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  • La via di Geova è il miglior modo di vivere

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  • La via di Geova è il miglior modo di vivere
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
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  • Un retaggio cristiano
  • Ricordi d’infanzia
  • La scuola e una decisione importante
  • Servizio di pioniere e alla Betel
  • Neutralità
  • Vari privilegi di servizio
  • Una vita intensa e soddisfacente
  • Mettemmo al primo posto il servizio di Dio
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
w92 1/4 pp. 20-23

La via di Geova è il miglior modo di vivere

NARRATO DA ERKKI KANKAANPÄÄ

FIN da bambino la mia meta era stata quella di prestare servizio qui in Finlandia nella filiale dei testimoni di Geova, alla Betel, come viene chiamata. Così quando nell’estate del 1941 un sorvegliante viaggiante mi chiese: “Che progetti hai per il futuro?”, risposi: “Ho sempre desiderato andare alla Betel”.

“È meglio che rinunci a questo sogno; non sarai mai invitato”, mi disse. Sulle prime rimasi profondamente deluso, ma poi decisi di lasciare la cosa nelle mani di Geova. Pochi mesi dopo ricevetti l’invito a prestare servizio alla Betel.

Avevo 17 anni ed ero un timido ragazzo di campagna quando suonai il campanello della filiale di Helsinki in una freddissima, chiara giornata di novembre del 1941. Ricevetti presto il benvenuto da Kaarlo Harteva, il sorvegliante della filiale. All’epoca la filiale soprintendeva alle attività di 1.135 Testimoni finlandesi.

Un retaggio cristiano

Nel 1914 mio padre aveva ricevuto una copia del libro Il Divin Piano delle Età, edito dalla Watch Tower. Subito dopo però scoppiò la prima guerra mondiale, ed egli non ebbe la possibilità di leggerlo.

La lotta della Finlandia per l’indipendenza nazionale creava problemi. Si formarono due gruppi potenti, i bianchi e i rossi. I bianchi rappresentavano i capitalisti e la borghesia, mentre i rossi rappresentavano i lavoratori. Mio padre cercò di rimanere neutrale, stando completamente lontano da tutt’e due i gruppi. Ma era guardato con sospetto da entrambi.

Papà finì per essere condannato a morte due volte, prima dai bianchi e poi dai rossi. La prima volta fu quando era stato ucciso un uomo e, non trovandosi il colpevole, dieci giovani, incluso mio padre, furono condannati a morte. Un insegnante di mio padre, che era uno dei giurati, chiese il condono della pena per mio padre, e l’ottenne. Gli altri nove vennero giustiziati.

In un’altra occasione a papà fu di nuovo annullata la pena di morte. A quel punto decise di darsi alla clandestinità. Lui e suo fratello scavarono un rifugio sotterraneo, dove vissero sino alla fine della guerra. Per tenerli in vita, il fratello minore li riforniva di cibo e bevande.

Terminata la guerra nel 1918, mio padre si sposò e costruì una casa vicino al rifugio. In seguito imparai a conoscere bene il nascondiglio, perché ci andavo a giocare. Mio padre mi disse che mentre era nascosto lì aveva pregato molto. Aveva promesso a Dio che se mai avesse imparato come servirLo, lo avrebbe fatto.

Poco dopo il matrimonio, papà decise di portare con sé qualcosa da leggere durante un viaggio d’affari. In soffitta trovò Il Divin Piano delle Età acquistato anni prima. Lo aprì al capitolo “Il giorno di Geova” e lo lesse. Continuava a ripetersi: ‘Questa è la verità, questa è la verità’. Sceso dalla soffitta, disse a mia madre: “Ho trovato la vera religione”.

Quasi immediatamente mio padre cominciò a predicare ad altri le cose che imparava: ne parlò prima ai parenti e ai vicini. Poi cominciò a pronunciare discorsi pubblici. Presto altri della zona si unirono a lui. Dopo essere venuto in contatto con gli Studenti Biblici, come allora si chiamavano i testimoni di Geova, mio padre si battezzò nel 1923. Quando nascemmo noi figli — alla fine eravamo in quattro — egli non trascurò di istruirci nella verità. Infatti, allorché fu formata una congregazione, volle che frequentassimo tutte le adunanze.

Ricordi d’infanzia

Uno dei miei primi ricordi è quello di un’assemblea tenutasi nella nostra congregazione nel 1929, quando avevo cinque anni. Molti vennero dalle congregazioni vicine ed era presente anche un rappresentante della filiale. A quei tempi alle assemblee c’era l’usanza, almeno in Finlandia, di benedire i bambini. Così il fratello della Betel benedisse i bambini, proprio come faceva Gesù durante il suo ministero. Non l’ho mai dimenticato. — Marco 10:16.

Un altro mio ricordo d’infanzia è l’adozione del nome Testimoni di Geova nel 1931. Mio padre, conscio dell’importanza dell’occasione, lesse solennemente alla congregazione l’annuncio del nostro nuovo nome.

Fin da quando io mi ricordi, accompagnavo mio padre nell’opera di predicazione. Le prime volte mi limitavo ad ascoltarlo, ma pian piano cominciai a dare testimonianza anch’io. Nel 1935, quando un sorvegliante viaggiante ci visitò, andai da tutti i vicini e li invitai ad assistere all’adunanza. Offrii loro anche degli opuscoli, che alcuni accettarono.

La scuola e una decisione importante

Noi quattro figli eravamo gli unici a scuola ad avere genitori Testimoni, e spesso venivamo beffeggiati perché non ci univamo agli altri ragazzi in azioni non cristiane. I compagni cercavano di indurmi a fumare, ma non cedetti mai. Per scherno eravamo anche chiamati russelliti (Russell era stato il primo presidente della Watch Tower Society) o hartevaliti (Harteva era allora il sorvegliante della filiale finlandese). Sono felice di poter dire che alcuni ragazzi che un tempo ci prendevano in giro divennero poi Testimoni.

Il mio insegnante mi esortava a continuare gli studi, e per un po’ pensai di diventare ingegnere. In seguito però, nella primavera del 1939, si tenne a Pori un’assemblea dei testimoni di Geova che segnò una svolta nella mia vita. Sia il mio fratello minore Tuomo che io ci dedicammo a Geova e simboleggiammo questa dedicazione con il battesimo in acqua a quell’assemblea, il 28 maggio 1939. Poi, agli inizi di settembre, scoppiò la seconda guerra mondiale.

In Europa la situazione cambiò drasticamente. I rapporti tra la Finlandia e l’Unione Sovietica si fecero molto tesi. Mio padre diede risalto al fatto che Armaghedon si avvicinava e ci incoraggiò a fare i pionieri. Così, nel dicembre 1940, mio fratello e io iniziammo il servizio di pioniere nella Finlandia settentrionale.

Servizio di pioniere e alla Betel

Nel periodo in cui eravamo pionieri, abitammo quasi sempre con Yrjö Kallio, un fratello che circa 30 anni prima era diventato uno Studente Biblico in Pennsylvania, negli Stati Uniti. Yrjö era molto cordiale, e faceva tutto il possibile per renderci la vita piacevole. Suo fratello, Kyösti Kallio, era stato presidente della Finlandia dal 1937 al 1940. Yrjö ci disse che aveva dato a suo fratello una completa testimonianza, spiegandogli che il Regno di Dio è l’unica speranza di buon governo e durevole pace mondiale.

Man mano che il tempo passava, il mio desiderio di entrare a far parte della famiglia Betel aumentava. Che gioia quando, nonostante l’avvertimento del sorvegliante viaggiante di non farmi troppe illusioni, la mia domanda per prestare servizio alla Betel fu accolta! Il mio primo lavoro alla Betel fu quello di fattorino. Presto però ebbi il privilegio di lavorare nello stabilimento. Lì lavorai in molti reparti, inclusa la nostra piccola stamperia e il Reparto spedizioni.

Neutralità

Nel 1942, all’età di 18 anni, fui chiamato alle armi. Al mio rifiuto di essere reclutato, fui sottoposto a lunghi interrogatori, due volte sotto la minaccia di una pistola. Altre volte fui malmenato. Fra un interrogatorio e l’altro, inoltre, ero tenuto in una cella terribilmente fredda.

Infine, nel gennaio 1943, giunse per me e per altri Testimoni il momento di essere condannati. L’ufficiale che ci aveva interrogato chiese una pena non inferiore ai dieci anni di reclusione. Il cappellano militare voleva che ricevessimo una pena ancor più severa: in una lettera chiese ‘la pena di morte o l’invio di questi traditori in Russia come paracadutisti ricognitori [la cui morte era quasi garantita], punizione che ben si meritano’.

Fu imbastito un processo da burla. Venni chiamato davanti alla corte e condannato a morte. Questo si rivelò un altro tentativo di intimidazione, perché più tardi quello stesso giorno fui ricondotto davanti alla corte e condannato a tre anni e mezzo di reclusione. Presentai appello contro la sentenza e la pena fu ridotta a due anni.

In prigione il cibo era scarso, e altri detenuti ci minacciavano. Due volte fui aggredito da omosessuali, ma fortunatamente riuscii a sfuggire. Uno di loro minacciò di uccidermi se non avessi acconsentito alle sue richieste. Ma, come facevo tutte le volte che mi trovavo nelle prove, invocai Geova, ed egli mi aiutò. In effetti la minaccia di quel detenuto non era uno scherzo, perché in precedenza egli aveva già ucciso. Dopo essere stato scarcerato, quell’uomo commise un altro omicidio e fu rinchiuso nuovamente in carcere.

Senza dubbio perché i testimoni di Geova sono noti per la loro fidatezza, mi fu presto affidato un incarico di fiducia. Il mio lavoro consisteva nel distribuire le razioni di cibo agli altri prigionieri, cosa che mi permetteva di spostarmi liberamente all’interno del carcere. Così non solo avevo cibo a sufficienza per me, ma potevo fare in modo che anche i miei fratelli cristiani avessero il necessario. Un fratello addirittura mise su diversi chili mentre era in carcere, cosa piuttosto rara data la scarsità di cibo!

Fui scarcerato nel settembre del 1944, lo stesso giorno in cui fu rilasciato il fratello Harteva. La liberazione significò per me riprendere servizio alla Betel. In cuor mio pensai: ‘È molto meglio lavorare sodo alla Betel 16 ore al giorno che vivere in prigione’. Da allora non ho mai cercato di scansare il lavoro!

Vari privilegi di servizio

In seguito, sempre nel 1944, conobbi Margit, una pioniera giovane e carina che corrispose i miei sentimenti: il 9 febbraio 1946 ci sposammo. Nel primo anno di matrimonio io continuai a prestare servizio alla Betel mentre Margit faceva la pioniera a Helsinki. Poi, nel gennaio 1947, fummo assegnati a svolgere l’opera in una circoscrizione.

Poiché viaggiavamo, spesso eravamo ospitati presso famiglie e dividevamo con loro la stessa camera. Sapevamo che ci offrivano il meglio che avevano, e non ci lamentammo mai. In quei giorni le circoscrizioni erano piccole, e in alcune congregazioni non c’era nemmeno un Testimone battezzato!

Nel 1948 fummo invitati a tornare alla Betel. Due anni più tardi arrivò in Finlandia dagli Stati Uniti Wallace Endres, che poco dopo fu nominato sorvegliante della filiale. Egli ci incoraggiò vivamente a continuare a studiare l’inglese, cosa che facemmo. Così fummo invitati a frequentare la 19ª classe della Scuola missionaria di Galaad, che iniziò a South Lansing (New York) nel febbraio 1952.

Dopo il conferimento dei diplomi fummo rimandati in Finlandia. Comunque, prima di lasciare gli Stati Uniti, ricevetti addestramento sull’uso delle macchine da stampa presso la sede mondiale dei testimoni di Geova a Brooklyn.

Tornati in Finlandia, fui di nuovo incaricato di prestare servizio come sorvegliante viaggiante, ma poi nel 1955 venimmo nuovamente invitati a lavorare nella filiale finlandese. Quell’anno divenni sorvegliante dello stabilimento e due anni dopo, nel 1957, fui nominato sorvegliante della filiale. Dal 1976 presto servizio come coordinatore del Comitato di Filiale della Finlandia.

Sono felice che sia mio padre che mia madre siano rimasti fedeli a Geova fino alla morte. Nel corso del tempo più di cento parenti di mio padre sono diventati Testimoni. E ancora oggi mio fratello e le mie sorelle con le relative famiglie servono tutti Geova. Una delle mie sorelle è pioniera.

Una vita intensa e soddisfacente

Col passar degli anni il lavoro da compiere è sempre aumentato, ma, trattandosi dell’opera di Dio, ciò è stato fonte di grandi soddisfazioni. (1 Corinti 3:6-9) La mia vita non è sempre stata tutta rose e fiori. Ci sono stati anche problemi e difficoltà. Fin da piccolo ho capito che bisogna imparare a disciplinarsi. Non si può sempre fare tutto ciò che si vuole. Spesso sono stato corretto, e pian piano ho imparato qual è il giusto modo di vivere.

Per esempio, le prove e le privazioni subite durante la guerra mi hanno insegnato a vivere senza lussi. Ho imparato a discernere quando una cosa era veramente necessaria e quando no. Ancora oggi ho l’abitudine di chiedermi se ho davvero bisogno di questo o di quello. Poi, se mi rendo conto che tutto sommato la cosa non è così importante, non la compro.

La guida provveduta da Geova tramite la sua organizzazione è stata evidente. Negli anni in cui ho prestato servizio alla filiale finlandese ho avuto la gioia di veder crescere il numero dei testimoni di Geova da 1.135 a più di 18.000! Posso veramente vedere che il mio lavoro è stato benedetto, ma so che così è stato perché questa è l’opera di Geova, non la nostra. (1 Corinti 3:6, 7) Nella giovinezza ho scelto la via di Geova, ed essa si è veramente dimostrata il miglior modo di vivere.

[Immagine a pagina 23]

Erkki Kankaanpää oggi, con sua moglie Margit

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