianza non solo della lunga e straordinaria storia del colle, ma anche dell’autenticità storica della Bibbia.

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