Cinquanta anni di tentativi falliti
“NOI POPOLI DELLE NAZIONI UNITE, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole, . . . ” — Preambolo dello Statuto delle Nazioni Unite (F. Gaeta e P. Villani, Documenti e testimonianze, 2ª ed., Milano, 1971, p. 974).
IL 24 OTTOBRE 1995 ricorre il 50º anniversario della fondazione delle Nazioni Unite. Tutti i 185 attuali stati membri si sono impegnati a sostenere i princìpi e gli obiettivi originali dell’organizzazione espressi nello statuto: mantenere la pace e la sicurezza internazionali; reprimere gli atti di aggressione che minacciano la pace mondiale; promuovere rapporti amichevoli fra le nazioni; salvaguardare le libertà fondamentali di tutti i popoli senza discriminazione di razza, sesso, lingua o religione; favorire la cooperazione internazionale per risolvere i problemi economici, sociali e culturali.
Per 50 anni le Nazioni Unite hanno fatto notevoli sforzi per assicurare al mondo pace e sicurezza. Si può verosimilmente ritenere che l’ONU abbia impedito una terza guerra mondiale, e la distruzione su vasta scala di vite umane mediante ordigni nucleari non si è ripetuta. Le Nazioni Unite hanno provveduto cibo e medicinali a milioni di bambini. Hanno contribuito al miglioramento delle condizioni igieniche in molti paesi, provvedendo fra le altre cose acqua potabile più sicura e vaccinazioni contro pericolose malattie. Milioni di rifugiati hanno ricevuto aiuti umanitari.
Come riconoscimento delle loro benemerenze, le Nazioni Unite hanno ricevuto cinque premi Nobel per la pace. Tuttavia la triste realtà è che ancora non viviamo in un mondo senza guerre.
Pace e sicurezza: obiettivi non raggiunti
Dopo 50 anni di tentativi, pace e sicurezza sono ancora obiettivi sfuggenti. In un recente discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente degli Stati Uniti ha espresso la propria frustrazione dicendo che “questo secolo così pieno di speranze, opportunità e successi è stato anche un’epoca di estesa distruzione e profonda disperazione”.
Alla fine del 1994 il New York Times osservò: “Sono in corso circa 150 guerre, grandi e piccole, nelle quali muoiono migliaia di persone — perlopiù civili, secondo la maggioranza delle stime — mentre altre centinaia di migliaia diventano profughi”. L’Ufficio d’informazione pubblica dell’ONU riferisce che dal 1945 più di 20 milioni di persone hanno perso la vita in conflitti armati. L’ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Madeleine Albright, ha osservato che “ora i conflitti regionali sono sotto molti aspetti più brutali”. La violazione dei diritti umani e la discriminazione sono ormai un fatto quotidiano. Molte nazioni, lungi dall’essere amiche, sembrano semplicemente tollerarsi.
Sir David Hannay, ambasciatore britannico alle Nazioni Unite, ha ammesso che “le Nazioni Unite, fino agli anni ’80, sono state abbastanza vicine a un onorevole fallimento”. Il segretario generale dell’ONU, Boutros Boutros-Ghali, si è lamentato della crescente indifferenza e stanchezza fra gli stati membri per quanto riguarda il sostenere le operazioni di mantenimento della pace. È giunto alla conclusione che, per molti stati membri, “le Nazioni Unite non rientrano fra le priorità principali”.
Il potere dei mezzi d’informazione
Per quanto le Nazioni Unite possano sembrare potenti, spesso i loro sforzi sono resi vani dalla politica e dai mezzi d’informazione. Senza il sostegno degli stati membri, le Nazioni Unite sono impotenti. Ma senza l’approvazione dell’opinione pubblica, molti stati membri non sostengono le Nazioni Unite. Per esempio, secondo un giornale, gli “spettacolari fallimenti in Somalia e in Bosnia hanno persuaso molti americani che l’ONU non soltanto è inutile, ma anche pericolosa”. (The Wall Street Journal) Questo atteggiamento dell’opinione pubblica, a sua volta, ha indotto alcuni uomini politici americani a proporre di ridurre il contributo finanziario americano alle Nazioni Unite.
Le fonti d’informazione non vanno per il sottile quando si tratta di criticare le Nazioni Unite. Espressioni come “totale incompetenza”, “farraginosità”, “inefficienza” e “paralisi” sono state ampiamente usate per descrivere vari aspetti delle operazioni condotte dall’ONU. Di recente un giornale ha dichiarato che “le Nazioni Unite rimangono un mastodonte burocratico che lotta per adeguarsi al mondo reale”. — The Washington Post National Weekly Edition.
Un altro giornale riportava le parole del segretario generale Boutros Boutros-Ghali che esprimeva frustrazione per i massacri in Ruanda: “Non è un fallimento solo per le Nazioni Unite: è un fallimento per la comunità internazionale. E tutti noi siamo responsabili di questo fallimento”. In uno speciale televisivo trasmesso nel 1993 veniva detto che le Nazioni Unite “non sono riuscite a fermare la più grande minaccia per la pace: la diffusione delle armi nucleari”. Il programma televisivo parlava delle Nazioni Unite come di un organismo che “per decenni non ha fatto praticamente altro che blaterare”.
Questo diffuso senso di delusione influisce in modo negativo sulla mente dei funzionari ONU e ne accentua la frustrazione. Eppure, nonostante gli insuccessi, in occasione del 50º anniversario delle Nazioni Unite molti sembrano animati da rinnovato ottimismo e sperano che le cose prendano una piega diversa. Pur riconoscendo le mancanze dell’ONU, l’ambasciatore Albright ha interpretato i sentimenti di molti quando ha detto: “Dobbiamo smetterla di parlare di quello che è stato fatto e cominciare a parlare di quello che intendiamo fare”.
Sì, dove è diretto il mondo? Ci sarà mai un mondo senza guerre? Se sì, che ruolo vi avranno le Nazioni Unite? Inoltre, se siete persone timorate di Dio, dovreste chiedervi: ‘Che ruolo avrà Dio in questo?’
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TENTATIVI FALLITI
Pace e sicurezza non potranno esistere finché ci saranno guerre, povertà, criminalità e corruzione. Di recente l’ONU ha pubblicato le seguenti statistiche.
Guerre: “Degli 82 conflitti armati che ci sono stati fra il 1989 e il 1992, 79 sono state guerre intestine; molti conflitti sono scoppiati per motivi etnici; il 90 per cento delle vittime si è avuto fra la popolazione civile”. — Ufficio d’informazione pubblica delle Nazioni Unite (UNDPI).
Armi: “L’ICRC [Comitato Internazionale della Croce Rossa] calcola che in 48 paesi più di 95 fabbricanti producano fra i 5 e i 10 milioni di mine anti-uomo all’anno. — Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
“In Africa ci sono una trentina di milioni di mine sparpagliate in oltre 18 paesi”. — UNHCR.
Povertà: “In tutto il mondo, una persona su cinque — in totale più di un miliardo di persone — vive al di sotto della soglia di povertà, mentre si calcola che ogni anno dai 13 ai 18 milioni di persone muoiano per cause legate alla povertà”. — UNDPI.
Criminalità: “A partire dagli anni ’80, a livello mondiale, i reati denunciati sono aumentati in media del 5 per cento all’anno; nei soli Stati Uniti si commettono ogni anno 35 milioni di reati”. — UNDPI.
Corruzione: “La corruzione pubblica è ormai una cosa comune. Si calcola che in alcuni paesi le frodi finanziarie costituiscano il 10 per cento del prodotto nazionale lordo”. — UNDPI.