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  • Ho tenuto gli occhi e il cuore fissi sul premio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
w96 1/8 pp. 21-25

Ho tenuto gli occhi e il cuore fissi sul premio

NARRATO DA EDITH MICHAEL

Eravamo agli inizi degli anni ’30 e abitavamo nei pressi di Saint Louis, nel Missouri, quando ricevemmo la visita di una testimone di Geova. Proprio in quel momento la corda del bucato si ruppe, e il candido bucato della mamma finì nel fango. Lei accettò i libri che la donna le offriva per togliersela di torno e li mise su uno scaffale, dimenticandosene.

ERANO gli anni della depressione e papà aveva perso il lavoro. Un giorno chiese se c’era niente in casa da leggere. La mamma gli disse dei libri. Lui cominciò a leggerli e dopo un po’ esclamò: “Questa è la verità!”

“Oh, è solo una religione in cerca di soldi come tutte le altre”, rispose. Tuttavia papà la esortò a sedersi e a cercare le scritture insieme a lui. Quando seguì il suo suggerimento, si convinse anche lei. Quindi si misero a cercare i Testimoni e scoprirono che si riunivano in una sala presa in affitto vicino al centro di Saint Louis, una sala che veniva usata anche per ballare e per altri scopi.

Mamma e papà mi portarono con loro — avrò avuto tre anni — e trovarono la sala, ma stavano ballando. Papà si informò sull’orario delle adunanze e tornammo. Cominciammo anche ad assistere a uno studio biblico settimanale che si teneva vicino a casa nostra. Veniva tenuto nella casa della donna che ci aveva fatto la prima visita. “Perché non porta anche i suoi ragazzi?”, chiese. La mamma si vergognava di dire che non avevano scarpe. Quando finalmente spiegò la ragione, le scarpe furono provvedute e i miei fratelli cominciarono ad assistere alle adunanze insieme a noi.

La mamma ricevette un territorio in cui predicare vicino al luogo dove abitavamo e intraprese il ministero di casa in casa. Io l’accompagnavo, nascondendomi dietro di lei. Prima che prendesse la patente, facevamo più di un chilometro a piedi per andare a prendere l’autobus che ci avrebbe portato a Saint Louis per assistere alle adunanze. Anche quando c’erano il ghiaccio e la neve non mancavamo mai.

Nel 1934 mamma e papà si battezzarono. Anch’io volevo battezzarmi e continuai a insistere finché la mamma chiese a un Testimone di una certa età di parlare con me al riguardo. Lui mi fece molte domande in modo che potessi capire. Poi disse ai miei genitori che non mi si doveva impedire di battezzarmi; poteva danneggiare la mia crescita spirituale. Così l’estate seguente mi battezzai: avevo solo sei anni.

C’era un opuscolo, intitolato Casa e felicità (inglese), che mi piaceva moltissimo e che tenevo sempre con me, mettendolo sotto il cuscino quando andavo a dormire. Imploravo continuamente la mamma di leggermelo fintanto che lo imparai a memoria. Sul retro c’era la figura di una ragazzina nel Paradiso con un leone. Dicevo che quella ragazzina ero io. Quella figura mi ha aiutato a tenere gli occhi sul premio della vita nel nuovo mondo di Dio.

Ero molto timida ma, pur tremando, rispondevo sempre alle domande durante lo studio Torre di Guardia della congregazione.

Purtroppo papà temeva che se avesse continuato a frequentare i Testimoni avrebbe perso il lavoro e così smise. I miei fratelli fecero lo stesso.

Ministero a tempo pieno

La mamma consentiva ai pionieri, o ministri a tempo pieno, di parcheggiare la loro roulotte nello spiazzo dietro casa nostra e dopo la scuola io partecipavo al ministero insieme a loro. Ben presto volli fare la pioniera, ma papà si oppose, perché pensava che dovessi proseguire gli studi. La mamma lo convinse infine a permettermi di fare la pioniera. Così nel giugno 1943, all’età di 14 anni, intrapresi il ministero a tempo pieno. Per contribuire alle spese di casa facevo un lavoro part time e a volte lavoravo a tempo pieno. Eppure riuscivo a dedicare all’opera di predicazione 150 ore al mese, la quota stabilita.

Col tempo trovai una compagna con cui svolgere il servizio di pioniere, Dorothy Craden, che aveva cominciato a fare la pioniera nel gennaio 1943, a 17 anni. Era stata una cattolica devota, ma dopo sei mesi di studio biblico si era battezzata. Per molti anni fu fonte di incoraggiamento e di forza per me, e io lo fui per lei. Divenimmo più unite di due sorelle.

A partire dal 1945 facemmo le pioniere insieme in cittadine del Missouri dove non c’erano congregazioni. A Bowling Green sistemammo una sala per le adunanze; venne ad aiutarci anche la mamma. Poi ogni settimana visitavamo tutte le case della città e invitavamo le persone a un discorso pubblico, che disponevamo tenessero i fratelli di Saint Louis. I presenti oscillavano ogni settimana fra 50 e 60. In seguito facemmo la stessa cosa a Louisiana, dove prendemmo in affitto un tempio massonico. Per coprire le spese dell’affitto mettemmo delle cassette per le contribuzioni e ogni settimana le spese venivano pagate.

Successivamente andammo nella città di Mexico, nel Missouri, dove affittammo un magazzino. Lo sistemammo perché potesse essere usato dalla piccola congregazione del posto. Noi abitavamo in stanze adiacenti all’edificio. Cercammo anche di organizzare discorsi pubblici a Mexico. Poi ci recammo nella capitale dello stato, Jefferson City, dove la mattina dei giorni feriali contattavamo i funzionari pubblici nei loro uffici. Abitavamo in una stanza sopra la Sala del Regno con Stella Willie, che era come una madre per noi.

Di lì ci recammo tutt’e tre a Festus e a Crystal City, che erano l’una vicina all’altra. Abitavamo in un pollaio trasformato in abitazione dietro la casa di una famiglia di interessati. Dato che non c’erano uomini battezzati, tenevamo noi tutte le adunanze. Come lavoro part time, vendevamo cosmetici. Avevamo poco in senso materiale. Infatti non potevamo permetterci neppure di far riparare i buchi nelle scarpe, così ogni mattina ci mettevamo del cartone, e la sera lavavamo l’unico abito che avevamo.

Al principio del 1948, quando avevo 19 anni, Dorothy ed io fummo invitate a frequentare la 12ª classe della Scuola missionaria di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead). Al termine del corso di cinque mesi, il 6 febbraio 1949 i cento studenti si diplomarono. Fu un’occasione molto felice. I miei genitori si erano trasferiti in California e la mamma affrontò il lungo viaggio per essere presente.

Nella nostra assegnazione missionaria

Ventotto diplomati furono assegnati all’Italia: sei, Dorothy e me incluse, alla città di Milano. Il 4 marzo 1949 partimmo da New York sulla nave italiana Vulcania. Il viaggio durò 11 giorni, e a causa del mare molto agitato la maggioranza di noi soffrì il mal di mare. Il fratello Benanti venne a incontrarci al porto di Genova e ci condusse a Milano in treno.

Quando arrivammo alla casa missionaria di Milano trovammo che una ragazza italiana aveva messo dei fiori in ognuna delle nostre stanze. Anni dopo questa ragazza, Maria Merafina, andò a Galaad, tornò in Italia e lei ed io servimmo insieme in una casa missionaria!

La mattina dopo il nostro arrivo a Milano guardammo fuori della finestra del bagno. Nella strada dietro la casa c’era un grande palazzo bombardato. Un bombardiere americano aveva sganciato una bomba che aveva ucciso tutte le famiglie che vi abitavano. Un’altra volta, le bombe destinate a una fabbrica mancarono il bersaglio e finirono su una scuola uccidendo molti bambini. Così la gente non aveva molta simpatia per gli americani.

La gente era stanca della guerra. Molti dicevano che se fosse scoppiata un’altra guerra, non sarebbero andati nei rifugi antiaerei ma sarebbero rimasti in casa e avrebbero aperto il gas, morendo lì. Assicurammo loro che eravamo lì come rappresentanti non degli Stati Uniti o di qualche altro governo umano, ma del Regno di Dio, che avrebbe posto fine a tutte le guerre e alle sofferenze che esse causano.

Nella grande città di Milano c’era un’unica congregazione di circa 20 proclamatori che si riunivano nella casa missionaria. Non erano ancora stati stabiliti i territori dove predicare, così cominciammo a dare testimonianza in un grande palazzo con tanti appartamenti. Alla prima porta incontrammo il sig. Giandinotti il quale voleva che sua moglie lasciasse la chiesa, così accettò una delle nostre pubblicazioni. La moglie era una donna sincera, e faceva tante domande. “Sarò contenta quando avrete imparato l’italiano”, disse, “così potrete insegnarmi la Bibbia”.

Il loro appartamento aveva i soffitti alti e la luce era fioca, così la sera metteva una sedia sul tavolo per essere vicina alla luce e leggere la Bibbia. “Se studio la Bibbia con voi”, domandò, “posso continuare ad andare in chiesa?” Le dicemmo che dipendeva da lei. La domenica mattina andava in chiesa e il pomeriggio veniva alle adunanze. Poi un giorno disse: “Non andrò più in chiesa”.

“Perché?”, domandammo.

“Perché non insegnano la Bibbia e io ho trovato la verità studiando la Bibbia con voi”. Si battezzò e studiò con molte donne che andavano in chiesa tutti i giorni. In seguito ci disse che se le avessimo detto di non andare in chiesa, avrebbe smesso di studiare e probabilmente non avrebbe mai conosciuto la verità.

Nuove assegnazioni

Col tempo Dorothy ed io, insieme ad altri quattro missionari, fummo assegnate alla città di Trieste, occupata allora dagli inglesi e dagli americani. C’erano solo una decina di Testimoni, ma il numero crebbe. Predicammo a Trieste per tre anni, e quando partimmo c’erano 40 proclamatori del Regno, 10 dei quali erano pionieri.

Successivamente fummo assegnate alla città di Verona, dove non c’era congregazione. Ma quando la chiesa fece pressione sulle autorità, fummo costrette ad andarcene. Dorothy ed io fummo assegnate a Roma. Prendemmo in affitto una stanza mobiliata e lavorammo il territorio vicino al Vaticano. Fu mentre eravamo lì che Dorothy andò in Libano per sposare John Chimiklis. Eravamo state insieme quasi 12 anni e sentii veramente la sua mancanza.

Nel 1955 venne aperta una casa missionaria in un’altra parte di Roma, sulla Via Appia Nuova. Una delle quattro missionarie che erano in quella casa era Maria Merafina, la ragazza che ci aveva messo i fiori nelle stanze la sera del nostro arrivo a Milano. Fu formata una nuova congregazione in questa parte della città. Dopo l’assemblea internazionale che si tenne a Roma quell’estate ebbi il privilegio di assistere all’assemblea di Norimberga, in Germania. Che emozione incontrare coloro che avevano sopportato tanta persecuzione sotto il regime di Hitler!

Ritorno negli Stati Uniti

Nel 1956 ottenni un permesso per motivi di salute e tornai negli Stati Uniti. Ma non distolsi mai gli occhi dal premio di servire Geova ora e in eterno nel suo nuovo mondo. Intendevo tornare in Italia. Tuttavia conobbi Orville Michael, che serviva presso la sede mondiale dei testimoni di Geova a Brooklyn (New York). Dopo l’assemblea internazionale che si tenne nel 1958 a New York ci sposammo.

Poco dopo ci trasferimmo a Front Royal, in Virginia, dove avemmo la gioia di servire in una piccola congregazione. Abitavamo in un minuscolo appartamento dietro la Sala del Regno. Infine, nel marzo 1960, fummo costretti a tornare a Brooklyn per trovare un lavoro e far fronte alle nostre spese. Facevamo le pulizie di notte in varie banche e questo ci permetteva di rimanere nel servizio a tempo pieno.

Mentre eravamo a Brooklyn morì mio padre e la madre di mio marito ebbe un leggero ictus. Allora decidemmo di trasferirci nell’Oregon per stare vicino alle nostre madri. Trovammo entrambi un lavoro part time e continuammo lì il ministero di pioniere. Nell’autunno del 1964, con le nostre madri, attraversammo in macchina il paese per assistere all’adunanza annuale della Watch Tower Bible and Tract Society a Pittsburgh, in Pennsylvania.

Mentre visitavamo il Rhode Island, un sorvegliante di circoscrizione, Arlen Meier, e sua moglie ci incoraggiarono a trasferirci a Providence, la capitale dello stato, dove c’era maggior bisogno di proclamatori del Regno. Le nostre madri ci esortarono ad accettare questo nuovo incarico e così, tornati nell’Oregon, vendemmo la maggior parte degli oggetti di casa e ci trasferimmo.

Di nuovo alla Scuola di Galaad

Nell’estate del 1965 assistemmo a un’assemblea di distretto nello Yankee Stadium dove facemmo domanda per frequentare la Scuola di Galaad come coppia. Con nostra sorpresa, circa un mese dopo ricevemmo le domande, che si dovevano rimandare entro 30 giorni. Dato che la mamma non stava bene mi preoccupava il pensiero di andare in un paese lontano. Ma lei mi incoraggiò dicendo: “Compilate quelle domande. Sapete che dovreste sempre accettare qualsiasi privilegio di servizio Geova offra!”

Questo tagliò la testa al toro. Compilammo le domande e le spedimmo. Che sorpresa fu ricevere l’invito a frequentare la 42ª classe, che ebbe inizio il 25 aprile 1966! La Scuola di Galaad era allora a Brooklyn. Meno di cinque mesi dopo, l’11 settembre 1966, ci diplomammo in 106.

Assegnati all’Argentina

Due giorni dopo il conferimento dei diplomi eravamo su un aereo delle Peruvian Airlines diretti in Argentina. Quando arrivammo a Buenos Aires, il sorvegliante della filiale, Charles Eisenhower, venne a prenderci all’aeroporto. Ci aiutò a sbrigare le formalità doganali e poi ci portò alla filiale. Avemmo solo un giorno per disfare i bagagli e sistemarci. Poi iniziarono le lezioni di spagnolo. Il primo mese studiammo spagnolo per 11 ore al giorno. Il secondo mese lo studiammo per quattro ore al giorno e cominciammo a svolgere il ministero di campo.

Rimanemmo cinque mesi a Buenos Aires e poi fummo assegnati a Rosario, una grande città del Nord a circa quattro ore di treno. Dopo avervi servito per 15 mesi, fummo mandati ancora più a nord a Santiago del Estero, una città situata in una provincia calda e arida. Nel gennaio del 1973, mentre ci trovavamo lì, morì mia madre. Non la vedevo da quattro anni. A sorreggermi nel dolore fu la sicura speranza della risurrezione oltre al fatto di sapere che servivo dove mia madre aveva voluto che andassi. — Giovanni 5:28, 29; Atti 24:15.

Gli abitanti di Santiago del Estero erano cordiali ed era facile iniziare studi biblici. Quando arrivammo nel 1968, alle adunanze assistevano circa 20 o 30 persone, ma otto anni dopo c’erano oltre cento presenti nella nostra congregazione. Per di più, c’erano due nuove congregazioni con 25-50 proclamatori in città vicine.

Ritorno negli Stati Uniti

Per motivi di salute, nel 1976 fummo riassegnati agli Stati Uniti come pionieri speciali e fummo mandati a Fayetteville, nella Carolina del Nord. Lì abitavano molte persone di lingua spagnola provenienti dall’America Centrale e Meridionale, dalla Repubblica Dominicana, da Puerto Rico e perfino dalla Spagna. Avevamo molti studi biblici, e col tempo fu formata una congregazione spagnola. Rimanemmo quasi otto anni in quel territorio.

Tuttavia avevamo bisogno di stare più vicini a mia suocera, che era molto anziana e disabile. Lei abitava a Portland, nell’Oregon, così ricevemmo un nuovo incarico: fummo assegnati alla congregazione spagnola di Vancouver, nello stato di Washington, non lontano da Portland. Quando arrivammo nel dicembre del 1983 la congregazione era piccola, ma si stanno vedendo molte facce nuove.

Nel giugno 1996 ho compiuto 53 anni di servizio a tempo pieno, e mio marito ne ha compiuti 55 il 1º gennaio 1996. In tutti questi anni ho avuto il privilegio di aiutare centinaia di persone a venire alla conoscenza della verità della Parola di Dio e dedicare la loro vita a Geova. Molti di loro servono ora come anziani e ministri a tempo pieno.

A volte mi chiedono se mi dispiace di non avere avuto figli. In realtà Geova mi ha benedetto con molti figli e nipoti spirituali. Sì, la mia vita nel servizio di Geova è stata ricca e piena. Posso capire i sentimenti della figlia di Iefte, che trascorse la vita nel servizio del santuario e non ebbe figli a motivo del suo grande privilegio di servizio. — Giudici 11:38-40.

Ricordo ancora la dedicazione che feci a Geova quando ero solo una bambina. La figura del Paradiso è così viva nella mia mente ora come lo era allora. I miei occhi e il mio cuore sono ancora fissi sul premio della vita senza fine nel nuovo mondo di Dio. Sì, il mio desiderio è di servire Geova non solo per una cinquantina d’anni, ma per sempre, sotto il dominio del suo Regno.

[Immagine a pagina 23]

Dorothy Craden, con le mani sulle mie spalle, e altri pionieri nel 1943

[Immagine a pagina 23]

A Roma, con altre missionarie nel 1953

[Immagine a pagina 25]

Con mio marito

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