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  • L’amicizia di Geova mi ha sostenuta

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  • L’amicizia di Geova mi ha sostenuta
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1989
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  • Dio si dimostra amico
  • Ricambio la Sua amicizia
  • Egli non dimentica mai i suoi amici
  • I benefìci di un’amicizia duratura
  • “Felice è la nazione il cui Dio è Geova”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
  • “Il nome di Geova è una forte torre”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
  • Ho confidato in Geova che si è preso teneramente cura di me
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2004
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2000
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1989
w89 1/5 pp. 10-13

L’amicizia di Geova mi ha sostenuta

Narrato da Maria Hombach

QUANDO avevo sei anni, a scuola imparai una bella canzoncina popolare tedesca che diceva: “Sai quante stelle ci sono nel cielo blu? . . . Dio, il Signore, le ha contate tutte, non ne manca nemmeno una . . . Egli conosce anche te e ti ama teneramente”. Un giorno, mentre la stavo cantando, mia madre aggiunse: “Egli conosce e ama anche te”. Da quel momento in poi Dio divenne per me come un amico. Decisi di ricambiare il suo amore. Tutto questo succedeva prima della prima guerra mondiale, quando vivevamo a Bad Ems sul fiume Lahn.

Diciassette anni dopo, nel 1924, durante una vacanza conobbi una ragazza della mia stessa età. Faceva parte degli Studenti Biblici, oggi noti come testimoni di Geova. Per quattro settimane discutemmo accesamente di religione, e un giorno il discorso cadde sull’inferno. “Tu non ficcheresti un gatto vivo in un forno acceso, non è vero?”, mi chiese. Quella domanda fu per me una doccia fredda, e riconobbi di essere stata vergognosamente ingannata. Ora potevo imparare tutto su Dio, che tipo di persona è, sì, tutto quello che fin da bambina avevo voluto conoscere di lui!

Per me fu come scoprire “un tesoro nascosto nel campo”. (Matteo 13:44) Tornata a casa mi precipitai con entusiasmo dai vicini, col cuore gonfio del desiderio di renderli partecipi delle novità che avevo imparato. Poco dopo mi trasferii nella città di Sindelfingen, nella Germania meridionale, dove viveva un gruppo di una ventina di Studenti Biblici. Mossa dallo zelo, mi unii a loro in questa nuova attività di evangelizzazione di casa in casa.

La prima volta che sentii parlare del servizio di pioniere fu nel 1929, in un discorso pronunciato da un fratello che era un ministro viaggiante. Egli chiese chi era disposto a diventare pioniere, e io alzai spontaneamente la mano. Non c’erano se e ma; il mio cuore diceva: “Eccomi! Manda me”. — Isaia 6:8.

Mi licenziai dall’ufficio dove lavoravo e il 1º ottobre 1929 iniziai nella Germania sudoccidentale quello che oggi è chiamato il servizio di pioniera speciale. A Limburg, a Bonn, sulle chiatte internazionali nel porto di Colonia e altrove, seminavamo rapidamente e abbondantemente il seme della verità in forma stampata. — Ecclesiaste 11:1.

Dio si dimostra amico

Quando nel 1933 Adolf Hitler instaurò in Germania la sua dittatura dovetti abbandonare il servizio di pioniere e tornai a Bad Ems. Le autorità non tardarono a scoprire che non avevo votato alle elezioni. Due giorni dopo un paio di poliziotti vennero a perquisire la mia stanza. Lì, in un angolo, c’era il cestino delle immondizie in cui neanche un minuto prima avevo gettato tutti gli indirizzi che avevo di altri Testimoni. Non c’era stato tempo per svuotarlo! I poliziotti rovistarono tutta la stanza ad eccezione di quel cestino.

Nel frattempo anche mia sorella Anna aveva accettato l’amicizia del vero Dio, cosa che mi rendeva molto felice. Nel 1934 ci trasferimmo insieme nella città di Freudenstadt e lì cominciammo cautamente a distribuire letteratura biblica. Una volta, durante una vacanza, prendemmo il treno e facemmo un blitz nella nostra città, Bad Ems: distribuimmo in fretta un’intera scatola di 240 opuscoli e poi ci dileguammo. Cominciavamo ad avere problemi con la Gestapo a Freudenstadt per cui decidemmo di trasferirci in un’altra città, e nel 1936 andammo a Stoccarda. Lì mi misi in contatto con la nostra organizzazione clandestina, e mi venne subito affidato del “lavoro”. Ricevevo regolarmente cartoline illustrate con dei saluti. In effetti, erano messaggi in codice, e il mio compito era di portarli in un luogo segreto in città. Per non mettere in pericolo questa attività, mi venne detto di non distribuire nessuna pubblicazione. Tutto andò liscio fino all’agosto del 1938.

Un giorno ricevetti una cartolina che mi diceva di farmi trovare davanti a una famosa chiesa in una data sera. Lì avrei ricevuto altre informazioni. Andai al luogo convenuto. Era buio pesto. Un uomo si presentò come Julius Riffel. Sapevo che questo era il nome di un fratello fedele che operava clandestinamente. Mi disse frettolosamente di andare a Bad Ems un dato giorno, e che lì avrei incontrato qualcuno, poi sparì in fretta.

Ma ad aspettarmi alla stazione di Bad Ems c’era solo la Gestapo. Cos’era andato storto? L’uomo davanti alla chiesa, che in realtà era Hans Müller, un ex fratello di Dresda che sapeva tutto dell’opera clandestina in Germania e aveva iniziato a collaborare con la Gestapo, mi aveva teso una trappola. Ma non funzionò. Poco prima mia madre mi aveva scritto di aver subìto un leggero infarto, e in risposta le avevo promesso di farle visita a Bad Ems in una certa data. Felicemente questa data coincideva con quella della “missione”, e le nostre lettere fornirono un alibi al processo che in seguito subii. Con mia sorpresa, fui assolta. Sì, nel febbraio 1939, dopo cinque mesi e mezzo di detenzione, ero di nuovo libera!

Ricambio la Sua amicizia

Naturalmente non volevo starmene senza far nulla, specie ora che la maggioranza dei fratelli stavano soffrendo nei campi di concentramento o erano in prigione altrove.

Dopo che, con la complicità di Müller, furono arrestati i fratelli tedeschi che avevano posizioni di responsabilità, Ludwig Cyranek cominciò a coordinare la distribuzione del cibo spirituale. Questo fratello, che aveva lavorato alla Betel di Magdeburgo, era appena uscito di prigione, e venne a trovarmi a Bad Ems. “Coraggio, Maria!”, disse, “Continuiamo a lavorare”. Mi riportò a Stoccarda, dove trovai un lavoro secolare. Ma il mio vero lavoro, a partire dal marzo 1939, era quello di distribuire a Stoccarda e dintorni valigie piene di copie della rivista Torre di Guardia. Altri Testimoni coraggiosi partecipavano a quest’opera.

Nel frattempo, il fratello Cyranek provvedeva a tutto il resto del paese eccetto la parte nordorientale. Dato che le abitazioni dei testimoni di Geova erano sorvegliate, doveva usare grande cautela nei suoi spostamenti e talvolta persino dormire nei boschi. Di tanto in tanto veniva a Stoccarda con qualche treno espresso e mi dettava rapporti speciali sulla nostra situazione in Germania. Io scrivevo lettere normali e fra le righe inserivo questi messaggi con inchiostro invisibile; poi spedivo le lettere, servendomi di un indirizzo di copertura, alla Betel olandese.

Triste a dirsi, un altro fratello divenne un traditore sperando di sfuggire alla prigionia. Un anno dopo egli denunciò alla Gestapo vari gruppi di fratelli, tra cui quello di Stoccarda. Il 6 febbraio 1940 fummo arrestati. Ludwig Cyranek andò all’appartamento di Müller a Dresda, pensando che Müller fosse ancora un Testimone, e lì fu catturato. In seguito il fratello Cyranek fu condannato a morte e il 3 luglio 1941 fu decapitato.a

I nostri nemici credevano ora di avere paralizzato completamente la nostra attività in Germania. Ma erano già state prese disposizioni per far sì che l’acqua della verità continuasse a scorrere, anche se ridotta a un rivolo. Ad esempio, il gruppo di Holzgerlingen riuscì a rimanere attivo sino alla fine della guerra, nel 1945.

Egli non dimentica mai i suoi amici

Sia Anna che io, insieme ad altre sorelle fedeli, eravamo state mandate alla prigione di Stoccarda. Spesso sentivo picchiare i prigionieri. Essere in cella d’isolamento senza poter far nulla è un’esperienza terribile. Ma non avendo mai perso un’adunanza cristiana ed essendo ancora giovani riuscivamo a ricordare quasi tutti gli articoli della Torre di Guardia. Di conseguenza la nostra fede rimase forte e fummo in grado di perseverare.

Un giorno due agenti della Gestapo vennero da Dresda a prendere me e la mia compagna di prigionia Gertrud Pfisterer (ora Wulle) per identificarci. Di solito i prigionieri venivano fatti viaggiare solo su treni accelerati, cosa che richiedeva giorni, ma per noi fu riservato un intero scompartimento su un treno espresso, nonostante il fatto che fosse sovraffollato. “Siete troppo importanti per noi. Non vogliamo perdervi”, spiegarono gli agenti.

A Dresda la Gestapo mi mise a confronto con un terzo traditore. Capii che qualcosa non andava e perciò rimasi zitta, senza neanche salutarlo. Poi fui messa faccia a faccia con un uomo alto e robusto in uniforme: il traditore Müller, l’uomo che avevo incontrato davanti alla chiesa. Uscii dalla stanza senza proferir parola. La Gestapo non ottenne nulla da me.

Tutti questi traditori fecero una brutta fine. I nazisti, per loro stessa ammissione, amavano il tradimento ma non il traditore. Tutti e tre furono spediti al fronte orientale e non fecero mai più ritorno. Come andarono diversamente le cose per quelli che non ruppero mai l’amicizia con Dio e con il suo popolo! Molti di quelli che rimasero leali, tra cui Erich Frost e Konrad Franke, che soffrirono molto per amore del Signore e in seguito divennero sorveglianti di filiale in Germania, uscirono vivi dall’ardente fornace della persecuzione.b

Nel maggio 1940 la Gestapo di Stoccarda, orgogliosa della sua “cattura”, chiese ai suoi colleghi di Dresda di rimandarci indietro. Dovevamo essere processati nella Germania meridionale. Ma sembra che tra la Gestapo del nord e quella del sud non corresse buon sangue, per cui l’ufficio di Dresda si rifiutò, così che quelli di Stoccarda vennero e ci portarono via di persona. E ora? Il viaggio in macchina fino alla stazione si trasformò in una piacevole gita lungo le rive dell’Elba; in cella erano secoli che non vedevamo il verde degli alberi e l’azzurro del cielo. Come in precedenza, fu riservato un intero scompartimento del treno solo per noi, e ci fu permesso persino di cantare cantici del Regno. Quando cambiammo treno, ci fu dato un pasto nel ristorante della stazione. Pensate: al mattino avevamo avuto solo un pezzo di pane duro, ed ora questo!

Fui processata a Stoccarda il 17 settembre 1940. Scrivendo e spedendo le lettere di Ludwig Cyranek avevo informato persone all’estero della nostra attività clandestina e della nostra persecuzione. Si trattava di alto tradimento, un reato che comportava la pena di morte. Sembrò quindi un miracolo che io, l’imputata principale di Stoccarda, venissi condannata a soli tre anni e mezzo di segregazione! Era evidente che un ufficiale della Gestapo di nome Schlipf, che era favorevole a noi e aveva rimorsi di coscienza, aveva usato la propria influenza. Schlipf aveva ammesso una volta di non riuscire più a dormire a motivo di noi “ragazze”. A Dresda non me la sarei cavata con così poco.

I benefìci di un’amicizia duratura

Anche se in prigione il cibo non era così scadente come nei campi di concentramento, persi molto peso e mi ridussi a pelle e ossa. Passarono gli anni dal 1940 al 1942, e spesso mi dicevo: ‘Quando finirai di scontare la tua pena, ti metteranno in un campo di concentramento dove starai in compagnia delle sorelle e non sarai più sola’. Non sapevo che cosa mi aspettava!

Le guardie furono sbigottite quando fu accettata una domanda per il mio rilascio, inoltrata dai miei genitori cattolici (io avevo rifiutato più volte di fare di persona una tale richiesta). Mentre miei compagni di fede venivano gettati in campi di concentramento, io, che ero stata condannata per alto tradimento e non avevo fatto compromesso, me la sarei cavata così facilmente! In questo modo nel 1943 ero di nuovo libera, e quindi in grado, usando estrema cautela, di prelevare materiale teocratico da Holzgerlingen. Lo copiavo e lo nascondevo fra le pareti di un thermos pieno di caffè che portavo ai fratelli che abitavano sulle rive del Reno e nella regione tedesca del Westerwald. Da allora sino alla fine della guerra fui in grado di operare senza problemi. In seguito seppi che funzionari di polizia amichevoli che ricevevano denunce contro di noi non le inoltravano alla Gestapo.

E dopo il 1945? Il mio desiderio era di ricominciare a fare la pioniera il più presto possibile. Del tutto inaspettato mi giunse l’invito più gradito che abbia mai ricevuto. Non avrei mai neanche osato sognare d’essere invitata a lavorare alla Betel a Wiesbaden!

E dal 1º marzo 1946 è qui che sono stata, alla Betel (ora a Selters/Taunus). Per molti anni ho avuto il piacere di lavorare in un ufficio sotto la direzione dell’ex sorvegliante di filiale Konrad Franke. Ho anche avuto la gioia di lavorare in altri reparti, come in lavanderia. Ancor oggi, a 87 anni, lavoro qui varie ore alla settimana piegando asciugamani. Se avete visitato la nostra Betel, forse ci siamo visti.

Nel corso del tempo, ho avuto il privilegio di aiutare molte persone ad accettare la verità, tra cui mia madre e un’altra mia sorella. Ho sperimentato di persona quanto erano vere le parole di mia madre, ‘Egli ti conosce e ti ama’, e anche quelle del salmista: “Egli stesso ti sosterrà”. (Salmo 55:22) Che gioia amare Geova e trovare sostegno nella sua amicizia!

[Note in calce]

a Vedi l’Annuario dei testimoni di Geova del 1975, pagine 180-1.

b Vedi La Torre di Guardia del 15 ottobre 1961, pagine 630-6, e del 1º febbraio 1964, pagine 73-6.

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