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  • Ho provato soddisfazione servendo Dio

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  • Ho provato soddisfazione servendo Dio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
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  • Formazione religiosa
  • Una svolta
  • La mia famiglia e altri accettano il messaggio
  • Una nuova carriera
  • Ministero nel Lesotho e nel Botswana
  • Insegnamento e lavoro di traduzione
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
w93 1/2 pp. 25-29

Ho provato soddisfazione servendo Dio

Narrato da Joshua Thongoana

Era il 1942 ed ero molto confuso. Stavo studiando alcune pubblicazioni degli avventisti del settimo giorno e altre edite dalla Watch Tower Society. Come gli antichi israeliti, ‘zoppicavo su due differenti opinioni’. — 1 Re 18:21.

GLI avventisti del settimo giorno mi inviavano delle lezioni stampate chiamate “Voce della profezia”. Mi piaceva rispondere alle loro domande, e mi avevano promesso un bel diploma se avessi superato tutte le prove scritte. Notai però che sia la “Voce della profezia” che le pubblicazioni della Watch Tower Society venivano spedite dalla città sudafricana di Città del Capo. Mi chiedevo: ‘Queste organizzazioni sanno l’una dell’altra? I loro insegnamenti coincidono? Se no, chi ha ragione?’

Per risolvere la questione, inviai lettere dal contenuto simile a ciascuna organizzazione. Per esempio, alla Watch Tower Society scrissi: “Conoscete quelli che fanno capo alla ‘Voce della profezia’, e se sì, che ne pensate di ciò che insegnano?’ Dopo un po’ ricevetti risposta da entrambi i gruppi. La lettera della Watch Tower Society diceva che conosceva la “Voce della profezia”, ma che i suoi insegnamenti, ad esempio la Trinità e il ritorno fisico di Cristo sulla terra, non erano in armonia con le Scritture. La lettera menzionava i passi biblici che confutavano quelle dottrine. — Giovanni 14:19, 28.

La risposta della “Voce della profezia” si limitava a dire che conoscevano “quelli della Watch Tower” ma che non erano d’accordo con i loro insegnamenti. Non venivano fornite ragioni. Optai quindi per la Watch Tower Society, un ente legale impiegato dai testimoni di Geova. Oggi, dopo 50 anni che mi associo con i Testimoni, sono davvero felice di aver fatto la scelta giusta!

Formazione religiosa

Nacqui nel 1912 in una zona rurale chiamata Makanye, a est della cittadina sudafricana di Pietersburg. Makanye era allora sotto l’influenza religiosa della Chiesa Anglicana, e così inizialmente crebbi in quella chiesa. Quando avevo dieci anni, la mia famiglia si trasferì in una località dominata dalla Chiesa della Missione Luterana di Berlino, e i miei genitori si unirono a quella chiesa. Divenni presto idoneo per fare la comunione e prendere un pezzetto di pane e un sorso di vino, ma ciò non soddisfaceva i miei bisogni spirituali.

Completati otto anni di istruzione scolastica, fui mandato da mio padre alla Kilnerton Training Institution, e nel 1935 ricevetti un’abilitazione all’insegnamento. Fra gli insegnanti con cui lavoravo c’era una ragazza di nome Caroline. Ci sposammo e in seguito Caroline diede alla luce una bimba cui mettemmo nome Damaris. Qualche anno dopo diventai preside della Sehlale School nel villaggio rurale di Mamatsha. Dato che la scuola era gestita dalla Chiesa Riformata Olandese, ci unimmo a quella chiesa, e assistevamo regolarmente alle funzioni. Lo facemmo per convenienza, ma non mi dava nessuna soddisfazione.

Una svolta

Una domenica del 1942 ci stavamo esercitando a cantare inni in chiesa quando sulla porta comparve un giovane bianco con tre libri della Watch Tower Society: La creazione, Rivendicazione e Preparazione. Pensai che i libri avrebbero fatto bella figura sullo scaffale della mia biblioteca e così li accettai per tre scellini. In seguito appresi che quell’uomo, Tienie Bezuidenhout, era un testimone di Geova, l’unico in tutta la zona. Quando ritornò la volta successiva, Tienie portò un fonografo e ci fece ascoltare alcune conferenze del giudice Rutherford. Mi piacque moltissimo quella intitolata “Un laccio e una truffa”, ma Caroline e mia sorella Priscilla, che viveva con noi, non la trovarono di loro gradimento. Alla terza visita, Tienie mi diede il fonografo affinché potessi far ascoltare i dischi agli amici.

Un giorno, mentre scorrevo le pagine del libro La creazione, mi imbattei nel capitolo “Dove sono i morti?” Cominciai a leggerlo nella speranza di sapere qualcosa del gaudio che le anime dei defunti provano in cielo. Ma, contrariamente alle mie aspettative, il libro diceva che i morti sono nelle tombe e non sanno nulla. Citava a sostegno alcuni versetti della Bibbia, come Ecclesiaste 9:5, 10. Un altro capitolo era intitolato “Svegliare i morti”, e veniva citato Giovanni 5:28, 29 per dimostrare che i morti sono inconsci e attendono la risurrezione. La spiegazione era logica e soddisfacente.

Fu allora, nel 1942, che smisi di avere contatti con la “Voce della profezia” e cominciai a parlare ad altri delle cose che apprendevo dalle pubblicazioni della Società (Watch Tower). Uno dei primi ad accettare il messaggio fu un amico, Judah Letsoalo, che era stato mio compagno di scuola alla Kilnerton Training Institution.

Judah ed io percorremmo 51 chilometri in bicicletta per assistere a un’assemblea di Testimoni africani a Pietersburg. In seguito i fratelli di Pietersburg facevano spesso tutta quella strada per venire a Mamatsha a darmi una mano ad annunciare il messaggio del Regno ai miei vicini. Infine, a un’altra assemblea tenuta a Pietersburg nel dicembre 1944, mi battezzai in simbolo della mia dedicazione a Geova.

La mia famiglia e altri accettano il messaggio

Caroline, Priscilla e mia figlia Damaris continuavano a frequentare la Chiesa Riformata Olandese. Poi accadde qualcosa di tragico. Caroline diede alla luce il nostro secondo figlio, un maschietto apparentemente sano che chiamammo Samuel. Ma all’improvviso il bimbo si ammalò e morì. I correligionari di Caroline non le furono di nessun conforto, perché dicevano che Dio aveva voluto nostro figlio con sé in cielo. Affranta, Caroline continuava a chiedere: “Perché mai Dio avrebbe dovuto portare via nostro figlio?”

Avuta notizia del tragico evento, i Testimoni di Pietersburg vennero a trovarci e ci diedero vero conforto tramite la Parola di Dio. Caroline in seguito disse: “Ciò che la Bibbia dice del perché si muore, della condizione dei morti e della speranza di una risurrezione era logico, e mi diede tanto conforto. Volevo essere nel nuovo mondo per poter riaccogliere mio figlio dalla tomba”.

Caroline smise di andare in chiesa e nel 1946 lei, Priscilla e Judah si battezzarono. Poco dopo il battesimo, Judah ci lasciò per iniziare l’opera di predicazione in una zona rurale chiamata Mamahlola, e rimase fedele fino alla sua morte avvenuta nel 1991.

Quando Judah partì rimasi l’unico uomo ad aver cura della nostra congregazione, chiamata Boyne. In seguito si trasferì nel nostro territorio Gracely Mahlatji, che poi sposò Priscilla. Ogni settimana Gracely ed io pronunciavamo a turno discorsi pubblici in sepedi, la lingua africana del posto. Affinché la gente potesse utilizzare le pubblicazioni bibliche, la Società mi chiese di tradurne alcune in sepedi. Fu per me fonte di grande soddisfazione vedere altri trarre profitto da queste pubblicazioni.

Per dare impulso alla nostra campagna di adunanze pubbliche acquistammo un fonografo munito di un grande altoparlante, così da far sentire le conferenze bibliche in tutto il nostro territorio. Per trasportare il pesante equipaggiamento da un luogo all’altro ci facemmo prestare un carretto trainato da asini. Di conseguenza i vicini ci soprannominarono “Quelli della chiesa degli asini” (“People of the Donkey Church”).

Frattanto la nostra piccola congregazione continuava a crescere. Col tempo le mie due sorelle maggiori e i rispettivi coniugi divennero Testimoni e tutti rimasero fedeli fino alla morte. Inoltre, molti della congregazione di Boyne (ora chiamata Mphogodiba) intrapresero l’opera di evangelizzazione a tempo pieno, e diversi di loro la svolgono tuttora. Oggi in questo vasto territorio rurale con villaggi sparsi qua e là ci sono due congregazioni, per un totale di oltre 70 proclamatori attivi nell’opera di predicazione.

Una nuova carriera

Nel 1949 smisi di insegnare a scuola e divenni un ministro pioniere regolare. Il mio primo incarico fu di visitare i contadini neri che vivevano nelle fattorie di proprietà dei bianchi intorno a Vaalwater, nel Transvaal. Alcuni proprietari sostenevano la politica dell’apartheid, da poco adottata, ed erano convinti che i neri dovessero riconoscere la propria presunta inferiorità e servire i loro padroni bianchi. Così quando predicavo ai lavoratori neri, alcuni bianchi sospettavano a torto che li sobillassi. Alcuni mi accusarono addirittura di essere un comunista e minacciarono di prendermi a fucilate.

Riferii la situazione alla filiale della Società e dopo un po’ fui trasferito in un’altra località rurale chiamata Duiwelskloof. All’incirca in quello stesso periodo anche mia moglie lasciò il suo lavoro di insegnante e si unì a me nel servizio di pioniere. Un pomeriggio del 1950, di ritorno dal servizio di campo, trovammo una grossa busta speditaci dalla Società. Con nostra sorpresa conteneva un invito per me a ricevere addestramento come sorvegliante viaggiante. Per tre anni visitammo congregazioni del Sudafrica e poi, nel 1953, fummo mandati nel Lesotho, paese interamente circondato dal territorio sudafricano.

Ministero nel Lesotho e nel Botswana

Quando cominciammo a prestare servizio nel Lesotho, si vociferava che spesso gli stranieri fossero vittime di omicidi rituali. Sia mia moglie che io eravamo preoccupati, ma l’amore per i fratelli sotho e la loro ospitalità ci fecero presto dimenticare quei timori.

Per servire alcune congregazioni sui monti Maluti, nel Lesotho, prendevo l’aereo, lasciando mia moglie nel bassopiano, dove continuava a svolgere il servizio di pioniere fino al mio ritorno. I fratelli benignamente mi accompagnavano da una congregazione all’altra affinché non mi perdessi sulle montagne.

Una volta mi fu detto che per raggiungere la congregazione successiva avremmo dovuto attraversare il fiume Orange a cavallo. Mi assicurarono che il mio cavallo era docile, ma mi avvertirono che quando l’acqua si fa impetuosa spesso i cavalli cercano di liberarsi del carico. Mi preoccupai perché non ero né un bravo cavaliere né un buon nuotatore. Presto fummo nel fiume, e l’acqua arrivò alla sella. Ero così spaventato che mollai le redini e mi afferrai alla criniera del cavallo. Che sollievo quando arrivammo sani e salvi sull’altra sponda!

Quella notte non riuscii a dormire perché il viaggio a cavallo mi aveva indolenzito. Ma nonostante la scomodità ne era valsa sicuramente la pena, perché i fratelli apprezzarono molto la visita. Quando iniziai l’opera di circoscrizione nel Lesotho c’erano in tutto 113 proclamatori. Oggi il loro numero è salito a 1.649.

Nel 1956 ricevemmo un’altra assegnazione: il Protettorato del Bechuanaland, l’attuale Botswana. Questo è un paese molto più grande e si dovevano percorrere distanze maggiori per raggiungere tutti i proclamatori. Viaggiavamo in treno o su camion scoperti. Non c’erano sedili, per cui ci si sedeva sul pavimento con tutti i bagagli. Spesso arrivavamo a destinazione impolverati e stanchi. I nostri fratelli cristiani ci riservavano sempre un’accoglienza calorosa, e i loro visi felici ci ristoravano.

A quell’epoca nel Botswana le pubblicazioni della Società erano vietate, e quindi la predicazione di casa in casa veniva svolta con cautela, senza usare le pubblicazioni della Società. Una volta venimmo sorpresi a predicare vicino al villaggio di Maphashalala e fummo arrestati. In nostra difesa leggemmo dalla Bibbia il nostro incarico di predicare, riportato in Matteo 28:19, 20. Benché alcuni consiglieri rimanessero colpiti, il capo ordinò che i Testimoni locali venissero fustigati. Poi, con nostra sorpresa, l’ecclesiastico supplicò il capo di essere clemente e di perdonarci. Il capo acconsentì e ci rilasciò.

Nonostante la persecuzione e il bando contro la letteratura, l’opera del Regno continuò a progredire. Quando arrivai nel Botswana c’erano in tutto 154 proclamatori. Tre anni dopo, quando il bando fu tolto, erano diventati 192. Oggi in quel paese predicano 777 testimoni di Geova.

Insegnamento e lavoro di traduzione

Col tempo fui impiegato come istruttore della Scuola di Ministero del Regno per anziani cristiani. Poi ebbi il privilegio di servire come istruttore della Scuola del Servizio di Pioniere. Di quando in quando mia moglie ed io abbiamo anche prestato servizio nella filiale sudafricana. In queste occasioni io davo una mano nel lavoro di traduzione e Caroline in cucina.

Un giorno del 1969 il sorvegliante della filiale, Frans Muller, mi si avvicinò e mi disse: “Fratello Thongoana, vorrei che tu e tua moglie veniste a trovarmi nel mio ufficio”. Lì ci spiegò che eravamo fra coloro che erano stati scelti come delegati all’assemblea di distretto “Pace in terra” in programma quell’anno a Londra. I fratelli in Inghilterra e in Scozia ci mostrarono amorevole ospitalità ed essa accrebbe notevolmente il nostro apprezzamento per la fratellanza mondiale.

Negli scorsi quattro decenni Caroline è stata una fedele compagna nella nostra carriera di evangelizzatori a tempo pieno. Abbiamo condiviso molte gioie e alcuni dispiaceri. Purtroppo ci sono morti due figli, ma l’altra nostra figlia, Damaris, è cresciuta diventando una brava Testimone e anche lei ha fatto del lavoro di traduzione nella filiale del Sudafrica.

La salute non ci permette più di svolgere l’opera nella circoscrizione, così da alcuni anni a questa parte siamo pionieri speciali in una congregazione di Seshego, un sobborgo africano vicino a Pietersburg. Sono il sorvegliante che presiede. La Bibbia afferma che ‘allegrezza a sazietà è con la faccia di Geova’, e io ho davvero provato gioia e soddisfazione servendo Dio nell’Africa meridionale. — Salmo 16:11.

[Immagine a pagina 26]

Testimonianza nel sobborgo di Seshego, in Sudafrica

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