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  • Giovanni 2:4
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture
    • 4 Gesù però le rispose: “E questo come ci riguarda, donna?* Il mio tempo non è ancora venuto”.

  • Giovanni 2:4
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti
    • 4 Ma Gesù le disse: “Che ho a che fare con te,* donna?+ La mia ora non è ancora venuta”.+

  • Giovanni
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1986-2025
    • 2:4 it-2 220; jy 41; w14 1/5 13; w08 15/4 31; w06 1/12 30-31; w00 15/9 11; gt 15; Rbi8 1585

  • Giovanni
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
    • 2:4 ad 798; w85 1/11 8-9; w84 15/2 29; w80 1/2 14; w72 23; w70 671-672; w62 522

  • Giovanni
    Guida alle ricerche per i Testimoni di Geova — Edizione 2019
    • 2:4

      Perspicacia, vol. 2, p. 220

      Gesù: la via, p. 41

      La Torre di Guardia,

      1/5/2014, p. 13

      15/4/2008, p. 31

      1/12/2006, pp. 30-31

      15/9/2000, p. 11

  • Giovanni — Approfondimenti al capitolo 2
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
    • 2:4

      questo come ci riguarda? Quando Maria disse a Gesù che non c’era più vino (Gv 2:3), gli stava senza dubbio suggerendo di intervenire. Questo è un aspetto rilevante, visto che Gesù non aveva compiuto miracoli fino a quel momento. L’espressione idiomatica semitica che Gesù usò (letteralmente “che cosa a me e a te?”) indica una qualche forma di obiezione e può assumere significati diversi a seconda del contesto. Mentre a volte può esprimere ostilità (Mt 8:29; Mr 1:24; 5:7; Lu 4:34; 8:28), in questo caso sembra esprimere un’obiezione fatta in modo gentile. (Esempi di un uso meno perentorio di questa espressione si trovano nelle Scritture Ebraiche, ad esempio in 2Sa 16:9, 10 e 1Re 17:18, nt.) Le successive parole di Gesù indicano il perché della sua esitazione: Il mio tempo non è ancora venuto. Comunque, la risposta di Gesù al suggerimento della madre deve aver lasciato intendere che era disposto a fornire aiuto, come mostra la reazione di Maria descritta nel v. 5.

      donna L’uso che Gesù fa di questo termine rivolgendosi a sua madre è coerente con il modo in cui si rivolse ad altre donne (Gv 4:21), ed evidentemente era considerato rispettoso in molti contesti (Mt 15:28). Non era mai interpretato come un approccio maleducato, scortese o irriverente. Dopo la risurrezione di Gesù, sia lui che gli angeli usarono questo appellativo nel rivolgersi a Maria Maddalena che piangeva addolorata presso la tomba. In un contesto del genere non si sarebbero di certo espressi in modo aspro (Gv 20:13, 15). Sul palo di tortura Gesù si rivolse a sua madre con lo stesso appellativo quando, preoccupato per lei, la affidò alle cure dell’amato apostolo Giovanni (Gv 19:26). Prese questa decisione per via del comando contenuto nelle Scritture di onorare padre e madre (Eso 20:12; De 5:16; Mt 15:4). Diverse opere di consultazione confermano che l’appellativo “donna” trasmetteva rispetto e affetto.

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