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  • w98 1/11 pp. 19-23
  • Ciò che più desidero è piacere a Geova

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  • Ciò che più desidero è piacere a Geova
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
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  • Una vita dedicata al servizio
  • Prove di fede a scuola
  • Messa alla prova la neutralità cristiana
  • Riprendo le attività dopo il rilascio
  • Una vita piena e soddisfacente
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
w98 1/11 pp. 19-23

Ciò che più desidero è piacere a Geova

NARRATO DA THEODOROS NEROS

La porta della mia cella si spalancò e un ufficiale gridò: “Chi è Neros?” Quando dissi che ero io, ordinò: “Alzati! Stiamo per metterti a morte!” Questo avveniva in un campo militare a Corinto, in Grecia, nel 1952. La mia vita era appesa a un filo. Perché? Prima che ve lo spieghi, lasciate che vi dica qualcosa di me.

VERSO il 1925 mio padre fu contattato dagli Studenti Biblici (come si chiamavano allora i testimoni di Geova). Ben presto divenne uno di loro e trasmise la sua fede ai suoi otto fratelli e sorelle, che accettarono tutti la verità biblica. Altrettanto fecero i suoi genitori. In seguito si sposò e nel 1929 nacqui io, ad Agrínion, in Grecia.

Che anni terribili furono quelli per la Grecia! Prima ci fu la spietata dittatura del generale Metaxas. Poi, nel 1939, scoppiò la seconda guerra mondiale e di lì a poco il paese fu occupato dai nazisti. Malattie e fame erano all’ordine del giorno. I cadaveri gonfi venivano portati via con le carriole. Il male nel mondo era troppo evidente, come pure il bisogno del Regno di Dio.

Una vita dedicata al servizio

Il 20 agosto 1942, mentre tenevamo un’adunanza fuori Salonicco, il sorvegliante che presiedeva additò gli aerei inglesi che stavano bombardando la città e mise in evidenza che eravamo stati protetti per aver ubbidito all’esortazione di ‘non abbandonare la comune adunanza’. (Ebrei 10:25) Quella volta ci eravamo radunati sulla spiaggia e io ero fra coloro che si dovevano battezzare. Quando uscimmo dall’acqua ci mettemmo in fila e i nostri fratelli cristiani cantarono un cantico in cui ci lodavano per la decisione che avevamo preso. Fu una giornata indimenticabile!

Poco tempo dopo, mentre io e un altro ragazzo stavamo predicando di casa in casa, la polizia ci fermò e ci portò al commissariato. Per ribadire che eravamo considerati comunisti e che la nostra predicazione era vietata, ci picchiarono e ci dissero: “Geova è come Stalin, idioti!”

A quel tempo in Grecia imperversava la guerra civile e i sentimenti anticomunisti erano molto forti. Il giorno seguente ci fecero sfilare ammanettati davanti alle nostre case, come dei criminali. Ma quelle non furono le uniche prove che dovetti affrontare.

Prove di fede a scuola

Agli inizi del 1944 andavo ancora a scuola e Salonicco era occupata dai nazisti. Un giorno a scuola un prete ortodosso, l’insegnante di religione, mi disse che voleva interrogarmi sulla lezione di quel giorno. “Lui non è ortodosso”, dissero gli altri ragazzi.

“Cos’è?”, chiese il professore.

“Sono testimone di Geova”, risposi.

“Un lupo fra le pecore”, gridò, afferrandomi e prendendomi a schiaffi.

‘Com’è possibile’, pensai fra me, ‘che un lupo venga picchiato da una pecora?’

Alcuni giorni dopo, eravamo seduti a tavola per il pranzo in 350. Il soprintendente disse: “Neros farà la preghiera”. Recitai il “Padrenostro”, la preghiera che Gesù insegnò ai suoi seguaci, riportata in Matteo 6:9-13. Ma la cosa non piacque al soprintendente, che dal posto in cui si trovava mi chiese adirato: “Perché hai pregato in quel modo?”

“Perché sono testimone di Geova”, dissi. Allora anche lui mi afferrò e mi mollò un ceffone. Più tardi quel giorno un altro insegnante mi chiamò nel suo ufficio e mi disse: “Bravo, Neros, attieniti a quello che credi. Tieni duro”. Quella sera mio padre mi incoraggiò con le parole dell’apostolo Paolo: “Tutti quelli che desiderano vivere in santa devozione unitamente a Cristo Gesù saranno anche perseguitati”. — 2 Timoteo 3:12.

Terminate le scuole superiori dovetti scegliere cosa fare. A causa dei torbidi che c’erano in Grecia dovetti anche affrontare la prova della neutralità cristiana. (Isaia 2:4; Matteo 26:52) Infine, all’inizio del 1952, fui condannato a 20 anni di prigione per non aver voluto impugnare le armi in quel difficile periodo della storia greca.

Messa alla prova la neutralità cristiana

Mentre mi trovavo nel campo militare di Missolungi e in quello di Corinto, ebbi l’opportunità di spiegare ai vertici militari che la mia coscienza educata secondo la Bibbia non mi permetteva di fare il soldato a sostegno di cause politiche. “Sono già un soldato di Gesù”, spiegai, indicando 2 Timoteo 2:3. Quando mi esortarono a pensarci bene, dissi che non avevo preso quella decisione sul momento, ma dopo attenta considerazione e tenendo conto del fatto che mi ero dedicato a Dio per fare la sua volontà.

Come risultato mi misero ai lavori forzati, dandomi da mangiare un giorno sì e uno no, per 20 giorni. Dormivo sul pavimento di una cella che misurava meno di un metro per due e che dividevo con altri due Testimoni! Fu in quel periodo, mentre ero nel campo militare di Corinto, che mi fecero uscire dalla cella per la fucilazione.

Mentre andavamo al luogo dell’esecuzione, l’ufficiale mi chiese: “Non dici niente?”

“No”, risposi.

“Non vuoi scrivere ai tuoi familiari?”

“No”, replicai. “Sanno già che potrei morire qui”.

Eravamo giunti nel cortile e mi fu comandato di stare in piedi contro il muro. Poi, invece di ordinare il fuoco, l’ufficiale gridò: “Riportatelo dentro”. Era stata una messinscena per mettermi alla prova.

In seguito fui mandato sull’isola di Makrónisos, dove non mi fu permesso di tenere nessuna pubblicazione se non la Bibbia. Tredici Testimoni venivano tenuti in una casetta, separati dai quasi 500 criminali detenuti. In qualche modo però riuscivamo a procurarci di nascosto delle pubblicazioni. Per esempio, un giorno mi fu mandata una scatola di lucumi (dei dolciumi tipici). Gli ispettori erano così ansiosi di controllare i lucumi che non si accorsero della rivista La Torre di Guardia che stava sotto. Un Testimone osservò: “I soldati hanno mangiato i lucumi, ma noi abbiamo ‘mangiato’ La Torre di Guardia!”

Riuscimmo a procurarci una copia in inglese del libro Che cosa ha fatto la religione per il genere umano?, che era appena uscito, e un detenuto Testimone che conosceva l’inglese lo tradusse. Studiavamo insieme anche La Torre di Guardia, tenendo le nostre adunanze di nascosto. Per noi la prigione era una scuola, un’opportunità per rafforzare la nostra spiritualità. Soprattutto eravamo felici perché sapevamo che la nostra condotta integra piaceva a Geova.

L’ultima prigione in cui fui rinchiuso fu quella di Tirinto, nel Peloponneso orientale. Lì notai che una guardia mi osservava attentamente mentre tenevo uno studio biblico con un altro detenuto. Che sorpresa fu per me incontrare quella guardia anni dopo a Salonicco! Era diventata Testimone. In seguito uno dei suoi figli fu mandato in prigione, non come guardia, ma come detenuto. Fu imprigionato per la stessa ragione per cui lo ero stato io.

Riprendo le attività dopo il rilascio

Dei 20 anni a cui ero stato condannato, ne scontai soltanto tre. Quando fui rilasciato decisi di andare a vivere ad Atene. Dopo non molto, però, mi ammalai di una forma di pleurite e dovetti far ritorno a Salonicco. Rimasi due mesi a letto. Poi conobbi una brava ragazza di nome Koula e nel dicembre 1959 ci sposammo. Nel 1962 mia moglie iniziò a fare la pioniera, come vengono chiamati i ministri a tempo pieno dei testimoni di Geova. Tre anni dopo mi unii a lei in tale servizio.

Nel gennaio 1965 fui nominato sorvegliante di circoscrizione, incarico che consiste nel visitare le congregazioni per rafforzarle spiritualmente. Quell’estate avemmo anche il privilegio di assistere alla nostra prima grande assemblea di distretto, a Vienna, in Austria. Era diversa da quelle che tenevamo in Grecia, dove eravamo costretti a radunarci di nascosto nei boschi perché la nostra opera era al bando. Verso la fine del 1965 fummo invitati a lavorare alla filiale dei testimoni di Geova ad Atene. Tuttavia, a causa dei problemi di salute di alcuni miei familiari, nel 1967 dovemmo tornare a Salonicco.

Pur dovendo assolvere le responsabilità familiari, eravamo sempre molto impegnati nell’opera di evangelizzazione. Una volta, parlando con mio cugino Kostas, gli descrissi la bellezza dell’organizzazione di Dio e l’amore, l’unità e l’ubbidienza a Dio che vi esistono. Al che lui rispose: “Sarebbe tutto molto bello, se solo Dio esistesse”. Lo invitai a esaminare se Dio esiste o no e lui accettò. Gli dissi che intendevamo assistere a un’assemblea internazionale dei testimoni di Geova in programma a Norimberga, in Germania, nell’agosto 1969. Chiese se poteva venire anche lui, insieme al suo amico Alekos, che pure studiava la Bibbia con noi.

L’assemblea di Norimberga fu straordinaria! Si tenne nell’imponente stadio in cui Hitler era solito celebrare le sue vittorie militari. I presenti all’assemblea furono più di 150.000 e lo spirito di Geova fu evidente sotto ogni aspetto. Ben presto Kostas e Alekos si battezzarono. Ora prestano entrambi servizio come anziani cristiani, e anche i loro familiari sono Testimoni.

Cominciai lo studio con una signora interessata. Il marito disse che voleva approfondire le nostre credenze e dopo un po’ mi informò che aveva invitato un certo Sakkos, un teologo ortodosso, per un dibattito, perché voleva fare delle domande a tutti e due. Il teologo venne insieme a un prete. L’uomo a cui facevamo visita esordì dicendo: “Vorrei cominciare chiedendo al sig. Sakkos di rispondere a tre domande”.

Tenendo in mano la traduzione biblica che usavamo nelle nostre conversazioni, l’uomo chiese: “Domanda numero uno: Questa è una Bibbia autentica o è la Bibbia dei Testimoni?” Il sig. Sakkos rispose che era una traduzione autorevole e aggiunse che i testimoni di Geova erano “amanti della Bibbia”.

Proseguendo l’uomo disse: “Domanda numero due: I testimoni di Geova sono persone di buona moralità?” Ci teneva a sapere che genere di persone aveva cominciato a frequentare la moglie. Il teologo rispose che indubbiamente erano persone di elevata moralità.

“Terza domanda”, proseguì l’uomo. “I testimoni di Geova sono pagati?” “No”, rispose il teologo.

“Ho avuto le risposte che volevo e ho preso la mia decisione”, concluse l’uomo. In seguito continuò a studiare la Bibbia e dopo non molto si battezzò come testimone di Geova.

Una vita piena e soddisfacente

Nel gennaio 1976 ripresi a servire come sorvegliante di circoscrizione. Circa sei anni dopo ebbi il privilegio di sperimentare una nuova forma di predicazione in Grecia, la testimonianza stradale. Poi, nell’ottobre 1991, io e mia moglie fummo nominati pionieri speciali. Alcuni mesi dopo dovetti sottopormi a un quadruplice by-pass coronarico, che grazie a Dio riuscì bene. Ora ho una salute abbastanza buona e ho potuto riprendere il servizio di predicazione a tempo pieno. Servo anche come anziano in una delle congregazioni di Salonicco e nel locale Comitato di assistenza sanitaria.

Se ripenso alla mia vita, mi rendo conto che facendo ciò che piace al nostro Padre celeste ho avuto tante soddisfazioni. Sono felicissimo di aver accolto molto tempo fa il suo toccante invito: “Sii saggio, figlio mio, e rallegra il mio cuore, affinché io possa rispondere a chi mi biasima”. (Proverbi 27:11) Provo profonda gioia vedendo che in tutto il mondo aumenta il numero di persone sincere che affluiscono nell’organizzazione di Geova. È un grande privilegio contribuire a liberare le persone mediante la verità biblica e così offrire loro la prospettiva della vita eterna in un giusto nuovo mondo! — Giovanni 8:32; 2 Pietro 3:13.

Cerchiamo sempre di incoraggiare i giovani servitori di Geova a porsi la meta del ministero a tempo pieno, a dedicare a Lui il proprio tempo e le proprie forze. Confidare in Geova e provare squisito diletto nel rallegrare il suo cuore è davvero la cosa migliore che si possa fare nella vita! — Proverbi 3:5; Ecclesiaste 12:1.

[Immagini a pagina 21]

(Da sinistra a destra)

Nella cucina della Betel nel 1965

Mentre pronuncio un discorso nel 1970, quando l’opera era al bando

Con mia moglie nel 1959

[Immagine a pagina 23]

Con mia moglie, Koula

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