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  • Il tormento eterno: Perché questa dottrina turba molti?

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  • Il tormento eterno: Perché questa dottrina turba molti?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
  • Sottotitoli
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  • Implicazioni morali
  • Inferno e giustizia
  • Come giustificano la dottrina
  • L’inferno: Tormento eterno o comune tomba?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
  • Il Concilio Vaticano riafferma “la realtà dell’inferno”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
  • Che ne è stato dell’inferno di fuoco?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2002
  • L’inferno è ardente?
    È questa vita tutto quello che c’è?
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
w93 15/4 pp. 4-6

Il tormento eterno: Perché questa dottrina turba molti?

“Ho sentito che avete licenziato il pastore. Cosa aveva combinato?”

“Beh, continuava a dirci che saremmo andati tutti all’inferno”.

“Cosa dice il nuovo pastore?”

“Anche il nuovo pastore dice che andremo all’inferno”.

“Allora qual è la differenza?”

“Beh, la differenza è che quando lo diceva il primo pastore, sembrava quasi che ne godesse; quando lo dice il nuovo pastore, sembra invece che gli si spezzi il cuore”.

QUESTA storiella, contenuta in un libro di aneddoti, rispecchia a suo modo il fatto che la dottrina dell’inferno mette a disagio molti insegnanti biblici e anche molti praticanti. In un contesto più ampio, conferma pure ciò che osservò il teologo canadese Clark H. Pinnock: “Di tutti gli argomenti teologici che hanno turbato la coscienza umana nel corso dei secoli, penso che pochi abbiano potuto causare più angoscia dell’interpretazione tradizionale dell’inferno come pena eterna e cosciente del corpo e dell’anima”.

Implicazioni morali

Perché molti sono turbati dalle scene dell’inferno dipinte dalla cristianità? (Vedi il riquadro). Il prof. Pinnock afferma: “L’idea che una creatura cosciente debba subire torture fisiche e mentali per l’eternità lascia profondamente turbati, e il pensiero che sia la volontà divina a richiederlo è un insulto alla mia convinzione che Dio è amore”.

Sì, la dottrina del tormento eterno costituisce un problema morale. Per esempio, cristiani devoti riflettono sulle domande sollevate dal teologo cattolico Hans Küng: “Un Dio dell’amore . . . può contemplare per tutta un’eternità . . . questa atroce tortura psicofisica, senza speranza, senza misericordia, senza amore, senza fine, delle sue creature?” Küng aggiunge: “È egli un tale creditore dal cuore duro? . . . Che cosa si penserebbe di un uomo che soddisfacesse con una simile spietatezza e insaziabilità la propria sete di vendetta?”a Sì, come può l’Iddio che nella Bibbia ci invita ad amare i nostri nemici voler torturare i suoi nemici per tutta l’eternità? (1 Giovanni 4:8-10) Non sorprende che alcuni giungano alla conclusione che l’inferno è assolutamente incompatibile con la natura di Dio e che questa dottrina è un nonsenso dal punto di vista morale.

Per non crearsi problemi di coscienza, molti altri credenti cercano di evitare questi interrogativi. Girarsi dall’altra parte, però, non elimina le perplessità. Perciò affrontiamo il problema. Quali sono le implicazioni morali di questa dottrina? Scrivendo su una rivista teologica, il prof. Pinnock afferma: “Il tormento eterno è inammissibile dal punto di vista morale perché fa di Dio un mostro assetato di sangue che gestisce un Auschwitz eterno per vittime cui non permette nemmeno di morire”. Quindi chiede: “Come può qualunque persona compassionevole pensare a una cosa simile [cioè la dottrina tradizionale dell’inferno] e rimanere tranquilla? . . . Come possono i cristiani immaginare una divinità così crudele e vendicativa?” — Criswell Theological Review.

Illustrando la perniciosa influenza che questa dottrina può avere sul comportamento umano, Pinnock osserva: “Mi chiedo pure quali atrocità siano state perpetrate da coloro che credevano in un Dio che tortura i suoi nemici”. Egli conclude: “Non è questo un concetto assai inquietante che va assolutamente riconsiderato?” Sì, se tale crudeltà viene attribuita a Dio, non desta meraviglia che persone sensibili e praticanti stiano riesaminando il concetto di un inferno di fuoco. E cosa riscontrano? Un altro problema posto dall’idea del tormento eterno.

Inferno e giustizia

Molti che riflettono sulla dottrina tradizionale dell’inferno hanno l’impressione che presenti Dio come uno che agisce ingiustamente, cosa che offende il loro naturale senso di giustizia. Sotto che aspetto?

Si confronti ad esempio la dottrina del tormento eterno con il criterio di giustizia stabilito da Dio: “Occhio per occhio, dente per dente”. (Esodo 21:24) Per amore dell’argomento, applicate alla dottrina dell’inferno di fuoco questa legge che Dio diede all’antico Israele, legge che prevedeva un’esatta retribuzione. A quale conclusione è probabile che giungiate? Che meriterebbero di ricevere un tormento eterno solo quei peccatori che avessero causato un tormento eterno: tormento eterno per tormento eterno. Ma dato che gli uomini, per quanto malvagi, possono causare solo un tormento limitato, se fossero condannati al tormento eterno ci sarebbe una sproporzione fra i loro crimini e l’eternità della pena dell’inferno di fuoco.

In parole povere, la condanna sarebbe troppo severa. Andrebbe molto oltre l’“occhio per occhio, dente per dente”. Se si pensa che gli insegnamenti di Gesù mitigarono il concetto del taglione, si capisce perché i veri cristiani troverebbero difficile considerare il tormento eterno un’espressione di giustizia. — Matteo 5:38, 39; Romani 12:17.

Come giustificano la dottrina

Tuttavia molti credenti cercano di giustificare questa dottrina. Come? Lo scrittore inglese Clive S. Lewis, parlando a nome della maggioranza di quelli che la difendono, dice in un suo libro: “Non esiste dottrina che eliminerei più volentieri dal cristianesimo di questa, se ne avessi la facoltà. Ma essa ha il pieno sostegno della Scrittura e, in particolare, delle parole stesse del Signore”. (The Problem of Pain) Così i fautori di questa dottrina ammettono che il tormento eterno è qualcosa di raccapricciante, ma al tempo stesso affermano che non si possa fare a meno di crederci perché pensano che sia insegnata dalla Bibbia. Il teologo Pinnock osserva: “Ammettendo che è una cosa sgradevole, sperano di dar prova della loro incrollabile fedeltà alla Bibbia e di un certo eroismo per il fatto che credono in una verità così terribile solo perché la insegna la scrittura. Danno a intendere che sia quasi in gioco l’infallibilità della Bibbia. Ma le cose stanno davvero così?”

Forse anche voi vi chiedete se la fedeltà alla Bibbia non vi lasci altra scelta che accettare questa dottrina. Cosa dice veramente la Bibbia?

[Nota in calce]

a Vita eterna?, traduzione di G. Moretto, Mondadori, Milano, 1983, pagine 178-9.

[Riquadro a pagina 5]

Tre opinioni simili

La Confessione di Fede di Westminster, accettata da molti protestanti, afferma che i non eletti “saranno gettati nei tormenti eterni e puniti con la perdizione eterna”. “Nel cristianesimo cattolico”, spiega un’enciclopedia delle religioni, “l’inferno è considerato uno stato di incessante castigo . . . caratterizzato . . . dalla pena del fuoco e da altri tormenti”. Secondo questa stessa enciclopedia, “il cristianesimo ortodosso orientale” condivide “la dottrina che l’inferno sia il destino di fuoco e castigo eterno che attende i dannati”. — The Encyclopedia of Religion, a cura di Mircea Eliade, volume 6, pagine 238-9.

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