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  • Il sogno di una pace mondiale: un’immagine falsata

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  • Il sogno di una pace mondiale: un’immagine falsata
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1990
w90 15/4 pp. 3-4

Il sogno di una pace mondiale: un’immagine falsata

L’OTTIMISMO per le prospettive di una pace mondiale cresce sempre più. Nella sua rubrica sul Toronto Star, la giornalista Carol Goar ha scritto: “Dall’Afghanistan all’Angola, si stanno moltiplicando gli accordi di pace. In conflitti regionali che fino a pochi mesi fa sembravano insolubili si stanno avendo segni di rappacificazione. E le Nazioni Unite sono in un’incoraggiante fase di rinascita”. Questo, dice la Goar, ha dato il via a un’“epidemia mondiale di speranza”. Su un tono analogo, un editoriale di USA Today annunciava: “In tutto il mondo sta scoppiando la pace”.

Un recente sviluppo particolarmente degno di nota è stato quello che UN Chronicle ha definito “il riavvicinamento in corso tra Unione Sovietica e Stati Uniti”. Contingenti militari ritirati, sviluppi sorprendenti in Europa orientale, proposte di riduzione di armamenti ed eserciti: tutto questo ha destato la speranza che le superpotenze stiano finalmente mettendo un freno alla corsa agli armamenti. In un mondo in cui le spese militari sottraggono all’economia più di 850 miliardi di dollari l’anno, questa è una prospettiva estremamente invitante.

Tuttavia, quante probabilità ci sono perché il sogno umano di una pace mondiale divenga realtà? Anche gli osservatori più ottimisti ammettono che c’è una grossa differenza fra il ridurre gli armamenti e l’eliminarli. Il disarmo nucleare presupporrebbe un livello di fiducia reciproca senza precedenti. Triste a dirsi, però, le superpotenze hanno alle spalle una lunga storia di reciproca sfiducia. Com’era predetto nella Bibbia, la nostra è stata un’epoca in cui gli uomini si sono dimostrati “non disposti a nessun accordo [“fedifraghi”, Il Nuovo Testamento, di A. Revel]”. — 2 Timoteo 3:3.

Inoltre, non tutti sono convinti che l’eliminazione delle armi nucleari porterebbe la pace. Anche se si riuscisse a convincere le nazioni a smantellare i propri arsenali nucleari, rimarrebbero pur sempre le armi convenzionali: strumenti di morte alquanto efficienti, come hanno dimostrato fin troppo bene la prima e la seconda guerra mondiale. Oltre a ciò, la tecnologia necessaria per ricostruire ordigni nucleari esisterebbe ancora, pronta ad essere impiegata al primo segno di tensione politica. Alcuni, come il politologo Richard Ned Lebow, arrivano a sostenere: “Probabilmente il fatto di tenere in giro qualche ordigno nucleare induce alla cautela”.

Ma finché esisteranno armamenti nucleari, lo spettro dell’annientamento nucleare farà perdere credibilità a qualsiasi traguardo che si sosterrà di aver raggiunto sulla strada della pace. Lo stesso accadrà finché continueranno i problemi di carattere non militare che tolgono la pace dalla vita quotidiana di milioni di persone. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Javier Pérez de Cuéllar, parlò della “condizione di milioni di nostri concittadini che sono senzatetto o vivono in alloggi assolutamente inadeguati”, aggiungendo che “il problema si sta costantemente aggravando”. UN Chronicle riferisce anche che il sottosviluppo economico affligge “due terzi dell’umanità, talvolta con livelli di povertà e di abbandono indistinguibili dalle sofferenze provocate dalla guerra”. E che dire della condizione dei 12 milioni di profughi che si calcola ci siano nel mondo? La riduzione degli armamenti, o anche il disarmo totale, porterebbe la pace nella loro vita?

È chiaro che la pace mondiale che gli uomini sognano è un’immagine falsata, frutto di un punto di vista miope, ristretto e limitato. C’è una prospettiva migliore per la pace? Senz’altro. Nello scorso numero di questa rivista abbiamo visto che la Bibbia offre una speranza sicura per la pace.a Ben presto Gesù Cristo, quale Re del Regno di Dio, porterà una pace che supererà di gran lunga ogni aspettativa umana. Ma cosa significherà realmente questa pace per l’umanità? Ne parlerà il prossimo articolo.

[Nota in calce]

a Vedi “Chi porterà l’umanità alla pace?” nel nostro numero del 1º aprile 1990.

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