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  • w94 15/12 pp. 4-7
  • Il Natale è davvero cristiano?

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  • Il Natale è davvero cristiano?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1994
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  • L’origine pagana del “Natale”
  • Un evento gioioso
  • Doni natalizi
  • Onorate Cristo quale Re!
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
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    Svegliatevi! 1974
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    Svegliatevi! 1988
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1994
w94 15/12 pp. 4-7

Il Natale è davvero cristiano?

SECONDO un’enciclopedia, “il Natale è il giorno in cui i cristiani festeggiano la nascita di Gesù Cristo”. (The World Book Encyclopedia) Ma aggiunge: “I primi cristiani non lo festeggiavano perché consideravano il festeggiare la nascita di qualcuno un’usanza pagana”.

Un libro sul Natale, d’accordo con quanto sopra, dice: “I primi cristiani non festeggiavano la nascita di Cristo. I compleanni stessi erano legati a usanze pagane; i Vangeli non dicono nulla sulla data effettiva in cui nacque Cristo”. — J. Golby e W. Purdue, The Making of the Modern Christmas.

Se le feste di compleanno non hanno origini cristiane, come mai il natale di Cristo divenne una festa “cristiana” di tale rilievo?

L’origine pagana del “Natale”

“Tutti facevano festa e si rallegravano, il lavoro e gli affari venivano temporaneamente sospesi, le case venivano decorate con alloro e sempreverdi, gli amici si scambiavano visite e regali e gli artisti facevano doni ai loro mecenati. Era un periodo di festa e di buona volontà e il popolo si dava a ogni sorta di divertimenti”. — J. M. Wheeler, Paganism in Christian Festivals.

Questa descrizione si addice alle festività natalizie che conoscete? Quel che è sorprendente è che non si tratta del Natale! È una descrizione dei Saturnali, festa romana — della durata di una settimana — legata al solstizio d’inverno (vedi pagina a fronte). Il 25 dicembre si celebrava il natale del Sole invitto, importante festa mitraica di Roma.

Secondo un’enciclopedia, “il 25 dicembre, natale di Mithra, dio iranico della luce, e . . . giorno dedicato al Sole invitto, oltre che giorno successivo ai Saturnali, fu adottato dalla chiesa come Natale, la natività di Cristo, per neutralizzare gli effetti di quelle feste”. (The New Encyclopædia Britannica) Così la celebrazione pagana del natale continuò con un semplice cambiamento di nome, da Mithra a Cristo!

Tuttavia forse penserete che la nascita di Gesù, Figlio di Dio, fu qualcosa di speciale, un evento che meritava di essere ricordato. Un esame di ciò che narra la Bibbia a questo proposito risulterà molto illuminante.

Un evento gioioso

Nel secondo capitolo del Vangelo di Luca troviamo la descrizione di quell’avvenimento. Luca descrive in che modo angeli celesti, umili pastori, devoti servitori di Dio e Maria stessa reagirono a questo evento degno di nota.

Consideriamo prima i “pastori che dimoravano all’aperto”, i quali “di notte facevano la guardia ai loro greggi”, cosa che non avrebbero fatto nel cuore dell’inverno. Quando apparve “l’angelo di Geova” e la gloria di Dio rifulse intorno a loro, i pastori dapprima si spaventarono. Furono rassicurati da un angelo che disse: “Non abbiate timore, poiché, ecco, vi dichiaro la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà, perché vi è nato oggi un Salvatore, che è Cristo il Signore”. Quando all’improvviso apparve “una moltitudine dell’esercito celeste”, i pastori capirono che quella nascita era diversa da tutte le altre. Fatto interessante, gli angeli non portarono doni al neonato. Piuttosto, lodarono Geova, dicendo: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e sulla terra pace fra gli uomini di buona volontà”. — Luca 2:8-14.

Naturalmente i pastori volevano vedere il bambino con i loro occhi, perché era stato Geova ad annunciare il lieto evento. Trovato il bambino nella mangiatoia, riferirono ai genitori ciò che avevano detto gli angeli. Dopo di che i pastori se ne andarono, “glorificando e lodando Dio”, non il bambino. — Luca 2:15-18, 20.

Senza dubbio Maria, madre di Gesù, si rallegrò di aver dato alla luce il suo primogenito. Ma trasse anche delle “conclusioni nel suo cuore”. Poi, accompagnata dal marito, Giuseppe, si recò a Gerusalemme come prescriveva la Legge mosaica. Fece questo non per festeggiare la nascita, ma per presentare il bambino a Dio, “come è scritto nella legge di Geova: ‘Ogni maschio che apre il seno dev’essere chiamato santo a Geova’”. — Luca 2:19, 22-24.

Nel tempio di Gerusalemme, Maria e Giuseppe incontrarono Simeone, che Luca descrive come ‘uomo giusto e riverente, che aspettava la consolazione d’Israele’. Sotto ispirazione gli era stato detto che non sarebbe morto prima di aver visto “il Cristo di Geova”. Anche ciò che seguì avvenne “sotto il potere dello spirito” di Dio. Simeone prese il bambino in braccio, non per fargli un regalo, ma per benedire Dio, dicendo: “Ora, Sovrano Signore, tu lasci andare in pace il tuo schiavo secondo la tua dichiarazione; perché i miei occhi hanno visto il tuo mezzo di salvezza che hai preparato alla vista di tutti i popoli”. — Luca 2:25-32.

Dopo si avvicinò l’anziana profetessa Anna. Anche lei ‘rese grazie a Dio, parlando del bambino a tutti quelli che aspettavano la liberazione di Gerusalemme’. — Luca 2:36-38.

Maria, Simeone, Anna, i pastori e gli angeli celesti, tutti si rallegrarono per la nascita di Gesù. Si noti però che non si misero a far baldoria per quella nascita né si scambiarono doni. Glorificarono Geova, il celeste Provveditore del loro mezzo di salvezza.

Ma qualcuno potrebbe ragionare così: ‘Di sicuro scambiarsi i regali di Natale non può essere sbagliato: i “tre magi” infatti non onorarono Gesù portandogli dei doni?’

Doni natalizi

Esaminiamo ancora una volta il racconto biblico. Lo troverete nel capitolo 2 del Vangelo di Matteo. Non si menziona nessuna festa natalizia né viene specificata la data, anche se ovviamente l’episodio dev’essere avvenuto qualche tempo dopo la nascita di Gesù. Nel versetto 1 Matteo chiama i visitatori “astrologi [greco: màgoi]” venuti “da luoghi orientali”, quindi pagani che non conoscevano affatto Geova Dio. La stella che quegli uomini avevano seguito non li condusse direttamente a Betleem, il luogo in cui era nato Gesù, ma a Gerusalemme, dove regnava Erode.

Quando quel re malvagio udì che chiedevano informazioni sul “re dei giudei che è nato”, consultò i sacerdoti per sapere esattamente “dove doveva nascere il Cristo” e così far uccidere il bambino. I sacerdoti risposero citando la profezia di Michea, secondo cui il Messia doveva nascere a Betleem. (Michea 5:2) Ipocritamente, Erode diede ai visitatori queste istruzioni: “Andate e fate un’attenta ricerca del bambino, e quando l’avrete trovato fatemelo sapere, affinché anch’io vada a rendergli omaggio”. Gli astrologi si misero in cammino, seguendo la stella che “andava davanti a loro, finché venne a fermarsi sopra il luogo dov’era il fanciullino”. Si noti che qui egli è definito un “fanciullino”, non un neonato. — Matteo 2:1-10.

Come si conveniva a dei notabili orientali in visita a un governante, gli astrologi pagani si prostrarono e “offrirono [al fanciullino] doni, oro, olibano e mirra”. Matteo aggiunge: “Comunque, avendo ricevuto in sogno divino avvertimento di non tornare da Erode, si ritirarono nel loro paese per un’altra via”. — Matteo 2:11, 12.

Alcuni potrebbero usare questo breve racconto biblico per sostenere l’usanza natalizia di fare doni. Tuttavia una pubblicazione spiega che l’attuale consuetudine di fare regali risale all’usanza romana di offrire doni ai vicini poveri durante i Saturnali. “La chiesa antica . . . ne trasferì abilmente il significato alla commemorazione rituale dei doni dei Magi”. (Discovering Christmas Customs and Folklore) Che contrasto con i veri adoratori — come gli umili pastori — che alla nascita di Gesù si limitarono a lodare Dio!

Onorate Cristo quale Re!

Oggi Gesù non è più un bambino. È un autorevole Potentato, Re del celeste Regno di Dio, ed è come tale che va onorato. — 1 Timoteo 6:15, 16.

Se siete adulti, vi siete mai sentiti in imbarazzo quando, in vostra presenza, qualcuno ha tirato fuori delle fotografie di quando eravate piccoli? È vero che quelle foto ricordano ai vostri genitori la gioia che provarono quando nasceste. Ma ora che avete la vostra propria identità, non preferite di solito che gli altri vi vedano come siete adesso? In modo analogo, pensate quale mancanza di rispetto verso Cristo Gesù dimostrano ogni anno coloro che dicono di seguirlo quando ricalcano le tradizioni natalizie pagane e onorano un bambino anziché onorarlo come Re. Già nel I secolo l’apostolo cristiano Paolo ragionò sull’opportunità di pensare a Cristo com’è ora: un Re in cielo. Paolo scrisse: “Anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, certamente ora non lo conosciamo più così”! — 2 Corinti 5:16.

Cristo, quale Re del Regno di Dio, farà presto avverare la promessa profetica di eliminare dolore, sofferenze, malattie e morte. Sarà lui a fare in modo che tutti abbiano un’abitazione adeguata e un lavoro soddisfacente qui sulla terra in condizioni paradisiache. (Isaia 65:21-23; Luca 23:43; 2 Corinti 1:20; Rivelazione [Apocalisse] 21:3, 4) Di sicuro queste sono ragioni più che valide per non mancare di rispetto a Gesù!

Seguendo l’esempio di Cristo stesso, i veri cristiani si sforzano di fare al prossimo uno dei più grandi doni che si possano fare: l’intendimento del proposito di Dio, che può condurre alla vita eterna. (Giovanni 17:3) Fare questo tipo di dono reca loro molta gioia, come disse Gesù: “C’è più felicità nel dare che nel ricevere”. — Atti 20:35; Luca 11:27, 28.

I cristiani che nutrono vero interesse gli uni per gli altri non trovano difficile esprimere spontaneamente il loro amore in qualsiasi momento dell’anno. (Filippesi 2:3, 4) Per esempio, com’è bello ricevere in segno di gratitudine un disegno fatto da un bambino cristiano che ha ascoltato e apprezzato un discorso biblico! Altrettanto incoraggiante è un dono inaspettato da parte di qualcuno che amiamo. Similmente i genitori cristiani provano molta gioia scegliendo occasioni adatte durante l’anno per fare regali ai figli. Questo tipo di generosità cristiana non è rovinato né dal presunto obbligo di fare doni in occasione di festività né da tradizioni pagane.

Di conseguenza oggi più di quattro milioni e mezzo di cristiani di ogni nazione non festeggiano il Natale. Sono i testimoni di Geova, che si adoperano regolarmente per dare testimonianza al prossimo circa la buona notizia del Regno di Dio. (Matteo 24:14) Probabilmente busseranno alla vostra porta, forse prossimamente. Accogliete di buon grado il messaggio che vi portano affinché voi e la vostra famiglia possiate provare grande gioia, mentre apprendete come lodare Geova Dio ogni giorno dell’anno. — Salmo 145:1, 2.

[Immagine a pagina 7]

I cristiani fanno al prossimo uno dei doni più grandi: l’intendimento del proposito di Dio che conduce alla vita eterna

[Fonte dell’immagine a pagina 4]

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