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  • L’inferno: Tormento eterno o comune tomba?

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  • L’inferno: Tormento eterno o comune tomba?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
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  • Ragioni lessicali
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  • Separare i “gemelli” teologici
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
w93 15/4 pp. 6-9

L’inferno: Tormento eterno o comune tomba?

VI È stato insegnato che gli antichi Padri della Chiesa, i teologi medievali e i Riformatori credevano che i tormenti dell’inferno fossero eterni? Se sì, potreste rimanere sorpresi apprendendo che alcuni studiosi biblici molto stimati mettono ora in dubbio questa opinione. In Gran Bretagna uno di loro, John R. W. Stott, scrive che “la Scrittura fa pensare all’annichilazione e che quella del ‘tormento cosciente ed eterno’ è una tradizione che deve piegarsi alla suprema autorità della Scrittura”. — Essentials—A Liberal-Evangelical Dialogue.

Cosa lo ha portato a concludere che la dottrina del tormento eterno non si basa sulla Bibbia?

Ragioni lessicali

La sua prima argomentazione è di carattere lessicale. Egli spiega che quando la Bibbia si riferisce allo stato finale della dannazione (“Geenna”; vedi il riquadro a pagina 8), spesso usa termini che denotano “distruzione”: “il verbo [greco] apollumi (distruggere) e il sostantivo apòleia (distruzione)”. Questi termini si riferiscono a un tormento? Stott spiega che il verbo “apollumi”, quando è attivo e transitivo, significa “uccidere”. (Matteo 2:13; 12:14; 21:41) Perciò, in Matteo 10:28, dove la “Bibbia del re Giacomo” dice che Dio può distruggere “sia l’anima che il corpo nell’inferno”, il senso è quello di distruggere con la morte, non con sofferenze eterne. In Matteo 7:13, 14 Gesù fa un contrasto fra ‘la strada stretta che conduce alla vita’ e ‘la strada ampia che conduce alla distruzione’. Stott commenta: “Sembrerebbe quindi strano che persone di cui è detto che subiscono la distruzione in realtà poi non venissero distrutte”. Giustamente egli perviene a questa conclusione: “Se uccidere significa privare il corpo della vita, verrebbe da pensare che l’inferno consista nella privazione della vita sia fisica che spirituale, cioè nell’estinzione dell’essere”. — Essentials, cit., pagine 315-16.

Interpretazione delle immagini infernali

Nondimeno molte persone religiose si diranno d’accordo con Morris H. Chapman, presidente della Convenzione Battista Meridionale, che ha detto: “Io prèdico un inferno letterale”. E ha aggiunto: “La Bibbia lo chiama ‘lago di fuoco’, e io non penso che questa definizione sia suscettibile di miglioramenti”.

È vero che l’immagine del fuoco usata dalla Bibbia potrebbe evocare l’idea del tormento. Comunque il succitato libro Essentials osserva: “Senza dubbio nella nostra mente il fuoco è associato col ‘tormento cosciente’ per il fatto che tutti abbiamo provato il vivo dolore provocato da una bruciatura. Ma la funzione principale del fuoco non è quella di causare dolore, bensì di assicurare la distruzione, come testimoniano tutti gli inceneritori del mondo”. (Pagina 316) Tenendo presente questa significativa distinzione, sarete aiutati a non leggere nelle Scritture ciò che in realtà non dicono. Alcuni esempi:

Parlando di quelli gettati nella Geenna, Gesù disse che “il loro baco non muore e il fuoco non si spegne”. (Marco 9:47, 48) Influenzati dalle parole del libro apocrifo di Giuditta (“Il Signore onnipotente li punirà . . . immettendo fuoco e vermi nelle loro carni, e piangeranno nel tormento per sempre”. — Giuditta 16:17, CEI), alcuni commentari biblici sostengono che le parole di Gesù sottintendano il tormento eterno. Ma il libro apocrifo di Giuditta, non essendo ispirato da Dio, non è un criterio valido per determinare il significato di ciò che scrisse Marco. Isaia 66:24, il passo a cui verosimilmente Gesù alludeva, dice che il fuoco e il baco distruggono i corpi morti (“i cadaveri”, dice Isaia) dei nemici di Dio. Né le parole di Isaia né quelle di Gesù contengono il minimo accenno a un tormento cosciente ed eterno. L’immagine del fuoco simboleggia la distruzione completa.

Rivelazione (Apocalisse) 14:9-11 parla di alcuni che vengono ‘tormentati con fuoco e zolfo’, e dice che “il fumo del loro tormento ascende per i secoli dei secoli”.a Dimostra questo l’esistenza di un tormento cosciente ed eterno in un inferno di fuoco? In effetti tutto ciò che il passo dice è che i malvagi sono tormentati, non che sono tormentati per sempre. Secondo questo passo, ciò che dura per sempre è il fumo — la prova che il fuoco ha compiuto la sua opera di distruzione — non il tormento infuocato.

Rivelazione 20:10-15 dice che “nel lago di fuoco e zolfo . . . saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli”. A prima vista questa potrebbe sembrare una prova del tormento cosciente ed eterno tra le fiamme, ma sicuramente non lo è. Perché? Fra le altre ragioni, chi finisce in quello che qui viene chiamato “lago di fuoco” sono “la bestia selvaggia e il falso profeta” e “la morte e l’Ades”. Come è facile intuire, la bestia, il falso profeta, la morte e l’Ades non sono persone letterali, e quindi non possono subire un tormento cosciente. Al contrario, scrive G. B. Caird, “il lago di fuoco” significa “l’estinzione e l’oblio totale”. (A Commentary on the Revelation of St. John the Divine) Non dovrebbe essere difficile arrivare a questa conclusione, poiché la Bibbia stessa dice di questo lago di fuoco: “Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco”. — Rivelazione 20:14.

Separare i “gemelli” teologici

Nonostante questi argomenti, molti credenti sostengono con foga che “distruzione” non significa ciò che dice la parola, bensì tormento eterno. Perché? Il loro modo di pensare risente dell’influenza del “gemello” teologico dell’inferno di fuoco: la dottrina dell’immortalità dell’anima umana. E dato che la loro chiesa può aver insegnato per secoli queste due dottrine strettamente correlate fra loro, possono pensare che i passi che parlano di distruzione indichino in realtà il tormento eterno. Dopo tutto, se l’anima umana è immortale non può cessare di esistere, così almeno ragionano alcuni.

Ma si noti cosa dice l’ecclesiastico anglicano Philip E. Hughes: “Affermare che solo l’anima umana goda dell’immortalità innata significa sostenere qualcosa che la Scrittura non insegna da nessuna parte, perché la natura umana così come è descritta nella Bibbia è sempre vista come un tutt’uno, un insieme di spirito e corpo. . . . L’avvertimento dato all’inizio da Dio circa il frutto proibito, ‘Nel giorno in cui ne mangerai, sicuramente morirai’, fu rivolto all’uomo come creatura corporeo-spirituale: se ne avesse mangiato, come tale sarebbe morto. Nulla fa pensare che una parte di lui fosse immortale e che quindi egli sarebbe morto solo per metà”. — The True Image—The Origin and Destiny of Man in Christ.

Sullo stesso tono il teologo Clark Pinnock osserva: “Questo concetto [dell’immortalità dell’anima umana] ha influenzato la teologia per moltissimo tempo, ma non è un concetto biblico. La Bibbia non insegna che l’anima sia per natura immortale”. Ezechiele 18:4, 20 e Matteo 10:28 lo confermano. Per di più Gesù stesso disse che il suo amico Lazzaro deceduto era “andato a riposare”. Gesù disse che sarebbe andato “a svegliarlo dal sonno”. (Giovanni 11:11-14) Perciò l’essere umano — l’anima umana — Lazzaro era morto, ma anche dopo qualche tempo poteva essere risuscitato, riportato in vita. I fatti mostrano che Gesù risuscitò Lazzaro dai morti. — Giovanni 11:17-44.

Come influiscono questi aspetti sulla dottrina del tormento eterno? Nel XVII secolo lo scrittore William Temple osservò: “Ci sono [passi biblici] che parlano di essere gettati nel fuoco inestinguibile. Ma a meno che non li si legga partendo dal presupposto che ciò che vi è gettato sia indistruttibile, si avrà l’impressione non che bruci in eterno, ma che venga distrutto”. Questa analisi è corretta ed è tuttora valida, perché è ciò che la Bibbia in effetti insegna.

Indiscutibilmente, avete ragioni più che valide per mettere in dubbio l’idea del tormento cosciente ed eterno nell’inferno. O forse volete andare oltre il semplice dubbio e seguire il consiglio del teologo Pinnock, che dice: “Tutte le credenze che contornano l’inferno, incluso il tormento senza fine, . . . dovrebbero essere eliminate in nome di una dottrina credibile”. Sì, la morale, la giustizia e, quel che più conta, la Parola di Dio, la Bibbia, vi dicono di fare proprio questo.

Se lo farete, noterete che la vera natura dell’inferno è del tutto credibile. Potrete trovare utili informazioni sull’argomento nel libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca.b Richiedetelo quando incontrate i testimoni di Geova. Leggete i capitoli “Che accade quando si muore?”, “L’‘inferno’ esiste veramente?”, “Risurrezione: per chi e dove?” Apprenderete che la vera natura dell’inferno non è soltanto credibile ma anche incoraggiante.

[Note in calce]

a In questo passo biblico, ‘tormentati con fuoco’ si riferisce primariamente a un tormento spirituale, ma non eterno. Per ulteriori particolari, vedi il libro Rivelazione: Il suo grandioso culmine è vicino!, edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

b Edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

[Riquadro a pagina 8]

Definizione dei termini

In questo articolo i termini “inferno” e “inferno di fuoco”, come sono usati dai teologi della cristianità, si riferiscono alla parola greca gèenna, che compare 12 volte nel “Nuovo Testamento”. (Matteo 5:22, 29, 30; 10:28; 18:9; 23:15, 33; Marco 9:43, 45, 47; Luca 12:5; Giacomo 3:6) Benché varie traduzioni bibliche rendano questa parola greca con “inferno”, altre traduzioni la traslitterano con “Geenna”. Corrisponde alla “seconda morte, il lago di fuoco”, simbolo di distruzione eterna menzionato nell’ultimo libro della Bibbia. — Rivelazione (Apocalisse) 20:14.

In merito ad altre due parole a volte tradotte “inferno”, un dizionario biblico osserva: “Inferno . . . purtroppo è la parola generalmente usata dai nostri traduttori per rendere l’ebraico Sheol. Sarebbe forse stato meglio conservare la parola ebraica Sheol, o altrimenti tradurla sempre ‘la tomba’ o ‘la fossa’. . . . Nel NT [Nuovo Testamento] la parola Ades, come Sheol, a volte significa semplicemente ‘la tomba’ . . . È in questo senso che i simboli della fede dicono di nostro Signore: ‘Scese all’inferno’, intendendo la condizione dei morti in generale”. — William Smith, A Dictionary of the Bible, 1914.

A differenza della Geenna, che simboleggia la distruzione totale, Sceol e Ades si riferiscono alla comune tomba del genere umano, da cui i morti saranno riportati in vita. — Rivelazione 20:13.

[Immagine a pagina 9]

Gesù destò Lazzaro dal sonno della morte

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