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  • w97 1/12 pp. 29-31
  • È sempre sbagliato lamentarsi?

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  • È sempre sbagliato lamentarsi?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
  • Sottotitoli
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  • Effetti negativi su di sé e sugli altri
  • Le lamentele sono sempre da condannare?
  • La congregazione cristiana
  • Alle autorità competenti
  • Perché la situazione di chi si lamenta non è piacevole
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
  • Non abbiate lo spirito di lamentarvi
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
  • Troviamo la contentezza nell’organizzazione di Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
  • Lavorate senza indugiare o lamentarvi
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
w97 1/12 pp. 29-31

È sempre sbagliato lamentarsi?

Non c’è molestia più fastidiosa di quella di cui non ci si può lamentare. — Adolphe, marchese di Custine (1790-1857).

PER due anni la donna aveva sopportato le molestie sessuali di un collega di lavoro. Alle sue proteste l’uomo aveva risposto insultandola e trattandola con freddezza. La tensione repressa nuoceva alla sua salute, ma cosa poteva fare? Analogamente, uno studente che era il più bravo della classe fu espulso perché per motivi di coscienza non partecipava alle esercitazioni di arti marziali richieste dalla scuola. Entrambi ritenevano di avere subìto un torto, ma dovevano reclamare? Se l’avessero fatto, potevano sperare che il torto venisse riparato, o avrebbero solo peggiorato le cose?

Lamentele come queste e altre sono comuni oggi, poiché viviamo fra persone imperfette in un mondo tutt’altro che ideale. Le lamentele assumono le forme più disparate: si va dall’espressione passiva di contrarietà, dolore, pena o risentimento per una certa situazione a un’accusa formale contro qualcuno. La maggioranza preferisce evitare di lamentarsi e di scontrarsi; tuttavia bisogna proprio stare sempre zitti? Qual è il punto di vista della Bibbia?

Effetti negativi su di sé e sugli altri

Non c’è dubbio che uno spirito cronico di lamentela è nocivo e viene condannato dalla Bibbia. Chi si lamenta per abitudine danneggia se stesso sia fisicamente che spiritualmente e irrita chi è oggetto delle sue lamentele. Riferendosi a una moglie che si lamenta sempre, il proverbio biblico dice: “Il gocciolare di un tetto che costringe ad andar via in un giorno di continua pioggia e la moglie rissosa sono paragonabili”. (Proverbi 27:15) Particolarmente biasimevoli sono le lamentele contro Geova o contro uno dei suoi provvedimenti. Quando la nazione d’Israele si lamentò della manna miracolosa provveduta durante i 40 anni di peregrinazione nel deserto, definendola “pane spregevole”, Geova mandò serpenti velenosi per punire gli irrispettosi lamentatori, e molti morirono. — Numeri 21:5, 6.

Inoltre Gesù consigliò ai suoi seguaci, non di lamentarsi della “pagliuzza” notata nei propri simili, vale a dire dei loro difetti, ma di rendersi conto della ben più grossa “trave” che noi stessi abbiamo, cioè delle nostre manchevolezze. (Matteo 7:1-5) Allo stesso modo, Paolo condannò chi giudica altri (un modo di lamentarsi) definendolo “inescusabile . . . in quanto tu che giudichi pratichi le stesse cose”. Questi avvertimenti contro le lamentele dovrebbero spingerci a evitare di essere inutilmente critici e di sviluppare uno spirito di lamentela. — Romani 2:1.

Le lamentele sono sempre da condannare?

Dovremmo quindi concludere che ogni forma di lamentela sia da condannare? No. La Bibbia indica che nel mondo imperfetto in cui viviamo ci sono molte ingiustizie che richiedono giustamente di essere corrette. In un’illustrazione Gesù menzionò un giudice ingiusto che pur riluttante fece giustizia a una vedova oppressa affinché ‘non continuasse ad andare a molestarlo sino alla fine’. (Luca 18:1-8) Sotto alcuni aspetti può darsi che anche noi dobbiamo insistere con le nostre lamentele finché i torti non siano riparati.

Incoraggiandoci a pregare per la venuta del Regno di Dio, Gesù non ci invitò forse a riconoscere le lacune del mondo attuale e a ‘gridare’ a Dio perché vi ponga rimedio? (Matteo 6:10) Quando “Il grido di lamento” circa la malvagità delle antiche Sodoma e Gomorra giunse ai suoi orecchi, Geova mandò i suoi messaggeri a ‘vedere se agivano del tutto secondo il grido che glien’era giunto’ e a porvi rimedio. (Genesi 18:20, 21) Dopo di che Geova corresse la situazione distruggendo le due città e i loro abitanti immorali, con sollievo di quelli che si erano lamentati con lui.

La congregazione cristiana

Le cose dovrebbero andare diversamente tra i fratelli della congregazione cristiana? Pur essendo uomini e donne imperfetti, i cristiani si sforzano sinceramente di servire Dio in pace e unità. Fra loro, tuttavia, possono sorgere situazioni che danno motivo di lamentarsi e che richiedono che vi si ponga rimedio. Nella congregazione degli unti nel I secolo, subito dopo la Pentecoste, sorse una certa situazione. Molti cristiani convertiti da poco rimasero a Gerusalemme per ricevere ulteriori istruzioni e incoraggiamento. Le scorte di viveri disponibili venivano divise fra loro. Tuttavia “sorse un mormorio da parte dei giudei di lingua greca contro i giudei di lingua ebraica, perché le loro vedove erano trascurate nella distribuzione di ogni giorno”. (Atti 6:1-6) Anziché accusare quelli che si lamentavano di essere dei piantagrane, gli apostoli agirono per correggere la situazione. Sì, le lamentele ragionevoli presentate con il debito rispetto e lo spirito giusto saranno ascoltate umilmente da quelli che hanno incarichi di sorveglianza nella congregazione, i quali agiranno di conseguenza. — Atti 6:1-6; 1 Pietro 5:3.

Alle autorità competenti

Dai suddetti esempi avete notato che le lamentele dovrebbero essere fatte con lo spirito giusto e presentate alle autorità competenti? Per esempio, sarebbe inutile lamentarsi con la polizia di una forte tassa o con un giudice dei propri mali fisici. Sarebbe anche fuori luogo lamentarsi di una certa situazione dentro o fuori della congregazione con una persona che non ha l’autorità o la facoltà di fare qualcosa.

Oggi nella maggioranza dei paesi ci sono tribunali e altre autorità competenti a cui ci si può rivolgere nella speranza di ricevere un certo aiuto. Quando lo studente menzionato all’inizio dell’articolo ricorse al tribunale, i giudici emisero una sentenza favorevole ed egli venne riammesso a scuola con tanto di scuse. Analogamente, la donna che era stata oggetto di molestie sessuali fu aiutata da un sindacato femminile. Le furono fatte le debite scuse e i datori di lavoro presero provvedimenti affinché le molestie cessassero.

Non ci si deve aspettare, però, che ogni tipo di lamentela finisca allo stesso modo. Il saggio re Salomone realisticamente osservò: “Ciò che è fatto curvo non si può fare diritto”. (Ecclesiaste 1:15) Facciamo bene a riconoscere che per alcune cose bisogna semplicemente attendere che Dio le corregga al tempo da lui stabilito!

[Immagine a pagina 31]

Gli anziani ascoltano e agiscono di conseguenza quando le lamentele sono ragionevoli

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